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Il Senato oltraggiato nel Necrocene

di Roberto
Rosso

Gli attivisti di Ultima Generazione1 hanno ‘colpito al cuore’ le istituzioni del nostro paese, della Nazione, direbbe il presidente del Senato, lanciando vernice lavabile contro l’ingresso di Palazzo Madama esponendo striscioni contro l’uso delle materie prime fossili.

Come ha detto qualcuno ‘Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito’ per cui si discute della legittimità dell’atto di protesta lasciando sullo sfondo le sue motivazioni. Il cambiamento climatico ha riempito le prime pagine dei giornali ed aperto i telegiornali sino a che i Fridays For Future hanno riempito con regolarità le piazze, viene rievocato in occasione di eventi metereologici estremi che colpiscono duramente territori e comunità. Il fallimento sostanziale delle ultime COP, la 26 e la 27 di Glasgow e Sharm El Sheikh, non ha creato l’allarme che le conseguenze catastrofiche del Riscaldamento Globale prossime ed attuali dovrebbero generare. In base all’esperienza delle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022 il cambiamento climatico non è stato al centro della campagna elettorale e tra le principali preoccupazioni degli elettori. A fronte di un processo, allo stato delle cose inarrestabile, di dimensione planetaria, che colpisce comunque in modo specifico ogni luogo, regione del globo, non si sta realizzando una risposta coordinata globale mentre a livello locale manca un approfondimento della propria condizione specifica salvo quelle situazioni in cui gli effetti sono duri ed evidenti e soprattutto prolungati nel tempo.

Si può commentare questa situazione sottolineando il carattere profondamente contraddittorio ed irrazionale dei rapporti sociali di produzione dominanti che trova conferma in questa ulteriore sua manifestazione; peraltro le responsabilità verso il riscaldamento globale così il patirne le conseguenze, la capacità di accomodamento sono distribuite in modo diseguale, rispettando la mappa delle diseguaglianze che definisce ogni singola regione e la formazione sociale globale2. Tutto si tiene nella complessità dei rapporti sociali con una specificità di non poco conto: se all’ingiustizia sociale si può sempre pensare, sperare, progettare di porre rimedio, di rovesciare un regime iniquo con il conflitto sociale, di fronte alla crisi climatica quel ‘sempre’ non esiste. Già oggi molte soglie sono state superate e nulla sarà come prima, soprattutto non è alle viste una inversione di tendenza. Nel cambiamento climatico la freccia del tempo è inesorabile, ma questo dato non fa parte della coscienza diffusa, non è diventato senso comune. Di volta in volta la congiuntura che attraversiamo prevale con le sue necessità su quella di prevenire, per quanto sarebbe oggi possibile, l’avverarsi di un orizzonte catastrofico sempre più prossimo che percola nella nostra quotidianità. La guerra nella sua attualità, nelle sue conseguenze sul mercato delle materie prime energetiche, è l’arma di distrazione di massa3   che sta facendo deragliare quanto si stava facendo in termini di transizione energetica, in un contesto nel quale, lo sato di guerra potenziale, definibile come belligeranza globale, assorbe sempre più risorse e struttura le principali economie del pianeta4.

E la pandemia?

Per completare il quadro dobbiamo citare lo scoppio della pandemia da Sars-Cov-2 la cui genesi affonda nella rottura dei sistemi ecologici, delle relazioni complesse che in essi intrattengono le specie tra loro, da virus ai mammiferi, laddove i virus hanno poco dell’essere vivente in quanto consistono di un grumo di materiale genetico racchiuso in una capsula di materiale organico, la cui conformazione permette di trasmettere il proprio rudimentale patrimonio genetico in una cellula ed ivi riprodursi, con le conseguenze di cui nella storia l’umanità ha fatto esperienza. La rottura dei sistemi ecologici, connessa al processo di antropizzazione ed al cambiamento climatico ha conseguenza drammatiche sullo stato di salute dell’umanità5

Non solo la genesi ma altresì la riproduzione del virus ed il diffondersi della pandemia sono il prodotto dei rapporti sociali e li influenzano pesantemente, come continuiamo a sperimentare. I gradi di libertà del vivente, le possibilità di mutazione specifica di un virus a RNA come il Sars-Cov-2 sono tali da mettere in crisi le strategie di controllo e risposta alla pandemia, laddove le strategie sono a loro volta il prodotto della specifica forma dei rapporti sociali; lo abbiamo visto prima con le politiche di riduzione della mobilità sociale e poi con la produzione e l’uso dei vaccini. Politiche che nello specifico della Cina hanno mostrato tutti loro limiti, passando da una politica di lock down feroci ad una sorta di liberi tutti, avendo scelto di vaccinare soprattutto la popolazione attiva per di più con vaccini di efficacia limitata. Rivolta sociale, gravi conseguenze per l’economia, riduzione delle conseguenze della malattia, hanno portato a queste scelte per cui oggi si parla di centinaia di milioni di contagiati in poche settimane. La possibile conseguenza più temuta è che in questa paradiso del virus si possano manifestare varianti più virulente; possibilità che sta riportando a controlli più severi su chi proviene dalla Cina6.

Da qualche latta di vernice sulla facciata di Palazzo Madama siamo passati dal clima, alla guerra, alla pandemia; nessi concreti ci hanno portato lungo questo percorso di analisi che esprime tutta la complessità di una situazione nella quale è decisamente difficile orientarsi, per la cui comprensione sarebbe necessaria un’opera di alfabetizzazione, di condivisione delle conoscenze, alimentata da una comunicazione adeguata, in grado di rendere i cittadini capaci di interpretare le informazioni, di agire solidalmente di conseguenza. Stiamo parlando della struttura profonda della nostra società, delle relazioni che legano o ci isolano o addirittura di contrappongono, del carattere in altri termini del regime politico in cui viviamo. È memoria di fatti recenti il conflitto che si è aperto sulla necessità o meno ed efficacia dei vaccini che portò ad episodi come l’assalto alla sede nazionale della CGIL, argomento fortemente strumentalizzato dalle forze politiche di cui si sono tutt’ora tracce significative.

In un articolo di qualche mese fa abbiamo parlato di questa complessità nell’articolo ‘Transizioni e trasformazioni di un mondo di rischi interconnessi’7, ma è quanto di fatto fa chi scrive in ogni articolo pubblicato su questa rivista ed è il prodotto del lavoro di tutta la redazione nel suo sforzo di interpretare la realtà.

Certamente quanto scriviamo o diciamo nei confronti pubblici che promuoviamo non è adeguato a soddisfare le necessità di comprensione da parte della cittadinanza o quanto meno di quella parte più motivata- che noi non raggiungiamo- ad intraprendere un percorso che porti alla comprensione delle dinamiche che muovono le società in cui viviamo. Questa considerazione ci mette in relazione con il gesto simbolico degli attivisti di Ultima Generazione , in realtà un grido di dolore ben più drammatico nei suoi contenuti di quanto non dica l’atto stesso; vedi in questo numero l’intervista a Alessandro Sulis, uno dei 5 attivisti che hanno partecipato alla azione non violenta8. Complessità dell’analisi, radicalità dei comportamenti e orizzontalità, pervasività delle pratiche, condivisione delle conoscenze è quanto necessita per affrontare le crisi drammatiche in cui siamo immersi e che rendono instabile, insicuro mutevole il contesto delle nostre vite; complessità della situazione globale, intreccio di processi e dimensioni diverse, che ritroviamo anche nelle situazioni locali -come abbiamo avuto modo di evidenziare nell’articolo sulla questione rifiuti nella città di Roma ‘Crisi locali/globali, movimenti e trasformazione sociale’9 o in quello sul governo Milano e Lombardia ‘Milano Metropoli, Lombardia, Italia’10- situazioni locali nel cui affrontamento si forma consapevolezza, cooperazione sociale e organizzazione.

Quale globalizzazione?

La drammaticità degli eventi ed il loro rapido succedersi a livello globale e le trasformazioni profonde che a quel livello si stanno manifestando impongono comunque di approfondire l’analisi del  quadro generale, del carattere della formazione sociale che va sotto il nome di globalizzazione, che di fase storica in fase storica è andata mutando, sino ad oggi agli anni più recenti nei quali la struttura e le dinamiche con cui essa si presentava all’inizio di questo secolo sono andate mutando in modo significativo. Il nesso tra competizione e cooperazione, la stabilità e la struttura della gerarchia di potenza -e le conseguenti alleanze- che la caratterizzano e la definiscono stanno mutando, mutano le scelte strategiche -interne ed esterne- dei protagonisti del confronto globale. Di questo ha trattato la redazione e chi scrive, anche recentemente, per citarne alcuni vedi i riferimenti in nota11.

Le trasformazioni in corso nella forma della globalizzazione sono un terreno ineludibile dell’analisi su cui ci stiamo confrontando e ci confronteremo in lavoro collettivo che dobbiamo estendere ed approfondire, a partire già dal prossimo numero della rivista. Si tratta di una analisi necessaria per trovare le vie e gli strumenti per creare una rete di movimenti a livello internazionale, cosa che la forma stessa della globalizzazione ha reso sempre più difficile, di cui la situazione dell’Unione Europea, nel suo ristretto recinto, offre una drammatica testimonianza.

Infine per chiudere

La freccia del tempo che la crisi climatica ci mostra, in un trionfo dell’entropia nei confronti della capacità di auto-organizzazione ed evoluzione delle forme di vita, si manifesta attraverso il collasso degli ecosistemi nell’estinzione di sempre nuove specie viventi. Di questo si è preso atto nella COP15 sulla biodiversità, vedi l’articolo Dalla COP15 sulla biodiversità la conferma della necessità di una ‘nuova alleanza’12 dove ci si è dati il cosiddetto obiettivo del 30X30 ovvero garantire entro il2030 la sopravvivenza di almeno il 30% delle specie esistenti, i che ci da’ una idea della drammaticità della situazione. Da ciò il neologismo che sta nel titolo di questo articolo il Necrocene, ovvero l’era della morte, dell’estinzione della vita presente sul nostro pianeta; si parla della sesta estinzione di massa. Estinzione che assieme al cambiamento climatico, alla pervasività e profondità dei cambiamenti dell’ambiente fisico –vedi ad esempio la diffusione delle plastiche in ogni ambiente– ha indotto a parlare di antropocene, vale a dire un’epoca, anzi un’era i cui passaggi sono il prodotto dell’azione antropica complessiva.

Il termine Necrocene, di cui personalmente sono debitore al mio amico, compagno di escursioni in montagna e attività formativa sull’ambiente Renato Marsella -che in realtà fu  coniato da Justin McBrien (2016), indicando questa epoca con il termine Necrocene, l’età della morte e dell’estinzione come risultato dell’accumulazione capitalista,  epoca definita  anche come Antropocene o Capitalocene, vedi l’articolo ‘Green Capitalism? Politics from the Necrocene to the Eleutherocene13- rende invece appieno il carattere necrofilo dell’epoca e della società in cui viviamo e che motiva drammaticamente la necessità di un suo cambiamento radicale.

Roberto Rosso

  1. https://ultima-generazione.com/  []
  2.   https://transform-italia.it/crisi-climatica-diseguaglianze-sociali-e-nuova-radicalita/   []
  3. https://transform-italia.it/guerra-economia-politica-e-crisi-climatica-2/ []
  4. https://transform-italia.it/keynesismo-di-guerra-e-confronto-globale/ []
  5. https://transform-italia.it/quale-stato-di-salute-del-pianeta-del-clima-e-delle-popolazioni/  []
  6. https://www.repubblica.it/cronaca/2023/01/04/news/covid_mantovani_varianti_vaccini-381977159/?ref=RHLF-BG-I381994052-P2-S1-T1 []
  7. https://transform-italia.it/transizioni-e-trasformazioni-di-un-mondo-di-rischi-interconnessi/  []
  8. https://transform-italia.it/intervista-a-ultima-generazione/ []
  9. https://transform-italia.it/crisi-locali-globali-movimenti-e-trasformazione-sociale/ []
  10. https://transform-italia.it/milano-metropoli-lombardia-italia/ []
  11. https://transform-italia.it/la-competizione-globale-tra-lo-scontro-usa-cina-e-la-creazione-di-piattaforme-multilaterali/
    https://transform-italia.it/competizione-atlantica-e-crisi-europea/
    https://transform-italia.it/dopo-ventanni-ventanni-che-hanno-cambiato-radicalmente-il-volto-del-mondo/
    https://transform-italia.it/grande-e-il-disordine-sotto-il-cielo-la-situazione-e-eccellente/ []
  12. https://transform-italia.it/dalla-cop15-sulla-biodiversita-la-conferma-della-necessita-di-una-nuova-alleanza/  []
  13. https://journals.openedition.org/eces/5553#tocto1n2  []
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