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Il revisionismo nazionalista conservatore della Polonia rende tesi i rapporti con la Germania

di Alessandro
Scassellati

La Germania ha respinto l’ultima richiesta del governo nazionalista polacco di grandi riparazioni per i danni umani e materiali subiti durante la seconda guerra mondiale, affermando in risposta a una nota diplomatica che la questione è stata chiusa. La Polonia – sulla base di un rapporto del Parlamento polacco1 presentato da Jarosław Kaczyński, il leader del partito nazionalista conservatore Diritto e giustizia (PiS) al potere dal 2015, il 1° settembre 2022 – valuta i suoi danni nella Seconda guerra mondiale causati dalla Germania in 6,2 trilioni di złoty  – circa 1,32 trilioni di euro – e ha chiesto risarcimenti, ma Berlino ha ripetutamente affermato che tutte le pretese finanziarie relative alla guerra sono state risolte2.

Durante una visita a Varsavia in ottobre, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, aveva respinto la richiesta, affermando che la questione era per Berlino un capitolo “chiuso dal punto di vista del governo tedesco”. Questo in risposta ad una richiesta diplomatica inviata a Berlino dal ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, di avviare una “soluzione legale e materiale permanente, completa e definitiva delle conseguenze dell’aggressione e dell’occupazione tedesca dal 1939 al 1945“.

Secondo il governo tedesco, la questione delle riparazioni e dei risarcimenti per le perdite di guerra rimane chiusa e il governo tedesco non intende avviare negoziati in merito“, ha dichiarato il ministero degli Esteri polacco in una nota. Ma, “il governo della Repubblica di Polonia continuerà i suoi sforzi per ottenere il risarcimento dei debiti derivanti dall’aggressione e dall’occupazione tedesca negli anni 1939-1945“. Varsavia ha affermato di aver chiesto sostegno alle Nazioni Unite nei suoi sforzi per ricevere i risarcimenti di guerra.

I tedeschi hanno invaso la Polonia e ci hanno causato gravi danni”, aveva detto Kaczyński il 1° settembre 2022 – 83° anniversario dell’invasione della Polonia da parte della Germania nazista. “So che stiamo intraprendendo un percorso che richiederà molto tempo e non sarà facile. Non promettiamo successi rapidi”. Kaczyński considera la Germania (insieme alla Russia3) come il nemico storico della Polonia, nonostante entrambi i paesi siano nella NATO e nell’UE, e la Germania sia di gran lunga il principale partner commerciale della Polonia. Sospetta che Berlino stia usando l’UE come copertura per “costruire il Quarto Reich4.

Sei milioni di polacchi, un quinto della popolazione, tra cui 3 milioni di ebrei polacchi (quasi tutta la popolazione ebraica polacca), furono uccisi durante la guerra e Varsavia fu rasa al suolo dopo una rivolta del 1944 in cui morirono circa 200.000 civili.

Nel 1953, gli allora governanti comunisti polacchi rinunciarono a tutte le richieste di risarcimento di guerra sotto la pressione dell’Unione Sovietica, che voleva liberare la Germania dell’Est, anch’essa un satellite sovietico, da ogni responsabilità. Il governo tedesco sostiene che la Polonia ha rinunciato al suo diritto alle riparazioni di guerra nel 1953, come parte di un accordo in cui il suo alleato del blocco orientale, la Germania dell’Est, ha ceduto i territori oltre il confine dell’Oder-Neisse alla Polonia e alla Russia5. L’attuale governo polacco sostiene che la rinuncia sia stata concordata sotto la pressione dell’Unione Sovietica6. Ma, la Germania afferma che eventuali problemi di riparazioni in sospeso sono stati risolti con l’accordo “due più quattro” tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica che ha suggellato la riunificazione tedesca nel 1990 – un accordo che allora il governo polacco ha accolto senza riserve7.

Il PiS afferma che l’accordo non è valido perché la Polonia non è stata in grado di negoziare un equo compenso. Ha rilanciato le richieste di risarcimento da quando ha preso il potere nel 2015 e ha fatto della promozione del vittimismo della Polonia in tempo di guerra un punto centrale del suo appello al nazionalismo. L’ex primo ministro polacco Donald Tusk, attuale leader di Piattaforma Civica e della coalizione delle forze moderate di opposizione al governo del PiS, afferma che il riemergere della questione delle riparazioni fa parte di una “campagna anti-tedesca” progettata principalmente per rafforzare il sostegno al PiS in vista delle elezioni politiche polacche del prossimo autunno. Il PiS spera di ottenere un terzo mandato. Sebbene il partito sia ancora in testa nei sondaggi di opinione, ha perso terreno rispetto all’opposizione, mentre il paese affronta l’elevata inflazione, il rallentamento della crescita economica, l’aumento dei prezzi dell’energia e i costi dell’accoglienza di oltre un milione di rifugiati ucraini (e altrettanti ucraini che vivevano lì prima della guerra).

La posizione combattiva nei confronti della Germania, utilizzata dal PiS per mobilitare il propri elettori, ha reso tesi i rapporti con Berlino, mettendo alla prova le relazioni diplomatiche tra Polonia e Germania proprio mentre i due membri della UE e della NATO stanno tentando di mostrare un fronte unito sulla guerra della Russia in Ucraina. Da anni, il governo polacco è anche coinvolto in uno scontro con Parlamento europeo e Commissione sulla questione del rispetto dello Stato di diritto (si veda il nostro articolo qui8) e Olaf Scholz, in un discorso programmatico a Praga a fine agosto, aveva avanzato una posizione più conflittuale in relazione all’attacco all’indipendenza della magistratura polacca, sostenendo che i fondi dell’UE dovessero essere legati al mantenimento degli standard dello Stato di diritto. Il governo polacco, da parte sua, aveva accusato Scholz di fare marcia indietro sulle promesse di aiuti militari all’Ucraina dall’inizio dell’invasione di Mosca a febbraio9.

Alessandro Scassellati

 

  1. Il rapporto era stato commissionato cinque anni fa, ma la sua pubblicazione è stata ripetutamente ritardata.[]
  2. Secondo il ministero degli Esteri, la Germania ha pagato circa 74 miliardi di euro in risarcimenti dalla fine della guerra, principalmente a Israele e agli stati dell’Europa occidentale o a individui che vivono in quei paesi. La Germania ha pagato risarcimenti alle singole vittime dell’Olocausto e alle persone costrette a lavorare come schiavi, ma non ad altri paesi. La Grecia ha un credito in sospeso stimato in 289 miliardi di euro, ma il parlamento tedesco ha ritenuto che non avesse valore legale.[]
  3. Storicamente la Polonia nutre un’estrema ostilità nei confronti della Russia (sinonimo di conquista, spartizione, genocidio, colonialismo e comunismo) È bene ricordare che nel 1940, come conseguenza del “patto Molotov-Ribbentrop” di non aggressione del 1939, dopo l’accordo raggiunto a Monaco nel 1938 tra la Germania nazista, Regno Unito, Francia e Italia che consentiva alla Germania di annettere i Sudeti in quella che allora era la Cecoslovacchia occidentale, si arrivò alla divisione dell’Europa centrale e orientale nelle sfere di influenza naziste e sovietiche, con la spartizione della Polonia. Il patto restò in vigore fino al giugno del 1941, quando la Germania invase l’URSS. L’attuale leadership governativa polacca sostiene che i sovietici hanno cooperato con la Germania nazista nell’avviare la Seconda guerra mondiale, mentre sovietici e russi hanno sempre sostenuto che l’Unione Sovietica è stata costretta a firmare il patto Molotov-Ribbentrop dopo che le potenze occidentali hanno rifiutato la creazione di un’alleanza militare contro la Germania nazista. Il Parlamento europeo ha scelto di seguire i polacchi e ha adottato una risoluzione nel settembre 2019, mentre il mondo celebrava l’80° anniversario del Patto Molotov-Ribbentrop, che affermava che il patto “ha aperto la strada allo scoppio della seconda guerra mondiale“, quasi accusando l’Unione Sovietica di essere responsabile, insieme alla Germania nazista, dello scoppio della Seconda guerra mondiale, dimenticando apparentemente che i nazisti invasero la Polonia il 1° settembre 1939 e attaccarono l’Unione Sovietica il 22 giugno 1941. Per molti anni, la Polonia e gli Stati baltici sono stati liquidati come troppo aggressivi nei confronti della Russia. L’approccio cauto della Germania, basandosi sull’idea che stretti legami commerciali avrebbero creato interessi comuni con Mosca, ha prevalso e è stato condiviso da altre grandi potenze dell’Europa occidentale, inclusa la Francia. È stato così anche dopo l’annessione russa della penisola ucraina di Crimea e la prima fase della guerra nella regione del Donbass nel 2014-2015. Ma l'”operazione militare speciale” avviata da Putin il 24 febbraio 2022 contro l’Ucraina per “denazificare” e smilitarizzare il paese, che secondo lui rappresentava una minaccia per la Russia a causa del sostegno militare ricevuto dalla NATO, ha ribaltato tutto ciò. Ha rinsaldato il ruolo della NATO (un’alleanza data come “cerebralmente morta” da Macron solo un paio di anni prima), rilegittimato la leadership americana, innalzato il livello delle ambizioni europee e riavvicinato le due sponde dell’Atlantico. E la Polonia, insieme agli Stati baltici, è in prima linea in questo sforzo, spingendo per sanzioni sempre più severe contro Mosca. Si sente incoraggiata e guida la politica dell’UE contro la Russia. Gli attuali governanti della Polonia e dei paesi baltici ritengono che quando la guerra sarà finita ci dovrà essere una resa dei conti che dovrà vedere un allontanamento dell’Unione Europea dal centro di gravità franco-tedesco.[]
  4. Kaczyński teme il nuovo “cosiddetto progetto europeo” con un’integrazione ulteriormente rafforzata – che prevede anche il superamento dell’unanimità con il voto a maggioranza nel Consiglio europeo – per cui Berlino si batte. Secondo Kaczyński, se ciò accadrà, la Germania avrà ancora più voce in capitolo rispetto a prima e vede il rischio concreto che la Polonia “finirà per mettersi sotto gli stivali tedeschi; È difficile vivere sotto uno stivale”.[]
  5. Mentre la Polonia ottenne questi territori dalla Germania dopo la guerra, perse circa un terzo delle terre della Polonia prebellica a favore dell’Unione Sovietica. D’altra parte, nel caso della Repubblica Federale Tedesca, oltre alla mancata denazificazione, la necessità di una Germania Ovest economicamente forte di fronte all’URSS e ai suoi alleati dell’Europa centro-orientale, ha portato ad evitare lo smantellamento delle grandi imprese industriali e finanziarie tedesche e alla quasi totale cancellazione degli ingenti debiti post Seconda Guerra Mondiale nel 1953. La Germania Ovest, inoltre, beneficiò del Piano Marshall e nel 1955 entrò a far parte della NATO.[]
  6. Gli attuali governanti polacchi considerano l’Unione Sovietica un sistema politico colpevole di aver schiavizzato e ucciso il proprio popolo e altri popoli, compresi i polacchi. Dal 2015 hanno demolito decine di monumenti eretti dopo il 1945 in onore dei soldati dell’Armata Rossa che avevano liberato la Polonia dalla dittatura nazista. Secondo loro, nel 1945 i sovietici non portarono la liberazione, ma un’altra prigionia. Da quando ha abbandonato il regime comunista nel 1989, la Polonia ha preso provvedimenti per rimuovere dallo spazio pubblico i simboli del passato dominio di Mosca, portando via monumenti e targhe. Alcuni sono stati spostati in un deposito speciale.[]
  7. Quando si parla di pagamenti finanziari per atrocità storiche, la Germania è stata attenta ad evitare il termine “riparazioni” per paura di creare precedenti, usando invece eufemismi come “guarire le ferite” come durante i negoziati con la Namibia relativi al genocidio delle popolazioni Herero e Nama nel primo ventennio del XX secolo.[]
  8. Lo scontro riguarda i 37 miliardi di euro assegnati alla Polonia come parte de fondi del Next Generation UE (con 23,6 miliardi di sovvenzioni e 12,9 di prestiti) che Bruxelles non eroga a seguito delle condanne da parte della Corte di Giustizia Europea in relazione alle “riforme” del potere giudiziario attuate dal governo polacco. In questi giorni, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha aperto un altro fronte di scontro con l’UE, annunciando l’intenzione di introdurre la pena di morte, mettendo così in discussione un diritto penale e nucleo ideologico dell’unificazione europea. Il divieto della pena di morte, che si applica in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, è stato un prerequisito importante per l’adesione della Polonia (e di altri Stati dell’Europa orientale) all’UE. Da anni i governanti polacchi parlano e agiscono in modi che dimostrano che vedono l’UE poco più di una fonte di denaro, non un progetto politico. Il fatto che lo stesso Morawiecki abbia sottolineato che la Chiesa cattolica è contraria alla pena di morte sembra dimostrare che le truppe di Kaczynski agiranno contro chiunque si opporrà al loro dominio ideologico-politico. La Polonia sta anche aumentando la sua spesa per la difesa dal 2,2% del suo PIL a un record del 3% del PIL nel 2023, uno dei tassi più alti all’interno della NATO. Il denaro andrà a modernizzare ed espandere le sue forze militari e potrebbe rendere l’esercito polacco uno dei più grandi ed armati del continente. Varsavia sta acquistando carri armati e obici semoventi dalla Corea del Sud in un accordo del valore di 5,76 miliardi di dollari e ha acquistato dagli USA 250 carri armati Abrams per 6 miliardi di dollari e 208 missili Patriot (al costo di 3,4 milioni l’uno) e acquisterà 32 caccia F-35 nei prossimi anni con una spesa di oltre 6,5 miliardi di dollari. La Polonia è oggi l’alleato più stretto degli Stati Uniti, che stanno facendo del paese il fulcro del loro dispiegamento militare nell’Europa orientale. Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha anche dichiarato di avere richiesto di ospitare armi nucleari statunitensi, una richiesta che è ampiamente vista come simbolica, poiché spostare le testate nucleari più vicino alla Russia le renderebbe più vulnerabili e meno utili militarmente. Spostare armi nucleari statunitensi in Polonia potrebbe costituire una violazione del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) e dell’Atto istitutivo Nato-Russia del 1997, dopo la fine della Guerra Fredda in cui la NATO dichiarò di non avere alcun piano per schierare armi nucleari in Polonia. La Federazione degli scienziati americani (FAS) stima che gli Stati Uniti abbiano 100 armi nucleari rimaste in Europa all’indomani della Guerra Fredda, sparse tra Paesi Bassi, Belgio, Germania, Italia e Turchia. Sono tutte bombe B61 che erano state considerate militarmente obsolete senza alcuna missione in caso di guerra con la Russia. Gli esperti di controllo degli armamenti hanno chiesto a lungo che fossero rimosse dall’Europa. Tuttavia, sono state modernizzate come B61-12 nel 2022, con pinne che consentono di guidarne la caduta. Le bombe sono state progettate anche per essere trasportate dai nuovi caccia stealth F-35A Lightning II, che potrebbero renderle parte dell’arsenale nucleare attivo degli Stati Uniti. Hans Kristensen, direttore del progetto di informazione nucleare di FAS, ha affermato che i siti di stoccaggio B61-12 in Europa sono in fase di aggiornamento e rafforzamento.[]
  9. Le relazioni della Polonia con la Germania hanno subito un deterioramento a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Varsavia è stata uno dei sostenitori più entusiasti di Kyiv, inviando denaro (3,5 miliardi di euro) e armi in Ucraina, mentre ha guidato la battaglia per tagliare le importazioni di energia russa e impedire ai turisti russi di visitare il continente. La cautela di Berlino nel muoversi rapidamente nella stessa direzione ha suscitato la rabbia polacca.[]
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