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Di fronte al collasso climatico lo stolto guarda alla vernice (lavabile)

di Giancarlo
Scotoni

L’eclatanza del gesto ha fatto sì che la televisione ci abbia mostrato i volti di due dei protagonisti dell’imbrattamento della facciata del Senato. Un imbrattamento con vernice lavabile. Mentre, purtroppo, c’è chi le istituzioni le imbratta dall’interno con comportamenti e decisioni che sono, questi sì, indelebili.

Due giovani che potrebbero anagraficamente essere nipoti a molti di noi si sono mostrati ancora scossi per l’arresto, con i vestiti intrisi di vernice. Hanno risposto ambedue alle domande; ma il fiuto del giornalista si è soffermato in particolare su quello che meno si prestava al ruolo, quello che distoglieva lo sguardo. Probabilmente stava misurando l’abisso tra le sue scelte, le sue certezze, le sue urgenze e quella società che per essere stata tanto indifferente e sorda da ignorare il bene comune ora gli stava palesando i meccanismi dell’interpretazione, della sanzione e dell’ostilità.

Dobbiamo riconoscere che il percorso che gli autori della dimostrazione hanno compiuto non è stato né insensato né improvvisato ma frutto di scelte consapevoli e meditate. Prima e a sostegno, il maturare collettivo di una coscienza e di una intelligenza che hanno riempito le piazze negli anni scorsi.

Ma non c’è causa umana e giusta che non abbia bisogno di persone che la sostengano, che se ne facciano carico superando le proprie debolezze, affinando comprensione e relazione sociale, costituendo accanto alle sue ragioni le sue forme di lotta. E, infine, riflettendo sui limiti delle proprie azioni, sulla necessità di confronto e superamento.

Vogliamo augurarci che fossero queste le considerazioni che facevano distogliere lo sguardo di quel militante dalla telecamera; ma che si trattasse proprio di questo sta anche a noi determinarlo innanzitutto aprendo un confronto paritario e deciso verso quel movimento.

Questo movimento oltre che innegabile, è abbastanza maturo da star producendo una sua leadership basata sull’impegno personale e sul conflitto reale dopo che il movimento 5stelle ci aveva abituati a una dirigenza che con poche eccezioni si è basata sulla rappresentazione del rancore e dell’abbraccio all’esistente. Il fatto di essere nuovo e apparentemente minoritario come movimento non toglie nulla alla sua sostanza di essere movimento di massa.

L’imbrattamento della facciata del Senato ha consentito per un momento a ciascuno che non fosse lì con un secchio in mano di tirare la testa fuori dall’acqua delle opinioni e respirare. A ciascuno ma non a tutte e tutti, purtroppo, perché inevitabilmente ha costituito anche una discriminante: troppe e troppi difensori della pulizia delle facciate in un mondo che annega nei residui del profitto e troppi per i quali o la vittoria la si ha in tasca o è moralmente giusto condannare chi lotta.

Occorre schierarsi a difesa di quelle ragioni e accompagnare la lotta. Occorre chiedere che in Tribunale vengano applicati tutti gli articoli che riflettono l’antico principio del patto sociale secondo cui non è punibile la violazione delle leggi in stato di necessità e quelli in cui si contempla il valore delle motivazioni. Inoltre occorre contribuire pubblicamente alla raccolta del denaro per coprire le spese processuali, in attesa che sia la società a costituirsi parte civile contro una classe dirigente che consente con alacre colpevolezza al disastro ambientale.

 

Giancarlo Scotoni

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1 Commento. Nuovo commento

  • Giuseppe Alagna
    04/01/2023 19:59

    Ritengo la lotta per la difesa del clima condotta dal movimento ultima generazione giusta e da sostenere in tutti i modi e l’accanimento dei media e politici d’accatto lo trovo inaccettabile

    Rispondi

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