Il 6 luglio 2021, nella sessione plenaria del Parlamento Europeo, si è svolto un dibattito sul programma della Presidenza slovena del Consiglio UE, in carica nel secondo semestre 2021.1
Nel lungo e, a suo modo, interessante intervento introduttivo, il Primo Ministro sloveno, Janez Janša – dopo aver ricordato che trent’anni fa gli sloveni hanno creato il proprio Paese, coronando “il sogno di uno Stato indipendente” – ha illustrato i quattro punti cardine del programma della Presidenza: 1) Resilienza, ripresa e autonomia strategica dell’Unione europea; 2) Conferenza sul Futuro dell’Europa; 3) Un’unione dello stile di vita europeo, di uno Stato di diritto e di criteri uguali per tutti; 4) Un’Unione Europea credibile e sicura in grado di garantire sicurezza e stabilità con i paesi del vicinato.
Ecco alcuni passaggi “interessanti” dell’intervento del Primo Ministro sloveno.
Per il primo punto, oltre all’auspicio della creazione di un’Unione europea della sanità, vale pena mettere in evidenza l’affermazione che la transizione ecologica non può essere fatta a spese delle imprese europee; un chiaro avvertimento, con un riferimento esplicito al pacchetto legislativo in materia di clima ed energia – Fit for 55 package – che la Commissione Europea che si appresta a varare. Analoghi minacciosi paletti sono posti all’Europa sociale: noi europei abbiamo l’economia sociale di mercato, ed è già molto rispetto agli altri Paesi; teniamolo a mente quando parliamo di normativa europea sul salario minimo o di trasferimento transfrontaliero dei diritti di sicurezza sociale.
Sullo stato di diritto: “ciò che è giusto e ciò che è sbagliato deve sempre essere deciso da un tribunale indipendente e non da un organo politico.” Evidente il riferimento alla Commissione Europea. Per quanto attiene a libertà e pluralismo dei media, Janša ha detto che bisogna avere riguardo alla Risoluzione n.1096 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa2 e alla Risoluzione del Parlamento su coscienza europea e totalitarismo.3 A questo proposito, ha annunciato, per il 23 agosto 2021, la “Giornata europea della memoria per le vittime di tutti i regimi totalitari”.
Il Primo Ministro sloveno manifesta fiducia nella Conferenza sul Futuro dell’Europa, ma, a suo avviso, essa dovrebbe occuparsi anche della crisi demografica e della questione della democrazia europea.
Per quanto attiene all’ultimo punto del programma, si è soffermato a lungo sulla questione dell’allargamento, di cui ha perorato la causa, ma non solo per i Balcani Occidentali4: “A nostro avviso, l’allargamento dell’UE è una risposta logica alle sfide strategiche che sono di fronte a noi e che persistono sia nei Balcani Occidentali che nel Vicinato Orientale5”. La prospettiva dell’adesione è la spinta necessaria per le riforme che chiediamo a questi Paesi. Dobbiamo “riaffermare, rilanciare e rivitalizzare la prospettiva che è stata data al Vertice di Salonicco nel 2003”.6 Anche su questo tema ha annunciato un evento: un Vertice UE-Balcani Occidentali, da tenersi in concomitanza con il Consiglio Europeo di ottobre 2021, in Slovenia.7
Il primo Ministro ha aggiunto che l’importanza della questione dei Balcani Occidentali deriva anche (a causa della cosiddetta “rotta balcanica”) dalla sua stretta connessione con quella della migrazione, su cui si è pronunciato chiaramente a favore del ricollocamento.
Sulla sicurezza: fedeltà all’Alleanza Atlantica, rafforzamento del ruolo dell’Europa nello scenario globale; impegno militare dell’UE nel Sahel; “rafforzare in modo completo e rapido le relazioni con l’India, il Paese più democratico del pianeta”; rammarico per l’Afghanistan che lasciamo “alla mercé dei Talebani”. Insomma, dice il Primo Ministro sloveno, l’UE ha bisogno di un hard power da aggiungere al suo tradizionale soft power.
Dopo Janez Janša, è intervenuta la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha parlato soprattutto di pandemia, campagna vaccinale, NextGenerationEU, PNRR (finora, ne sono stati valutati 14). Nei confronti del Presidente sloveno ha mostrato molto fair play. “conto sul governo sloveno per continuare l’importante lavoro sui dossiers sullo stato di diritto.” Sui Balcani Occidentali, si è detta d’accordo per dinamizzare il processo di adesione, ma ha parlato solo di Albania e Macedonia del Nord.
Sono poi intervenuti i rappresentanti dei Gruppi politici che non hanno, invece, usato i guanti bianchi nei confronti del Primo Ministro sloveno. Fatta eccezione, ovviamente, delle destre e del PPE. Infatti, Manfred Weber, Presidente del Gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) ha, in generale, manifestato grande consenso con l’intervento di Janša. Sullo stato di diritto ha, però, detto: “Vorrei essere molto chiaro, qualsiasi problema relativo allo Stato di diritto non è un affare interno di uno Stato membro, non è solo un problema per lo Stato membro interessato, ma un problema per tutti gli europei.” E, a questo proposito, ha rivolto a Janša la “richiesta urgente” di nominare il rappresentante sloveno nella Procura Europea (EPPO), affinché questa possa iniziare al più presto il proprio lavoro.
Anche la Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici, Iratxe García Pérez, ha insistito su stato di diritto ed EPPO, e con una non troppo velata minaccia: “Non ci limiteremo a vigilare sullo stato di diritto, sull’indipendenza della magistratura e sulla libertà di stampa. Abbiamo anche l’obbligo di garantire il corretto utilizzo dei fondi europei e, pertanto, dovreste partire da qui oggi con l’impegno di nominare subito un delegato presso la Procura europea”.
Malik Azmani, Vicepresidente del Gruppo Renew Europe, non crede alle promesse del Primo Ministro sloveno: “Ma temo, signor Janša, che il suo curriculum in patria significhi che non possiamo dare per scontate le sue parole. Perché non inizia a riflettere sul futuro dell’Europa rispettando lo stato di diritto, sostenendo lei stesso i nostri valori?” “Sfortunatamente, lei sembra voler far parte di un club molto sinistro che non apprezza i media liberi, che non sopporta affatto l’indipendenza della magistratura o il rispetto dei diritti LGBTIQ. Un soffio di corruzione, nepotismo e frode non sembra mai essere lontano da questo club, a cui lei vuole disperatamente associarsi.” “Anche quando ha presentato le sue priorità alla Commissione la scorsa settimana, non ha potuto resistere alla politica meschina, sparlando di giudici ed eurodeputati, i nostri colleghi di questa Assemblea, signor Janša.8 Vorrei che più Commissari si fossero uniti a Frans Timmermans e l’avessero lasciata lì ad autocommiserarsi.”9 “Quindi, per favore, smettetela di molestare giornalisti e giudici. La smetta di nominare i suoi amici politici nelle forze di polizia. E inizi a nominare un procuratore all’EPPO.” “La Commissione non avrebbe mai dovuto approvare il denaro dell’UE di Next Generation, prima che un procuratore sloveno indipendente avesse raggiunto all’EPPO. Chiederemo al Consiglio di correggere l’errore della Commissione e di non approvare i vostri fondi prima che ciò sia fatto.”
La Copresidente del Gruppo Verdi/ALE, Ska Keller, dubita che la Presidenza slovena abbia la necessaria ambizione di affrontare le sfide, in primo luogo ecologiche, che l’UE ha di fronte: “Nelle priorità della sua Presidenza, tuttavia, e proprio questo l’ha ricordato poco fa nel suo intervento, non solo manca tale ambizione, ma si dà addirittura credito a soluzioni false. Per quanto riguarda lo stato di diritto, Primo Ministro Janša, sembra che lei abbia seguito un corso sulla democrazia illiberale, e questo è pericoloso per i valori europei che la sua Presidenza afferma di sostenere. Campagne diffamatorie e intimidazioni dei media liberi e della società civile, e la ricerca di capri espiatori non sono gli atti che ci aspettiamo da un governo europeo.” Facendo, anche lei riferimento ai fondi europei, ha aggiunto: ”Mi chiedo, quindi, come i colleghi, perché la Slovenia sia l’unico Paese dell’intera Unione europea a non aver ancora nominato i propri procuratori presso la Procura Europea.” “Interferire con le nomine giudiziarie che dovrebbero far luce sull’uso fraudolento di denaro pubblico nella nostra Unione, è piuttosto strano per me, poiché lo stato di diritto è una delle priorità che lei stesso ha fissato.”
Il consenso al Primo Ministro sloveno, da parte del leghista Mauro Zanni, Presidente del Gruppo Identità e Democrazia, non ha destato sorprese, se non avesse esordito insultando il Parlamento Europeo: “questo è l’unico Parlamento nell’Europa democratica che nega la rappresentanza istituzionale alle minoranze; è l’unico Parlamento nell’Europa democratica che fa un cordone sanitario verso alcuni partiti solo perché hanno idee diverse. Quindi, sicuramente non dia corda a questi attacchi strumentali perché qui nessuno può dare lezioni di democrazia.”
Anche Raffaele Fitto, Copresidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), si è complimentato con Janša, in particolare con il suo “eurorealismo”. Ritiene strumentale la polemica sulla Procura Europea e sullo stato di diritto è chiaramente schierato: “Il meccanismo di monitoraggio dello Stato di diritto deve operare in modo obiettivo e trasparente nel rispetto dell’uguaglianza degli Stati membri, non seguendo l’approccio che spesso è molto politicizzato e che utilizza meccanismi concordati a livello dell’Unione Europea solo per punire opinioni diverse rispetto a quelle che vengono portate avanti da alcune parti politiche.”
Martin Schirdewan, Copresidente del Gruppo della Sinistra-GUE/NGL,10 ha esordito riferendosi alle dichiarazioni offensive pronunciate da Janša nell’incontro con la Commissione Europea e, rilevando che mentre, a causa di queste, “uno dei Vicepresidenti si rifiuta di fare con lei la foto di gruppo, un altro Vicepresidente, il giorno dopo, verrà con lei a fare una piacevole escursione”11. E, rivolgendosi alla Presidente della Commissione: “Signora von der Leyen, a volte mi chiedo: cosa sta succedendo a palazzo Berlaymont?” Sulla libertà dei media: “Penso che il pubblico sloveno abbia il diritto di essere informato da una fonte giornalistica indipendente. E il suo rifiuto di sostenere finanziariamente l’agenzia pubblica di stampa indipendente è uno scandalo politico.”12 Schirdewan non si limita a ribadire le critiche sullo stato di diritto, l’indipendenza della magistratura, sul sabotaggio di EPPO, e sull’accoglienza ai migranti (“I rifugiati non debbono essere accolti con recinzioni di filo spinato e calci, ma con comprensione.”), ma eleva il tono del dibattito portando la critica sul terreno della cultura politica: “Penso che la democrazia viva di una controversia culturale. Il disprezzo per l’opposizione democratica porta alla brutalizzazione del dibattito politico e della cultura. Gli Stati Uniti sotto Donald Trump non erano un modello di cultura democratica, al contrario: sono un avvertimento per noi. E gli Stati membri dell’Ue, ma soprattutto una Presidenza in carica, non dovrebbero seguire questa strada.” Politicamente sferzante, senza essere irriguardosa, è la sua conclusione: ”In breve, signor Primo Ministro, sono lieto che la Slovenia sia un membro dell’UE e che lei ora detenga la Presidenza del Consiglio e che grandi sfide siano davanti a lei. Dubito, tuttavia, che essa avrebbe potuto diventare membro nelle condizioni politiche interne odierne.”
L’ultimo intervento è stato quello dell’ungherese Lívia Járóka, Vicepresidente del Parlamento Europeo, del Gruppo dei Non Iscritti. Pur esprimendo pieno assenso al discorso di Janša, si è soffermata a lungo sui diritti delle “minoranze nazionali ed etniche” “in particolare delle comunità rom europee”, di cui ella è una rappresentante.
Nella sua replica il Primo Ministro Sloveno, esordisce attaccando il sostegno dato dall’UE alla Jugoslavia, adduce motivi procedurali interni per la mancata nomina del Procuratore, e non aggiunge altro che sia degno di nota.
- Sul programma della Presidenza slovena, vedi “Slovenia, una Presidenza che inquieta ma che dovrebbe interrogare”, Europa News, Transform!Italia.[↩]
- Si tratta della Risoluzione del 3 giugno 1996 su “Misure per smantellare l’eredità degli ex sistemi totalitari comunisti” https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/X2H-Xref-ViewHTML.asp?FileID=7506&lang=EN[↩]
- Al di là dell’approssimazione (forse non casuale) del riferimento, è evidente che Janša si riferisce alla “famosa” Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa.
Sull’infamante Risoluzione vedi:
https://transform-italia.it/appello-per-il-rispetto/
https://transform-italia.it/la-storia-e-la-memoria/
https://transform-italia.it/intervento-introduttivo-allassemblea-dell11-10-2019/
https://transform-italia.it/memoria-e-storia/
https://transform-italia.it/limportanza-della-memoria/; https://transform-italia.it/lassurda-risoluzione/
https://transform-italia.it/linsostenibile-revisionismo-della-ue/
https://transform-italia.it/chi-recide-le-proprie-radici-non-ha-futuro/
https://transform-italia.it/piu-che-di-memoria-si-tratta-di-propaganda/[↩] - I Balcani Occidentali sono: l’Albania più i Paesi che facevano parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Di questi, Slovenia e Croazia sono oggi membri dell’UE; Albania, Serbia, Macedonia del Nord e Montenegro hanno lo status di candidati ufficiali all’adesione all’UE; Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono candidati potenziali.[↩]
- I Paesi del Partenariato Orientale della Politica Europea di Vicinato (Vicinato Orientale) sono: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova, Ucraina[↩]
- Consiglio Europeo di Salonicco, 19-20 giugno 2003.[↩]
- La ferma insistenza sull’allargamento ai Balcani Occidentali è sembrata essere rivolta ai Paesi membri che ancora si oppongono all’adesione di Albania e Macedonia del Nord: Francia e Bulgaria[↩]
- Si riferisce al fatto che in occasione del rituale primo incontro con la Commissione Europea, Janša ha esibito una foto che mostra due giudici sloveni che partecipano a un picnic insieme a due parlamentari europei del Partito Socialista Europeo, lamentandosi anche dell’eccessiva presenza di giudici di sinistra, a suo dire, nella magistratura slovena. Su questo incontro, e, più in generale, sulle preoccupazioni che desta la Presidenza Slovena si può vedere: “Slovenia, il tema dello Stato di diritto rischia di infiammare il semestre di presidenza dell’Ue”, Euractiv-Italia, 2 luglio 2021, nonché “Rule of law disputes cast shadow over opening of Slovenia’s EU Council presidency”, Politico, July 1, 2021.
In un incontro con i giornalisti europei, in Slovenia a Brdo presso Kranji, il 2 luglio 2021, Janša aveva già sferrato un altro attacco a eurodeputati, in particolare a quelli del Gruppo di monitoraggio su Democrazia, Stato di diritto e Diritti Fondamentali – con cui, il 26 marzo 2021, aveva avuto uno scontro e abbandonato la riunione – accusandoli di aver mentito.[↩]
- Qui si riferisce al rifiuto del Vicepresidente Frans Timmermans (socialista) di partecipare alla foto di gruppo con Janša, indignato per l’episodio della foto da questi esibita.[↩]
- Il Gruppo della Sinistra aveva già manifestato le sue preoccupazioni sulla Presidenza slovena, in un Comunicato del 1° luglio 2021: tradotto in italiano da Europa a Sinistra. Preoccupazioni poi ribadite nella conferenza stampa dei due Copresidenti, il 6 luglio 2021, immediatamente dopo il dibattito sulla Presidenza slovena[↩]
- Il Vicepresidente della Commissione Europea al quale Martin Schirdewan si riferisce, è il lettone Valdis Dombrowskis, Commissario per l’economia, del PPE, come Janša.[↩]
- A questo proposito, vedi: “Slovenia, libertà di stampa ancora sotto minaccia”, Euro-News, 6 luglio 2021.[↩]