Il Parlamento ha dato il via libera ai tre Regolamenti sulle risorse proprie di cui abbiamo parlato in preparazione della mini-sessione di marzo 2021. Si tratta di un passo avanti nel processo di riforma delle risorse proprie e di conseguenza per la definizione delle premesse per il Recovery Fund1.
Nella discussione che si è svolta il 24 marzo, il primo dei due Relatori, José Manuel Fernandes, del Gruppo del Partito Popolare (PPE), ha esordito dicendo che la rapidità e la responsabilità con cui il Parlamento ha affrontato questo dossier contrasta con la lentezza e l’irresponsabilità del Consiglio. La seconda Relatrice, Valéry Hayer , del Gruppo Renew Europe, ha, anche lei, preso di mira il Consiglio, ricordando che per la prima volta dopo 33 anni il Parlamento è riuscito far avanzare la questione delle risorse proprie, su cui le proposte del Parlamento si sono sempre “fracassate” contro il muro dell’unanimità, il muro dell’egoismo nazionale”.
I Gruppi di maggioranza, insieme ai Verdi e alla Sinistra, manifestano grande soddisfazione per il risultato politico, ben più importante dell’entità dell’incremento delle risorse proprie. In molti sottolineano il rischio che, ai fini del Recovery Fund, questo sforzo del Parlamento sia inficiato dal ritardo con cui stanno procedendo gli Stati membri: soltanto 13 paesi su 27 hanno concluso il processo di ratifica. Il risultato politico ottenuto dal Parlamento genera, invece, malcontento nelle destre; non solo in quella estrema del Gruppo di Identità e Democrazia (nessun deputato della Lega è intervenuto), ma anche nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei- ECR (anche qui nessun italiano è intervenuto).
Il Parlamento ha, quindi, votato la Risoluzione con la quale approva la proposta di Regolamento sulle misure esecutive del nuovo sistema delle risorse proprie. Approvata a larghissima maggioranza; anche i 5 Stelle, Gruppo dei Non Iscritti, hanno votato a favore; i parlamentari della Lega si sono astenuti; così quattro parlamentari della Sinistra (Botenga, Flanagan, Georgiou, Kizilyürek); i parlamentari italiani dell’ECR (Fitto, ecc.) non hanno partecipato al voto.
Anche la Risoluzione sull’imposta sulla plastica è passata a maggioranza ampia, nonostante i fattori divisivi qui fossero due: la valenza (pur lieve) federalista dell’aumento delle risorse proprie e l’imposta sulla plastica. Tra i voti contrari si notano quelli di Botenga e Villumsen (Sinistra-GUE/NGL), dei parlamentari della Lega (ID), degli italiani dell’ECR (Fitto, ecc.) e di Dorfmann (PPE, Südtiroler Volkspartei). Tra gli astenuti: Flanagan, MacManus (Sinistra- GUE/NGL); gli italiani del PPE (compreso Tajani) meno Martusciello che ha votato a favore.
Infine, è stata approvata, la Risoluzione sull’uniformità nella riscossione delle risorse proprie provenienti dall’IVA, pressochè con la stessa maggioranza. Da segnalare: tre parlamentari della Sinistra (Björk, Hazekamp, Villumsen) hanno votato contro e tre si sono astenuti (Flanagan, Georgiou, Kizilyürek); i parlamentari della Lega e gli italiani dell’ECR si sono astenuti.
- Sulla questione delle risorse proprie vedi anche: “Appello del Movimento europeo al Presidente Draghi” del 03/03/2021, “Nuovo QFP, risorse proprie e piano di ripresa” del 15/05/2020, “Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2018 sulla riforma del sistema di risorse proprie” del 13/11/2018.[↩]