articoli

L’Unione Europea in bilico o ad un punto di svolta?

di Roberto
Rosso

Il dibattito organizzato dall’Osservatorio Europa in occasione della pubblicazione dell’ultimo numero della rivista “il Ponte”1 a cui la redazione di Transform-Italia ha contribuito ha messo al centro le trasformazioni che il continente europeo, l’Unione Europea, sta attraversando, il suo ruolo nella competizione geostrategica. Nella analisi portata avanti negli ultimi mesi su questa rivista abbiamo analizzato soprattutto la trasformazione tecnologica guidata dalle tecnologie digitali, dove l’Europa appare in posizione subordinata rispetto ai due principali contendenti, Cina e Stati Uniti. In un precedente articolo abbiamo rilevato come dal 2017 la Cina abbia superato gli Stati Uniti nella produzione di brevetti, l’accordo sui sommergibili nucleari tra USA, GB e Australia, ha evidenziato il livello del confronto strategico nell’Indopacifico, come viene chiamata l’area in cui si colloca il cuore del confronto. Nonostante il primato militare indiscusso da parte degli USA quell’accordo dimostra come nulla ormai sia scontato e come il livello del confronto – o dello scontro- a livello globale ed in quell’area in particolare veda necessariamente intrecciarsi la dimensione economica e quella militare. Certo la gestione dell’ operazione AUKUS è ben lontana dall’aver stabilito nuovi equlibri2, forse proprio questo aspetto contraddittorio della faccenda sia nell’area asiatica che in quella europea dimostra l’impellente necessità per gli USA di arginare le mosse cinesi nell’area. La competizione si svolge su tutti i livelli, la conferenza sul clima COP26, ha sancito con il suo fallimento l’inesistenza di un impegno globale, di una assunzione unitaria di responsabilità. L’incontro a distanza tra Biden e Xi Jiping non ha aggiunto nulla di stanziale alle conclusioni della COP26, versioni diverse sono state date di alcuni punti cruciali, tuttavia è stata riconosciuta l’ineluttabilità di un confronto globale per prevenire, per quanto possibile, la catastrofe climatica ed assieme la necessità di stabilire un confronto tra Stati Uniti e Cina, come condizione essenziale per la gestione di qualsiasi crisi con gli altri attori come comprimari.

L’Europa, L’Unione Europea, che ruolo sta giocando, su tutti i piani della grande trasformazione in corso, del confronto strategico globale?  La nozione di complessità è quella che più si attaglia all’intreccio dei livelli della crisi, gli effetti della pandemia hanno fatto irruzione nel ciclo economico, mentre ogni formazione sociale faceva i conti con i vincoli e le opportunità che le si presentavano per affrontare la crisi climatica. La crisi dei flussi logistici, la rottura degli equilibri delle filiere produttive fondate sul just in time, l’irrompere, come conseguenza delle strozzature dell’offerta e della ripresa improvvisa della domanda, del processo inflazionistico come non si vedeva da decenni. Il progredire del processo inflazionistico può mettere in discussione le politiche monetarie della FED e della BCE . Il presidente della FED di fronte alla crescita dei prezzi3 sta valutando la necessità di intervenire con provvedimenti destinati a ridurre il processo inflazionisitico4 facendo cessare l’acquisto di titoli sul mercato molto prima del previsto, cominciando con una riduzione da 16 miliardi di dollari/mese.

Per ora la BCE non interviene dando la valutazione che la fiammata inflazionistica, temendo evidentemente l’effetto di una gelata sull’economia prodotta da un innalzamento dei tassi e dalla riduzione dell’iniezione di credito nei mercati finanziari; tuttavia l’inflazione morde in Europa. In Germania a novembre è salita al 6%, come non accadeva dal 1992, analogamente in Spagna con un aumento del 5,6%. LA BCE si trova di fronte alla possibilità di raggelare l’economia continentale proprio nel momento in cui agisce il New Generation Eu(NGEU), dopo il quasi crollo dovuto alla pandemia.  L’Unione Europea si trova di fronte ad un passaggio critico su tutti i piani climatico, economico, sociale, finanziario e militare. Sul piano finanziario, mentre resta sotto osservazione il processo inflazionistico, che da statuto dovrebbe obbligare la BCE ad intervenire, incombono le scelte sui vincoli di bilancio tra un ritorno alla buona vecchia austerità ed un cambiamento delle politiche di bilancio; sul confronto in corso vedi l’analisi approfondita nell’articolo di Alfonso Gianni su questo numero della rivista. Ferrero nel dibattito in occasione dell’uscita del numero della rivista ‘Il Ponte’ parla di una politica liberista in Europa senza austerità, che potrebbe proseguire oltre il  NGEU con un rimescolamento dei ruoli tradizionali, vedi l’asse franco-tedesco.

Sul piano della crisi climatica -di cui viviamo il progredire non lineare con il superamento di soglie critiche e non omogeneo sul piano globale, con manifestazioni accentuate in ambiti regionali, vedi il mediterraneo- il processo di produzione energetica è un nodo ineludibile, nonostante un aumento della produttività energetica dei processi produttivi e riproduttivi. Su questo l’UE è spaccata – con la Francia, che guida uno schieramento con altri 9 paesi per l’ampliamento dell’uso del nucleare e chiede l’inserimento della fonte nucleare nella tassonomia europea della fonti compatibili- mentre la Germania, con altri  sei paesi, ha dichiarato la sua opposizione durante la COP265 è  il progetto nucleare per il futuro si fonda sulla proposta di mini centrali. L’Italia sta alla finestra con il ministro Cingolani che sussurra il suo appoggio al nucleare. La presidente della Commissione Von der Leyen, sostiene a necessità di stabilizzare la produzione energetica europea sull’uso del gas naturale e del nucleare6. È del tutto evidente la valenza strategica delle scelte in campo energetico, vedi i rapporti con la Russia, con l’apertura del gasdotto Nord Stream 2 ed i ricatti della Bielorussia.

Questa citazione ci introduce all’aspetto delle politiche di militari e di sicurezza interna ed esterna dell’Unione, su cui si allargate le prese di posizione a favore di una vera e propria difesa europea. Un primo passo è la definizione della cosiddetta Strategic Compass (la bussola strategica) per il marzo 20227. Oltre alla formalizzazione di un primo corpo militare di intervento di 5000 unità, la strategia prevede – come è ovvio- lo sviluppo di un vero e proprio apparato militare-industriale che richiede un piano di investimenti integrato ben oltre il livello di collaborazione oggi esistente e la definizione di una proiezione strategica a livello globale. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione  del 15 settembre 2021 la presidentessa della Commissione ha chiaramente espresso la volontà di giungere alla creazione di una vera e propria difesa europea8. L’affare AUSUKUS ha contraddetto la volontà di agire nell’Indopacifico, uno  degli obiettvi strategici indicato nel discorso, ma molte saranno le scelte strategiche da prendere in una situazione metastabile degli assetti globali.

Sul piano dello sviluppo tecnologico la creazione ed il potenziamento di una apparato militare-industriale dell’UE,  può essere un elemento decisivo, in particolare nel campo delle tecnologie digitali -che costituiscono un fattore abilitante per lo sviluppo tecnologico complessivo- su cui l’Europa possiede una attività di ricerca e di realizzazione di dispositivi tecnologici  che non hanno portato ad un pieno sviluppo di filiere produttive ed ancor meno di servizi, vedi i  social networks e  l’Intelligenza Artificiale. L’attività della sotto-commissione del parlamento europeo per la sicurezza e la difesa(SEDE)  è una fonte di informazione importante9 oltre alle dichiarazione dei  governi dei diversi paesi. Il contesto istituzionale in cui si sviluppa l’azione politica e lo sviluppo di una strategia a livello europeo è la Common security and defence policy (CSDP)10.

Le strategie europee si stanno configurando anche nella Politica Agricola Comune, il cui ruolo è cruciale per gli equilibri climatici ed ambientali oltre che economici e sociali. Significativo è anche il mandato al parlamento europeo a trattare con i paesi membri sul salario minimo, di cui tratta l’articolo di Roberto Musacchio, che sottolinea la conferma dell’impianto di Maastricht.

Il convergere delle faglie di crisi congiunturali e dei processi trasformativi di lungo periodo richiede in modo evidente una capacità unitaria di elaborazione ed azione strategica e di intervento in situazioni critiche, tuttavia sulle alternative che si aprono nel breve e medio periodo sono altamente divisive rispetto agli orientamenti dei vari stati e si aprono prospettive che si biforcano a seconda delle decisioni che la BCE prendere in campo monetario e creditizio. I prossimi mesi, nella prima metà del 2022, nel semestre a guida francese saranno cruciali. Ultimo fattore capace di scatenare una crisi devastante negli assetti istituzionale e nell’unità dell’Unione è il caso polacco11, con la nuova legge che stabilisce la superprocura antiaborto, divorzio e Lgbtq+, completa il quadro di un regime autoritario, con la subordinazione del potere giudiziario a quello politico che rende altamente problematica la permanenza della Polonia nell’Unione, mentre si perseguono i migranti e si costruiscono muri  al confine con la Bielorussia.

Nel dibattito sulla rivista il Ponte, è stata evocata la prospettiva della nascita di un vero e proprio imperialismo europeo, una prospettiva certamente molto ambita da una parte delle classi dirigenti economiche e politiche europee, tuttavia essa per realizzarsi richiede una rottura, un cambiamento radicale negli assetti economici, politici ed istituzionali e dell’Unione e forse anche nella sua composizione in termini di nazioni partecipanti. Di sicuro come abbiamo evidenziato la competizione globale, la competizione strategica di cui Cina e Stati Uniti sono i protagonisti, costringe l’UE ed i singoli paesi a riposizionarsi -la collocazione rispetto alla Nuova Via della Seta ed il gasdotto Nord Stream 2, ne sono un esempio- ad accelerare la riconversione, la ristrutturazione della propria composizione economica e sociale, dotandosi di un apparato istituzionale adeguato allo scopo. La traiettoria di sviluppo della formazione sociale europea va a svolgersi nel contesto una trasformazione profonda della globalizzazione dell’economia mondo, dove è messo sotto tensione il nesso tra integrazione e competizione che l’ha caratterizzata sino ad  oggi, dove la crisi climatica, ecologica ed ambientale, il processo di innovazione tecnologica acuisce la competizione per l’accaparramento delle risorse energetiche, minerali, biologiche e naturali.

Ancora una volta resta inevasa la domanda su quali siano le condizioni per lo sviluppo di un movimento antagonista nei confronti dei progetti che si prospettano per l’Europa. Non mancano le analisi ed i programmi di ordine generale, di cui l’Altra Agenda12 presentata al Forum Europeo di Bruxelles rappresenta una sintesi, ma siamo ben lontani dalla costruzione di una rete connessa di movimenti europei e mondiali, come l’Assemblea Mondiale dei Cittadini per la Garanzia dei Beni Pubblici Mondiali evocata da Riccardo Petrella.

 

Roberto Rosso

 

  1. https://www.facebook.com/transform.italia/videos/659371171747998  []
  2.    https://www.theguardian.com/world/2021/nov/23/as-china-threat-rises-can-aukus-alliance-recover-from-rancorous-birth []
  3. https://www.nytimes.com/2021/11/10/business/economy/consumer-price-inflation-october.html []
  4. https://www.nytimes.com/2021/11/30/business/powell-bond-buying-taper.html []
  5. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/11/cop26-germania-spagna-e-altri-5-paesi-dicono-no-al-nucleare-e-litalia-si-tira-indietro/6389168/ []
  6. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/22/nucleare-la-presidente-della-commissione-ue-von-der-leyen-ne-abbiamo-bisogno-giorgetti-iniziare-a-discuterne/6365184/  []
  7. https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/97895/questions-and-answers-background-strategic-compass_en []
  8. Il primo passo è una valutazione comune delle minacce con cui dobbiamo confrontarci e un approccio comune per affrontarle. La futura “bussola strategica” è una parte cruciale di questa discussione. E dobbiamo decidere come sfruttare tutte le possibilità già previste dal trattato. Per questo, durante la presidenza francese, convocherò con il Presidente Macron un vertice sulla difesa europea.
    È tempo che l’Europa passi alla fase successiva[]
  9. https://www.europarl.europa.eu/committees/it/sede/home/highlights https://emeeting.europarl.europa.eu/emeeting/committee/en/archives/SEDE []
  10. https://www.europarl.europa.eu/factsheets/en/sheet/159/common-security-and-defence-policy []
  11.   https://www.facebook.com/events/1059901394771983?ref=newsfeed  []
  12.   https://agora-humanite.org/international-online-conference-on-the-othe-agenda/ []
BCE, COP26, difesa europea, inflazione, PAC, salario minimo
Articolo precedente
L’asse Italia-Francia: il Trattato del Quirinale
Articolo successivo
Tra caos e farsa: la crisi politica in Svezia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.