Sabato 3 giugno, a soli due giorni dalla scadenza del 5 giugno per evitare un default tecnico, il presidente Joe Biden ha firmato il Fiscal Responsibility Act, l’accordo Biden-McCarthy di 99 pagine, che aumenta il limite del debito federale e limita alcune spese federali per circa due anni (fino al 1° gennaio 2025). La legge è passata alla Camera con 314 voti contro 117, con solo 149 voti favorevoli provenienti dai repubblicani (che hanno una maggioranza di 222-213 seggi) e 165 dai democratici. Al Senato è passata 63-36, ossia hanno votato a favore 44 senatori democratici (che hanno una maggioranza 51-49), insieme a 17 repubblicani e 2 indipendenti. “Il voto di stasera è un buon risultato perché i democratici hanno fatto un ottimo lavoro togliendo dal tavolo le parti peggiori del piano repubblicano“, ha detto dopo il voto il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer. “Ed è per questo che i democratici hanno votato in modo schiacciante per questo disegno di legge, mentre i repubblicani certamente al Senato no“.
La legge è in perfetta continuità con il paradigma neoliberista1 e prevede una modesta riduzione della spesa discrezionale non per le forze armate2, ossia colpisce, seppur lievemente, ogni programma federale che non sia per fini militari o previdenza sociale: ispezioni sulla sicurezza alimentare, istruzione, ricerca scientifica, infrastrutture e così via. Solo alcune spese discrezionali – per le forze armate (+3,3%, $ 886 miliardi3) e per i veterani – aumenteranno. Il New York Times ha stimato che, rispetto alle precedenti previsioni del Congressional Budget Office (CBO), la nuova legge taglierà la spesa federale di $ 55 miliardi nel 2024 e di $ 81 miliardi nel 20254. Secondo il Center on Budget and Policy Priorities, la spesa per i programmi domestici discrezionali (esclusa l’assistenza sanitaria ai veterani) sarà del 10% inferiore ai livelli del 2010 se si tiene conto dell’inflazione e dell’aumento della popolazione statunitense. Moody’s Analytics stima che, grazie alla legge, alla fine ci saranno 120.000 posti di lavoro in meno nel 2024 rispetto a quanti ce ne sarebbero stati senza di essa. Secondo il CBO, i tagli all’applicazione dell’Internal Revenue Service (IRS) porteranno a una diminuzione delle entrate fiscali nella misura in cui aumenteranno effettivamente il deficit netto, realizzando così l’esatto opposto dell’obiettivo presunto della legge5. Infine, la legge non contiene modifiche alle aliquote fiscali per aumentare le entrate e, quindi, difende con successo i tagli alle tasse di Trump del 2017 per ricchi e corporations (per $ 1,5 trilioni) che hanno contribuito e contribuiranno a far aumentare il debito pubblico federale almeno fino al 20256.
In nome di un ennesimo accordo bipartisan7 e della filosofia pragmatica del “getting things done” (riuscire a fare le cose), l’amministrazione Biden e i democratici centristi hanno preferito premiare i repubblicani per aver preso in ostaggio l’economia americana e mondiale attraverso la creazione di una crisi artificiale forzata, in quanto alzare il tetto del debito significa solo pagare cose già approvate dal Congresso, garantendo così che i repubblicani lo faranno di nuovo appena possibile. Come previsto, le frange esterne di entrambi i partiti – la destra repubblicana (71 hanno votato contro) e la sinistra democratica (46 hanno votato contro) alla Camera – non erano per niente entusiaste di questo compromesso, dal momento che non soddisfaceva pienamente l’ideale di nessuna delle due parti (su questo tema si vedano anche i nostri precedenti articoli qui e qui). Ciò ha significato che è spettato ai membri moderati di centro superare il traguardo, cosa che hanno fatto senza troppi drammi. In sostanza, senza il sostegno dei democratici centristi la legge non sarebbe passata. Un apparente smacco per lo speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, la cui posizione di leadership era già traballante8, ma proprio per questo il risultato del voto al Congresso è stato esaltato dagli analisti della stampa mainstream ideologicamente favorevoli alla logica politica centrista bipartisan. Hanno visto l’accordo sul tetto del debito come inerentemente buono perché è stato sostenuto da una coalizione di centro e contrastato dalle ali estreme, il che, secondo il loro modo di pensare, dimostra la sua virtù.
Comunque sia una vittoria modesta per McCarthy, molto lontana dagli obiettivi fissati dalla legge che i repubblicani avevano approvato alla Camera ad aprile (il Limit, Save, Grow Act, frutto in buona parte delle proposte avanzate dal Freedom Caucus), e una vittoria più ampia per Biden, i quale però per mesi aveva sostenuto che non avrebbe mai negoziato, insistendo sul fatto che il Congresso dovesse approvare una legge sul tetto del debito “pulita“, senza vincoli (per cui il solo fatto di essere arrivati a negoziare può essere considerato come una vittoria per i repubblicani), pur essendo da sempre un politico che si proclama un negoziatore9.
Biden ha appena lanciato la sua campagna per la rielezione (con un indice di gradimento molto basso, intorno al 40%) e ora potrà vendere questo accordo come prova della sua buona fede bipartisan tesa a guarire “l’anima della nazione“, del suo essere un consumato dealmaker in grado di costruire consenso per “risolvere i problemi”, e del suo impegno per un governo responsabile contro il caos e il veleno ideologico associato alla polarizzazione politica e ai repubblicani MAGA fedeli a Trump (che alla CNN aveva detto che era favorevole ad un default sul debito). In un discorso televisivo dallo Studio Ovale venerdì sera, Biden ha dichiarato: “L’approvazione di questo accordo sul bilancio è stata fondamentale. La posta in gioco non avrebbe potuto essere più alta. Se non fossimo riusciti a raggiungere un accordo sul budget, c’erano voci estreme che minacciavano di portare l’America, per la prima volta nei nostri 247 anni di storia, al default sul nostro debito nazionale. Niente, niente sarebbe stato più irresponsabile. È stato fondamentale raggiungere un accordo ed è un’ottima notizia per il popolo americano. Nessuno ha ottenuto tutto ciò che voleva. Ma il popolo americano ha ottenuto ciò di cui aveva bisogno”. In una dichiarazione di sabato, la Casa Bianca ha ringraziato i leader democratici e repubblicani al Congresso “per la loro partnership“. Biden ha salutato l’accordo bipartisan come un segno della salute del sistema politico statunitense, dicendo: “Mi è stato detto che i giorni del bipartisanship erano finiti e che democratici e repubblicani non potevano più lavorare insieme“. Ha elogiato Kevin McCarthy: “Siamo stati diretti l’uno con l’altro, completamente onesti l’uno con l’altro e rispettosi l’uno con l’altro. Entrambe le parti hanno agito in buona fede. Entrambe le parti hanno mantenuto la parola data”.
Se giudichiamo dalla reazione di Wall Street alla crisi del tetto del debito (venerdì l’indice Dow è schizzato verso l’alto di 700 punti), la maggior parte degli investitori concorda con Biden sul fatto che, nonostante tutto il rumore e la teatralità che emana da Washington, il sistema politico americano è ancora in grado di svolgere alcuni compiti fondamentali che richiedono un’azione bipartisan, come resistere all’impulso di far finire l’auto fuori strada e sopprimere la gallina dalle uova d’oro: il mercato obbligazionario statunitense (in particolare quello dei buoni del Tesoro10.
Biden ha potuto annunciare anche la “salvaguardia [della] previdenza sociale [Social Security], Medicare e Medicaid e l’adempimento al nostro obbligo nei confronti dei nostri veterani“. La crescita della spesa per questi programmi, insieme a quella per il Pentagono, infatti, non è stata soggetta ad alcun limite nell’accordo approvato e per questo il debito pubblico statunitense (attualmente $ 31,4 trilioni, pari a circa il 133% del PIL, che è pari a $ 26,5 trilioni) è destinato a salire rapidamente nei prossimi anni11. Anche gli investimenti trasformativi in infrastrutture ed energia pulita previsti dall’IRA non sono stati tagliati.
In ogni caso, bisogna tenere presente che quest’anno – entro il 1° ottobre – democratici e repubblicani dovranno negoziare gli effettivi specifici livelli di spesa (per evitare uno shutdown del governo questo autunno) per il budget dell’anno fiscale 2024 (che appunto inizia il 1° ottobre). I tagli decisi adesso saranno stabiliti in dettaglio dalla legislazione che il Congresso passerà entro la fine dell’anno. Se i legislatori non dovessero approvare tali tagli di spesa, si verificherebbero invece tagli di spesa automatici dell’1% su tutta la linea. (L’incentivo per il Congresso ad approvare i conti di spesa è che questi tagli automatici includerebbero le spese militari, che tutte le parti coinvolte vogliono esentare.). Pertanto, l’accordo Biden-McCarty trasformato in legge ha lasciato intatte le principali priorità della Casa Bianca, ma ha delineato anche una road map per ciò che i repubblicani richiederanno nell’immediato futuro.
Se nel 2024 i repubblicani torneranno al potere (conquistando la presidenza e il controllo delle due Camere del Congresso), è probabile che peggioreranno notevolmente le prospettive fiscali tagliando di nuovo le tasse, specialmente le tasse per i ricchi, che è quello che hanno fatto durante le amministrazioni Reagan, George W. Bush e Trump. Quando i repubblicani non sono al potere a Washington, parlano di ridurre il deficit; quando hanno il potere, introducono politiche che lo accrescono (aumentando le spese militari e riducendo le tasse ai ricchi e alle corporations). Questo è un modello di lunga data e non c’è un motivo convincente per presumere che questo cambierà presto. Questa continua minaccia alla stabilità fiscale è una caratteristica chiave del deterioramento delle finanze del governo degli Stati Uniti negli ultimi 40 anni.
La sconfitta della destra repubblicana
La legge approvata è stata ritenuta insufficiente da 31 senatori repubblicani, che hanno fatto eco alle critiche espresse dai 71 repubblicani della Camera che si erano opposti al disegno di legge il giorno prima. “Non va abbastanza lontano. Non fa le cose basilari che pretende di fare“, ha detto a Fox News il senatore Mike Lee, repubblicano dello Utah. “Caso dopo caso, i tagli che propone non si concretizzeranno“. Il leader della minoranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell, ha sostenuto il disegno di legge, anche se ha riconosciuto che i legislatori devono intraprendere ulteriori azioni per affrontare il debito del governo federale di oltre $ 31 trilioni. “Il Fiscal Responsibility Act evita le conseguenze catastrofiche di un default sul debito della nostra nazione“, ha detto McConnell. “L’accordo approvato ieri sera dalla Camera è un passo promettente verso la sanità mentale fiscale. Ma non commettete degli errori: c’è ancora molto lavoro da fare. La lotta per emergere da una spesa pubblica dispendiosa è tutt’altro che finita”.
I repubblicani sono comunque riusciti a spostare la conversazione politica su temi che sono delle loro priorità politiche come i tagli e l’indurimento delle condizioni per i beneficiari dei programmi sociali. Su alcune cose i repubblicani della Camera (in particolare quelli di destra organizzati nel Freedom Caucus) hanno dovuto fare più di un passo indietro, volevano aggiungere obblighi di lavoro al Medicaid per alcuni adulti, e hanno dovuto abbandonare tale richiesta, sebbene abbiano ottenuto un’espansione degli obblighi di lavoro nei programmi degli aiuti alimentari TANF e SNAP fino al 203012.
“Il presidente Biden sta felicemente spingendo gli americani verso l’ennesimo baratro fiscale, con troppi repubblicani paludosi al volante di un ‘accordo’ che fallisce miseramente nell’affrontare la vera ragione della nostra crisi del debito: la SPESA“, ha detto mercoledì il deputato Scott Perry della Pennsylvania, presidente del Freedom Caucus della Camera.
La sconfitta della sinistra del partito democratico
I progressisti del partito democratico (il Progressive Caucus che alla Camera ha 101 membri, tra i quali Pramila Jayapal e Alexandria Ocasio-Cortez) hanno incassato una bruciante sconfitta con l’approvazione dell’accordo Biden-McCarthy a cui molti di loro si erano opposti. Per loro il tetto del debito è un problema fabbricato politicamente che viene ciclicamente e cinicamente utilizzato dai repubblicani per giustificare il taglio dei finanziamenti governativi per i pochissimi programmi sociali esistenti. Mentre aumenta il budget militare, l’accordo Biden-McCarthy rende contemporaneamente più difficile per i poveri negli Stati Uniti ricevere buoni pasto (food stamps) e assistenza sociale. Per questo hanno affermato che i tagli e gli obblighi di lavoro (l’accordo prevede che le persone di età pari o inferiore a 54 anni debbano lavorare almeno 80 ore al mese per ricevere i buoni pasto13 equivalgono ad un tradimento degli elettori. “Non potrei in buona coscienza votare per un disegno di legge che tagli i programmi per i più vulnerabili rifiutandomi di chiedere ai miliardari di pagare un centesimo in più di tasse“, ha scritto Sanders in un editoriale del Guardian. “La riduzione del deficit non può riguardare solo il taglio dei programmi da cui dipendono le famiglie che lavorano, i bambini, i malati, gli anziani e i poveri. Deve esigere che la classe dei miliardari e le società paghino la loro giusta quota di tasse, frenando la spesa militare fuori controllo, risparmiando a Medicare decine di miliardi sui costi dei farmaci da prescrizione e ponendo fine a miliardi di dollari delle aziende che vanno all’industria dei combustibili fossili”.
Per loro si tratta di una prova che la loro influenza sta diminuendo tra gli alleati di Biden, che Biden si sta spostando al centro mentre il paese si prepara per un’altra difficile elezione nel 2024. Sebbene la sinistra abbia ottenuto parte di ciò che voleva, l’accordo ha lasciato anche molto a desiderare dal loro punto di vista. Per evitare i tagli alle spese, molti progressisti volevano che Biden usasse il 14° emendamento che afferma che “la validità del debito pubblico degli Stati Uniti … non sarà messa in discussione”, ma non sono riusciti a trovare un’altra valida alternativa quando quella richiesta è fallita. Alcune di quelle stesse voci si sono sentite isolate dal processo e si sono affrettate a etichettarlo come un accordo guidato dai repubblicani MAGA, accusandoli di usare tattiche come la “presa di ostaggi” per farlo passare.
Una questione particolarmente angosciante per i progressisti è stata la gestione della spesa per fini militari. Mentre le priorità non militari come l’istruzione e la sanità dovranno subire tagli, il budget del Pentagono è destinato a crescere del 3%. Tra l’altro, la spesa gonfiata prevista nella legge non ha soddisfatto i falchi delle spese militari che già soppesano le opzioni per spendere di più. I progressisti hanno visto la distribuzione irregolare dei tagli come un insulto. “In un momento in cui spendiamo di più per le forze armate rispetto ai prossimi 10 Stati messi insieme, non potrei, in buona coscienza, votare per un disegno di legge che aumenti i finanziamenti per il gonfio Pentagono e i grandi appaltatori della difesa che continuano a realizzare enormi profitti derubando i contribuenti americani impunemente”, ha scritto Sanders.
I progressisti hanno dovuto incassare anche il ripristino del pagamento delle rate sui prestiti studenteschi dopo il 30 agosto (sospeso dal marzo 2020 dall’amministrazione Trump) che coinvolge circa 40 milioni di americani. Poche politiche hanno acceso la base progressista come la prospettiva che decine di migliaia di dollari in prestiti studenteschi venissero condonati per milioni di studenti in difficoltà. È stata una delle aree principali che ha spinto i giovani elettori a votare per i democratici alle elezioni di midterm del novembre 2020, contribuendo a garantire il controllo del Senato da parte del partito e anche a minimizzare quella che molti prevedevano sarebbe stata una vittoria schiacciante per i repubblicani alla Camera. Quell’entusiasmo è stato attenuato, tuttavia, quando diversi Stati a guida repubblicana hanno contestato l’ordine esecutivo di Biden che offriva tra $ 10.000 e $ 20.000 di cancellazione del debito a mutuatari idonei (con un costo stimato in $ 430 miliardi), mettendo in discussione la fattibilità dell’ordine. Nonostante un giudice federale abbia respinto tale causa, la questione è stata oggetto di diverse battaglie legali e trasferita alla Corte Suprema, che probabilmente emetterà una decisione alla fine di questo mese. L’episodio ha lasciato molti preoccupati che la maggioranza conservatrice alla Corte Suprema possa pronunciarsi contro la cancellazione. Gli sviluppi sono stati un duro colpo per i progressisti che hanno combattuto durante più cicli elettorali e durante il primo mandato di Biden per fornire un alleggerimento del debito studentesco a coloro che ce l’hanno.
Il Fiscal Responsibility Act contiene anche una corsia preferenziale per le autorizzazioni del gasdotto Mountain Valley Pipeline contro il quale i progressisti hanno assunto una posizione contraria per i timori del suo impatto a lungo termine sull’ambiente. Ad inizio del mandato di Biden, l’amministrazione e la sinistra del partito democratico sembravano avere una visione comune, corroborata dalle misure contro il cambiamento climatico contenute nell’Inflation Reduction Act (IRA). Ma in vista della stagione delle elezioni presidenziali, Biden è andato in una direzione che ha turbato i democratici attenti al clima. In primo luogo, c’è stato l’annuncio del Willow Project, una proposta di trivellazione petrolifera dell’Alaska su larga scala e multimiliardaria, che ha fatto infuriare i progressisti che hanno protestato contro la decisione e hanno combattuto frontalmente contro la Casa Bianca. E ora, l’accordo bipartisan ha anche spinto in avanti il Mountain Valley Pipeline con l’aiuto dei senatori centristi Joe Manchin (D-W.Va.) e Kyrsten Sinema (I-Ariz.), con grande costernazione dei leader del Progressive Caucus e degli attivisti per il clima che si sono opposti al completamento del gasdotto. Allo stesso tempo, però, la legge non include disposizioni che i progressisti avevano richiesto che avrebbero reso più facile la costruzione di linee di trasmissione elettrica interstatali, necessarie per garantire la diffusione di progetti di energia eolica, solare e rinnovabile di altro tipo.
Alessandro Scassellati
- Un mix di politica tassazione-spesa-deficit neoliberista definisce chiaramente la legge. Da quando le politiche neoliberiste di regolazione del capitalismo furono introdotte sotto il presidente Carter alla fine degli anni ’70, e successivamente ampliate notevolmente sotto Reagan, la politica fiscale neoliberista è stata caratterizzata dall’accelerazione della spesa per il Pentagono e la guerra; dal taglio simultaneo delle tasse per gli investitori e le aziende; dall’accettazione del conseguente aumento dei deficit di bilancio e, a sua volta, dei livelli del debito nazionale degli Stati Uniti; e dall’uso del deficit/debito per limitare e ridurre la spesa per i programmi sociali. Un tipo di politica che è stata finora possibile praticare grazie all’egemonia del dollaro, e quindi alla possibilità degli Stati Uniti di fare fronte a deficit e debito semplicemente stampando nuova moneta, ossia dollari. Per questo negli anni 2000, quando era presidente il repubblicano George W. Bush, il suo vicepresidente neoconservatore Dick Cheney si vantava che “i deficit non contano“. Cheney ha citato con approvazione il precedente presidente repubblicano degli anni ’80, dando una lezione al segretario al Tesoro di Bush Paul O’Neill: “Sai, Paul, [Ronald] Reagan ha dimostrato che i deficit non contano“. L’amministrazione Bush lo ha ulteriormente dimostrato spendendo trilioni di dollari per intraprendere la cosiddetta “guerra al terrore“. Washington ha invaso l’Afghanistan, poi ha invaso l’Iraq, mentre espandeva l’impronta dell’esercito americano in tutto il mondo. Si veda il nostro articolo qui.[↩]
- Quasi due terzi del budget federale di $ 6 trilioni è costituito da spese obbligatorie per programmi come Social Security, Medicare e Medicaid che avverranno senza alcuna azione da parte del Congresso. I democratici hanno acconsentito a finanziamenti essenzialmente statici per programmi non destinati alle forze armate, ben lontani dall’aumento del 7% nella richiesta di budget 2024 presentata dal presidente Joe Biden.[↩]
- A questi $ 886 miliardi vanno aggiunti altri circa $ 200 miliardi in spese legate alle forze armate – assistenza ai veterani, armi nucleari, aiuti militari a paesi stranieri e “intelligence” -, che si verificano nei dipartimenti del governo degli Stati Uniti oltre al Pentagono. Pertanto, gli Stati Uniti hanno già superato la soglia del trilione di dollari per le spese militari. Nel 2022, la spesa militare statunitense ha rappresentato il 39% della spesa globale militare. Washington ha speso per le sue forze armate 10 volte di più della Russia e tre volte di più della Cina (nonostante il fatto che la Cina abbia quattro volte la popolazione degli Stati Uniti). Gli USA mantengono oltre 800 basi militari in altri paesi e hanno lanciato 251 interventi militari stranieri solo dal 1991, secondo i dati del Congressional Research Service. Come disse l’ex presidente Jimmy Carter: “Se andate in giro per il mondo e chiedete alle persone qual è il paese più bellicoso della Terra, quale pensate che risponderebbero? Gli Stati Uniti. Dalla fine della seconda guerra mondiale, e anche prima, gli Stati Uniti sono stati costantemente in guerra in qualche parte del mondo. Abbiamo partecipato a circa 30 combattimenti con altri paesi dalla seconda guerra mondiale. … Quindi direi che il complesso militare-industriale, i produttori di tutti i tipi di armi, sono molto influenti nel Paese e anche nel Congresso“.[↩]
- Una parte consistente di questi tagli è rappresentata dai quasi $ 28 miliardi in fondi di soccorso CoVid-19 non ancora spesi, compresi i soldi previsti per i programmi di infrastrutture autostradali e il rafforzamento della catena di approvvigionamento alimentare.[↩]
- Una misura inclusa nell’Inflation Reduction Act dello scorso anno ha stanziato $ 80 miliardi all’Internal Revenue Service in modo che possa essere meglio attrezzato per impedire ai ricchi e alle grandi corporation di evadere le tasse. Ora, con la nuova legge, le risorse per l’IRS sono state ridotte di $ 21,4 miliardi. I finanziamenti dell’IRS sono diminuiti notevolmente nel tempo, i tassi di audit per i ricchi sono crollati e il divario tra l’ammontare delle tasse che le persone benestanti devono al governo e ciò che effettivamente pagano è estremamente ampio. Numerosi esperti fiscali hanno sostenuto in dettaglio che un’applicazione più rigorosa aumenterebbe la conformità. Il CBO ritiene che il taglio degli accertamenti dell’IRS causerà un calo delle entrate fiscali federali di circa $ 120 miliardi.[↩]
- Uno studio del 2019 ha rilevato che la riforma fiscale Trump ha portato i miliardari a pagare un’aliquota fiscale più bassa rispetto alla metà inferiore delle famiglie statunitensi. “Nel 2018 le 400 famiglie più ricche degli Stati Uniti hanno pagato un’aliquota media effettiva del 23%, mentre la metà inferiore delle famiglie americane ha pagato un’aliquota del 24,2%“, ha riferito The Guardian, aggiungendo che: “Le tasse sui ricchi sono in calo da decenni. Nel 1960 le 400 famiglie più ricche pagavano fino al 56% di tasse, nel 1980 l’aliquota era scesa al 40%”. Quando si è candidato alla presidenza nel 2016, Trump aveva affermato che avrebbe saldato il debito nazionale degli Stati Uniti entro otto anni. Invece, il debito nazionale è aumentato di quasi $ 7,8 trilioni durante i quattro anni della sua presidenza. Inoltre, per più di un decennio, la Federal Reserve ha gestito quello che era effettivamente un programma di denaro gratuito per i ricchi, il cosiddetto quantitative easing, stampando circa 8 trilioni di dollari per gonfiare una delle più grandi bolle speculative della storia umana, gonfiando i prezzi di azioni, obbligazioni e settore immobiliare. Beni che sono di proprietà dei ricchi, non dei poveri. Sono stati trilioni di dollari a finire nelle tasche delle persone più ricche degli Stati Uniti e in quelle delle élite in altre parti del mondo. Questo è stato il più massiccio atto di welfare nella storia umana. Welfare per i ricchi.[↩]
- Secondo molti osservatori, i democratici avrebbero potuto alzare il limite del debito senza dover imporre tagli alla spesa in novembre-dicembre 2022, subito dopo le elezioni di midterm del 2022, quando controllavano ancora Camera e Senato. Forse avrebbero potuto non aver i voti, ma non lo sapremo mai perché non ci hanno neanche provato. Come spiegò all’epoca il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer: “Il modo migliore per farlo è il modo in cui è stato fatto le ultime due o tre volte, è bipartisan”. Considerando come sono andate le cose in questo caso e nei casi precedenti viene il sospetto che la soluzione bipartisan sia invocata e praticata da democratici e repubblicani quando vogliono sacrificare le persone normali e povere favorendo i grandi gruppi di interesse – come il military-industrial complex – che li sostengono finanziariamente, e hanno il coraggio di farlo solo perché l’altra parte è disposta a tenergli la mano e saltare con loro, in modo che nessuna delle due parti possa essere incolpata. Negli ultimi 23 anni ci sono stati almeno 5 casi in cui la logica bipartisan ha trionfato (con un costo intorno ai $ 15 trilioni per gli USA) che supportano questo tipo di interpretazione: 1. Negli ultimi giorni dell’amministrazione Clinton, la Camera ha approvato il Commodity Futures Modernization Act con un voto 292-60 (157 democratici e 133 repubblicani), mentre il Senato lo ha approvato all’unanimità. Esentando molti strumenti finanziari dalla regolamentazione, questa legge bipartisan ha contribuito a gettare le basi per il tracollo finanziario del 2008 e la successiva Grande Recessione; 2. La Authorization for Use of Military Force, conosciuta come AUMF, firmata il 18 settembre 2001 dal presidente George W. Bush, è certamente l’atto più bipartisan del XXI secolo (votò contro solo la deputata democratica Barbara Lee della California). La legge ha dato a Bush l’autorizzazione “a usare tutta la forza necessaria e appropriata contro quelle nazioni, organizzazioni o persone che determina che abbiano pianificato, autorizzato, commesso o aiutato gli attacchi terroristici avvenuti l’11 settembre 2001, o hanno ospitato tali organizzazioni o persone”. L’AUMF del 2001 è stato utilizzato come giustificazione da Bush, Obama e Trump per l’azione militare in 12 paesi, incluso l’Afghanistan, oltre a attacchi di droni e bombardamenti regolari in sette. Circa 3.000 persone sono morte l’11 settembre 2001, mentre si stima che complessivamente la “guerra al terrore” abbia causato 4,5 milioni di morti, un rapporto di 1.500 a 1; 3. La risoluzione per l’Autorizzazione all’uso della forza militare contro l’Iraq dell’ottobre 2002 votata da 215 repubblicani e 81 democratici per dare a Bush il potere di invadere l’Iraq. Al Senato hanno votato sì 48 repubblicani e 29 democratici. Una guerra costata all’America almeno $ 2,4 trilioni; 4. L’American Jobs Creation Act dell’ottobre 2004 che includeva un’esenzione dall’imposta sulle società, ovvero un’opportunità per le società multinazionali statunitensi che detenevano denaro all’estero (in modo che non potesse essere tassato) per riportare quel denaro in America con una tassa estremamente bassa. Approvato in modo totalmente bipartisan, con 207 repubblicani e 73 democratici che hanno votato a favore alla Camera, e 44 repubblicani e 25 democratici che hanno votato sì al Senato. La logica della legge, come risulta chiaro dal suo nome, era che questa avrebbe creato milioni di ottimi posti di lavoro americani. In realtà, molti soldi (da questo e altri tagli fiscali di Bush) sono andati a pagare buste paga e stock options dei top managers , buy-backs di azioni e dividendi degli azionisti delle grandi società, mentre le corporations che sono state i maggiori beneficiari della legge hanno effettivamente ridotto il numero dei loro dipendenti negli Stati Uniti; 5. Il Budget Control Act del 2011 approvato dopo che i repubblicani avevano ripreso il controllo della Camera alle elezioni di midterm del 2010, durante la prima amministrazione Obama, e utilizzato il limite del debito (allora intorno ai $ 15 trilioni, pari a circa il 65% del PIL) per prendere in ostaggio l’economia nel 2011. Approvato da 174 repubblicani e 95 democratici alla Camera e al Senato da 47 democratici e 27 repubblicani. Con l’economia ancora in difficoltà dopo la Grande Recessione del 2007-2009, i tagli alla spesa discrezionale imposti dal Budget Control Act hanno mantenuto l’economia debole e milioni di americani disperati per gli anni a venire. Il Budget Control Act e il Commodity Futures Modernization Act hanno contribuito a portare Donald Trump alla presidenza.[↩]
- Il modo in cui la stampa ha coperto il voto ha evidenziato la debole posizione di McCarthy che ha ammesso che “un governo diviso significa accordi negoziati – significa che nessuno ottiene tutto ciò che vuole“. Da un lato, il fatto che la legge sia passata è stata utilizzata come prova che McCarthy può guidare con successo una maggioranza repubblicana ristretta alla Camera dopo aver lottato per diventare speaker a gennaio con 15 votazioni. Allo stesso tempo, c’è stata un’ampia copertura delle voci dei repubblicani di destra che suggerivano che il voto fosse la prova che McCarthy è debole perché la legge è stata approvata con più voti democratici che repubblicani. Si tratta ora di vedere se l’ala destra del partito tenterà di imboccare la strada della rivolta, cercando di logorare e poi di costringere McCarthy a dimettersi con una mozione e se tale azione riceverà un sostegno significativo dalla maggioranza dei parlamentari del partito. Per vincere la carica di speaker in un contrastato processo elettorale a gennaio, McCarthy ha accettato dei cambiamenti regolamentari che consentono anche a un solo membro di chiedere un voto per estrometterlo, rendendolo vulnerabile ai risentimenti dei repubblicani MAGA.[↩]
- Il presidente è stato costretto al tavolo dei negoziati dopo che alla fine di aprile i repubblicani della Camera hanno approvato un disegno di legge sul tetto del debito, il Limit, Save, Grow Act, che avrebbe imposto tagli del 20% alla spesa discrezionale non per fini militari e obblighi di lavoro molto più ampi per i beneficiari dei programmi pubblici di assistenza sociale. La legge avrebbe imposto una riduzione del deficit di $ 4,8 trilioni in 10 anni in cambio dell’aumento del tetto del debito. McCarthy era riuscito a guidare la coalizione repubblicana ad approvare un testo pieno di priorità conservatrici e tagli alla spesa. Inoltre, la legge avrebbe alzato il tetto del debito di $ 1,5 trilioni o fino a marzo 2024, facendo precipitare la questione nel cuore del calendario delle primarie del 2024. Se Biden sperava che i repubblicani moderati si piegassero alla logica e rompessero i ranghi, piuttosto che abbracciare la prospettiva apocalittica del default, doveva entrare in un negoziato.[↩]
- Lo stallo della questione dell’innalzamento dei tetto del debito è destinata a far crescere i costi dell’indebitamento. Il Tesoro aveva rallentato l’emissione dei nuovi titoli dall’inizio del 2023 per evitare di superare il tetto stabilito. Ora, però, entro la fine dell’anno dovrà andare sul mercato offrendo oltre $ 1 trilione di nuovi titoli con un tasso di interesse intorno al 6%, rispetto allo 0,1% offerto meno di due anni fa.[↩]
- Il CBO ha previsto che il deficit di bilancio dovrebbe aumentare dal 5,8% del PIL di quest’anno al 6,9% nel 2033, nonostante ipotizzi che l’economia crescerà costantemente durante questo periodo. Una traiettoria che sarebbe senza precedenti in assenza di emergenze nazionali (come guerre dirette e pandemie) e crisi economiche. Nei prossimi 30 anni, si prevede che il rapporto debito/PIL possa salire a più del 190% e i programmi di assistenza sociale come Social Security e Medicare – che entrambe le parti si erano impegnate a non toccare nel dibattito sul tetto del debito – sono destinati a diventare insolventi nel prossimo decennio. Questo è un cambiamento importante nel partito repubblicano, che ha cercato di privatizzare la Social Security sotto George W. Bush nel 2005 e ha sostenuto il piano di Paul Ryan di privatizzare Medicare nel 2011. Ma l’opposizione di Donald Trump a tali tagli (così come la maggiore dipendenza dei repubblicani dagli elettori più anziani e dagli elettori bianchi meno ricchi) ha tolto dal tavolo le modifiche a quei programmi. I repubblicani avevano proposto importanti tagli al Medicaid, a titolo di obblighi di lavoro per i beneficiari. Ma i democratici hanno tenuto duro contro quell’idea e i repubblicani hanno ceduto. Medicare, Medicaid e Social Security sono al sicuro (per ora).[↩]
- Questo è stato un obiettivo repubblicano da anni: l’Arkansas ha imposto un programma di obblighi di lavoro per Medicaid nel 2018 prima che fosse interrotto dai tribunali, sostenendo che i requisiti avrebbero aiutato le persone a trovare lavoro e ad abbandonare l’assistenza. Quel programma – e le esigenze lavorative in generale – sono avversate dai progressisti. Vale la pena dire che la maggior parte degli studi mostra che gli obblighi di lavoro non aumentano la partecipazione al lavoro; invece diminuiscono la partecipazione ai programmi della rete di sicurezza. Uno studio Kaiser Health del programma Arkansas ha rilevato che 18.000 persone sono state espulse dal Medicaid in Arkansas finché è durato, molte delle quali non erano obbligate a lavorare o stavano già lavorando, ma avevano problemi a soddisfare i requisiti burocratici di segnalazione. Secondo il CBO, la nuova legge, che include quasi tutte le modifiche al programma SNAP che erano state incluse nella legge che era stata approvata dalla Camera ad aprile, metterebbe quasi 750.000 anziani di età compresa tra i 50 e i 54 anni a rischio di perdere l’assistenza alimentare a seguito di un ampliamento dell’attuale obbligo di segnalazione dell’attività di lavoro. L’espansione di questo obbligo sottrarrebbe l’assistenza alimentare a un gran numero di persone che hanno seri ostacoli ad ottenere un’occupazione.[↩]
- Fu il democratico Bill Clinton a fare la campagna elettorale presidenziale sulla promessa che avrebbe “messo fine al welfare come lo conosciamo“, mantenendo poi questa promessa, trasformando il welfare in workfare. Donald Trump ha anche cercato di tagliare in modo significativo i buoni pasto, anche se un tribunale ha bloccato il suo piano. La fame è un problema serio negli Stati Uniti. Un rapporto del 2020 della Brookings Institution ha rilevato che oltre il 16% delle famiglie con bambini non aveva cibo a sufficienza. Ossia un bambino su sei. Il programma di buoni alimentari è ufficialmente noto come SNAP, il programma di assistenza nutrizionale supplementare. Secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura, quattro quinti (81%) delle famiglie statunitensi che ricevono SNAP hanno un figlio, una persona anziana o una persona con disabilità. Nel 2022, un quinto dei bambini negli Stati Uniti viveva in famiglie che ricevevano buoni pasto. A febbraio 2023, 42,5 milioni di persone negli Stati Uniti hanno ricevuto buoni pasto. Questo è il 13% della popolazione degli Stati Uniti: più di una persona su 10. Questo è un programma sociale di vitale importanza, perché la povertà rimane un problema molto significativo negli Stati Uniti. Questo è dolorosamente visibile con il crescente numero di senzatetto nelle principali città – tra 600 mila e un milione di persone.[↩]