Da alcuni mesi si discute sulla crisi del “tetto del debito” nazionale statunitense (che ha superato i $ 31,4 trilioni) e nelle ultime settimane questo tema è diventato il principale punto di scontro politico tra Joe Biden e i democratici, da una parte, e Kevin McCarthy (speaker della Camera dei Rappresentanti) e i repubblicani, dall’altra1. Questi ultimi si rifiutano di autorizzare l’innalzamento del “tetto del debito” senza grandi concessioni da parte dei democratici sulla futura spesa federale – un taglio di almeno $ 4,8 trilioni nel 2024, un anno elettorale2. I negoziati formali sono iniziati da settimane, accompagnati da polemiche e minacce incrociate. McCarthy e Biden si sono incontrati alla Casa Bianca lunedì sera e hanno affermato di aver avuto una discussione “produttiva“, ma che non è stato raggiunto alcun accordo. “Il tempo di spendere, solo spendere più soldi in America e nel governo è sbagliato“, ha detto McCarthy dopo l’incontro con Biden. Lo stallo continua. Non è chiaro se e quanto velocemente le due parti possano raggiungere un accordo.
Secondo i democratici, i repubblicani, soprattutto la fazione di estrema destra trumpiana, non solo sono pronti a minare la democrazia americana rifiutando di accettare i risultati delle elezioni, ma ora sono pronti a minare l’economia americana e globale portando al default del debito nazionale a partire dal 1° di giugno, secondo il Dipartimento del Tesoro (che potrebbe però rinviare l’ora X continuando ad utilizzare alcuni escamotage tecnici come sta facendo già da gennaio) . Inutile dire che un default destabilizzerebbe gravemente il sistema finanziario globale, distruggerebbe il credito politico-istituzionale-finanziario degli Stati Uniti e assesterebbe un duro colpo alla loro posizione di leadership nell’economia globale. Per molti analisti e osservatori statunitensi e del resto del mondo la situazione è semplicemente un segno dell’estrema disfunzione di Washington e un promemoria che la politica polarizzata, faziosa e divisiva dell’America costituisce una crisi geopolitica oltre che interna3.
La posizione dei repubblicani è chiara da mesi: se il Congresso non accetterà di imporre tagli selvaggi a programmi federali che rispondono a bisogni di lavoratori, anziani, bambini, malati e poveri, spingerà il governo degli Stati Uniti a dichiarare default sul suo debito. In altre parole, sarebbero pronti a distruggere l’economia statunitense se non ottengono i tagli brutali di bilancio e tutto ciò che vogliono – che include rigorosi limiti di bilancio, obblighi di lavoro sull’assistenza federale ai poveri e l’annullamento delle disposizioni chiave nella legislazione firmata da Biden, l’Inflation Reduction Act4. Dopo tanto tergiversare, Biden ha fatto sapere che sarebbe disposto ad imporre congelamenti della spesa (ai livelli del 2023) piuttosto che veri e propri tagli, insieme a degli aggiustamenti fiscali, per raggiungere un accordo (mentre all’inizio aveva affermato che non avrebbe accettato alcuna riduzione della spesa), anche a rischio di alienare l’ala di sinistra del suo stesso partito, ma per ora considera le proposte dei repubblicani “estreme” e “inaccettabili“5. Si tratta di una cinica lotta per il potere in vista delle elezioni del 2024: i repubblicani vogliono imporre la loro agenda politica conservatrice, paralizzare l’azione di governo (gridlock e shutdown) e ottenere il dominio e la sottomissione da parte di democratici, progressisti, presunte “élite costiere” e i cosiddetti burocrati dello “stato profondo“.
Per la maggior parte degli americani, il “tetto del debito” è qualcosa di astratto e tecnico su cui i politici di Washington litigano. Hanno difficoltà a comprendere l’impatto che questo problema potrebbe avere sulla loro vita quotidiana e non sembrano ascoltare gli avvertimenti che gli esperti stanno lanciando con crescente urgenza. Ma la vera posta in gioco è che la crisi del “tetto del debito” può mettere a nudo le inconsistenze delle narrative pubbliche dei due avversari politici, per cui gli americani potrebbero vedere chiaramente cosa i due partiti stanno facendo per o contro di loro. Un accordo potrebbe comportare che a qualcuno possa essere accreditata la colpa per i danni inflitti agli americani. Come ha affermato Biden, la vera difficoltà di un accordo bipartisan è che entrambe le parti devono trovare il modo di farlo effettivamente approvare rapidamente da Camera e Senato e poi dovranno “venderlo“, salvando la faccia, nei loro collegi elettorali. Considerata la presente estrema polarizzazione politico-ideologica, il maggiore pericolo per Biden e McCarthy consiste nel fatto che qualsiasi compromesso raggiungeranno comporterà delle defezioni tra le file dei parlamentari sia della destra repubblicana sia della sinistra democratica che accuseranno i loro rispettivi leader di aver ceduto alle richieste dell’avversario.
La narrativa dei democratici si basa sul postulato che Biden è un negoziatore progressista che fa gli interessi della classe media e lavoratrice e che non avrebbe mai ceduto alle richieste di tagli della spesa chieste dai repubblicani. I democratici avrebbero potuto alzare il “tetto del debito” nell’autunno del 2022, quando ancora avevano la maggioranza sia al Senato sia alla Camera (mettendo in riga i senatori “moderati” Joe Manchin e Kyrsten Sinema), ma non lo fecero, pensando di tendere una trappola che avrebbe diviso i repubblicani tra estremisti trumpiani e moderati, mentre ora sono i democratici ad essere divisi al loro interno. Biden sembrerebbe in grado di difendere solo Medicare e Social Security dall’attacco dei repubblicani (entrambi messi al sicuro con il discorso sullo Stato dell’Unione di febbraio), lasciando aperta la porta a tagli su altri programmi.
Anche i repubblicani vogliono accreditarsi come un partito che ha a cuore il benessere della classe lavoratrice. I repubblicani non sono disposti a prendere in considerazione il piano di Biden per tagliare il deficit aumentando le tasse sui ricchi e chiudendo le scappatoie fiscali per le industrie petrolifere e farmaceutiche. Vogliono rendere più difficile per i poveri ottenere assistenza finanziaria dal governo, imponendo onerosi obblighi di lavoro a una serie di programmi governativi, incluso Medicaid. Vogliono anche importanti tagli alla spesa che avrebbero un impatto negativo su quasi ogni agenzia e programma federale, cioè tutto tranne il budget militare astronomico e dispendioso, gran parte del quale finisce nelle tasche di coloro che sono ai vertici del military-industrial complex. Ma la deputata democratica Pramila Jayapal, che presiede il Congressional Progressive Caucus che ha 101 membri, ha affermato che “la stragrande maggioranza” dei membri del gruppo si opporrebbe a qualsiasi accordo che includa tagli alla spesa o nuovi obblighi di lavoro per i programmi di benefici federali per gli americani a basso reddito, ossia le principali richieste repubblicane.
Si tratta di una situazione di stallo non nuova. Nel 2011 e nel 2013, quando proprio come oggi, un democratico – Barack Obama – era alla Casa Bianca e i repubblicani controllavano la Camera. La sceneggiatura è fin troppo familiare: ci sono stati terribili avvertimenti, discorsi sul negoziare e poi frenetiche trattative dell’ultimo minuto. Ogni volta, un default è stato evitato, ma solo a malapena6.
Pochi osservatori credono che anche questa volta si verificherà un default. Il che rende l’attuale crisi davvero molto artificiale, fabbricata dai repubblicani che ora vedono un atto rituale di autosabotaggio economico come un modo sicuro per ottenere concessioni che altrimenti non potrebbero ottenere e mettere in difficoltà Biden nella speranza che misure impopolari e risultati economici disastrosi possano impedirgli di vincere la rielezione nel 20247.
I democratici sottolineano l’ipocrisia dei repubblicani. Mentre sono “profondamente preoccupati” per il deficit e il debito nazionale, stanno spingendo per l’abrogazione completa dell’imposta sulla proprietà che equivale a un’agevolazione fiscale di $ 1,8 trilioni per una manciata di multimiliardari, un’estensione di $ 3,5 trilioni delle agevolazioni fiscali di Trump e un massiccio aumento del budget del Pentagono a 858 miliardi di dollari. Secondo il senatore Bernie Sanders, preferirebbero vedere i bambini soffrire la fame e mancare di assistenza sanitaria piuttosto che chiedere che l’1% paghi una giusta quota di tasse.
Il “tetto del debito” riguarda il pagamento di denaro che è già stato stanziato e speso. Il Congresso decide di spendere soldi e in seguito programma un voto separato sull’eventualità che il governo sia messo in condizione di pagare i suoi conti. Si tratta, dunque, dell’autorizzazione consuntiva a coprire spese già sostenute mediante la contrazione di ulteriore debito, di solito con l’emissione di buoni del Tesoro. Non ha nulla a che fare, quindi, con budget futuri e spese future. E nel corso della storia degli Stati Uniti, il governo ha sempre fatto ciò che doveva fare: pagare i propri debiti.
Negli ultimi 63 anni, il limite del debito nazionale (introdotto nel 1917 al fine di “rendere più facile finanziare gli sforzi di mobilitazione nella prima guerra mondiale“) è stato aumentato quasi 80 volte: 49 volte quando è stato presidente un repubblicano e 29 volte quando è stato presidente un democratico. Per decenni, l’innalzamento del limite, o massimale, è stata di solito una procedura di routine. In effetti, il “tetto del debito” è stato alzato 18 volte sotto il presidente Ronald Reagan, sette volte sotto il presidente George W. Bush e tre volte sotto il presidente Donald Trump – quando il debito nazionale è aumentato di circa $ 8 trilioni – senza alcun vincolo. La verità è che i tagli alle tasse di Bush e Trump per i ricchi sono la forza trainante dietro l’aumento del debito di cui ora i repubblicani affermano di preoccuparsi. Finora sotto l’amministrazione Biden, il debito è aumentato di circa $ 3,7 trilioni.
Andare in default sul debito nazionale avrebbe conseguenze catastrofiche. Moody’s ha stimato che se il “tetto del debito” nazionale non venisse alzato in un tempo breve, i dipendenti federali verrebbero licenziati (a seguito del cosiddetto shutdown delle agenzie federali), il mercato azionario potrebbe crollare del 45% con gravi effetti sugli altri mercati azionari globali, oltre sette milioni di americani potrebbero perdere il lavoro, il tasso di disoccupazione salirebbe a più dell’8% (dal 3,6% attuale), i tassi di interesse sui mutui e sulle carte di credito salirebbero alle stelle e gli americani perderebbero circa $ 10 trilioni di ricchezza familiare. Insomma, si innescherebbe una gravissima recessione nazionale e globale.
Il 26 aprile, la maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti ha approvato il cosiddetto Limit, Save and Grow Act con un voto di 217 contro 215 che taglierebbe un’ampia fascia di spesa pubblica federale dell’8% l’anno prossimo e di quasi $ 5 trilioni nel prossimo decennio. In base a questa legislazione, la spesa discrezionale sarebbe congelata ai livelli di spesa del 2022 per il prossimo anno e sarebbe aumentata solo dell’1% per i prossimi nove anni. Se i repubblicani mantenessero la loro promessa di esentare il Pentagono da questi tagli di bilancio draconiani, la spesa per i programmi non di difesa verrebbe ridotta di almeno il 22% l’anno prossimo e fino al 58% entro il 2033.
Ecco solo alcuni degli impatti stimati di ciò che il popolo americano può aspettarsi:
- tagli di bilancio profondi e radicali che spingerebbero 790.000 americani a perdere il lavoro e porterebbero l’economia statunitense verso una recessione;
- fino a 21 milioni di americani potrebbero perdere Medicaid, eliminando l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno. Già centinaia di migliaia di americani hanno perso i benefici del Medicaid ad aprile, poiché le disposizioni di emergenza per la pandemia da CoVid-19 che hanno mantenuto le persone iscritte negli ultimi anni hanno iniziato a terminare. Le perdite di copertura aumenteranno nei prossimi mesi. In Florida, quasi 250.000 persone hanno perso la copertura Medicaid ad aprile, poiché lo Stato ha avviato un processo per verificare se tutti gli iscritti al Medicaid soddisfano ancora i criteri di ammissibilità. Anche circa 73.000 persone sono state ritenute non idonee in Arkansas. Ad altri 53.000 è stata interrotta la copertura in Indiana e 40.000 sono stati rimossi dal Medicaid in Arizona;
- 1,2 milioni di donne, neonati e bambini non riceverebbero il cibo di cui hanno bisogno per mantenersi in salute grazie al programma WIC (Special Supplemental Nutrition Program for Women, Infants, and Children), in un momento in cui, anche a seguito dell’aumento dei prezzi (soprattutto del cibo) e dei tassi di interessi, milioni di americani già ingrossano le file fuori dei banchi alimentari e l’US Census Bureau stima che quasi 25 milioni di persone abbiano sofferto la fame ad aprile, grazie in parte alla riduzione dei benefici dei buoni alimentari dell’era della pandemia. La proposta dei repubblicani prevede di aumentare gli obblighi di lavoro per coloro che parteciperanno al programma di assistenza alimentare;
- i servizi nutrizionali, come i pasti a domicilio, verrebbero tagliati per oltre 1 milione di anziani a basso reddito;
- 640.000 famiglie perderebbero l’accesso all’assistenza per l’affitto e più di 430.000 famiglie a basso reddito verrebbero sfrattate dagli alloggi della Sezione 8;
- 200.000 bambini verrebbero esclusi dal programma Head Start e 180.000 bambini perderebbero l’accesso all’assistenza all’infanzia;
- solo al Department of Veterans Affairs verrebbero tagliati 80.000 posti di lavoro e milioni di veterani sarebbero costretti ad aspettare molto più a lungo per le cure di cui hanno bisogno;
- 2 milioni di americani perderebbero l’accesso ai servizi sanitari attraverso i Community Health Centers;
- 80.000 giovani perderebbero la possibilità di frequentare il college e il programma dei Pell Grants verrebbe tagliato per 6,6 milioni di studenti.
In altre parole, mentre gli Stati Uniti stanno vivendo più disparità di reddito e ricchezza che mai, e quando il 60% degli americani vive di-stipendio-in-stipendio (from paycheck to paycheck), la proposta repubblicana causerebbe enormi sofferenze alle persone più vulnerabili negli Stati Uniti.
Inoltre, questi negoziati sul bilancio rischiano di permettere alle compagnie dei combustibili fossili di lanciare una marea di progetti energetici “sporchi” che peggioreranno la crisi climatica. Il rischio è che si interrompa la transizione dai combustibili fossili all’energia pulita e rinnovabile, compromettendo l’esito della battaglia contro il cambiamento climatico8 Per questo Biden ha fatto sapere che non acconsentirà ad un accordo che protegga i sussidi di “Big Oil” e dei “ricchi evasori fiscali” e metta a rischio l’assistenza sanitaria e alimentare per milioni di americani.
La volontà dei repubblicani di tenere l’economia mondiale in ostaggio delle loro richieste draconiane e crudeli, e il loro rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi incremento (anche minimo) delle entrate da una maggiore tassazione dei ricchi e delle grandi società, rende apparentemente impossibile arrivare ad un accordo di bilancio bipartisan in questo momento.
Biden sta continuando a trattare e discutere con i repubblicani, ma apparentemente finora non è stato fatto alcun significativo passo avanti. I negoziati continuano e la suspense ora risiede principalmente nei dettagli di qualunque accordo venga raggiunto. Parte dello scetticismo democratico è la paura quasi palpabile che la Casa Bianca conceda troppo. Un accordo non è ancora scontato. Resta l’incertezza. Potrebbe saltare tutto. E così il successo si misura, ancora una volta, nei soliti piccoli avanzamenti di Washington, in cui la decisione di consentire l’inizio del dialogo conta come progresso. Sentendo l’odore della vittoria, McCarthy non sembra nemmeno preoccuparsi di essere definito un terrorista.
Secondo la sinistra del partito democratico – dai senatori Bernie Sanders, Sheldon Whitehouse, Jeff Merkley e Elisabeth Warren, alle deputate Alexandra Ocasio-Cortez, Ilhan Omar e Pramila Jayapal -, i repubblicani non stanno negoziando “in buona fede” e il presidente Biden ha l’autorità e la responsabilità ai sensi della sezione 4 del 14° emendamento della Costituzione (adottato dopo la Guerra Civile) per bypassare il Congresso (ma è una teoria giuridica non verificata che sarebbe sicuramente messa alla prova nelle corti di giustizia e presto finirebbe nelle mani della maggioranza di destra della Corte Suprema9) e agire unilateralmente per assicurarsi che il governo degli Stati Uniti continui a pagare i suoi conti e debiti. Il linguaggio di tale emendamento è abbastanza chiaro. Dice: “La validità del debito pubblico degli Stati Uniti … non deve essere messa in discussione“. Questa è una garanzia che gli Stati Uniti pagheranno sempre tutti i loro debiti, punto.
Quello che per ora non è chiaro è se il presidente Biden eserciterà tale autorità al fine di proteggere il paese dai tagli di bilancio proposti dai repubblicani. Secondo la sinistra del partito democratico, Biden dovrebbe agire ai sensi del 14° emendamento per proteggere programmi cruciali per le famiglie che lavorano, consentire agli Stati Uniti di pagare i propri debiti in tempo e prevenire una catastrofe economica globale. Biden ritiene di avere l’autorità per farlo, ma teme che le denunce dei repubblicani scatenerebbero una battaglia nei tribunali, portando comunque a un default. Per questo preferisce trattare e nei prossimi giorni sapremo dove questa trattativa porterà gli Stati Uniti e chi pagherà il conto (quali sostanziali concessioni sui tagli alla spesa farà Biden). Gli investitori nei mercati finanziari si aspettano che venga raggiunto un accordo prima della scadenza, ma anticipano anche sviluppi imprevisti durante tutto il processo e, quindi, anche possibili reazioni guidate da panico e irrazionalità.
Alessandro Scassellati
- I repubblicani controllano la Camera dei Rappresentanti con un margine di 222-213, mentre i democratici hanno una maggioranza di 51-49 al Senato, il che rende difficile infilare l’ago in un accordo che possa trovare abbastanza voti per passare in entrambe le camere.[↩]
- A prescindere dalla questione del “tetto del debito”, i democratici avrebbero comunque dovuto negoziare con i repubblicani la spesa per il 2024 entro la fine dell’anno. I repubblicani controllano la Camera e il finanziamento del governo scade il 30 settembre, quindi dovrebbero sempre esserci discussioni sul finanziamento del governo post-30 settembre, un fatto che rientra nella categoria della politica normale.[↩]
- Biden ha evidenziato il punto annunciando l’interruzione di un importante viaggio all’estero nella regione del Pacifico per tornare a Washington per i colloqui sul debito. Con il default incombente questo sembrava un corso politicamente consigliabile, ma la soluzione era comunque disastrosa. Il presidente ha partecipato alla riunione del G-7 a Hiroshima, in Giappone, ma ha saltato le tappe programmate in Australia e Papua Nuova Guinea. Entrambe le visite erano state progettate per mostrare la massima priorità della politica estera degli Stati Uniti: sostenere le alleanze americane nella regione come parte del crescente confronto con la Cina. L’invio di un messaggio al resto del mondo sulla leadership americana chiaramente non è stata la principale preoccupazione dei repubblicani a Capitol Hill. Non importa che alcuni di questi stessi repubblicani siano le voci più forti che chiedono un confronto più duro con la Cina. In caso di default, la disfunzione politica degli Stati Uniti inghiottirà il resto del mondo perché l’America, con il dollaro e Wall Street, è l’ancora del sistema finanziario globale. I buoni del Tesoro USA e il dollaro sono stati tradizionalmente considerati privi di rischio. Se gli Stati Uniti vanno in default, non saranno più così affidabili, ma nemmeno un riaggiustamento potrà avvenire dall’oggi al domani.[↩]
- I repubblicani vogliono che vengano fissati nuovi limiti alla spesa futura – in sostanza il budget per il 2024 – prima di dare il via libera a maggiori pagamenti per coprire i prestiti su spese precedentemente emanate. Il loro disegno di legge approvato alla Camera taglierebbe un’ampia fascia della spesa pubblica ai livelli dello scorso anno, con una diminuzione di circa l’8%. I massimali ridurrebbero la spesa in termini reali poiché non terrebbero il passo con l’inflazione prevista e la crescita della popolazione. Non si applicherebbero a programmi come Social Security e Medicare, che dovrebbero crescere drasticamente con l’invecchiamento della popolazione statunitense. La legislazione annullerebbe l’assistenza sanitaria, le infrastrutture, gli aiuti per l’affitto e altri fondi che rimangono non spesi dei pacchetti di stimolo da $ 5,2 trilioni approvati dal Congresso tra il 2020 e il 2022 per combattere la pandemia di CoVid-19. Ciò farebbe risparmiare $ 30 miliardi. Annullerebbe anche lo sforzo di Biden di cancellare fino a $ 10.000 di debito studentesco per alcuni mutuatari e bloccherebbe un altro piano che legherebbe il rimborso del debito ai redditi dei mutuatari. Ciò farebbe risparmiare $ 460 miliardi. I repubblicani hanno descritto questi programmi come ingiusti nei confronti di coloro che non sono andati al college o hanno saldato i propri debiti. La Corte Suprema dovrebbe pronunciarsi prima di luglio sulla legalità del piano di Biden. Inoltre, la legislazione revocherebbe un aumento del budget per l’Internal Revenue Service che l’agenzia di riscossione delle imposte utilizzerebbe per assumere più dipendenti e implementare nuove tecnologie. Ciò peggiorerebbe i problemi di bilancio del governo di $ 120 miliardi, poiché sacrificherebbe l’aumento delle entrate che l’IRS genererebbe attraverso una migliore applicazione della tassazione. Ancora, il disegno di legge abrogherebbe gli incentivi per le energie rinnovabili, i veicoli elettrici e altre tecnologie rispettose del clima che i Democratici hanno approvato lo scorso anno come parte dell’Inflation Reduction Act. Non prende di mira gli aumenti dell’imposta sulle società, le restrizioni sui prezzi dei farmaci o altri aspetti di tale legge. Ciò farebbe risparmiare $ 540 miliardi. Infine, la legislazione rafforzerebbe gli obblighi di lavoro per i partecipanti ad alcuni programmi contro la povertà. Gli adulti senza figli fino a 56 anni che ricevono un’assicurazione sanitaria attraverso il programma Medicaid, che copre le persone a basso reddito, dovrebbero lavorare almeno 80 ore al mese o partecipare a corsi di formazione professionale o servizi alla comunità. Allo stesso modo, gli adulti senza figli fino a 56 anni che ricevono assistenza alimentare attraverso il programma SNAP perderebbero i benefici dopo tre mesi se non potessero dimostrare di lavorare almeno 20 ore alla settimana o di partecipare a un programma di formazione professionale. Tali obblighi di lavoro attualmente si applicano a coloro che hanno meno di 50 anni. Anche gli obblighi di lavoro sarebbero inaspriti nel programma di assistenza in denaro per l’Assistenza temporanea alle famiglie bisognose. Nel complesso, ciò ridurrebbe la spesa di $ 120 miliardi.[↩]
- Le ultime notizie trapelate indicano che i negoziatori di Biden avrebbero offerto quella che consideravano una concessione chiave proponendo di mantenere ferma la spesa per la difesa, nonché per una serie di programmi interni tra cui aiuti per la casa, istruzione e ricerca scientifica. La Casa Bianca – che all’inizio di quest’anno ha cercato aumenti importanti di spesa attraverso un aumento delle tasse – ha ammesso che l’aggiustamento equivarrebbe invece a un taglio a causa dell’inflazione anno su anno.[↩]
- Nel 2011, un accordo è stato raggiunto, sotto il ricatto della destra del Tea Party repubblicana, due giorni prima della data prevista per il default, dopo che i mercati finanziari erano impazziti e Standard & Poor’s aveva declassato il rating del credito degli Stati Uniti per la prima volta nella storia. Una crisi che provocò forte volatilità nei mercati e l’impennata dei tassi d’interesse, costando all’economia, secondo le stime, circa 20 miliardi di dollari in costo del credito. Nella situazione di stallo del 2011, i repubblicani della Camera strapparono trilioni di dollari in tagli alla spesa che Obama fu costretto a far accettare al suo partito (questi includevano $ 917 miliardi in tagli alla spesa diretta, per lo più attuati limitando la spesa “discrezionale“, e altri $ 1,2 trilioni da determinare attraverso un comitato del Congresso (il cosiddetto “supercomitato“). Nel 2013, i repubblicani ripeterono la stessa manovra per posizionarsi politicamente come il partito della responsabilità fiscale e dello Stato minimo. Questa volta, la condizione per autorizzare la spesa necessaria comprendeva la richiesta di abrogare la riforma sanitaria – il cosiddetto Obamacare -, che è stata per anni l’ossessione dei repubblicani. In quel caso, la crisi portò ad uno shutdown, il blocco parziale delle operazioni dello Stato federale con la serrata di 800 mila impiegati.[↩]
- Questo è sempre stato il piano dei repubblicani se fossero riusciti a riconquistare la Camera nelle elezioni intermedie del novembre 2022 – già lo scorso ottobre, settimane prima delle elezioni, i leader della fazione estrema del Freedom Caucus hanno detto apertamente che non vedevano l’ora di usare il “tetto del debito” come “leva“. Il “terrore del limite del debito”, come lo definì l’ex segretario al Tesoro Larry Summers in un’intervista a Politico l’anno scorso, era sia prevedibile che previsto. Ma, come il ritorno di Donald Trump come candidato repubblicano favorito nel 2024, il fatto che una crisi politica fosse del tutto prevedibile non ha in alcun modo impedito che si verificasse. D’altra parte, Kevin McCarthy è ostaggio dei membri dell’estrema destra trumpiana repubblicana (membri del Freedom Caucus) che lo hanno fatto passare per 15 votazioni prima di eleggerlo alla posizione di speaker della Camera, mentre l’ala moderata del partito – con cui Biden vorrebbe trattare – è ormai ridotta ad una minoranza. Trump ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social che i repubblicani “non dovrebbero fare un accordo sul tetto del debito a meno che non ottengano tutto ciò che vogliono (compreso il ‘lavello della cucina’). È così che i Democratici si sono sempre comportati con noi. Non vi piegate!” D’altra parte, Trump e i suoi alleati repubblicani non sentono alcun reale impegno a tagliare il debito pubblico, perché se questo fosse il loro obiettivo, presumibilmente non avrebbero sostenuto i massicci tagli fiscali del 2017 per i ricchi e le grandi società che hanno alimentato il debito, o ora ne avrebbero sollecitato l’abrogazione.[↩]
- Come parte dei negoziati sul “tetto del debito”, i repubblicani hanno proposto un accordo in due fasi sulla riforma delle autorizzazioni per gli impianti energetici. Il primo passo includerebbe modifiche alla legge sulla politica ambientale nazionale, includendo potenzialmente limiti alla durata dell’analisi ambientale e limiti al tipo di azioni legali che possono essere intentate contro i progetti. Quindi, presto, i repubblicani giurano di approvare qualcosa che renda più facile per il governo federale approvare le linee di trasmissione interstatali necessarie per i nuovi impianti che producono elettricità da energie rinnovabili. In sostanza, l’offerta è: dateci quello che vogliamo ora e ci occuperemo di fare quello che voi vorrete più tardi, oppure si va allo scontro.[↩]
- Alcuni, come il professore di diritto della Cornell University Michael Dorf, affermano che l’opzione “meno incostituzionale” sarebbe che Biden agisse da solo per proteggere l’integrità del debito nazionale. Ciò significherebbe prendere in prestito denaro e qualsiasi azione in questo senso di Biden scatenerebbe sicuramente una causa, anche se non è chiaro chi avrebbe titolo a intentarla. “Sanno che se percorrono quella strada con questo argomento del 14° emendamento, li faremo saltare in aria“, ha detto la scorsa settimana il repubblicano del Texas Chip Roy, che ha minacciato “guerra aperta” se “questi figli di puttana” accettano questa opzione. I repubblicani lancerebbero immediatamente una sfida legale, molto probabilmente citando un’altra parte della Costituzione – Articolo I, Sezione 8 – che garantisce al Congresso, piuttosto che all’esecutivo, il potere di “prendere in prestito denaro a credito degli Stati Uniti“. Una tale sfida metterebbe qualsiasi tribunale in un terribile vincolo perché dovrebbe scegliere tra opzioni, nessuna delle quali lascerebbe intatte tutte le leggi degli Stati Uniti. In ogni caso, il giudice Richard Stearns del tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Boston ha fissato un’udienza per il 31 di maggio sulla questione, ossia per giudicare se il presidente Joe Biden ha l’autorità legale per ignorare lo statuto sul limite del debito e continuare a pagare i conti del governo federale. La causa è stata intentata da un sindacato dei lavoratori federali (la National Association of Government Employees’), i quali sarebbero le prime vittime di un default dello Stato federale.[↩]