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Consiglio UE Mes e altro

di Paola
Boffo

di Paola Boffo –

Molti nodi sono venuti al pettine in questi giorni in occasione della sessione di fine anno del Consiglio dell’UE: dall’approvazione del Green New Deal proposto dalla Commissione (con la defezione, almeno temporanea, della Polonia), all’approfondimento dell’Unione Economica e Monetaria (con la necessità di un rinvio della sottoscrizione del MES), all’accelerazione del processo di Brexit (dopo gli esiti delle elezioni generali in UK).

Nelle ultime settimane ci siamo concentrati molto sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) scrivendone abbondantemente qui  e qui. Sulla Brexit si può trovare una rassegna recente sul nostro sito, ma abbiamo anche preparato una scheda illustrativa su Brexit che ripercorre tutto il processo.

Nella seduta di mercoledì 11 dicembre si sono svolte alla Camera dei deputati le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre, al termine delle quali la Camera ha approvato una risoluzione (n. 6-00091 Del Rio e altri), che ha impegnato il governo:

“1) a promuovere, nell’interesse dell’Italia e degli altri Stati membri, riforme concrete da realizzare nel quadro dell’azione europea per il clima che garantiscano una crescita economica sostenibile e socialmente inclusiva; a sostenere una strategia a lungo termine in materia di cambiamenti climatici in grado di: mantenere alta l’ambizione e l’efficacia dell’azione per conseguire gli obiettivi ambientali anche attraverso lo scorporo mirato dei relativi investimenti pubblici dalle regole del Patto di Stabilità e Crescita; tutelare il sistema produttivo italiano; gestire la transizione industriale rimuovendo le situazioni di dumping sociale e fiscale e promuovendo il « level playing field » del mercato interno con investimenti europei adeguati alla sfida; intervenire con incisive misure compensative compatibili con il quadro di regole OMC sulle importazioni da mercati extra-UE caratterizzati da minori standard sociali ed ambientali; accompagnare con misure adeguate le trasformazioni

sociali;

2) a lavorare affinché la discussione al Consiglio europeo di dicembre possa segnare un significativo passo avanti nel negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, avvicinandoci al compromesso finale, per evitare ritardi che potrebbero avere gravi ricadute sulla programmazione e l’efficiente impiego delle risorse per la coesione sociale e territoriale, senza pregiudicare la qualità del risultato finale;

3) a confermare la posizione negoziale sempre sostenuta dall’Italia fin dall’inizio della trattativa sui contenuti del

QFP, ossia quella che punta ad ottenere un bilancio europeo che sia all’altezza delle priorità dell’Agenda Strategica europea, anche sulla base dell’introduzione di un complesso di nuove risorse proprie che possano contribuire a promuovere le priorità politiche dell’Unione;

4) a continuare a lavorare per garantire: adeguati volumi di spesa per la Politica di Coesione e la Politica Agricola Comune; un sistema equilibrato di condizionalità; la definizione di un QFP dotato di risorse adeguate per affrontare le grandi sfide, ad iniziare da quella migratoria, ma anche un buon grado di flessibilità per fare fronte a sfide inattese;

5) ad adottare iniziative per iscrivere le riforme dell’Unione economica e monetaria in una più generale revisione della governance economica europea e dei suoi obiettivi, che miri alla crescita sostenibile ed inclusiva dell’area euro e dell’Unione europea nel suo complesso e che sostenga l’economia, consentendo livelli adeguati di investimenti e di spesa sociale;

6) a mantenere la logica di pacchetto (MES, BICC, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici; in particolare, a escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, ed escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all’EDIS in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato; inoltre, a proporre nelle prossime tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione (a) dello schema di assicurazione comune dei depositi (EDIS), (b) di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset – ad esempio eurobond) e (c) di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito; a escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico;

7) assicurare la coerenza della posizione del Governo con gli indirizzi definiti dalle Camere e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell’unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del MES;

8) a prevedere il pieno coinvolgimento del Parlamento in una eventuale richiesta di attivazione del Meccanismo

europeo di stabilità con una procedura chiara di coordinamento e di approvazione;

9) a sostenere attivamente la realizzazione della Conferenza sul futuro dell’Europa, che sia aperta alla partecipazione di tutti i principali attori che vivono il progetto europeo; ad adottare iniziative per assicurare, in questo senso, che il ruolo dei Parlamenti nazionali sarà di primo piano;

10) a favorire un costante dialogo strategico Unione europea-Africa alla luce della centralità del nostro rapporto con i Paesi africani e dell’esigenza di una convivenza reciprocamente improntata allo sviluppo e alla stabilità, nel contesto di un partenariato Unione europea-Africa che è centrale per contrastare la migrazione irregolare e le cause profonde della migrazione;

11) a sostenere l’Unione europea nei suoi sforzi per preservare un ordine internazionale basato sulle regole chiare e trasparenti e per un’attenuazione delle tensioni commerciali internazionali, che hanno un impatto negativo sui cittadini europei e sull’economia mondiale;

12) a sostenere in particolare l’impegno della Commissione per la riforma dell’OMC e in particolare per ripristinare la funzione d’appello del meccanismo di risoluzione delle controversie in seno all’organizzazione, preservandone l’attuale assetto fondato su due gradi di giudizio;

13) a prendere ogni iniziativa di competenza utile per garantire una Brexit ordinata a tutela di cittadini e imprese e per garantire che i negoziati sul prossimo accordo tra l’Unione europea e il Regno Unito si svolgano in modo trasparente e inclusivo e che venga protetto il principio della parità di condizioni nel mercato interno per consentire un’intesa « zero tariffe, zero quote e zero dumping ». (Risoluzione 6-00091) «Delrio, Francesco Silvestri, Boschi, Fornaro».

In quest’articolo cerchiamo di riportare i lavori e gli esiti della sessione di dicembre del Consiglio UE e dell’Eurogruppo, nelle loro diverse formazioni, con gli opportuni rimandi ai documenti ufficiali.

Ricordiamo che il programma di lavoro dell’Eurogruppo per il secondo semestre del 2019 prevede l’impegno nella sorveglianza post-programma a Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna e del miglioramento trimestrale nei rapporti di sorveglianza della Commissione sulla Grecia. Ciò include, tra l’altro, “una valutazione dello stato di avanzamento degli impegni post-programma allegati alla dichiarazione dell’Eurogruppo di giugno 2018 e della continua attuazione delle principali riforme concordate nell’ambito del programma MES”. 

L’Eurogruppo continuerà inoltre a svolgere il proprio ruolo nella preparazione delle riunioni del vertice euro (cioè del Consiglio dei capi di Stato e di governo dei paesi appartenenti all’eurozona). Infine, l’Eurogruppo è pronto a contribuire a ulteriori lavori sull’approfondimento dell’Unione Economica e Monetaria, in seguito ai risultati raggiunti a giugno 2019, tra cui: il trattato sul MES, lo strumento di bilancio per la competitività e la convergenza (BICC), l’EDIS (un Sistema comune di garanzia dei depositi che ha l’obiettivo di creare un sistema più europeo, scollegato dalle risorse finanziarie dei singoli paesi) e l’Unione bancaria (tutte le banche dell’Unione europea sono soggette a vigilanza secondo le medesime norme e le banche più importanti della zona euro sono sottoposte centralmente alla vigilanza della Banca centrale europea (BCE), che agisce nella veste di autorità di vigilanza nel quadro del meccanismo di vigilanza unico (SSM). In caso di dissesto le banche possono essere risolte centralmente, secondo le medesime norme, nel quadro del meccanismo di risoluzione unico (SRM) sostenuto da un Fondo di risoluzione unico (SRF) ). Come è noto il progetto dell’Unione bancaria ha preso le mosse nel 2012, con una Comunicazione della Commissione Europea denominata “Un piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita. Avvio del dibattito europeo”.

Eurogruppo del 4 dicembre 2019

Programma

Si discute della quarta relazione sulla sorveglianza rafforzata per la Grecia, nella quale si monitorano le riforme adottate nell’ambito del MES e si verifica che gli obiettivi delle riforme adottate nell’ambito dei programmi di assistenza finanziaria sono salvaguardati. Dovrebbe inoltre esaminare se le condizioni concordate sono state soddisfatte per confermare il via libera alla seconda tranche di misure relative al debito in funzione delle politiche. Inoltre, la Commissione europea e la Banca centrale europea (BCE) informeranno l’Eurogruppo sui principali risultati delle missioni di sorveglianza post-programma a Cipro e in Spagna, che scatta automaticamente al termine dei programmi di assistenza finanziaria e continua fino a quando non è stato rimborsato almeno il 75% dell’assistenza finanziaria ricevuta. 

L’Eurogruppo discute anche della situazione e delle prospettive di bilancio della zona euro e degli Stati membri della zona euro. La discussione si baserà sui pareri della Commissione riguardanti i documenti programmatici di bilancio (DPB) dei paesi della zona euro e sulla comunicazione della Commissione relativa alla sua valutazione globale di tali documenti, pubblicata il 20 novembre 2019.

Nella successiva riunione del pomeriggio l’Eurogruppo in formato inclusivo, come previsto dal trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (TSCG), preparerà una relazione per il Vertice euro del 13 dicembre, e dovrebbe prendere decisioni concrete e fornire indicazioni sulla via da seguire per l’approfondimento dell’UEM concentrandosi in particolare sui seguenti aspetti:

  • il pacchetto di documenti giuridici relativi alla riforma del MES, sulla base delle disposizioni rivedute del trattato sul MES approvate nel giugno 2019
  • l’ulteriore rafforzamento dell’unione bancaria, compreso il sistema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS)
  • l’accordo su uno strumento di bilancio per la convergenza e la competitività raggiunto in ottobre.

Esito

La lettera di Centeno a Charles Michel, Presidente dell’Euro Summit

Le dichiarazioni del presidente Centeno al termine della seduta (nostra traduzione, con i link ai documenti disponibili menzionati):

“Buongiorno. Ieri sera abbiamo raggiunto un accordo di principio sul pacchetto di elementi relativi alla riforma del MES e abbiamo gettato le basi per le nostre prossime discussioni per completare l’Unione bancaria, compresa un’assicurazione comune sui depositi.

È stato un lungo incontro ma quest’anno siamo riusciti a essere più veloci di alcuni altri incontri – anche lì, stiamo facendo progressi.

Vorrei cominciare dall’inizio, con il nostro nuovo arrivato. L’Eurogruppo ha dato il benvenuto a Paolo Gentiloni, che rappresenterà la Commissione per i prossimi cinque anni. Paolo ha molta esperienza e un peso massimo nel processo decisionale europeo, che aggiungerà valore alle nostre discussioni. Non vedo l’ora di una proficua collaborazione con lui.

Abbiamo avuto un breve scambio sulla Grecia – per buoni motivi. La Commissione ha presentato la sua quarta relazione di sorveglianza rafforzata che valuta gli impegni di riforma della Grecia.

Buone ragioni a causa dei buoni progressi. Ad esempio, le istituzioni hanno concluso che il piano di bilancio per il 2020 soddisfa l’obiettivo del 3,5% dell’avanzo primario del PIL, mentre l’onere fiscale sul lavoro e sul capitale è stato ridotto. Questi elementi sono positivi per la crescita. Sono stati registrati progressi anche con le riforme strutturali, in particolare nel settore del mercato del lavoro, della governance digitale, delle licenze di investimento e dell’ambiente imprenditoriale. Nel complesso, la relazione della Commissione conclude che la Grecia ha adottato le misure necessarie per raggiungere i suoi impegni per la metà del 2019.

Questi progressi consentiranno ai nostri vice ministri delle finanze di approvare, presso l’Eurogroup Working Group (EWG) e il consiglio di amministrazione dell’EFSF, le misure di riduzione del debito. Come al solito, la decisione è soggetta al completamento delle procedure nazionali. Tali misure del debito riguardano il trasferimento in Grecia degli utili realizzati dalle banche centrali sui titoli di Stato greci, il cosiddetto SMP-ANFA, e la riduzione a zero del margine di interesse progressivo su alcuni prestiti EFSF. Ciò si aggiunge a una sovvenzione di 767 milioni di euro. Ciò trasmette agli investitori un segnale positivo del controllo dell’agenda di riforma in Grecia.

Abbiamo anche esaminato la sorveglianza post-programma per Cipro e la Spagna. Abbiamo elogiato entrambi i paesi per la loro forte performance economica e li abbiamo incoraggiati a continuare ad affrontare i rimanenti squilibri e vulnerabilità dei loro settori finanziari.

Abbiamo quindi avuto la nostra discussione annuale sui budget per l’anno a venire. L’Eurogruppo sostiene ampiamente l’analisi della Commissione sui progetti di piani di bilancio (dei 19 Stati Membri) per il 2020 e abbiamo rilasciato una dichiarazione.

Abbiamo fatto eco alle preoccupazioni della Commissione riguardo al ritmo lento della riduzione del debito in alcuni Stati membri e ai rischi per il rispetto delle norme.

Alcuni altri Stati membri hanno iniziato a sfruttare la loro situazione favorevole per iniziare a stimolare gli investimenti, il che è molto gradito poiché è stato raccomandato da tempo.

Se si dovessero concretizzare rischi al ribasso, le risposte fiscali dovrebbero essere differenziate, tenendo conto delle circostanze specifiche per paese ed evitando la prociclicità nella misura del possibile. L’Eurogruppo è pronto a coordinare questa azione.

Abbiamo anche adottato un programma di lavoro per la prima metà del 2020 e nominato nuovamente Hans Vijlbrief per un secondo mandato come presidente del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Il suo secondo mandato inizierà il 1° febbraio 2020.

Consentitemi di rendere omaggio allo straordinario lavoro svolto da Hans negli ultimi due anni. Il suo impegno nei vari organi preparatori è stato fondamentale per far avanzare la nostra agenda dell’Eurogruppo per completare la struttura istituzionale dell’area dell’euro.

Ieri abbiamo continuato sulla stessa strada per rafforzare l’euro.

Vorrei iniziare dal MES. Come richiesto dai leader a giugno, abbiamo avuto un ampio pacchetto di misure da discutere, a partire dalla riforma del Trattato MES.

A giugno, abbiamo già raggiunto un ampio accordo sul testo del trattato MES. I leader ci hanno invitato a continuare a lavorare sulla documentazione legale con l’obiettivo di concludere l’intero pacchetto a dicembre.

Ieri abbiamo raggiunto un accordo di principio su tutti gli elementi relativi alla riforma del MES, fatta salva la conclusione delle procedure nazionali.

Ciò include la Backstop Guideline (Progetto di orientamenti sul meccanismo di sostegno al Comitato di risoluzione unico (SRB) per il Fondo di risoluzione unico (SRF)), la Guideline dei prezzi (Progetto di linee direttrici per la fissazione dei tassi di interesse), tre risoluzioni del Board of Governors (BoG), la Guideline modificata sull’assistenza finanziaria precauzionale (Progetto di direttive in materia di assistenza finanziaria precauzionale) e i termini di riferimento e la nota esplicativa delle clausole di azione collettiva (CAC) a maggioranza semplice (single limb).

Alcune caratteristiche importanti di questo accordo includono il limite nominale del backstop comune che è il limite assoluto che il MES può prestare al Fondo di risoluzione unico, fissato a 68 miliardi di euro. Abbiamo anche concordato in linea di principio le modalità di introduzione anticipata del backstop.

Allo stesso tempo, ci sono un paio di punti in sospeso di natura giuridica, dove abbiamo bisogno di alcuni chiarimenti prima di chiudere questo processo. Confido che saremo in grado di farlo nel nostro incontro già a gennaio.

A seguito di un accordo politico definitivo, il trattato sarà soggetto alle procedure nazionali e tradotto in tutte le lingue.

Mi aspetto ancora che saremo in grado di firmare questa modifica del Trattato nel primo trimestre del prossimo anno, che era la nostra aspettativa iniziale.

E nel corso del 2020, i paesi dovrebbero procedere con le ratifiche nazionali del trattato.

Ieri sera abbiamo anche proseguito i nostri lavori sull’ulteriore rafforzamento dell’Unione bancaria, basandoci sullo slancio positivo evidenziato nella nostra riunione di novembre.

Abbiamo preso atto della relazione del presidente del gruppo di lavoro ad alto livello sull’EDIS su una tabella di marcia per rafforzare ulteriormente l’Unione bancaria, compreso l’EDIS.

Non perdiamo di vista il nostro obiettivo finale. Un sistema comune di assicurazione dei depositi è l’anello mancante dell’Unione bancaria. Aumenterà la protezione di tutti i nostri risparmi in caso di crisi bancaria, infondendo fiducia negli investitori e nei cittadini nel nostro sistema finanziario comune.

È stato ampiamente riconosciuto che questa relazione del gruppo di lavoro ad alto livello contiene elementi importanti per un’Unione bancaria rafforzata.

Oltre alla graduale introduzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi, il rapporto tocca diversi elementi che sono davvero di vasta portata. Non sono ancora maturi per l’approvazione o una discussione approfondita a livello di ministri.

Allo stesso tempo, aiuteranno a strutturare i negoziati politici in futuro. A tale scopo, abbiamo chiesto al gruppo di lavoro ad alto livello di proseguire i lavori su tutti gli elementi al fine di portarlo avanti nell’ambito di questo nuovo ciclo istituzionale dell’Unione europea.

Quest’anno ci siamo concentrati sull’approfondimento dell’UEM attraverso l’istituzione del BICC – lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività – e il rafforzamento del MES. Il prossimo anno il completamento dell’Unione bancaria, compreso l’EDIS, sarà un aspetto chiave nell’agenda dei ministri delle finanze.

Nel frattempo, sono in corso lavori legislativi sul bilancio dell’area dell’euro – il BICC – sulla base del nostro accordo di ottobre.

Nel loro insieme, tutti questi elementi contribuiscono a un pacchetto completo di approfondimento della nostra Unione economica e monetaria per costruire e garantire la nostra prosperità.

Presenterò il risultato delle nostre discussioni al Presidente del Consiglio europeo, in vista del vertice euro della prossima settimana.”

All’Ecofin del 5 dicembre (Consiglio dei Ministri dell’economia e finanza dell’UE) è stata presentata la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori per il Rafforzamento dell’Unione bancaria, predisposta dal Gruppo ad hoc “Rafforzamento dell’unione bancaria” del Consiglio. 

Il percorso verso L’Unione bancaria al momento non è andato molto più avanti del definire, per quanto riguarda l’EDIS, il sistema di assicurazione comune dei depositi, un progetto di modello per la raccolta di dati al fine di sostenere la metodologia di calcolo dei contributi basati sul rischio e uno studio su 22 opzioni e discrezionalità nazionali (NOD), che ha la finalità di supportare il negoziato fornendo una panoramica dell’attuale uso dei NOD negli Stati membri e contribuire alla discussione sul loro trattamento nell’ambito dell’EDIS, formulando raccomandazioni politiche, anche alla luce dell’impatto sull’EDIS in termini di esposizione finanziaria e oneri amministrativi.

All’Ecofin si discute pure del piano d’azione per affrontare la questione dei crediti deteriorati in Europa, che, pur continuando complessivamente a diminuire, restano elevati in quantità in alcuni Stati membri. Sul tema la Commissione ha proposto un pacchetto di misure legislative per la copertura minima delle perdite, mentre l’ABE e la Banca centrale europea (BCE) hanno adottato provvedimenti per affrontare la questione dei crediti deteriorati, ad esempio mediante orientamenti e linee guida.

Consiglio Europeo del 12 e 13 dicembre

Programma 

I capi di Stato e di governo metteranno a punto gli orientamenti sulla strategia a lungo termine dell’UE in materia di cambiamenti climatici da presentare al segretariato della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) agli inizi del 2020. I leader dell’UE si concentreranno su come raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.

Si discuterà inoltre del quadro finanziario pluriennale (QFP), ossia il bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027, sulla base di uno schema di negoziato completo di cifre preparato dalla presidenza di turno del Consiglio finlandese, come richiesto dai leader in ottobre. 

Esiti

Il 12 dicembre i leader dell’UE hanno discusso, tra le altre cose, di cambiamenti climatici, bilancio dell’UE a lungo termine e relazioni esterne. Il 13 dicembre si sono concentrati sull’unione economica e monetaria (vedi oltre – Euro Summit) e sulla Brexit.

Risultati della sessione del Consiglio (con link ai documenti discussi / approvati)

Per quanto riguarda la Brexit il Consiglio ha adottato le conclusioni seguenti:

1. Il Consiglio europeo reitera il proprio impegno a favore di un recesso ordinato sulla base dell’accordo di recesso, di cui chiede la tempestiva ratifica e l’effettiva attuazione. 

2. Il Consiglio europeo ribadisce il desiderio di instaurare con il Regno Unito future relazioni quanto più strette possibili, in linea con la dichiarazione politica e nel rispetto degli orientamenti e delle dichiarazioni del Consiglio europeo concordati in precedenza, in particolare delle dichiarazioni del 25 novembre 2018. Le future relazioni dovranno essere basate su un equilibrio di diritti e obblighi e garantire condizioni di parità. 

3. A tal fine, il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare al Consiglio un progetto di mandato generale per le future relazioni con il Regno Unito subito dopo l’avvenuto recesso e invita il Consiglio “Affari generali” ad adottare tempestivamente le relative decisioni e il relativo mandato negoziale. 

4. Il Consiglio europeo si compiace della decisione della Commissione di nominare nuovamente Michel Barnier per i negoziati sulle future relazioni. I negoziati continueranno a svolgersi in modo coerente, nonché all’insegna dell’unità e della trasparenza, con tutti gli Stati membri. Saranno condotti in continuo coordinamento e costante dialogo con il Consiglio e i suoi organi preparatori. 

5. Il Consiglio europeo seguirà attentamente i negoziati e concorderà ulteriori orientamenti politici generali, ove necessario. Nell’arco di tempo fra le riunioni del Consiglio europeo, il Consiglio “Affari generali” e il Coreper, assistiti da un gruppo ad hoc, garantiranno che i negoziati siano condotti conformemente alle posizioni e ai principi generali concordati dal Consiglio europeo e al mandato negoziale del Consiglio, e forniranno ulteriore guida, se del caso, pienamente in linea con l’interesse superiore dell’UE e con l’obiettivo di conseguire un risultato giusto ed equo per tutti gli Stati membri e nell’interesse dei nostri cittadini.

Vertice euro del 13 dicembre 2019 (composto dai capi di Stato e di governo dei paesi appartenenti all’Eurozona):

Programma

Discussione sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria. In particolare, i leader dell’UE a 27 faranno il punto sui progressi compiuti nell’attuazione della dichiarazione del Vertice euro di giugno 2019, compresi:

  • la revisione del trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità (MES)
  • lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività (BICC)
  • i lavori tecnici relativi al rafforzamento dell’unione bancaria.

Esito

Dichiarazione – 13 dicembre 2019 (EURO 505/19 1)

Dichiarazione del Vertice euro

1. Accogliamo con favore i progressi compiuti in sede di Eurogruppo in formato inclusivo sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria e prendiamo atto della lettera del presidente dell’Eurogruppo del 5 dicembre 2019.

2. Incarichiamo l’Eurogruppo di continuare a lavorare sul pacchetto di riforme del MES – fatte salve le procedure nazionali – e di proseguire i lavori su tutti gli elementi dell’ulteriore rafforzamento dell’unione bancaria, su base consensuale.

3. Per quanto riguarda lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività (BICC), al fine di poterlo completare nel contesto del prossimo QFP, invitiamo l’Eurogruppo a fornire rapidamente il proprio contributo in merito alle soluzioni adeguate per il suo finanziamento, sulla base delle modalità di funzionamento di ottobre 2019, onde realizzare le nostre ambizioni in materia di convergenza e di competitività. Il BICC sarà incluso nelle consultazioni del presidente del Consiglio europeo con gli Stati membri nel contesto del QFP.

4. I progressi in questi settori rafforzeranno inoltre il ruolo internazionale dell’euro, che dovrebbe essere commisurato al peso economico e finanziario dell’Unione a livello globale.

5. Incoraggiamo il proseguimento dei lavori su tutte le summenzionate questioni, che torneremo a esaminare al più tardi nel giugno 2020.

Approfondimento sul BICC

Lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività (BICC) è uno dei tre pilastri nella “logica di pacchetto” auspicata al governo italiano e richiamata dal Consiglio europeo.

L’Eurogruppo dello scorso 9 ottobre ha approvato tutti gli elementi essenziali della governance e del finanziamento, definendone la dotazione e modulazione, del BICC della zona euro. Come si legge nella proposta di regolamento della Commissione relativo a un quadro di governance per lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività della zona euro, il BICC “contribuirebbe alla resilienza dell’Unione economica e monetaria poiché sosterrebbe pacchetti di riforme e investimenti coerenti per affrontare le sfide in materia di competitività e convergenza degli Stati membri della zona euro.” E che “la proposta di regolamento prevede che il Consiglio (a seguito di discussioni in seno all’Eurogruppo) definisca ogni anno orientamenti strategici sulle priorità di riforma e investimento per l’intera zona euro, nell’ambito della raccomandazione sulla politica economica della zona euro (di seguito “raccomandazione per la zona euro”)”. … “coerente con il processo consolidato del semestre europeo per la sorveglianza e il coordinamento delle politiche economiche dell’Unione … in linea con il calendario del semestre europeo.”

In sintesi, lo strumento si propone come obiettivo la definizione di gli orientamenti strategici per le priorità di riforma e investimento dell’intera zona euro e gli orientamenti specifici per paese inerenti agli obiettivi delle riforme e degli investimenti aventi rilevanza per lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività, che devono essere coerenti con le raccomandazioni specifiche per paese. Il BICC opererebbe nell’ambito del nell’ambito del programma di sostegno alle riforme, e sarebbe governato in base alle linee strategiche definite dall’Eurogruppo (e dall’Eurosummit.), il cui quadro di governance sarebbe codificato in un atto addizionale. Il finanziamento dello strumento sarebbe definito da un (altro) Accordo intergovernativo fra gli Stati membri che partecipano, obbligatoriamente, sulla base del Regolamento in via di definizione. E’ stato rilevato che il consenso degli Stati membri a essere vincolati dalle disposizioni di tale nuovo accordo intergovernativo dipende dalle rispettive norme costituzionali nazionali e non dagli obblighi posti da un atto di diritto derivato dell’UE come appunto un Regolamento.

Nel parere della Banca Centrale Europea sulla proposta di Regolamento per il BICC, Mario Draghi, in una delle sue ultime lettere da Governatore, sottolinea come lo strumento deve necessariamente essere guidato nei suoi impieghi, dalle Raccomandazioni Specifiche per Paese emanate ogni anno dal Consiglio. Considera inoltre, che proprio per le finalità del BICC sono necessari ulteriori approfondimenti su come stabilire una funzione di stabilizzazione macroeconomica, che è tuttora assente nell’area Euro, mentre esiste in tutte le unioni monetarie al fine di contrastare gli shock economici che non possono essere gestiti a livello nazionale. Una funzione di stabilizzazione fiscale, di dimensioni sufficienti, migliorerebbe la resilienza degli Stati membri e dell’Eurozona nel suo complesso, supportando pure la politica monetaria comune.

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