Mese: Dicembre 2018

Auguri per sopravvivere!

articoli
di Pierluigi Sullo – Cara Europa, nonostante tutto ti farei gli auguri per il nuovo anno. Anzi, penso ce ne sia davvero bisogno. E’ che se qualcuno mi domanda: sei…

Le frontiere del bilancio

di Paola Boffo – Nella formazione del Consiglio UE “Affari generali” (CAG) si svolge, in genere una volta al mese, il coordinamento dei preparativi per le riunioni del Consiglio europeo. Il CAG, composto essenzialmente dai ministri degli affari europei di tutti gli Stati membri dell’UE, è inoltre responsabile di una serie di settori politici trasversali, tra cui l’allargamento dell’UE e i negoziati di adesione, l’adozione del quadro finanziario pluriennale (il piano di bilancio settennale dell’UE), la politica di coesione, questioni relative all’assetto istituzionale dell’UE e altri fascicoli attribuitigli dal Consiglio europeo.
Nella riunione dell’11 dicembre scorso, il CAG ha tenuto un dibattito orientativo sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, durante il quale i ministri hanno scambiato opinioni sui principali temi da affrontare e sul calendario dei negoziati. La presidenza austriaca ha presentato una sua relazione sullo stato di avanzamento dei lavori e un progetto di schema di negoziato, che è uno strumento utilizzato per strutturare e facilitare il processo negoziale sul QFP…

Tsipras o Salvini: questa è la sfida

articoli

di Lefteris Stoukogeorgos – Grecia e Italia, oltre alla loro grande prossimità, storia e cultura comuni condividono da lungo tempo (almeno venti anni) problemi strutturali come un debito pubblico elevato, un modello di sviluppo non riuscito, alti livelli di ingarbugliamento e corruzione, alto tasso di deficit democratico, grandi disuguaglianze, travagliato settore bancario, fuga di cervelli, calo del tasso di natalità, una mancanza di infrastrutture e stato di benessere, settore pubblico burocratico e inefficace…

Un mondo alla rovescia

articoli

di Sergio Segio – Il Rapporto sui diritti globali 2018, presentato pochi giorni fa a Roma alla CGIL nazionale, ha compiuto 16 anni: un lasso di tempo consistente e assieme anche molto breve. Certamente è periodo lungo e impegnativo se considerato dal piccolo osservatorio e ruolo di un’associazione decisamente e volutamente leggera, quale è Società INformazione, che, con molta fatica, è riuscita a tenere fede a questo impegno annuale di provare a guardare, studiare e raccontare ciò che accade nel mondo con uno sguardo in profondità e un approccio innovativo…

Intervista a Manuela D’Àvila

focus
In occasione dell’incontro organizzato dal Gruppo Parlamentare Europeo GUE/NGL, Partito della Rifondazione Comunista, Casa Internazionale delle Donne, Comitato Italiano Lula Livre, abbiamo intervistato Manuela D’Àvila, parlamentare brasiliana, già candidata vice-presidente…

Chiude la Cop24: accordo al ribasso

di Maria Marano e Alessandro Coltrè per A Sud* da Katowice
Applausi liberatori hanno accolto nella tarda serata di sabato il Paris Rulebook, ovvero le linee guida approvate alla Cop24 a Katowice, in Polonia, per rendere operativo l’Accordo di Parigi, che fissa l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2°C rispetto ai livelli preindustriali, e di compiere tutti gli sforzi per restare sotto l’1.5°C. Sebbene sia stato definito “robusto” dall’ONU, il libro delle regole che il mondo ha scritto per contenere l’aumento delle temperature non sembra in realtà particolarmente ambizioso…

Contro la schiavitù à la Orbán

focus

di Matyas Benyik* – Dal momento in cui il Fidesz Party del primo ministro Viktor Orbán è arrivato al potere nel 2010 (lo scorso aprile ha riportato una vittoria schiacciante), è stato oggetto di una sempre più severa critica da parte dell’Unione Europea per le sue misure repressive contro le istituzioni democratiche. Le politiche anti-migranti di Orbán, che sono state condannate dall’UE, si sono dimostrate particolarmente popolari nell’Ungheria rurale e Orbán ha trovato alleati in Polonia e in Italia. La sua democrazia illiberale è apprezzata in Francia, nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti.
Orbán è stato accusato di essersi progressivamente impadronito di istituzioni precedentemente indipendenti, nonché di aver esteso il controllo del governo sulla maggior parte dei media ungheresi…

Sciaboletta

articoli

di Giancarlo Scotoni – Più che a essere obbligati a “pensare” a Salvini siamo condannati a fare una quotidiana esperienza dei prodotti esibiti  delle sue frattaglie e ce ne dobbiamo riempire il naso più che le orecchie. Così il pensiero si ritrova a scartare come un cavallo di fronte a un morto – forse perché la nostra mente migliore condivide il buon istinto animale. Se la satira potesse aiutare, a fronte della sicurezza di uno junker (pronunciato jùnker) si potrebbe associare Salvini al re sciaboletta, con i suoi 1,53 metri s.l.m. 153 centimetri di pupazzo che hanno incarnato tutto il peggio dei suoi tempi…

Non è più tanto divertente

editoriali

Di Walter Baier – L’obiettivo dei partiti neofascisti è di ottenere il potere governativo per conquistare lo stato, ristrutturarlo e governare in modo autoritario. Ecco perché la partecipazione di questi partiti ai governi non è solo un episodio spiacevole che rimarrà fine a se stesso.

Il neofascismo della FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs) e di partiti simili diventa evidente nei loro tentativo di operare per non poter più essere rimossi dal potere. Lavorano per ottenere il controllo dei media, della polizia, dei servizi segreti e dei sistemi giudiziari. Limitano la libertà di stampa, con il pretesto di proteggere le persone ben educate e rispettabili contro i loro nemici: rifugiati, islam, Soros, rom, terrorismo, “correttezza politica”, studi di genere e chissà cos’altro.

E Juncker sorrise

di Roberto Musacchio – Le facce dei “potenti” sono spesso maschere da cui è difficile cogliere il senso delle cose. Specie oggi che “tutto è in rete”.

Eppure il giro delle facce che ci restituiscono le ultime giornate della tormenta (o ormai tormentone) europeo qualcosa fa trasparire.

C’è quella di May, la premier inglese, che incespica sulle parole mentre chiede di rinviare il giudizio del Parlamento sulla “sua” Brexit.

Appare come un “primo della classe che teme di essere bocciato” il Presidente francese Macron che chiede scusa di fronte ai gilet gialli in diretta TV.

Anche quello di Orban, il sovranista ungherese, appare un cipiglio incredulo per manifestazioni che stavolta non sono contro migranti, che poi in Ungheria quasi non esistono, ma di lavoratori e studenti contro la sua legge “della schiavitù” che impone 400 ore di straordinario pagabili 4 anni dopo accompagnata da una “riforma” che trasforma la Corte Costituzionale in una dependace del governo…

Dal cuore di Marrakech al gelo di Visegrad

focus

di Stefano Galieni – Il no assoluto di personalità “autorevoli” come Trump, Bolsonaro, Orban (con tutto il gruppo di Visegrad), Bulgaria, Polonia e, last but not least Salvini, che ha sospeso la decisione in attesa di un pronunciamento parlamentare, al Global Compact for Migration, ratificato nei giorni scorsi durante la Conferenza di Marrakech, dovrebbe far ben riflettere per definire l’impianto ideologico dell’Internazionale Nera oggi in posizioni di dominio nel pianeta. Il documento è di fatto, come inevitabilmente capita in sedi come le Nazioni Unite, dove diversi sono gli interessi e gli approcci su cui trovare una mediazione è frutto di un compromesso…

Ma quanti voti avrebbero i gilet gialli !!! ???

editoriali
Pubblichiamo in allegato uno studio dell’istituto di ricerche IFOP francese sull’impatto dei gilet gialli sulla popolazione francese articolato per orientamenti politici, età, classe sociale e collocazione territoriale con uno studio…

Il vulcano popolare è tornato!

editoriali

di Paul Elek – Il vulcano francese sta di nuovo eruttando, dopo anni di profonde attività sotterranee. Sabato 1 dicembre il mondo ha scoperto quanto sia profonda la crisi sociale in corso in Francia. Dopo una lunga giornata di rivolte che si sono diffuse nei quartieri più prestigiosi di Parigi, i media e il governo francese hanno finalmente capito la portata di questo movimento sociale iniziato poche settimane prima. Cercherò qui di dare al meglio delle mie conoscenze alcune informazioni chiave per capire la rivolta dei “gilet gialli”.

La febbre gialla si è diffusa in tutto il paese prima che qualcuno avesse tempo di rendersene conto. Anche se molti sostenevano da tempo e costantemente che la frattura sociale in Francia era sul punto di condurre a uno scoppio sociale nell’ultimo decennio, dai sindacati ai partiti politici nessuno avrebbe immaginato ciò che stava arrivando! In origine il movimento era iniziato come una chiamata a diporre un gilet giallo sul cruscotto delle auto per protestare contro l’aumento di una tassa sul carburante. Il governo aveva annunciato la sua intenzione di aumentare le tasse per finanziare gli investimenti nelle energie rinnovabili. Tuttavia, solo 7 miliardi pari al 20,5% dei risultati attesi dalla tassa, dovevano essere investiti direttamente in essi. In ottobre diversi video che chiedevano una mobilitazione sui social media hanno iniziato a ricevere slancio a livello di base. Alla fine di un mese una petizione che chiedeva una politica ecologica «non punitiva» e il ritiro dell’imposta raccoglievano un milione di firme nel tempo di una settimana. Questi richiami…

A Bilbao per il forum delle alternative: manifesto del forum

Cosa manca al programma di Bilbao

articoli

di Fabrizio Fassio – Pur stimando la necessità assoluta di un vasta alleanza di forze progressiste, mi sembra che questo appello alle forze popolari (che sono quelle che ci hanno lasciato) non sciolga alcune incognite essenziali e nasconda una mediazione che non rende chiara la proposta politica.

I punti prioritari che mi sono chiari sono:  quello ecologico (ma deve essere molto più dettagliato sulle azioni della green economy), il promuovere l’uguaglianza di genere e contro la guerra, per la pace e la sicurezza collettiva.

Sociale è Politica

focus
Con questo appuntamento Transform! Italia apre uno spazio di confronto sulle questioni sociali e politiche e sul legame tra le due “sponde”, quel legame su cui Transform! Italia si interroga…