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L’Impasse di Macron e Merkel

di Paola
Boffo

di Paola Boffo – L’Eurogruppo, nella riunione del 4 dicembre, ha esaminato la situazione generale di bilancio e le prospettive nell’area dell’euro e ha condotto la revisione della situazione economica e fiscale degli Stati membri interessati. La discussione si è basata sui pareri della Commissione sui progetti di piani di bilancio dei 19 Stati membri dell’area dell’euro e sulla comunicazione della Commissione sulla sua valutazione globale dei piani di sviluppo del bilancio.

L’esito della valutazione è sintetizzato nella dichiarazione finale (che si può leggere tradotta in italiano in coda a questo articolo), secondo la quale:

“È la sesta volta che conduciamo questo esercizio e per la prima volta nessun paese presenta questo anno una previsione di deficit eccessivo, cioè superiore al 3% del PIL.”

Ma l’Eurogruppo ha anche lavorato per la preparazione del Vertice Euro del 14 dicembre dove si discuterà dell’approfondimento dell’Unione Economica e Monetaria e ci si aspetta che siano prese decisioni concrete e forniti orientamenti sulla via da seguire nell’approfondimento dell’UEM.

E’ necessario ricordare che il 6 dicembre 2017, in adempimento all’impegno di approfondire l’Unione economica e monetaria dell’Europa assunto dal presidente Jean-Claude Juncker nel discorso del 2017 sullo stato dell’Unione, che prendeva le mosse dalla visione delineata nella relazione dei cinque presidenti del giugno 2015 e nei documenti di riflessione sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria e sul futuro delle finanze dell’UE della primavera del 2017, la Commissione europea aveva presentato una tabella di marcia (Roadmap) per l’approfondimento dell’Unione economica e monetariae misure concrete da adottare nel corso dei prossimi 18 mesi, e cioè fino a giugno 2019. Questo pacchetto di proposte e iniziative della Commissione costituisce uno dei pilastri della proposta di nuovo Quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2020, con l’obiettivo generale di l’unità, l’efficienza e la responsabilità democratica dell’Unione economica e monetaria dell’Europa entro il 2025.

Infatti, secondo la Commissione, l’Unione economica e monetaria è il migliore strumento per rendere l’Europa più prospera e tutelare i cittadini europei da eventuali future crisi economiche, e diventerà più forte soltanto se la solidarietà e la responsabilità procederanno di pari passo.

Nel pacchetto proposto, dunque, si prevede di far rientrare il meccanismo europeo di stabilità (MES) nel quadro giuridico dell’Unione europea al fine di renderlo più rispondente a requisiti democratici, e, allo stesso tempo, di consolidarne ruolo e processo decisionale. L’obiettivo sarebbe la creazione di un vero e proprio Fondo monetario europeo in grado di rispondere alle crisi, che si affianchi agli strumenti consolidati di coordinamento e sorveglianza delle politiche economiche.

Si propone inoltre la creazione di un’apposita linea di bilancio per la zona euro all’interno del bilancio dell’UE con quattro funzioni: assistenza alle riforme strutturali, una funzione di stabilizzazione; un dispositivo di sicurezza (backstop) per l’Unione bancaria; uno strumento di convergenza per dare assistenza preadesione agli Stati membri.

La Commissione, inoltre, ha proposto l’integrazione del contenuto del trattato su stabilità, coordinamento e governancenell’Unione economica e monetaria (Fiscal compact) nel quadro giuridico dell’UE, come era stato concordato nel 2012, facendo uso dell’adeguata flessibilità insita nel patto di stabilità e crescita e individuata dalla Commissione sin dal gennaio 2015. Il completamento dell’Unione bancaria per ottenere la riduzione e la condivisione dei rischi nel settore bancario è un altro elemento fondamentale di questa azione, per aiutare a creare il sistema finanziario stabile e integrato di cui i cittadini e le imprese hanno bisogno.

I 27 ministri delle finanze che hanno partecipato alla riunione dell’Eurogruppo, ad esclusione, dunque, del ministro britannico, a causa della Brexit, hanno raggiunto un accordo che mira a fornire alle autorità europee strumenti più efficaci in caso di grave shock per l’economia europea, ma lascia inevase le iniziative più “visionarie”, come un ministro delle finanze dell’area dell’euro o una sorta di Fondo monetario europeo.

L’Eurogruppo ha poi discusso di possibili nuovi strumenti di bilancio volti a rafforzare la zona euro. In particolare ha discusso la proposta della Commissione e la proposta della Germania e della Francia, che suggeriscono la creazione di strumenti per migliorare la competitività, la convergenza e la stabilizzazione nell’UEM.

Per quanto riguarda gli strumenti per la competitività e la convergenza, la Francia e la Germania hanno proposto un’architettura per un Bilancio dell’Eurozona, che farebbe parte del bilancio dell’UE. Le sue dimensioni sarebbero determinate dai capi di stato e di governo nel contesto del quadro finanziario pluriennale (QFP). Fermo restando il mandato che sarà conferito sulla questione dal Vertice europeo, i lavori potrebbero procedere alla progettazione, all’attuazione e alla programmazione della tempistica di tale operazione.

Non hanno avuto quindi un avanzamento nella discussione le proposte di Macron e Merkel su uno specifico bilancio per l’area Euro: i ministri europei hanno discusso per mesi la proposta di creare una sorta di capacità fiscale per i paesi che hanno adottato la moneta unica, che potrebbe essere utilizzata in caso di crisi o di grave shock economico. L’intento dei due leader era disegnato sull’idea di un bilancio dell’area dell’euro, come parte integrante della visione di rilanciare l’UE dopo la crisi del debito, lo shock della Brexit e l’ascesa dei populisti. Ma i 27 ministri hanno concordato una versione molto più snella dell’idea, collegandola strettamente al rafforzamento delle riforme sostenute dall’UE, senza fornire alcun aiuto in caso di un inaspettato rallentamento economico.

I ministri, nella Relazione dell’Eurogruppo ai leader sull’approfondimento dell’UEM, hanno definito un calendario per i prossimi lavori, indicando i principali punti del negoziatoda svolgere, e hanno deciso di stabilire un gruppo di lavoro ad alto livello con un mandato per lavorare sui prossimi passi, che dovrebbe riferire entro giugno 2019.

 

 

Dichiarazione dell’Eurogruppo sui Documenti programmatici di bilancio (DBP) per il 2019

4.12.2018 ore 03:10 Comunicato stampa 734/18

L’Eurogruppo si compiace che tutti i 19 Stati membri abbiano presentato progetti di piani di bilancio (PBD) per il 2019. La Grecia è parte di questo esercizio per la prima volta, dopo la fine del programma di aggiustamento macroeconomico. Il 21 novembre, la Commissione ha fornito valutazioni e pareri individuali approfonditi, unitamente a un’analisi della situazione di bilancio nell’area dell’euro.

L’area dell’euro sta entrando nel suo sesto anno di crescita, anche se la crescita ha raggiunto il picco e sono aumentati i rischi al ribasso. Secondo le previsioni d’autunno della Commissione, il disavanzo aggregato nell’area dell’euro dovrebbe diminuire ulteriormente dall’1% nel 2017 allo 0,6% del PIL nel 2018, anche se è previsto un aumento dello 0,8% del PIL nel 2019. Per la prima volta dall’introduzione dell’euro, nel 2019 nessuno Stato membro dell’Eurozona prevede un disavanzo superiore al 3% del PIL.

Il debito aggregato nell’area dell’euro dovrebbe essere in discesa, dall’89% del PIL nel 2017 all’87% del PIL nel 2018 e all’85% del PIL nel 2019.

Le attuali condizioni economiche richiedono l’urgente necessità di ricostituire le riserve fiscali, in particolare negli Stati membri che non hanno raggiunto i loro obiettivi di bilancio a medio termine (OMT). L’Eurogruppo ribadisce che un ritmo lento di riduzione del debito da livelli elevati in alcuni Stati membri rimane motivo di preoccupazione e dovrebbe essere affrontato in modo decisivo.

In questo contesto, l’espansione fiscale o un aggiustamento strutturale limitato previsto in alcuni Stati membri nel 2019 è preoccupante, in particolare se abbinato ad un livello elevato del rischio di sostenibilità a medio termine.

L’Eurogruppo ricorda in questo contesto che l’attenzione si concentra su una sufficiente riduzione del debito e che l’adeguamento all’OMT è parte integrante del patto di stabilità e crescita (PSC).

L’Eurogruppo ricorda anche che le raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 13 luglio 2018 comprendono orientamenti dettagliati e quantificati in materia di politica fiscale, in considerazione della necessità di rafforzare il potenziale di crescita e ridurre le preoccupazioni in materia di sostenibilità.

L’Eurogruppo sottolinea che gli Stati membri si trovano in situazioni di bilancio molto diverse.

L’Eurogruppo ricorda che nel suo parere emesso il 23 ottobre 2018 la Commissione ha individuato una non conformità particolarmente grave con la raccomandazione indirizzata all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018 e ha chiesto una revisione Documento di bilancio (DBP).  Italia ha presentato un DBP riveduto il 13 novembre, sul quale la Commissione ha emesso un altro parere il 21 novembre, confermando l’esistenza di una non conformità particolarmente grave alla raccomandazione del Consiglio.

Sosteniamo la valutazione della Commissione di raccomandare all’Italia l’adozione delle misure necessarie per conformarsi al Patto di Stabilità e Crescita. Sosteniamo anche il dialogo in corso tra la Commissione e le autorità italiane.

L’Eurogruppo prende atto del fatto che, secondo la valutazione della Commissione, si ritiene che i piani di cinque Stati membri siano a rischio di mancato rispetto del patto di stabilità e crescita nel 2019: Belgio, Francia, Portogallo, Slovenia, sotto il braccio preventivo del patto, e la Spagna, soggetta all’ipotesi di una correzione tempestiva e duratura del disavanzo eccessivo.

Secondo la valutazione della Commissione, i DBP di questi Stati membri potrebbero comportare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso il loro rispettivi Obiettivi di medio termine.

Inoltre, il Belgio, la Francia, il Portogallo e la Spagna, ad un primo esame, non dovrebbero conformarsi con gli obiettivi di riduzione del debito 2019.  L’Eurogruppo invita tutti questi Stati membri a prendere in considerazione in modo tempestivo le necessarie misure supplementari per affrontare i rischi identificati dalla Commissione e garantire che il loro bilancio 2019 sia conforme alle disposizioni del Patto di Stabilità e Crescita.

Sulla base della valutazione della Commissione, i piani di tre Stati membri sono considerati ampiamente conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019: Estonia, Lettonia e Slovacchia, tutte sotto il braccio preventivo del PSC. L’Eurogruppo invita questi Stati membri a garantire la conformità alle disposizioni del PSC nell’ambito delle procedure di bilancio nazionali e si compiace del loro impegno a prendere le necessarie misure.

L’Eurogruppo apprezza che i piani di dieci Stati membri siano ritenuti conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019: Austria, Cipro, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi, tutti nell’ambito del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita.

L’Eurogruppo si compiace inoltre che alcuni degli Stati membri che hanno superato i loro obiettivi a medio termine e abbiano in programma di utilizzare parzialmente la loro situazione di bilancio favorevole nel 2019 per aumentare gli investimenti e la crescita, preservando nel contempo, nel lungo termine, la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Continueremo a monitorare le politiche fiscali ed economiche degli Stati membri dell’area dell’euro, nonché la situazione di bilancio dell’eurozona nel suo insieme.”