E siamo così di fronte all’ennesima tragedia: un fiume di fango e detriti ha colpito Casamicciola, comune dell’Isola di Ischia, causando crolli, danni e vittime. Una tragedia annunciata in un Paese fragile che sistematicamente, una volta abbassati i riflettori sui luoghi del disastro, ritorna nella sua normalità, in attesa della prossima tragedia. Torna cioè a non fare prevenzione, a non occuparsi della manutenzione del territorio, a non monitorarlo costantemente, a non investire per la sua messa in sicurezza e, soprattutto, si torna a costruire e a cementificare, troppo spesso anche abusivamente. E a tollerare tali abusi.
Un Paese che fino ad oggi non è stato in grado di mettere in campo azioni concrete per fermare – per esempio – il consumo di suolo per salvaguardare il suolo italico ancora non antropizzato e compromesso e, parallelamente, suggerire un orizzonte di sviluppo per l’intero comparto edilizio, orientato al recupero e riuso dell’ingente patrimonio esistente e inutilizzato. Una svolta necessaria per la tutela dell’ambiente, per i nostri modelli sociali, per contribuire a contrastare i deleteri effetti del cambiamento climatico, emergenza quest’ultima che ha una stretta connessione con l’elemento suolo e anche con episodi come quello di Casamicciola.
C’è una proposta normativa elaborata dal Forum nazionale Salviamo il Paesaggio e presentata a tutte le forze politiche nel lontano febbraio del 2018 in grado di contrastare in maniera corretta il grave fenomeno del consumo di suolo. Cioè un’azione virtuosa e lungimirante per fronteggiare un’emergenza dichiarata e ormai palese. Una proposta che rappresenta la sintesi condivisa di una visione multidisciplinare: lo specifico gruppo di lavoro tecnico-scientifico, formato da ben 75 esperti, ha infatti inteso comprendere tutte le competenze in materia di “terra”, coinvolgendo architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti. E l’intero Forum nazionale (più di mille organizzazioni e decine di migliaia di aderenti individuali) ha avuto la possibilità di esprimere il proprio consenso e di proporre emendamenti prima della diffusione del testo a tutte le forze politiche: si tratta, quindi, di una profonda analisi sinergica che tocca tutti gli strati della nostra società.
Quella proposta normativa è stata ora depositata alla Camera dei deputati da Stefania Ascari con un titolo eloquente: Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati ed è disponibile alla sottoscrizione da parte di ciascuno degli eletti alla Camera. Potrebbe essere il modo migliore per rispondere alla tragedia di Ischia e per alcuni anche il modo per emendare comportamenti politico-parlamentari non virtuosi che nel passato hanno per esempio strizzato l’occhio all’abusivismo. Occuparsi di arrestare il consumo di suolo rappresenta un tema prioritario, che dovrebbe raccogliere l’adesione di tutti, non essere vissuto come una “battaglia di parte” ma come uno strumento di tutela per risolvere una conclamata emergenza.
Giovanni Caprio