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Come è il cielo sopra Berlino?

di Roberto
Musacchio

In questi ultimi giorni ci arrivano dalla Germania due testimonianze che meritano grande attenzione.

Una è un’intervista di Oskar Lafontaine, uno dei più prestigiosi leader tedeschi degli ultimi decenni, sul tema della guerra ucraina e del ruolo della Germania e delle conseguenze che la guerra sta avendo sulla Germania stessa.

L’altra è una frase di Angela Merkel, riportata da Der Spiegel, riferita al termine del suo mandato quando, dice, propose di costruire un intervento europeo autorevole sulla situazione degli accordi di Minsk vista la loro crisi e i rischi che ne conseguivano, e di come avvertì che questa sua propensione non avesse più la forza per realizzarsi vista la sua prossima uscita1.

I due testi meritano di essere letti e riflettuti.

Le due personalità sono naturalmente diverse e si sono sempre combattute. Ma hanno una autorevolezza pari alla loro autonomia di pensiero. Che, purtroppo, è ciò che manca drammaticamente in Europa adesso in questa fase drammatica.

Chi scrive pensa che la costruzione della UE sia stata parte di un nuovo assetto sub-imperialista che profittava dell’89 per “conquistare spazi geopolitici” mancando invece l’esigenza di costruire un nuovo ordine mondiale democratico.

La Germania otteneva la sua riunificazione ed ampie aree di influenza. Così come la Francia si allargava nuovamente in Africa. Questo però avveniva contando sulla tenuta generale del processo di globalizzazione e dunque sulle “magnifiche sorti e progressive” del mercato globale. Che ora salta.

In questi decenni la Germania si è mossa in questa dimensione contraddittoria evitando strappi clamorosi con la Storia e gli equilibri quali quelli che viviamo oggi.

Merkel ha gestito l’unificazione conquistata da Kohl tra annessione e integrazione. Usando soldi europei e predominanza tedesca nella economia UE e rendendo i doppi regimi sociali e normativi usati nel processo in realtà permanenti.

Il suo oppositore Lafontaine ha lavorato all’altra unificazione, quella tra Pds dell’Est e sinistra socialdemocratica che all’Ovest rompeva con la deriva del partito.

Io ho avuto modo di ascoltare i discorsi di Merkel in Parlamento Europeo e ho sempre apprezzato la misura delle ricostruzioni storiche che mantenevano l’origine fondativa della UE nella lotta al nazifascismo. Lontanissima dunque dalla paccottiglia revisionista che caratterizza le recenti esternazioni delle istituzioni UE.

Lafontaine ha tutta l’autorevolezza per lamentare il male che la guerra e la sua gestione stanno facendo alla Germania come popolo. Col mio dubbio rispetto alle mire di fortissimo riarmo, senza precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale, che l’attuale leadership tedesca e il governo del semaforo con i Grünen protagonisti stanno mettendo in campo.

Queste poche riflessioni per un tema che chiede una discussione approfondita per cui invitiamo a leggere i due testi da cui siamo partiti.

Roberto Musacchio

  1. per una parziale ripresa dell’intervista in italiano, si veda per esempio open online. L’intervista integrale in tedesco è invece a pagamento sul sito di Der Spiegel.[]
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