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Quale soggettività antagonista contro una strategia europea che la nega alla radice?

di Roberto
Rosso

La commissione europea interviene sulla condizione dei lavoratori nei servizi governati dalle piattaforme digitali con una proposta di direttiva1, ovviamente gli effetti sono più importanti per quei lavori in cui è più evidente la subordinazione, come sottolinea Ciccarelli sul Manifesto, i cottimisti del click non è chiaro se e come vengano considerati nel costrutto della direttiva. Piattaforme digitali, fabbriche e processi di produzione 4.0 sono i punti di riferimento per il dibattito sul futuro del lavoro, sulla continua ridefinizione delle sue funzioni. La ridefinizione delle funzioni lavorative dei ruoli professionali, delle competenze e conoscenze costituisce un processo storico, evolutivo che ha caratterizzato da sempre la trasformazione del sistema capitalistico, la composizione sociale delle attività all’interno dell’organizzazione dei processi produttivi e riproduttivi, salariati e non. Di fase in fase nello sviluppo capitalistico processi produttivi e riproduttivi si sono costruiti, intrecciati e diffusi evolvendosi, strutturandosi e rappresentandosi nel sistema delle merci.

Questo mondo delle merci, di cui si sostanzia la nostra vita individuale e collettiva, è giunto ad un punto di rottura con l’ambiente in cui si è diffuso e di cui si nutre: mari di plastica e riscaldamento globale, collasso dei sistemi ecologici. La mercificazione del mondo della vita -dal livello biologico più intimo al livello sociale più complessi- in tutti i suoi aspetti è il motore dello sviluppo capitalistico che, di crisi in crisi, ha rilanciato sempre più in alto la sua posta, non lasciando ormai più nulla fuori di esso, inventando e diventando la misura di tutte le cose. La digitalizzazione sta ridefinendo tutto questo, il mondo delle merci diventa ‘intelligente’, il contenuto di informazione formalmente definita, trattata e veicolata diventa la metrica universale; tuttavia, come abbiamo già rilevato, l’intelligenza del mondo delle cose -la complessità algoritmica che pervade ogni relazione sociale- a quanto pare non ha prodotto e non sembra in grado di produrre un mondo globalmente più giusto ed intelligente.

Da almeno 10 anni stiamo assistendo ad un salto qualitativo nello sviluppo delle tecnologie che vanno sotto il nome di Intelligenza Artificiale a cui si affida il compito di affrontare la complessità contraddittoria del mondo che si sta edificando/distruggendo. L’organizzazione dei lavoratori e la loro rappresentanza politica faticano -eufemismo- a seguire questa trasformazione continua della composizione sociale.

L’intervento della Commissione europea sul lavoro guidato da algoritmi certo fa seguito ad una attività dei sindacati a livello europeo, preceduto dalla legislazione spagnola, tuttavia siamo ben lontani da una capacità di lotta coordinata, di organizzazione, paragonabile alla diffusione pervasiva delle piattaforme digitali, alle loro mutevoli forme; quando parliamo di lotta oggi bisogna immaginare la capacità di mobilitare le capacità di relazione, creatività, cooperazione e condivisione delle conoscenze, quella stessa capacità di espressione sociale, onnilaterale che il rapporto di capitale oggi mette al lavoro, frammentando e ricomponendo il corpo sociale a proprio vantaggio, realizzando una composizione sociale sempre più stratificata e parcellizzata in cui continuano a riprodursi le forme più antiche forme più antiche di sfruttamento.

La Commissione Europea ha recentemente adottato ‘le misure per l’apprendimento permanente e l’occupabilità’2 che fanno riferimento all’obiettivo del vertice sociale di Porto secondo cui il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare annualmente ad attività di formazione entro il 2030, a L’agenda per le competenze3 e alla comunicazione sullo Spazio Europeo dell’Istruzione4, presentando due proposte di raccomandazioni per Consiglio sui conti individuali di apprendimento e sulle microcredenziali.

La motivazione:” Un solido bagaglio di competenze apre opportunità alle persone, offre una rete di sicurezza in tempi di incertezza, promuove l’inclusione e l’avanzamento sociale e fornisce all’economia una forza lavoro qualificata, necessaria per la crescita e l’innovazione. Per il successo delle transizioni verde e digitale occorrono lavoratori in possesso delle giuste competenze.”

Le dinamiche del mercato del lavoro, il cambiamento continuo delle prestazioni richieste è espresso esemplarmente nella definizione e nelle argomentazioni sulle microcredenziali.

“Per garantire una transizione equa, è fondamentale che chiunque abbia accesso a opportunità di apprendimento e formazione flessibili, modulari e accessibili, indipendentemente dalla propria situazione personale. L’approccio europeo alle microcredenziali faciliterà il riconoscimento e la convalida di queste esperienze di apprendimento”( Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani ).

Vale la pena leggere le proposte della commissione che riassumono e fanno rifermento alla strategia complessiva delle istituzioni europee in merito all’istruzione5.

La transizione digitale-dalla quale dipende la transizione verde, essendo il digitale il complesso di tecnologie abilitante per il complesso dell’innovazione tecnologica- si presenta come il cuore della strategia complessiva dell’Unione di cui sono portatrici le istituzioni europee: dall’istruzione e formazione permanente, alle definizioni di regole per il controllo delle società del big tech6.

In ogni documento della Commissione Europea contesto e fondamento di questa gigantesca azione di innovazione è l’economia sociale di mercato, l’utopica mediazione, fondamento ideologico e vincolo concreto di ogni azione. Utopia di un mondo ideale privo di contraddizioni, in cui tutto si concilia -costruita sul modello di sviluppo fordista del secondo dopoguerra in Europa, i trenta gloriosi- sempre più difficile da rappresentare, nell’orizzonte della catastrofe climatica e nel contesto di una competizione strategica globale, sempre più aspra, i cui tempi e modalità l’Unione non determina. In queste settimane l’inflazione galoppa, trainata dalle materie prime energetiche, mentre ai confini tra Russia e Ucraina si svolge un confronto militare ai limiti dell’abisso, dove il continente europeo, terreno dello scontro, come Taiwan e l’indopacifico, si trova ad esserlo senza guidare il gioco. Ciò accade nella nuova situazione che la pandemia ha contribuito a creare, dove sono definitivamente saltati gli equilibri precari dell’Unione, assieme a quelli globali. A questa nuova situazione si vuole cominciare a rispondere – alla ricerca di nuovi equilibri interni e di un nuovo ruolo geostrategico- a partire dal progetto di difesa comune, dalla decisione di costruire una strategia comune nel mercato delle materie prime energetiche. La pandemia peraltro è tutt’altro che svanita, con la variante Omicron si prepara un altro inverno drammatico, nel quale le politiche sui vaccini aprono in alcuni paesi conflitti non indifferenti. Anche sui vaccini l’Unione non è stata in grado di rivendicare un ruolo autonomo, proponendo e praticando una strategia di diffusione globale dei vaccini.

Sul piano della politica monetaria e creditizia si presentano gli interrogativi sulle politiche di bilancio dopo la pausa pandemica ed il New Generation Eu, si materializza l’incognita delle politiche della BCE a fronte dell’ondata inflazionistica, variamente descritta come strutturale o transitoria; orizzonti questi a breve e– brevissimo termine, mentre a medio e medio-lungo periodo si collocano le strategie di conversione ecologica, quella vera. Il passaggio alla trazione elettrica, per fare un esempio, è destinato entro il 2030/35 a sconvolgere l’intera filiera, partendo dalla realizzazione di mega-factory per la produzione delle batterie, alla riconversione del segmento finale della prodizione, alla scomparsa effettiva della subfornitura oggi destinata ai dispostivi ed ai componenti necessari al motore a scoppio, assieme alla ridefinizione di tutta la rete di servizi necessari al mantenimento ed all’uso dei mezzi sul territorio.

Le previsioni a medio termine parlano della scomparsa di un’ampia percentuale dei profili professionali e lavorativi oggi richiesti c della loro sostituzione con nuovi percorsi ed aggregati di competenze e conoscenze, in questo si riconosce il ruolo delle microcredenziali, da acquisire, comporre, scomporre e ricomporre secondo le necessità mutevoli dell’organizzazione sociale e produttiva, mentre ogni individuo -il termine persona appare improprio- deposita capitale formativo acquisito -macro e micro-nel proprio conto formativo.

Il progetto delle istituzioni europee -mentre mantiene al alcuni elementi di coesione e giustizia sociale, come la direttiva sui lavori regolati dalle piattaforme ed ambisce a costruire una qualche capacità di limitazione e regolazione dello strapotere degli oligopoli del Big-tech- nel progetto sull’istruzione manifesta la sostanza della visione del mondo e dell’orientamento strategico che lo animano, vale a dire la totale subordinazione al processo di innovazione capitalistica, al quale non si impongono vincoli sostanziali, i si limitandosi a smussare alcune punte, senza intervenire sulla sua natura, sui suoi meccanismi profondi; contemporaneamente si nega, necessariamente ogni valore a qualsiasi soggettività che non sia subordinata, uniformata, formalizzata entro i meccanismi di riproduzione sociale. Si nega quindi ogni autonomia e valore al conflitto sociale, relegato nelle proprie forme ed istanze ad una funzione residuale, ben lontano dalle diverse forme del contratto sociale affermatosi in varie forme nell’Europa del periodo fordista maturo.

Tutto il peso delle contraddizioni sommariamente descritte, maggiormente approfondire negli articoli precedenti, sarà necessariamente scaricato sulle classi subordinate si cui si scaricheranno gli effetti della distruzione creativa della trasformazione capitalistica, nessun ruolo è riconosciuto a soggettiva che non sia del capitale, subordinata ad essa, nella grande trasformazione che la formazione sociale globale sta vivendo.

In base alla subordinazione dell’Unione Europea nel confronto/conflitto globale gli effetti delle dinamiche globali influiscono e influiranno sulle dinamiche interne producendo la dinamica caotica che caratterizza il doppio pendolo, con ciò reclamando la necessità di una soggettività antagonista in grado di non subire gli effetti di quella dinamica caotica, capace di interromperla.

Da qui nasce la necessità di una ricerca-azione del complesso delle soggettività politiche, sociali e culturali che alla trasformazione capitalistica in corso a vario tiolo si oppongono. Non di una semplice somma di parzialità si tratta ovviamente. I tempi, gli andamenti non lineari del cambiamento in corso, l’esistenza di soglie, salti, tipping point, richiedono innanzitutto una grande capacità inziale di condivisione di conoscenze, mediazione culturale e linguistica, solidarietà concreta e capacita di sperimentare e corre re rischi certi di fronte ad esiti potenziali. La proposta di obiettivi condivisibili a livello europeo, costruiscono un contributo necessario, che ognuno può rivendicare, ma che nulla valgono se non sperimentati anche in percorsi diversificati di avvicinamento ad essi.

 

Roberto Rosso

  1. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_6605.[]
  2. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_6476.[]
  3. https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1223&langId=en.[]
  4. https://ec.europa.eu/education/resources-and-tools/document-library/eea-communication-sept2020_it.[]
  5. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0625 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sulla realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.[]
  6. Ricordiamo che quasi nessuna delle società che contano nel mondo digitale quasi nessuna è europea, di sicuro nessuna di quelle che hanno una posizione di monopolio, che vanno sotto l’acronimo di GAFAM.[]
conflitto sociale, istruzione, lavoro, piattaforme digitali
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