editoriali

Perseverare diabolicum?

di Roberto
Musacchio

di Roberto Musacchio –

Su 28 Paesi andati al voto alle europee forze riferibili al Gue erano presenti in 18. Il che vuol dire che in 10 non esistono soggetti politici a dimensione di presentazione elettorale classificabili come Sinistra di alternativa di sistema.
Negli USA come è noto la dimensione politica è occupata dai due grandi partiti, il Repubblicano e il Democratico e le posizioni di sinistra che aspirano a stare nel gioco politico cercano di influenzare quest’ultimo.

Il riferimento agli USA è particolarmente necessario perché in Italia da 30 anni ormai si fa esplicita dichiarazioni d’intenti in direzione di un sistema di alternanza alla americana. Ancora più precisamente questo riferimento è risultato uno degli orientamenti fondamentali messo in campo da chi procedeva allo scioglimento del Pci e da chi da questo scioglimento fu interessato.

Per altro in abbinamento ad un altro architrave scelto per reinsediare storicamente ciò che si voleva diventasse l’aggregato di forze che era stato quel partito e cioè la costruzione dell'”Europa reale”, quella che da Maastricht in poi si edificava come articolazione della globalizzazione liberista.
Due scelte “forti” che hanno insediato il Pd rendendolo protagonista in posizione di governo dei processi del trentennio.
Naturalmente in quel partito sono state e sono presenti culture che hanno provato a interpretare “da sinistra” questi processi. Ma, non per mancanza di rispetto e di interesse, il prevalente sta nei due elementi richiamati.

Questo processo è stato contrastato “da sinistra” prevalentemente da chi si opponeva al cambiamento di funzione storica del Pci anche se non sono mancati apporti arrivati dai nuovi movimenti di critica della globalizzazione.

Sconfitto questo contrasto la contestazione si è spostata a destra nei fenomeni che si sono incarnati nel berlusconismo e poi nella Lega e nei Cinquestelle. Parlo in questo caso di contestazione e non di contrasto perché il terreno dell’accettazione del sistema capitalista è condiviso. Naturalmente questo non significa che la contestazione non abbia elementi di fortissima differenziazione di gestione che possono motivare anche ad effettuare scelte politiche singole o collettive.
Qui infatti si situa precisamente la domanda che pongo a me stesso ma ad alta voce così che chi voglia possa interloquire.

Siamo ormai ad un punto talmente avanzato di questo strano processo italiano di “via americana all’Europa reale”, di venir meno di una capacità di contrasto (e di alternativa) da e di sinistra e di fronte a così evidenti rischi determinati dalle differenze gestionali che ineriscono a “residui valoriali” concessi dal sistema che l’Italia è destinata a divenire uno dei Paesi “no left” cioè senza una sinistra di alternativa di sistema o, se vogliamo, anticapitalista?
E dove dunque è bene prendere parte nel contrasto di gestione?

Domanda per altro che non riguarda solo la politica ma ciò che si muove nella società, i movimenti sociali.
Naturalmente una domanda siffatta richiede una analisi dei processi storici, economici e sociali; una lettura attenta delle soggettività e delle culture.
A vedere quello strano processo di “stabile ‘instabilità” che agisce la crisi come elemento permanente del sistema nella sua fase di globalizzazione e che lo mette a prossimità delle dimensioni spazio-temporali e antropologiche verrebbe da dirsi che la profezia del “socialismo o barbarie” possa tornare a ispirarci. Guai però a confondere la barba del profeta con quella del filosofo.

Cosa ci dicono dunque il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà? Cosa ci indica l’analisi concreta della situazione concreta?
A vedere il dopo elezioni europee con la governance che va avanti per la sua strada e il governo gialloverde pure ti chiedi come hai fatto a non fare nemmeno il quorum visto che la previsione di fondo l’avevi azzeccata.

Primum vivere, diceva l’antico. Può bastare, oggi, la voglia di vivere per provare a farlo?
E c’è e chi ha questa voglia, visto che i resistenti vanno cedendo al tempo e il “nuovo” è divenuto categoria della crisi?
C’era un ultimo giapponese che credeva di combattere nella giungla ma era solo una barzelletta. Ma c’era Molly Bloom che parlando da sola per quaranta pagine ha cambiato il corso della letteratura e del vedere la vita.