Transform! Europe in collaborazione con la Fondazione Rosa Luxembug organizza ogni anno un incontro per discutere quali siano le condizioni e le strategie della sinistra europea. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di una discussione aperta che, per la prima volta dopo le elezioni, è partita dal quadro che le elezioni europee ci hanno consegnato.
La discussione partiva da alcune questioni chiave del nostro ragionamento collettivo
- Come sono cambiati e quali sono i nuovi rapporti di forza
- Quali le questioni politiche di fondo emerse durante la campagna elettorale
- Quale è il giudizio sulle altre famiglie politiche e in primo luogo la destra e l’estrema destra
- Dove le sinistre hanno avuto dei successi quali sono stati i motivi, le alleanze sociali e politiche, quali le lotte.
- Date per assodate le differenze tra le forze della sinistra in Europa, quali sono le possibili forme di cooperazione
- Quali sono le possibili iniziative politiche della sinistra in Europa
L’incontro è stato molto interessante e aver messo insieme tante esperienze diverse e simili, mi rafforza della convinzione che la dimensione europea ci aiuta non solo a comprendere le diverse articolazioni e soluzioni, ma soprattutto ci fa sentire parte di un processo politico continentale, che può farci sollevare lo sguardo e guardare le cose con un punto di vista migliore.
Il dato generale ci dice che l’equilibrio del potere fin qui tenuto da Socialisti e Popolari avrà bisogno di un sostegno, peraltro già annunciato, di Liberali o Verdi. Questo non porterà in ogni caso a cambiare la rotta, le politiche di austerità e di privatizzazione resteranno, come nel modo dire popolare cambiano i suonatori ma la musica è la stessa. Sarà forse un terreno di battaglia politica la questione ambientale e forse in questo campo forme di sfida o/e di alleanza potranno essere messe in campo.
La crescita del gruppo dei Verdi e le questioni ambientali ci impongono, comunque, anche di affrontare meglio la sfida del cambiamento del sistema produttivo e di come le soluzioni possano e debbano essere trovate anche cercando forme di alleanza in primo luogo con quei movimenti ambientalisti che si muovono a livello europeo.
È anche evidente la crescita, anche se non il temuto sfondamento, delle forze della destra nazionalista e razzista. Quale sia il carattere e il profilo di queste destre è stato esposto in modo molto interessante con uno studio fatto dalla Fondazione francese Espace Marx, che sarà presente anche all’Università Estiva del Partito della Sinistra Europea dal 10 al 14 luglio proprio in Italia.
Ancora oggi, come 5 anni fa le elezioni europee pur essendo cresciuto il numero di elettori restano ancora in molti casi delle elezioni di terzo livello. Anche le diverse campagne elettorali sono più centrate su temi e questioni nazionali che una vera discussione sul destino europeo. Questo dato resta ancora come elemento di sottofondo per delle elezioni che hanno comunque espresso dei dati generalmente negativi per il GUE/NGL, il gruppo parlamentare europeo che raccoglie i diversi parlamentari che fanno riferimento alla articolata presenza della sinistra nei vari paesi europei.
Al momento il gruppo raccoglie 41 parlamentari con l’aggiunta di animalisti e indipendenti. Questo lo fa essere il gruppo più piccolo, ma in grado di essere comunque un soggetto autonomo e presente nel dibattito politico.
Dopo aver analizzato i risultati che la sinistra ha avuto in ogni paese e capito il contesto e la fase politica di ogni nazione, la discussione più coinvolgente e più ricca di spunti è stata la sessione dedicata alla questione della sinistra europea.
Il dato politico per la sinistra è che, forse potremmo dire sfortunatamente, nessuna delle opzioni delle varie proposte politiche che diversi soggetti della sinistra hanno proposto, è risultata vincente. Sfortunatamente perché se ce ne fosse stata una forse avremmo trovato una chiave di accesso alla questione. Così non è stato e anche per DIeM 25, presente nel nostro incontro con un giovane attivista londinese, e per France Insoumise e per ogni altra tendenza, lo scenario uscito dalle elezioni costringe tutti e tutte ad un ripensamento, almeno sul terreno di una azione comune.
La presenza di Gabi Zimmer ex portavoce del GUE/NGL e di esponenti della segreteria del Partito della Sinistra Europea, ci hanno offerto la possibilità di un confronto franco e i tanti anni di frequentazione e di conoscenza reciproca, sono serviti per parlare sinceramente dei limiti e degli errori che il Partito della Sinistra Europea ha commesso in questa campagna elettorale e in generale nel modo con cui non è stato in grado di promuovere una apertura di un processo che collegasse e sapesse creare le condizioni di una propria iniziativa politica a livello europeo.
La cosa che mi lascia ben sperare è in primo luogo una consapevolezza generale di essere ad un punto di svolta e che è necessario un cambio di passo se si vuol essere ancora protagonisti della scena politica europea. Credo che i prossimi appuntamenti metteranno in luce le debolezze che abbiamo avuto e le potenzialità che il Partito della Sinistra Europea ha. Resto convinto che solo con una apertura di un processo che unisca le differenti sinistre e la capacità di cooperazione tra queste, possano ridare linfa, non solo a livello europeo, ad una proposta politica che sia in grado di sfidare le forze in campo per una alternativa alle politiche disastrose dell’Unione Europea e alle destre nazionaliste.