editoriali

La UE non val bene un MES

di Roberto
Musacchio

di Roberto Musacchio –

Come un sol uomo, gli uomini del PD preposti alla guardia all’ortodossia scattano a difesa del MES.

Siano ministri che cantano Bella Ciao come Gualtieri.

Siano Commissari in attesa di timbro del PE come Gentiloni, dai trascorsi a sinistra.

Rivendicano la continuità con il buon lavoro fatto dal governo giallo verde e accusano Salvini, ma anche Di Maio, di non ricordarlo.

Zingaretti tace, ma per lui è un abitudine. È stato anche Parlamentare Europeo ma quando ci sono cose come il MES ma anche le risoluzioni che equiparano nazismo e comunismo, non parla.

E non parlano neanche quelli eletti a Strasburgo che pure qualche trascorso di lotta alla “Europa delle banche” e all’Fmi ce l’hanno.

Il MES è una brutta cosa. Un pezzo della gestione dell’austerità e della edificazione di una UE ademocratica.

In qualsiasi istituzione normale ci sono un ministero del Tesoro e una Banca centrale che svolgono le funzioni politiche ed operative delle politiche finanziarie.

Nella UE no. La UE è un mercato Stato, con una banca Stato e ora un fondo che gestisce la finanza. Come se l’FMI sostituisse il Tesoro USA.

Ora la “riforma” rende il Fondo il soggetto che con poteri e funzioni prevalenti interviene a decidere gli “aiuti” agli Stati. Un Fondo di tecnici coperti da clausole di segretezza e di irresponsabilità. Che usa algoritmi.

Il Fondo potrà chiedere garanzie preventive e ristrutturazioni del debito che coinvolgono anche i privati.

Poco valgono le rassicurazioni pelose che esecutori solerti avanzano anche a fronte di inquietudini di alte cariche finanziarie cui poi viene richiesta mitigazione.

Come si chiede alla politica di non discutere perché poi i mercati reagiscono.

Come funziona il Fmi lo si sa bene e lo sanno bene i popoli che ne hanno assaporato le cure.

D’altronde la ex presidente Lagarde non a caso vede le sliding doors del finanzcapitalism portarla a presiedere la Bce.

Ad Aquisgrana, Macron e Merkel hanno ben chiarito due anni fa che l’austerity non ha fine. Perché non ha fine l’uso della finanziarizzazione nelle doppie guerre che si combattono.

Quelle geopolitiche e quella della lotta di classe rovesciata che ci ha spiegato Gallino.

Dopo l’inflazione sono la finanziarizzazione e il debito a contrastare le classi più deboli.

Ed anche a ricacciare indietro Paesi come l’Italia cui sono stati sottratti il 25% dell’apparato manifatturiero e i cui salari e pensioni e il cui welfare sono stati retrocessi agli ultimi posti.

Ragionamento “nazionalistico”? Me ne guarderei bene se appunto le due guerre non fossero intrecciate tra loro. Quelle geopolitiche coprono quella generale e di classe.

Come combattere il finanzcapitalismo è il problema drammatico e irrisolto del movimento operaio.

D’altronde una “cosa” che vede i derivati raggiungere il valore di 35 volte il Pil mondiale e il 35% delle transazioni finanziarie delle principali 7 borse mondiali avere una durata inferiore al milionesimo di secondo (era un millesimo di secondo 10 anni fa: si chiese di imporre una durata minima di proprietà di 7 secondi poi ridotta a 2 millesimi e fu rifiutato) è una brutta bestia.

Dare in mano a questa bestia l’organizzazione delle nostre istituzioni e delle nostre vite è il delitto che si sta compiendo.

Hanno fretta di approvare il MES “riformato”. Dobbiamo imporre una discussione vera e di massa. In tutti i livelli istituzionali, perché le leggi di “stabilità” colpiscono anche i poteri locali. E in tutte le organizzazioni democratiche.

Abbiamo nella nostra storia il movimento alterglobalizzazione e occupy wall street: non tutto può essere andato disperso.

Siamo contro Salvini ma non per questo dovete approfittarne per farci ingoiare il MES.

austerity infinita, capitalismo finanziario, MES
Articolo precedente
La riscossa del Sud
Articolo successivo
Appello – Stop al MES!

1 Commento. Nuovo commento

  • Sono d’accordo con l’articolo.
    Da piccola sognavo l’Europa unita ma la Ue realizzata si è rivelata un mostro.
    Bisognerebbe tornare alla lotta di classe ma prevale pessimismo e scetticismo.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.