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La cattiva coscienza europea, tra “crescita” e sostenibilità

di Riccardo
Rifici

La Comunicazione della Commissione al Parlamento sulle materie prime critiche (COM(2020) 474), del 3/9/2020, intervenendo sul delicato problema dell’approvvigionamento di materie prime  mostra una contraddizione di fondo tra il bisogno di garantire alle industrie la disponibilità di materiali e la necessità di garantire la sostenibilità nelle sua più completa accezzione.

Il recente parere del marzo 2021, formulato dal Comitato Sociale Economico Europeo, sulla comunicazione della Commissione, è, in alcuni punti, ancora peggio.

Certamente il tema affrontato dalla Commissione è di rilevante importanza, infatti,va ricordato che attualmente la UE produce meno del 5 % delle materie prime minerali estratte nel mondo e, per quanto riguarda le produzioni, la situazione è ancora più critica. Ad esempio, mentre la Ue fornisce meno dell’1 % delle delle batterie al litio finite, la Cina ne fornisce da sola il 66 %. Per quanto riguarda le cosidette “terre rare” la situazione appare ancora più critica (la magior parte delle forniture (oltre il 98%) arriva dalla Cina e dall’Africa), con rilevanti problemi ambientali e gravissime problemi etici e sociali (vedi il caso del Congo).

Vedendo la questione in prospettiva, la situazione appare ancora più drammatica, in  quanto:

  • per le batterie dei veicoli elettrici e lo stoccaggio dell’energia l’UE avrebbe bisogno, rispetto all’attuale approvvigionamento della sua intera economia, di una quantità di litio fino a 18 volte superiore alla auttale e di una quantità di cobalto fino a 5 volte superiore nel 2030; di una quantità di litio 60 volte superiore e di una quantità di cobalto 15 volte superiore nel 2050.
  • la domanda di terre rare utilizzate nei magneti permanenti , ad esempio per i veicoli elettrici, le tecnologie digitali o i generatori eolici, potrebbe decuplicare entro il 2050
  • La Banca mondiale prevede che la domanda di metalli e minerali aumenterà rapidamente in relazione a ciò che succede in materia di clima . L’esempio più significativo è rappresentato dagli accumulatori elettrici, per i quali la domanda di metalli come alluminio, cobalto, ferro, piombo, litio, manganese e nichel aumenterebbe di più del 1.000 per cento entro il 2050 in uno scenario di aumento della temperatura di 2°C.

La Comunicazione della Commissione propone di intervenire con 10 azioni (vedi box più sotto), alcune delle quali condivisibili ed altre meno. Infatti mentre per alcune azioni vi è un richiamo alle questioni etiche e sociali, l’impegno a lavorare sulla ricerca e formazione e l’impegno applicare un modello di economia circolare che punta al recupero e riciclo di materiali, la maggior parte delle indicazioni riguarda l’impegno a trovare e attivare nuove miniere.

Non vi è in alcun caso l’idea di mettere in discussione l’attuale modello economico. Ad esempio,  appare evidente che la risposta al tema dell’emissione di gas serra non può essere sostituire i 30 milioni (circa) di automobili italiane che consumano benzina con altrettante auto elettriche! È evidente che bisogna lavorare ad un altro modello di mobilità! Ma su questo ed altri temi non vi è alcun cenno nel documeto della Commissione e tanto meno nel parere del Comitato Sociale Economico Europeo, dove, con grande spirito estrattivista, si segnala la mancanza, nella comunicazione della Commissione, di impegni per cercare i materiali critici nelle profondità oceaniche, o dove si segnala la necessità di semplificare le procedure autorizzative per procedere all’apertura di nuove miniere, e dove, addirittura, si bacchetta la Commissione perché non “contribuisce a modificare la percezione che le industrie estrattive non siano rispettose dell’ambiente, anche se esistono casi in cui effettivamente lo sono grazie a pratiche minerarie sostenibili”.

 

vedi anche Piano d’azione europeo per le “materie prime critiche”

BOX le azioni previste nella Comunicazione della Commissione

Azione 1 – Avviare un’alleanza europea per le materie prime promossa dall’industria nel terzo trimestre del 2020, inizialmente volta a sviluppare la resilienza e l’autonomia strategica aperta per la catena del valore delle terre rare e dei magneti, per poi estendersi ad altre materie prime (industria, Commissione, investitori, Banca europea per gli investimenti, portatori di interessi, Stati membri, regioni).

Azione 2 – Elaborare criteri di finanziamento sostenibile per i settori delle attività estrattive, minerarie e di trasformazione negli atti delegati sulla tassonomia entro la fine del 2021 (piattaforma sulla finanza sostenibile, Commissione).

Azione 3 – Nel 2021, avviare la ricerca e l’innovazione sulle materie prime critiche per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti, i materiali avanzati e la sostituzione, utilizzando Orizzonte Europa, il Fondo europeo di sviluppo regionale e i programmi nazionali di ricerca e innovazione (Commissione, Stati membri, regioni, comunità di ricerca e innovazione).

Azione 4 – Entro il 2022, mappare il potenziale approvvigionamento di materie prime critiche secondarie provenienti da scorte e rifiuti dell’UE e individuare progetti di recupero realizzabili (Commissione, EIT materie prime).

Azione 5 – Individuare i progetti di estrazione mineraria e di trasformazione, le esigenze di investimento e le relative opportunità di finanziamento per le materie prime critiche nell’UE che possono essere operativi entro il 2025, dando priorità alle regioni carbonifere (Commissione, Stati membri, regioni, portatori di interessi).

Azione 6 – Sviluppare le competenze e le capacità nelle tecnologie estrattive, minerarie e di trasformazione nel quadro di una strategia di transizione equilibrata nelle regioni in transizione dal 2022 in poi (Commissione, industria, sindacati, Stati membri e regioni).

Azione 7 – Attuare programmi di osservazione della Terra e telerilevamento per l’esplorazione delle risorse, il funzionamento dei siti e la gestione ambientale nella fase post-chiusura (Commissione, industria).

Azione 8 – Elaborare progetti di ricerca e innovazione nell’ambito di Orizzonte Europa relativi ai processi di sfruttamento e trasformazione delle materie prime critiche per ridurre l’impatto ambientale a partire dal 2021 (Commissione, comunità di ricerca e innovazione).

Azione 9 – Sviluppare partenariati strategici internazionali e i relativi finanziamenti per garantire un approvvigionamento diversificato e sostenibile di materie prime critiche, anche mediante condizioni commerciali e di investimento senza distorsioni, a partire da partenariati pilota con il Canada, i paesi interessati in Africa e i paesi del vicinato dell’UE nel 2021 (Commissione, Stati membri, industria e controparti di paesi terzi).

Azione 10 – Promuovere pratiche minerarie responsabili per le materie prime critiche attraverso il quadro normativo dell’UE (proposte nel 2020-2021) e la pertinente cooperazione internazionale  (Commissione, Stati membri, industria, organizzazioni della società civile).

 

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