Il 18 marzo, la Comunicazione della Commissione Europea di un Piano d’Azione per le “materie prime critiche” è stata oggetto di un Parere* del Comitato Europeo delle Regioni (relatrice I. Ries) Sulla stessa Comunicazione, il Comitato Economico e Sociale Europeo si esprimerà nella sua Sessione plenaria del 25 marzo, sulla base di un Parere già approvato dalla sua Commissione “Trasformazioni industriali”.
La Comunicazione della Commissione (vedi Scheda informativa e relativo Questions and answers) è stata supportata da due studi sulle “materie prime critiche”. Uno studio della DG GROW della Commissione sulla “lista UE delle materie prime critiche”, e un’analisi prospettica del JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione), che si autodefinisce una prima panoramica sulla materia, che necessita di analisi più approfondite per orientare i decisori politici, a tutti i livelli, sia nel campo della resilienza degli ecosistemi industriali che in quello della diplomazia economica. Anche il Servizio Ricerche del Parlamento Europeo ha elaborato un documento (briefing) sulle materie prime critiche.
La Commissione Europea, sulla scia di questa Comunicazione, ha lanciato l’”Alleanza europea sulle materie prime”, con cui intende mobilitare attori industriali e dell’innovazione, Stati membri, Regioni, Banca Europea degli investimenti, investitori, parti sociali e società civile, sul modello dell’Alleanza europea per le batterie.
E’, pertanto, evidente l’importanza che la questione riveste per la transizione ‘verde’ ed energetica che le industrie UE stanno portando avanti anche grazie alle risorse finanziarie pubbliche, che saranno messe a disposizione dal nuovo bilancio 2021-2027 e dal NextGeneration EU.
Si tratta di una questione diventata ormai vitale. Su di essa, da almeno due anni, l’UE è impegnata con tutte le sue forze perché dalle materie prime dipendono non solo le industrie tradizionali, ma anche quelle legate alla transizione ‘verde’, per es. l’automotive che necessita di batterie elettriche (quindi di litio), e naturalmente i nuovi settori delle ICT e dell’Intelligenza artificiale.
Spesso si pensa, errando, che la cosiddetta società della conoscenza si fondi sul risparmio di risorse materiali, mentre è vero il contrario, a cominciare dalle terre rare, indispensabili per microchip e in generale per i nuovi mezzi di comunicazione. Alla base dei profondi processi di innovazione di processo e di prodotto vi sono le materie prime, vecchie e nuove, di cui le industrie UE hanno bisogno e devono cercarle negli altri continenti – dall’Africa all’Asia, al Sud-America. Da qui scaturisce anche la necessità di ripensare le strategie geo-politiche dell’UE.
Anche per questo la società civile si sta mobilitando sulla questione delle materie prime critiche.