Il Consiglio “Economia e finanza” del 13 luglio 2021 ha adottato la decisione di esecuzione che approva la valutazione della Commissione sul Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza dell’Italia. L’approvazione è arrivata anche per Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna, e la Commissione potrà ora concludere le convenzioni di sovvenzione e gli accordi di prestito con i dodici paesi e iniziare a erogare i fondi dal dispositivo dell’UE per la ripresa e la resilienza (RFF).
La Decisione è accompagnata da un allegato nel quale sono descritti gli investimenti e le riforme che l’Italia dovrà realizzare, sulla base di quanto già predisposto dalla Commissione1. Nel documento sono esposti inoltre le modalità e il calendario per il monitoraggio e l’attuazione del PRR, compresi i pertinenti traguardi e obiettivi e i traguardi e gli obiettivi supplementari connessi all’erogazione del prestito, gli indicatori rilevanti relativi al loro conseguimento e le modalità per dare alla Commissione pieno accesso ai dati pertinenti sottostanti.
Il Comunicato stampa del Consiglio ricorda che le misure adottate dai singoli Stati membri per conseguire la ripresa e rafforzare la resilienza dell’UE comprendono, ad esempio, la decarbonizzazione dell’industria, la ristrutturazione degli edifici, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la riqualificazione della forza lavoro. I piani tengono conto, inoltre, delle raccomandazioni specifiche per paese individuate nel corso delle discussioni relative al semestre europeo del 2019 e del 2020.
Il Piano italiano non è comunque passato indenne alla valutazione da parte della Commissione. La stessa Decisione del Consiglio specifica che “Alcune misure del PRR hanno richiesto un’attenzione particolare in considerazione della loro natura per garantire che non siano arrecati danni significativi, ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio. Dovrebbero essere introdotti traguardi per gli investimenti nella ristrutturazione, nel biometano, nell’idrogeno, nell’irrigazione e nei collegamenti dell’ultimo miglio. I rifiuti risultanti dalle ristrutturazioni dovrebbero essere trattati conformemente ai principi dell’economia circolare. Le misure relative al trattamento dei rifiuti non contengono investimenti per l’incenerimento o il trattamento meccanico biologico nel rispetto del principio “non arrecare un danno significativo”. Nelle misure volte a sostituire il parco veicoli e macchinari, è stato garantito che solo i veicoli puliti dovrebbero essere ammissibili ai finanziamenti. Il biometano utilizzato per i veicoli è conforme alla direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Sono state anche introdotte garanzie particolari per quanto riguarda la protezione della biodiversità.”
Nel documento tecnico del 22 giugno scorso, allegato alla proposta di Decisione adottata dalla Commissione, si legge infatti che “Gli investimenti nell’idrogeno saranno limitati all’idrogeno verde e non conterranno idrogeno blu né coinvolgeranno il gas naturale.”
Lo scorso 22 marzo i parlamentari europei Eleonora Evi e Piernicola Pedicini (del gruppo Verdi/ALE)2 hanno sottoposto una interrogazione a risposta scritta alla Commissione, ad oggetto “Esclusione dell’incenerimento e del coincenerimento dei rifiuti dal Recovery Fund”. In particolare, l’interrogazione si basa sulle linee guida pubblicate dalla Commissione europea sull’interpretazione del principio “non arrecare danno significativo all’ambiente”, dove la Commissione sostiene che l’incenerimento dei rifiuti non pericolosi debba considerarsi un’attività che arreca un danno significativo all’ambiente. Tuttavia, ritengono i parlamentari, “non è chiaro se questa valutazione si applichi anche al coincenerimento dei rifiuti nei termovalorizzatori e nei cementifici, aspetto che andrebbe appurato affinché i fondi per la ripresa vengano utilizzati per attività realmente sostenibili e non per attività dannose all’ambiente e alla salute umana, quali le varie forme di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti”.
Partendo da queste premesse si chiede alla Commissione di spiegare se l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti in termovalorizzatori e cementifici sono considerate attività che arrecano un danno significativo all’economia circolare e, quindi, da considerarsi escluse dal finanziamento attraverso il fondo europeo per la ripresa, e, più nello specifico, se può confermare che il coincenerimento dei rifiuti conduce a inefficienze significative nell’uso dei materiali e delle risorse naturali e ostacola programmi di prevenzione, riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti.
La Commissione, a firma del Vicepresidente Dombrovskis ha risposto lo scorso 2 luglio, venendo incontro alle osservazioni sollevate nel PE, che “un’attività economica arreca un “danno significativo” se comporta un aumento significativo della produzione, dell’incenerimento o dello smaltimento dei rifiuti, ad eccezione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili; o se conduce a inefficienze significative nell’uso diretto o indiretto delle risorse naturali in qualsiasi fase del loro ciclo di vita.
L’articolo [17 del regolamento Tassonomia]3, si applica alle misure relative all’incenerimento e al coincenerimento dei rifiuti, segnatamente nei termovalorizzatori e nei cementifici, e alle misure relative alla costruzione di nuovi impianti di questo tipo, all’aumento delle capacità esistenti o al prolungamento della loro durata di vita.”
Dal sito del Gruppo si legge che “Come gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, abbiamo invitato la Commissione a prestare attenzione a una serie di misure del Piano italiano che riteniamo non rispettino le regole. Questi includono investimenti in attività legate ai combustibili fossili, sostegno finanziario per l’agricoltura intensiva, violazioni delle procedure per la valutazione dell’impatto ambientale e un generale disprezzo delle disparità regionali che i trattati dell’UE prescrivono di risolvere.
La nostra chiamata è stata ascoltata. Nella versione finale del Piano italiano, approvato dalla Commissione Europea, alcune di queste misure molto problematiche sono state modificate e sostituite con:
- Un significativo allontanamento dai combustibili fossili, compreso il gas, che avrebbe minato qualsiasi “rivoluzione verde”. La Commissione ha garantito che fossero esclusi gli investimenti su veicoli e macchinari alimentati a gasolio o metano e ha previsto limiti di spesa per le caldaie a gas nell’ambito del programma di ristrutturazione edilizia denominato “Superbonus 110”.
- Un’inclinazione verso l’utilizzo delle rinnovabili per coprire la decarbonizzazione dei settori industriale e dei trasporti. Ciò riguarda in particolare il piano del governo per l’ex acciaieria Ilva di Taranto, dove il governo Draghi intendeva mantenere la produzione di acciaio con un altoforno a carbone e tramite DRI con metano e fusione in un forno elettrico. Ora l’Italia potrà finanziare solo progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per studiare la produzione di acciaio dal cosiddetto “idrogeno verde”, basato su fonti energetiche rinnovabili.
- Maggiore attenzione alle regioni del Mezzogiorno, con ulteriori progetti sui collegamenti ferroviari ad alta velocità e locali, ad esempio tra Palermo e Catania.”
Il ministro della Transizione Ecologica Cingolani, per parte sua, ha assicurato che “L’esame del Pnrr da parte della Commissione Europea è stato molto approfondito e ha toccato tutti i punti salienti delle singole misure e delle riforme descritte nel documento. A metà giugno, dunque nell’ambito di questa intensa ma normale interlocuzione tecnica, la Commissione europea ha chiesto di assicurare un livello minimo di idrogeno green (fissato al 10%) nell’alimentazione di alcuni progetti che, per le grandi quantità necessarie, prevedevano un blending. Assicurazione che è stata fornita dal Ministero della Transizione ecologica.
È stata inoltre identificata dal Governo italiano una quota di risorse (400 milioni) che sarà impiegata per progetti che utilizzino solo idrogeno green, in settori manifatturieri diversi dall’acciaio, dove quindi le quantità necessarie consentono questa possibilità di riconversione già entro il 2026, anno di completamento del PNRR.”
In un articolo comparso il 12 novembre 2020 sul sito dell’Istituto Bruno Leoni “Idrogeno, chi paga le scommesse azzardate di Patuanelli” si avanzavano molti dubbi sulla strategia italiana sull’idrogeno, dopo che l’aIlora ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli aveva detto al Senato che, nella strategia italiana sull’idrogeno, ci sarà spazio solo per quello verde (cioè da rinnovabili) e non per quello blu (di origine fossile con cattura della CO2). Oggi alcuni esponenti dell’Istituto sono entrati nello staff di consulenti del Presidente del Consiglio. Ma non è questa la sede per esprimere valutazioni sulla “mazzetta dei colori” dell’idrogeno.
Mentre questo articolo era in uscita la Commissione ha presentato il pacchetto legislativo #Fitfor55, finalizzato a raggiungere gli obiettivi del Green Deal e abbattere del 55% le emissioni entro il 2030 e rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. In maggio il Commissario Frans Timmermans aveva detto: “Fit for 55 allineerà le nostre leggi con la nostra ambizione. Rafforzeremo il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE, aggiorneremo la direttiva sulla tassazione dell’energia e proporremo nuovi standard di CO2 per le auto, nuovi standard di efficienza energetica per gli edifici, nuovi obiettivi per le energie rinnovabili e nuovi modi per supportare combustibili puliti e infrastrutture per trasporti puliti. Stiamo anche valutando la possibilità di espandere il sistema di scambio di quote di emissione a nuovi settori, come il trasporto stradale, l’edilizia e la navigazione marittima. Inoltre, il nuovo meccanismo di adeguamento alle frontiere del carbonio ci aiuterà a prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio invece di esternalizzare le nostre emissioni.”
Quindi si avvia il percorso legislativo per arrivare a regole obbligatorie in diversi settori e a introdurre fondi per accompagnare la transizione. Vedremo di che si tratta. Intanto si può leggere il comunicato stampa della Commissione, e si può consultare il sito Realizzare il Green Deal europeo, dove si trovano tutti i documenti.
Il Gruppo del Parlamento europeo The Left avverte oggi che “We need a just transition, not just a transition”, poiché il pacchetto “Fit for 2030” della Commissione richiederà cambiamenti drastici per le persone e le imprese: come le persone si spostano, adeguamenti alle loro case, nuovi vincoli per l’inquinamento da parte dell’industria, modifiche alla gestione delle foreste e del territorio e altro ancora. Fondamentalmente, determina chi sostiene i costi di questa importante transizione dell’economia europea. Questo cambiamento strutturale è urgentemente necessario per combattere il caos climatico, ma l’onere deve essere condiviso equamente e sostenuto secondo il principio chi inquina paga. Non deve danneggiare le famiglie della classe operaia e le persone vulnerabili, ma essere un veicolo per combattere le disuguaglianze. Non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale.
Paola Boffo
- Ne abbiamo dato conto nell’articolo del 23 giugno scorso “Con il PNRR approvato si aprono le sfide più difficili”, che raccoglie anche i documenti approvati dalla Commissione e tutte le informazioni sulle modalità per accedere ai finanziamenti e attuare il Piano.[↩]
- I Verdi/Alleanza Libera Europea – Verdi/ALE (in inglese: The Greens/European Free Alliance – Greens/EFA; in francese: Les Verts/Alliance Libre Européenne – Verts/ALE) sono un gruppo politico del Parlamento europeo costituitosi nel 1999; aggrega formazioni di orientamento ambientalista, regionalista e progressista, nella specie il Partito Verde Europeo (già Federazione Europea dei Partiti Verdi), l’Alleanza Libera Europea, il Partito Pirata Europeo e Volt Europa (Wikipedia).[↩]
- Il regolamento Tassonomia si può consultare al link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:32020R0852.[↩]