Il 21 luglio scorso, insieme a 160 associazioni/comitati/reti, avevamo sottoscritto il dossier “DECRETO SEMPLIFICAZIONI, COSÌ SONO DEVASTAZIONI. L’ATTACCO A BONIFICHE, ACQUA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI, VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E CLIMA” e le relative proposte di emendamento inviate ai senatori.
Sono sette gli emendamenti proposti dalle associazioni/comitati che sono stati recepiti integralmente o parzialmente.
- Sulle bonifiche:
si ristabilisce l’obbligo di bonifica per le acque sotterranee, che la versione del Governo aveva messo in discussione, con la certificazione dell’avvenuta bonifica e svincolo delle garanzie finanziarie già a partire dalla bonifica dei soli suoli.
- Sulla Valutazione di Impatto Ambientale:
i tempi per poter depositare osservazioni sui progetti, vengono riportati a quelli pre-decreto per la Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (si torna ai 45 gg) e per la V.I.A. nazionale (si torna a 60 gg).
I tempi per le V.I.A. di livello regionale vengono però portati a soli 30 giorni.
Approvato anche l’emendamento propositivo relativo all’obbligo, una volta terminati i lavori di un’opera sottoposta a V.I.A., di depositare e rendere pubblici i documenti di fine lavori comprensivi di una relazione sull’attuazione delle prescrizioni di carattere ambientale. Approvati anche due emendamenti abrogativi delle norme governative che spianavano la strada alla realizzazione di gasdotti nelle aree di uso civico senza il coinvolgimento delle comunità che ne detengono i diritti.
Infine è stato abrogato un comma che permetteva di procedere alla V.I.A. senza aver raccolto prima i dati delle indagini archeologiche preventive.
Presenti purtroppo molti elementi di negatività.
Innanzitutto l’approvazione di un emendamento che permette, fino al 2023, di derogare al dibattito pubblico sulle grandi opere, previsto da un decreto del 2018
Inoltre, nel pel passaggio in Senato, viene introdotta la corsia preferenziale con dimezzamento dei tempi per la trattazione dei ricorsi al TAR concernenti la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti.
Gravissimo anche il taglio al pagamento degli oneri concessori per i giacimenti, che consentono di trasformare prioritariamente i giacimenti in stoccaggi di CO2 (con prove sperimentali senza fare la V.I.A.) e la localizzazione sulle piattaforme di impianti del Piano Clima Energia, in modo tale da non far pagare ai petrolieri gli oneri per la riqualificazione dei siti.
Già avevamo sollevato preoccupazioni sul fatto che, presto ci saremmo trovati a pagare chi ha creato la crisi climatica che stiamo vivendo, proprio per stoccare, nei giacimenti sotto concessione dei petrolieri, quella CO2 che essi stessi hanno prodotto.
Svilito il ruolo del TAR e le sue decisioni relative alla legittimità delle valutazioni di impatto ambientale, perché i proponenti di un impianto o altro, eventualmente soccombenti di fronte al TAR, potranno chiedere alla pubblica amministrazione di ritornare sul caso.
Insieme alle altre realtà che hanno intrapreso questo percorso, continueremo a vigilare per avere un paese moderno, libero da fossili, cemento e grandi opere inutili.