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Appunti sul groviglio delle crisi

di Roberto
Rosso

L’intreccio tra diverse crisi è il carattere fondante dello sviluppo degli eventi in queste settimane.

Quando parliamo di crisi ci riferiamo a processi di diversa natura e durata. La crisi climatica, indotta dal processo di riscaldamento globale, ha una lunga gestazione che affonda le sue radici nella prima rivoluzione industriale e si sviluppa nelle successive fasi, con una progressiva accelerazione che porta sempre più velocemente verso una successione sempre più ravvicinata di soglie oltre le quali gli effetti sono sempre più drammatici e diffusi. La crisi pandemica, le cui radici affondano probabilmente nella devastazione degli ecosistemi -come già è accaduto con altre epidemie e pandemie- ha avuto uno sviluppo straordinariamente rapido, producendo effetti profondi e diffusi, a ondate successive su tutti gli equilibri socio-economici; nel processo è compresa la produzione e la somministrazione dei vaccini assieme alla risposta differenziata nei diversi paesi. L’evoluzione della pandemia è ancora in corso, in questi giorni la Cina conosce ancora la quarantena totale applicata su megalopoli di decine di milioni di abitanti, con effetti a cascata su sulle filiere produttive e le catene di approvvigionamento. Da ultimo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: coinvolge la Nato e quindi l’Europa e gli Stati Uniti, come attori indiretti attraverso il rifornimento di armamenti e informazioni strategiche; siamo di fronte a un confronto mediato, ma esplicito soprattutto tra Russia e Stati Uniti e quindi la NATO. Le filiere energetiche e alimentari ne risultano sconvolte ed accendono una straordinaria spinta inflazionistica che era già in gestazione ed una crisi alimentare in quei paesi che dipendono dalle forniture di oli e cereali da parte dei due paesi in guerra.

Il dipanarsi dei diversi processi e livelli di crisi irrompe nel ciclo economico e finanziario, come ogni rottura di equilibri si ripercuote nella economia mondo, in tutte le sue articolazioni regionali; la risposta al processo inflazionistico, di cui abbiamo ampiamente ed approfonditamente trattato sulle pagine di questa rivista, da parte dei governi e delle banche centrali diventa a sua volta parte del processo globale, probabilmente un fattore di destabilizzazione più che di riequilibrio del ciclo economico.. La dura risposta, per ora della FED, rischia di indurre una situazione che coniuga di stagnazione ed inflazione. Viene spontaneo il confronto con la situazione di fine anni ’70 e inizio anni ’80 del secolo scorso quando i livelli inflazionistici e innalzamento dei tassi erano ben superiori, tuttavia caratteri dell’economia globale erano assai diversi; l’evoluzione straordinaria delle tecnologie digitali ed il processo complessivo di innovazione tecnologica ne ha profondamente mutato, partire dalla struttura e dal comportamento dei mercati finanziari e monetari, nella forma e nella velocità circolazione dei prodotti finanziari e degli scambi. La digitalizzazione dei processi produttivi e logistici, dei mercati finanziari e commerciali, ha permesso lo sviluppo di quella globalizzazione che peraltro ha già conosciuto diverse crisi e che ora sconta il confronto strategico tra le principali potenze, usando un linguaggio novecentesco, che gravita sempre di più sulla competizione tra Cina e Stati Uniti.

La guerra nelle sue forme esplicite, più o meno asimmetriche, non ha mai abbandonato lo scenario globale, se ne contano a decine, tuttavia il dato più rilevante ai fini dell’analisi della situazione attuale è un altro il confronto  permanente tra i sistemi militari è una componente costante e ineludibile del confronto strategico tra le principali formazioni sociali dominanti a livello globale e regionale; una componente soggetta ad un costante aggiornamento, nella quale le tecnologie digitali sono pervasive e determinati tanto quanto lo sono negli nella dimensione ‘civile’ delle nostre società. Il confronto geostrategico ovvero l’assetto ‘militare’ e quello ‘civile’ sono inestricabilmente connessi nella fase dell’ideazione, della ricerca e della messa in opera delle tecnologie, dei dispositivi e delle organizzazioni. Riassumiamo in queste poche righe quanto abbiamo espresso più compiutamente negli articoli precedenti, tuttavia è necessario il riferimento.

Lo stato di belligeranza latente, potenziale, attiva a bassa o alta intensità, il nesso tra sicurezza interna ed esterna, sono caratteri fondanti degli equilibri economici, sociali e geopolitici. In questo contesto sta ad ognuno degli attori presenti sulla scena decidere in base ai propri interessi -a quelli che le classi dirigenti intendono essere i propri interessi- decidere se, quando e come far fare un salto alle potenzialità insite nel confronto, nella competizione continua , alle tensioni esistenti; è quello che ha deciso il governo russo, che con la propria azione ha deciso di forzare una condizione di belligeranza pre-esistente, di confronto tra alleanze ed apparati militari, giocando in modo spregiudicato sulla minaccia nucleare. La conseguenza è l’attivazione di tutti i dispositivi pre-esistenti, dispiegandone gli effetti su tutti i piani secondo la logica di quella che viene chiamata ‘guerra ibrida’. La mobilitazione politico-militare conseguente è quindi il prodotto inevitabile dei rapporti esistenti, dei dispositivi costruiti negli anni, nei quali e contro i quali poco si può fare se non se ne è disinnescato in precedenza il funzionamento, la logica complessiva; diventa attuale, viene in piena luce il complesso militare, industriale, securitario, ideologico che è sotteso alla formazione sociale complessiva.

È impressionate il grado di concentrazione di risorse richiamate sul campo di battaglia, e contemporaneamente la dimensione delle ondate di ritorno da questo fuoco dello scontro verso i rapporti globali. Dato l’intreccio dei processi di trasformazione e dei piani di crisi, l’uso pervasivo delle tecnologie digitali, il ruolo centrale dell’innovazione tecnologica-anche nel determinare i rapporti di forza- è arduo arrivare ad una qualsiasi sintesi mentre è senz’altro utile e necessario seguire una serie di filoni analisi.

L’iniziativa russa ha fatto emergere la complessità degli schieramenti come nelle votazioni all’ONU e nella adesione alle sanzioni nei confronti di Mosca, inserendosi nella modificazione incorso dei rapporti di forza a livello geo-strategico1, sempre più polarizzati sul confronto USA-Cina; si apre il dibattito sulle prospettive di un equilibrio multipolare di cui un esempio è l’articolo sulla Monthly Review “The dollar system in a multi-polar world”2, le cui valutazioni sulla coerenza delle formazioni sociali russa e cinese appaiono piuttosto ottimiste, di cui ci sembra sottovaluti le contraddizioni, a partire dalla bolla immobiliare e finanziaria che ha colpito l’economia cinese; sulla formazione sociale russa pubblicheremo alcune note nel prossimo numero.

Uno dei filoni di analisi che vale la pena seguire è l’emissione di moneta elettronica direttamente da parte delle banche centrali la cosiddetta (CBDC – Central Bank Digital Currency); la gestione dei mercati finanziari e monetari degli ultimi decenni dimostra l’inadeguatezza delle leve a disposizione delle banche centrali, che manovrano sui tassi, credito e liquidità agendo indirettamente i mercati, con la mediazione del sistema bancario. La CBDC può essere una leva ulteriore ed innovativa di governo dei mercati, che salta l’intermediazione del sistema finanziario e arriva direttamente ai soggetti privati. Come già segnalato nel nostro precedente articolo3 è utile leggere il paper uscito nella raccolta di documenti della Banca d’Italia  Questionidi Economia e Finanza  No. 690 – Technological progress and institutional adaptations: the case of the Central Bank Digital Currency4; riassumendo, il controllo del ciclo economico, garantire la stabilità finanziaria, la regolazione degli scambi internazionali, il mantenimento della sovranità monetaria, la gestione i meccanismi fiscali sono i principali terreni su cui può operare una moneta digitale emessa dalle banche centrali, a partire dal coordinamento delle politiche dei diversi istituti di emissione.

Gli strumenti di controllo del ciclo economico e della dinamica inflazionistica, appaiono inadeguati ed obsoleti; le trasformazioni strutturali dell’economia hanno modificato i nessi tra le dinamiche di inflazione, occupazione e salari, disponibilità e costo del credito, quotazione della moneta e propensione all’investimento. I mercati sono stati abituati ai bassi  tassi di interesse praticati su Euro5 e dollaro6 dalle banche centrali, in particolare a partire dalla crisi del 2008-2011, ora la politica monetaria sta cambiando di segno.

In questi anni le grandi corporation del digitale che vanno sotto l’acronimo di GAFAM hanno rappresentato il cuore del processo di accumulazione essendo il cuore del processo di valorizzazione capitalistica, di messa a valore di ogni relazione sociale, processo di riproduzione sociale e sempre di più della vita sul nostro pianeta. La quota delle 5 società nel listino S&Pr 500 negli ultimi due anni ha oscillato attorno al 20 per cento.

Si è discusso nelle ultime settimane del riduzione delle vendite e dei profitti che ha colpito Amazon nel primo trimestre del 20227. In realtà si conferma il ruolo dei servizi in cloud, la sezione AWS8, il cui fatturato è cresciuto del 34% negli ultimi due anni e del 37% nel primo quarto del 2022, mentre le vendite di prodotto hanno subito lo stop and go dovuto alla pandemia; la crescita delle vendite on line durante i periodi di lock down ( +36% nel 2020)  ha indotto ad investimenti strutturali importanti che si sono rivelati un costo eccessivo, quando le vendite si sono abbassate, da cui la necessità di un’opera di razionalizzazione dei processi e ristrutturazione, a ciò si aggiunge la crescita dovuto al processo inflazionistico. Anche la società che possiede il massimo di informazione e controllo sull’andamento dei consumi, si trova in difficoltà a fare i conti con eventi e fenomeni che sconvolgono il contesto in cui operano, tuttavia la crescita dei servizi in cloud conferma il processo di innovazione tecnologica e di concentrazione nella erogazione dei servizi; in generale il processo di concentrazione si interrompe solo quando una innovazione radicale cambia le carte in tavola, rendendo obsoleti i prodotti ed i servizi esistenti, a questa evenienza le società -che dominano il mercato dei prodotti ad alta tecnologia- cercano di ovviare acquisendo il controllo di imprese, di start up fortemente innovative da cui potrebbe venire una minaccia alla proprio predominio.

Il processo di concentrazione si realizza all’interno di un sistema ecologico di innovazione tecnologica alimentato da un costante flusso di capitali -che nell’innovazione ricercano la propria valorizzazione- sistema  che ha la forza attrattiva di un buco nero. Amazon ha perfezionato la propria offerta nell’intrattenimento con l’acquisizione nel marzo di quest’anni di MGM9, come dice la CNN ora James Bond è un dipendente di Amazon, che ha una sua divisione Prime Video and Amazon Studios. Ciò avviene in un settore dove forte è la concorrenza ed il processo di concentrazione, lo scorso anno la casa madre della CNN si è fusa con Discovery10, dopo uno spin off di Warner Media da AT&T. Quanto complicate siano le dinamiche e forte la concorrenza lo dimostra il crollo della azioni di  Netflix – una perdita del 35% il 20 aprile2022-  dopo l’annuncio della perdita di 200.000 abbonati11; tuttavia tocca sapere che Netflix ha globalmente 220 milioni di abbonati mentre il concorrente più prossimo la Disney ne ha 130 milioni.

Dentro l’intreccio di crisi in cui stiamo vivendo i processi di trasformazione tecnologica sono incessanti e riguardano il governo di ogni aspetto della nostra vita; a questo proposito vale la pena tornare ad Amazon. La società ha creato la tecnologia Just Walk Out con la quale viene registrato automaticamente ogni acquisto ed addebitato senza bisogno di passare dalla cassa; un sistema tecnologico composto da computer vision, sensori, e intelligenza artificiale12. La tecnologia è applicata in una rete di negozi direttamente gestiti da Amazon13 e viene adottata da terze parti14. La tecnologia di Amazon trova  concorrenti tra cui la società Trigo15 che ha raccolto finanziamenti per 104 milioni di dollari per finanziare la sua tecnologia, tra cui 10 milioni dalla catena di negozi di alimentari la tedesca REWE. In Cina la società Alibaba di Jack Ma ha sviluppato un suo sistema il cosiddetto Hema parte della strategia “New retail”16.

Come si può vedere Amazon -e non solo- continua a produrre innovazioni sul processo distributivo, intervenendo nel settore dei piccoli punti vendita mentre i processi di automazione erano già in stato avanzato nelle grandi superfici di vendita. I punti vendita vengono automatizzati mentre in alcuni settori le consegne vengono affidate i riders coordinati da sistemi centralizzati. Si incrementa in questo modo il processo di sorveglianza, di tracciamento degli acquisti e raccolta dati, la creazione di profili dei consumatori. Su questo ci sono scarne osservazioni dello European Data Protection Supervisor17.

Le grandi organizzazioni, che controllano i mega flussi di informazione e trattano i big data con le tecnologie del deep e machine learning, sono resilienti, capaci di riorganizzarsi  a fronte degli shock che subiscono nei momenti di crisi, rinvestendo di conseguenza le società con gli effetti della propria innovazione e riorganizzazione, occupando nuovi spazi della cooperazione sociale; esse costituiscono un potere che entra in concorrenza quando non in conflitto con le prerogative degli stati, a partire dagli Stati Uniti, dove hanno sede le GAFAM ed dalla Cina dove lo stato è intervenuto duramente nei confronti delle società di Jack Ma. L’Europa che è esclusa dal controllo degli oligopoli dell’informazione, a maggior ragione cerca di porre un freno al loro potere con il Digital Service Act18 ed il Digital Market Act19. Queste organizzazioni costituiscono un problema per gli stati non solo dal punto di vista del potere finanziario, ma anche rispetto al monopolio da parte degli stati dei dispositivi di sicurezza entro cui si articola il monopolio della violenza, dell’uso della forza nelle forme ‘ibride’ che assume nelle società digitalizzate. Se la rete, governata dalle organizzazioni del Big Tech non incarna l’utopia della totale libertà di relazione e comunicazione, di totale condivisione della conoscenza, la forma che ha assunto non ha certo eliminato le contraddizioni, l’uso conflittuale della rete anche se per lo più il risultato è la formazione di ‘bolle’ in cui le persone, gli utenti della rete si ritrovano con i propri simili. La sua modalità di funzionamento appare troppo permissiva per quei regimi nei quali la forma di controllo sulla comunicazione sociale e la condivisione della conoscenza vuole essere più diretta e cogente, per cui viene ventilata la possibilità di spezzare fisicamente,  l’unità della rete, non solo di limitare la circolazione delle informazioni o l’abbattimento di ogni garanzia di privacy.

Articolo dopo articolo, abbiamo cercato di descrivere come lo stato permanente di belligeranza, l’intreccio inestricabile tra la forma civile e quella militare di ogni nesso, di ogni dispositivo economico e sociale sia la realtà in cui viviamo, entro quella guerra dei trent’anni -che grosso modo è l’arco di tempo nel quale la catastrofe climatica si manifesterà in tutta la sua drammaticità- che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, dentro cui stiamo vivendo; una condizione di guerra che oscilla tra il potenziale e l’attuale, una condizione di sostanziale assenza di pace anche quando la guerra non si manifesta in modo esplicito.

Se questa è la realtà ancora una volta, la rimozione della guerra dalla storia, come enfaticamente si usa dire, coincide con il rovesciamento dei rapporti sociali dominanti, nella forma di un processo di liberazione di cui oggi non si vedono contorni definiti mentre i suoi contenuti ci sono ben noti e forme parziali qua e là si vanno esplicitando. Il problema è la frammentazione della condizione umana, che si manifesta anche nella diversa esperienza della guerra, un concetto, una sorta di iper-oggetto dal punto di vista ontologico, la cui riproduzione tanto è pervasiva quanto è differenziata nelle sue manifestazioni, salvo essere univoca nella sua produzione di vittime. La realtà è sporca, nonostante il tentativo che noi facciamo di rinchiuderla entro schemi di classificazione cercando di individuare il bene, di separare il grano dal loglio; troppa è la distanza tra la condizione di chi vive la dimensione militare come tensione latente della propria condizione , della società in cui vive e chi vive direttamente la guerra, dove la connessione è nelle mani dei governi, in contesto in cui si esplicita pienamente la logica della guerra, che sovra-determina ogni dimensione soggettiva. Portare una logica di liberazione direttamente nello scontro bellico, legare a questo la risposta dei soggetti aggrediti richiede che il conflitto sociale nel resto del mondo diventi il punto di riferimento per chi è coinvolto direttamente nella guerra, non semplicemente un movimento di opinione solidale. Nelle analisi geo-strategiche è assente di solito questa dimensione; quando si parla rispettivamente di Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, India o Brasile dobbiamo chiederci quale sia in ogni paese la possibilità e capacità di sviluppare conflitto, critica pratica organizzata nei confronti dei poteri, dei rapporti sociali dominanti.

 

di Roberto Rosso

  1. https://transform-italia.it/la-guerra-dei-trentanni/ []
  2. https://mronline.org/2022/05/09/article-the-dollar-system-in-a-multi-polar-world/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=article-the-dollar-system-in-a-multi-polar-world []
  3. https://transform-italia.it/finanza-guerra-clima-e-diseguaglianze-innovazione-e-orizzonti-distopici/    []
  4. https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2022-0690/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=1 []
  5. https://www.ecb.europa.eu/stats/policy_and_exchange_rates/key_ecb_interest_rates/html/index.en.html   []
  6. https://fred.stlouisfed.org/graph/?g=jaiY []
  7. https://www.nytimes.com/2022/04/28/technology/amazon-earnings.html  https://ir.aboutamazon.com/news-release/news-release-details/2022/Amazon.com-Announces-First-Quarter-Results-f0188db95/ []
  8. Amazon Web Services https://aws.amazon.com/it/   []
  9. https://edition.cnn.com/2022/03/17/media/amazon-mgm-deal-closes/index.html []
  10. https://edition.cnn.com/2021/05/17/media/warnermedia-discovery-deal/index.html []
  11. https://www.latimes.com/entertainment-arts/business/story/2022-04-29/netflixs-turmoil-causes-staffers-to-question-its-culture  []
  12. https://justwalkout.com/ []
  13. https://www.aboutamazon.com/news/retail/amazon-fresh-grocery-store-meet-just-walk-out-shopping  https://www.grocerydive.com/news/amazon-fresh-deepens-just-walk-out/621816/ []
  14. https://www.aboutamazon.com/news/retail/sainsburys-becomes-first-international-third-party-customer-to-use-amazons-just-walk-out-technology []
  15. https://techcrunch.com/2021/06/16/trigo-bags-10m-for-its-computer-vision-based-checkout-tech-to-rival-amazons-just-walk-out/?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAAJa9QSsv9Eql_yGRi_9KflcK1Czw9-0QQktM3r1URPyDKrVrk7eJCaJLWsi6JO4mjG9v8pGwQxw09LLy77q82tgLwxUwvadPdIPxihFf-BV3g7bLEeVTR3f7Vci8FQftdM2jE-p-tLcmLNwWXsKkz2mE6BSS3V6z-Xg80nv_cR67 []
  16. https://www.indigo9digital.com/blog/futureofretailalibaba  []
  17. https://edps.europa.eu/press-publications/publications/techsonar/just-walk-out-technology_en []
  18. https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/digital-services-act-package  []
  19. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_1978  []
crisi, digitale, guerra, liberazione
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