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Finanza, guerra, clima e diseguaglianze: innovazione e orizzonti distopici

di Roberto
Rosso

Proviamo a accostare tre informazioni apparentemente distanti tra di loro. Elon Musk acquista la totalità delle azioni di Twitter per 44 miliardi di dollari, la metà degli scambi in Borso sono ormai attribuibili ai cosiddetti High Frequency Trading (HFT), vale a dire quegli scambi in borsa effettuati da algoritmi giocando su minimi differenziali di prezzo su intervalli di tempo infinitesimi. La terza informazione è quella secondo cui negli anni ’10 dei questo secolo le corporation USA hanno impiegato 6,3 migliaia di miliardi di euro per riacquistare proprie azioni1 in un contesto di crescente concertazione della ricchezza il 10% delle famiglie negli USA -al top della distribuzione della ricchezza- possiede l’ 85% del patrimonio azionario.

In comune hanno l’appartenenza al mondo della finanza, delle grandi società che dominano l’economia mondiale -per inciso la presa di controllo su Twitter è avvenuta, da parte dell’uomo più ricco del mondo per circa metà tramite capitali concessi in prestito in una operazione guidata da Morgan Stanley2- dall’altra predominante è il segno del digitale, evidente per quanto riguarda Twitter e HFT, soggiacente per quanto riguarda le corporation il cui panorama è dominato dal digitale -le cinque del GAFAM e altre- e dai protagonisti dell’innovazione tecnologica.

Lo stesso Elon Musk ha conquistato la sua attuale posizione investendo nei settori ad alto tasso di innovazione, è partito con la società di web software ZIP23 venduta per 385 milioni di dollari, quindi PayPal, dalla cui vendita ha guadagnato un miliardo di dollari, passando per l’auto elettrica con Tesla, la rete Starlink composta da migliaia mini satelliti ad orbita bassa per la realizzare una connessione ad Internet globale e capillare4; la società di tecnologie spaziali Space-X è la stessa che sta inviando equipaggi nello spazio, avendo realizzato autonomamente il vettore e la capsula orbitante; ovviamente si sta cimentando anche nel campo della Intelligenza digitale con il laboratorio di ricerca OpenA.I.5 e delle neuro-tecnologie con la Neuralink Corporation6.

Come sempre accade la storia dei grandi innovatori mostra come procede il processo di innovazione tecnologica nel rapporto di capitale, entro uno schema di sviluppo diseguale dove la logica di concentrazione in hub dei processi di rete porta alla creazione di poli di sviluppo dove si concentrano risorse finanziarie, tecnologiche e cognitive.

La concentrazione della ricchezza è il prodotto e la condizione della riproduzione del rapporto di capitale; le transazioni borsistiche realizzate tramite la tecnologia HFT rimanda alla caratteristica dominante dello steso rapporto vale a dire la finanziarizzazione, lo sviluppo esponenziale dei processi di creazione di profitto denaro su denaro DèD, da decenni nei confronti di questo processo di creazione e concentrazione di ricchezza si è mossa la proposta della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (Financial Transaction Tax – FTT)o originariamente elaborata dall’economista James Tobin sulle transazioni tra monete, il cui volume è giustificato non da necessità commerciali, ma da logiche speculative. Da allora la digitalizzazione dei mercati finanziari ha seguito il processo di innovazione del dispositivo digitale globale, realizzando una crescente astrazione della forma denaro, già insita nella sua natura.

Il dibattito sulla FTT si è rinfocolato, nuove proposte sono sul tavolo, soprattutto negli USA7, mentre in Europa sono state realizzate forme parziali e limitate di FTT. La critica a questo tipo di propose è che andrebbe a colpire i redditi, le pensioni delle classi medie negli USA, in realtà la distribuzione delle pensioni smentisce questa ipotesi8. Il top 10% delle famiglie possiede il 54% delle pensioni erogate, se si definisce classe media quelle famiglie che si collocano nel percentile tra 20 e 60 per reddito, esse sono titolari del 15% delle pensioni e del 4% del corporate equity e mutual funds.

La FTT dovrebbe essere in grado di ridurre il peso delle transazioni finanziarie mediate da algoritmi e ridurre il peso delle transazioni finanziarie astratte da ciò che chiamiamo economia reale, benché la realtà del finanziaria digitale sia purtroppo straordinariamente concreta, questa osservazione ripresa dall’articolo citato9, ripropone l’interrogativo su ruolo dell’innovazione tecnologica nella trasformazione sociale nel determinare la forma e le proporzioni dei rapporti sociali di produzione.

In tutta evidenza lo straordinario e pervasivo processo di innovazione tecnologica, agente e strumento di ogni trasformazione della formazione sociale globale, non garantisce in alcun modo il superamento delle sue contraddizioni, delle crescenti diseguaglianze, tanto meno opera in modo efficiente contro il riscaldamento globale. A proposito di quest’ultimo, l’analisi ormai definitiva e sempre più raffinata delle cause, assieme allo sviluppo di tecnologie alternative dal punto di vista del consumo energetico, delle emissioni di gas climalteranti, non sono in grado di operare efficacemente in assenza di una strategia globale condivisa, laddove invece predominano logiche di competizione geostrategica, fondata sull’accaparramento delle risorse; la devastazione ed il degrado degli ecosistemi mette al centro della competizione le basi, i processi di riproduzione della vita, in una logica di competizione darwiniana, di cui una popolazione che ha superato gli otto miliardi diventa il campo di battaglia.

Nei tre articoli precedenti a questo abbiamo schizzato una analisi dello sviluppo degli apparati militari, della integrazione sempre più spinta nello sviluppo tecnologico in campo militare e civile, tra sicurezza interna ed esterna di ogni paese e alleanza economica o militare. L’innovazione tecnologica ha un ruolo predominate in questo processo tanto quanto è rilevante l’uso di risorse finanziarie, produttive e tecnologiche nel settore militare e della sicurezza.

Il percorso storico in cui il processo di innovazione si è incardinato, in un sistema caratterizzato da finanziarizzazione e crescenti diseguaglianze sociali e regionali, si è ulteriormente articolato -in un certo senso è esploso- nell’intreccio delle crisi indotte prima dalla pandemia da Sars-CoV-2 – che continua ad evolversi ed a macinare i suoi effetti- poi dalla guerra, dallo scontro sempre più globale indotto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La creazione dei vaccini contro la pandemia Covid-19 è stato un trionfo della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, frutto peraltro di decenni di ricerche e del supporto pubblico, ma è stata l’ennesima manifestazione dell’appropriazione privata delle capacità di cooperazione sociale della condivisione di conoscenze, di mantenimento delle diseguaglianze nella distribuzione mondiale dei vaccini; la stessa produzione dei vaccini è stata subordinata alle logiche della competizione globale, nel confronto tra Big Pharma occidentali, produzione cinese e russa; ciò ha portato anche ad esiti differenziati nella efficacia dei vaccini stessi, nella totale indifferenza di ciò che è stato realizzato a Cuba.

L’andamento dell’economia mondo, la divisione internazionale del lavoro, la diffusione dei processi produttivi tra diverse regioni del globo, la regolazione delle catene logistiche, dei processi di approvvigionamento sono fondate sulla capacità di regolazione in tempo reale da parte del dispositivo digitale globale e sulla standardizzazione dei sistemi logistici, grazie all’invenzione e all’introduzione del container diventato unità di misura e veicolo universale del trasporto di ogni sorta di merce.

Lo ‘stop and go’ indotto dall’andamento della pandemia, la trombosi che ha colpito le catene di approvvigionamento, i poli di produzione di produzione di risorse strategiche come i circuiti stampati, i microchip che sono una componente irrinunciabile di oggetti sempre più ‘intelligenti’, a partire dalla automobile il cui ciclo è andato in til,t nonostante il processo il processo di concentrazione in un manciata di case produttrici abbia prodotto la semplificazione del  il processo produttivo con la condivisione di piattaforme e dispositivi tecnologici tra diversi modelli. D’altra parte non si può analizzare l’andamento dei processi produttivi e delle catene logistiche senza vedere come interagiscano i mercati finanziari, la finanziarizzazione di ogni mercato di commodities, semilavorati, componenti e prodotti finali. Nello specifico i processi inflazionistici sono il prodotto di queste interazioni complesse, prodotto dell’interazione di diversi fattori di crisi globale che inducono discontinuità nei processi globali, che la finanziarizzazione e la trasmissione dei dati in tempo reale esaltano. L’analisi macro-economica, come da lungo tempo alcuni maestri ci insegnano, assomiglia sempre di più ad un campo di battaglia, dove l’andamento dei processi ha il carattere della non linearità, dove sempre più vicino è l’orizzonte di imprevedibilità degli eventi; le analisi che si basano sull’andamento gaussiano dei processi sono sempre più inutilizzabili, mentre le leggi di potenza dove le  code dei grafici sono sempre più spesse, sono sempre più attuali le eccezioni all’adamento regolare dei processi ossia i punti di crisi.

Cosa significa questo dal punto di vista della capacità di previsione del governo dei processi economici e sociali, della definizione del proprio ruolo da parte dei protagonisti del confronto globale?

La gara tra capacità di raccogliere e trattare moli crescenti di dati e crescente complessità dei processi- che comprendono tra l’altro lo stesso processo di trattamento dei dati e produzione dell’informazione e della conoscenza, secondo una logica autoriflessiva, che ributta costantemente l’osservatore nella realtà osservata- non conosce fine ed è destinata a riprodurre non equilibri globali, ma una competizione globale sempre più accanita e feroce tra i detentori delle principali risorse e dei dispositivi che determinano i rapporti di forza.

La capacità di analisi e simulazione, che sconta orizzonti di prevedibilità sempre più prossimi, diventa uno strumento di guerra più che di costruzione di condizioni globali di un equilibrio esteso, radicato e condiviso; ancora una volta si afferma una logica darwiniana –chiediamo scusa Darwin per la semplificazione e l’estensione dell’uso del suo modello- e bellicista il cui obiettivo è la sopravvivenza dei sistemi in competizione, strumentalizzando a questo le esistenze particolari, messe in gioco a seconda della collocazione nella scala delle diseguaglianze. Di questa realtà è necessario tenere conto quando si ragiona sulle strategie dei centri di governo politico, economico e finanziario e ci si cimenta in proprie previsioni; occorre tenere conto di quali siano in ultima analisi le intenzioni, gli obiettivi, gli strumenti di quei centri di potere e di regolazione, di quanto siano coscienti dei propri limiti, quanto l’inevitabile cinismo cosmico sia il carattere fondante. In questo si gioca anche il ruolo dell’intellettuale critico o meglio sovversivo, la sua possibilità di fare il centro studi senza mettere in gioco la propria analisi nel fuoco dello scontro.

A queste considerazioni finali del nostro schematico ragionamento dobbiamo aggiungere una breve appendice su un tema che riprenderemo approfondendolo e potrà giocare un ruolo rilevante in un prossimo futuro; parliamo dell’emissione di moneta digitale direttamente dalle banche centrali le codette Central Bank Digital Currencies (d’ora in poi CBDC). Per una esposizione abbastanza esaustiva si può far riferimento ad un contributo negli ‘Occasional Papers’ della serie ‘Questioni di Economia e Finanza della Banca d’Italia (BKI): Technological progress and institutional adaptations: the case of the central bank digital currency (CBDC)by Riccardo De Bonis and Giuseppe Ferrero aprile 200210.

Si tratta in sintesi di emissione diretta da parte della banca centrale di moneta digitale messa a disposizione di privati ed imprese, con una tecnologica che può essere o meno distribuita come la Block Chain, il paper analizza le conseguenze rispetto alle politiche e gli strumenti con cui le banche centrali intervengono per regolare i mercati finanziari e monetari, su cui ci potremo soffermare riprendendo il discorso. Un dato significativo è il fatto che -ancor prima che si palesasse la possibilità di una divisa totalmente emessa in forma digitale e quindi si parlasse della sua esistenza tradizionale almeno quella vigente dopo la dichiarazione della invertibilità del dollaro- sempre James Tobin propose l’emissione da parte della banca centrale di una moneta rivolta direttamente ai privati, senza passare dalla intermediazione delle banche11. Tobin scriveva in un periodo segnato dal ritorno delle crisi bancarie. Gli Stati Uniti erano stati colpiti dal fallimento delle savings and loan associations, piccole banche locali. La crisi portò a perdite di 200 miliardi di dollari con conseguenze sui dispositivi di assicurazione e sugli interventi governativi. La banca centrale invece non può fallire.

Come abbiamo avuto modo di segnalare in un precedente articolo, la sperimentazione più avanzata di CBDC è in corso in Cina. L’emissione di CBDC è allo studio di tutte le principali banche centrali in particolare dalla banca d’Inghilterra12 dopo un processo di consultazione lanciato nel 2021 13. Un report prodotto dalla Banca dei Regolamenti Internazionali con la collaborazione di diverse banche centrali14 mostra quanto diventi sempre più attuale l’adozione della CBDC da parte delle pirncipali economie mondiali..

Queste brevissime note -che non suppliscono alla lettura del paper che ha il pregio di illustrare i diversi modelli possibili di emissione della CBDC e le conseguenze possibili in termini di opportunità e rischi- fanno capire quali e quanto importanti possano essere gli effetti della emissione della CBDC. Il dibattito riguarda anche la produzione privata di cripto-valute legate al valore di monete ufficiali le cosiddette ‘stable coins’ il cui scopo è di ridurre la volatilità delle cripto-valute esistenti, di cui la principale è il bitcoin. Il controllo del ciclo economico, garantire la stabilità finanziaria, la regolazione degli scambi internazionali, il mantenimento della sovranità monetaria, la gestione i meccanismi fiscali sono i principali terreni su cui può operare una moneta digitale emessa dalle banche centrali, a partire dal coordinamento delle politiche dei diversi istituti di emissione.

Le notizie da cui è partito il nostro ragionamento ne accentuano il possibile ruolo, ll possibile gelo sull’economia mondiale indotto dall’aumento dei tassi di interesse da parte della FED, il permanere di condizioni di instabilità delle catene di approvvigionamento legate alla pandemia, costruiscono fattori di contesto che possono accelerare la concretizzazione dei progetti sulle CBDC.

Lo scenario globale in equilibrio precario tra competizione, collaborazione e reciproca dipendenza, tra globalizzazione e regionalizzazione è destinato a mutare, producendo anche improvvise soluzioni di continuità.

Roberto Rosso

  1. https://rooseveltinstitute.org/publications/regulating-stock-buybacks-the-6-3-trillion-question/ Regulating Stock Buybacks:The $6.3 Trillion Question.[]
  2. https://www.irishtimes.com/business/technology/elon-musk-unveils-42bn-financing-package-to-fund-twitter-bid-1.4858484.[]
  3. https://en.wikipedia.org/wiki/Zip2.[]
  4. https://en.wikipedia.org/wiki/Starlink https://www.starlink.com/satellites.[]
  5. https://en.wikipedia.org/wiki/OpenAI.[]
  6. https://en.wikipedia.org/wiki/Neuralink.[]
  7. https://theappeal.org/the-lab/policy/the-case-for-the-financial-transaction-tax-in-2021/.[]
  8. The most common critique of the FTT is that it would hurt the retirement security of the middle class. But the top 10% of households also own 54% of pension entitlements. If we define “middle-class” as households in the 20 to 60 percentile range by income, they own just 15% of pension entitlements and 4% of corporate equity and mutual funds.[]
  9. HFTs are now estimated to make up half of market trading volumes, executed by algorithms seeking to exploit miniscule differences in prices. Because the FTT would be applied per transaction, it would decrease the frequency of HFT and thus its profitability. However, this may be a desirable result, as excess volatility and speculative activity do not serve the actual function of the financial system, which is to provide support for innovation in the goods and services sectors of the economy.[]
  10.   https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2022-0690/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=1  []
  11. In the mid-1980s, James Tobin, Nobel laureate in economics in 1981, proposed transforming central bank reserves from wholesale money, accessible only to banks, into retail money, accessible to everyone. According to Tobin, central banks should make it possible for households and businesses to build up deposits, which can be mobilised through cheques or other instruments. “I think the government should make available to the public a medium with the convenience of deposits and the safety of currency, essentially currency on deposit, transferable in any amount by check or other order… The Federal Reserve banks themselves could offer such deposits, a species of Federal Funds” (Tobin, 1987).[]
  12. https://www.bankofengland.co.uk/financial-stability-in-focus/2022/march-2022.[]
  13. UK regulatory approach to cryptoassets and stablecoins Consultation and call for evidence.[]
  14. https://www.bis.org/publ/othp33.htm Central bank digital currencies: foundational principles and core features.[]
cripto-valute, digitale, guerra
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