La Vicepresidente seconda e Ministra del Lavoro del governo guidato dal socialista Pedro Sanchez, Yolanda Díaz, punta ad estendere e radicare il “movimento dei cittadini” lanciato nel maggio 2022 e denominato “Sumar”, con l’obbiettivo di garantire un “decennio progressista” alla Spagna.
Yolanda Díazè oggi una delle figure politiche più popolari del suo Paese. Quale Ministra del Lavoro ha gestito con buoni risultati sia le tutele sociali garantite durante l’emergenza Covid che misure importanti di riduzione della precarietà del lavoro superando, almeno in buona parte, le norme introdotte dalla destra.
Facendo il punto dell’iniziativa politica da lei guidata, ha rivendicato che “Sumar” (che vuol dire “assommare”) aspira a governare costruendo un progetto politico valido per la prossima decade e mettendo in chiaro che un “cambio di epoca” per la Spagna si può ottenere mettendo al centro la “società” e non solo gli equilibri politici. Vogliamo rappresentare la “maggioranza sociale”, ha sottolineato la Díaz nel corso di un appuntamento pubblico, nel quale erano rappresentati i 35 gruppi di lavoro che costituiscono l’asse principale del movimento.
Per sconfiggere politicamente il “progetto neoliberista” che è “fallito ideologicamente”, occorre una più larga unità (“sumar mucho”) e radici più larghe e profonde di quando non posseggano al momento le forze che costituiscono la coalizione “Unidas Podemos”. Contro la destra e l’arrivo al potere “della barbarie” occorre costruire un nuovo “laburismo” per “reinventare il pubblico” e favorire la nascita di un nuovo senso comune per una nuova epoca. C’è chi in Spagna, fa molto rumore ma non ha un progetto per il paese, secondo la Ministra. “Noi lo abbiamo”, ha sottolineato Yolanda Díaz. Per questo ha invitato singole persone, movimenti sociali, sindacali, ecologisti e anche partiti politici ad unirsi a questo progetto politico e sociale.
Nel gruppo di personalità che ruota attorno a Yolanda Díaz vi sono esponenti di varie componenti della sinistra. Con particolare convinzione il progetto di “Sumar” è sostenuto dai catalani di En Comù Podem, raccolti attorno alla sindaca di Barcellona Ada Colau. Nella capitale catalana, la presentazione di Yolanda Díaz ha riempito i 2.000 posti dell’Auditori, mentre altri 1.000 partecipanti sono dovuti rimanere fuori. Sia esponenti di Podemos che di Mas Pais, la formazione nata dalla scissione guidata da Errejon, partecipano all’iniziativa.
Restano però le perplessità della leadership di Podemos nei confronti del nuovo movimento, visto in una certa misura come rivale. L’intenzione è di non integrarsi in Sumar, ma di cercare un accordo elettorale. La Díaz è storicamente una militante del Partito Comunista Spagnolo, figlia di un sindacalista delle Comisiones Obreras, che ad un certo punto della sua vicenda politica si è staccata da Izquierda Unida per ritrovarsi molto vicina a Pablo Iglesias. Ma oggi i rapporti con la formulazione populista di sinistra e con lo stesso Iglesias (che ha abbandonato l’attività diretta di partito ma è ancora influente nel dibattito politico) sono diventati più difficili.
Per quanto riguarda Izquierda Unida, il suo leader, Alberto Garzón ha invece espresso un sostegno chiaro nei confronti di “Sumar”, ritenendolo lo strumento più utile per raggiungere gli obbiettivi che si è posta la sinistra. Una delle sue proposte è di tenere “delle primarie che permettano a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini che intendono partecipare senza esservi iscritti di disporre un meccanismo per scegliere le persone migliori per guidare le liste elettorali, in vista dei prossimi importanti appuntamenti elettorali. Contemporaneamente le forze politiche possono “riunirsi e incontrarsi in una tavola di confronto tra partiti”.
Alberto Garzón, nella sua relazione alla Coordinadora Federal di IU, ha sottolineato che, tra coloro che sono impegnati nel progetto “Sumar” si trova “moltissima gente di Izquierda Unida, che in modo disinteressato sta dedicando tanto tempo e tanta energia per rafforzare questo strumento, insieme a tanta gente di altre forze politiche o senza nessuna tessera”.
Ha espresso l’apprezzamento per l’azione di Yolanda Díaz che “ha attivato con la sua esperienza e valore tutta una serie di riforme politiche che hanno contato con l’appoggio della maggioranza della popolazione e ha sollevato un grande entusiasmo ragionevole e sensato per il futuro del nostro Paese.”
Il segretario del Partito Comunista Spagnolo, Enrique Santiago, la principale formazione politica all’interno di Izquierda Unida, ha scritto, ad inizio anno, a tutti i militanti del partito per chiamarli a rafforzare lo spazio per la “sinistra di trasformazione” e per frenare la “destra ultra” (i popolari) e l’”ultraderecha” (Vox). Ha definito il PCE come partito “di lotta e di governo”, che coniuga entrambi gli strumenti per far fronte efficacemente al capitalismo. I comunisti si sono impegnati per rafforzare la coesione del movimento operaio sindacale con lo spazio politico della sinistra trasformatrice che lavora per “seppellire le politiche neoliberiste in Spagna, sia attraverso Unidas Podemos al governo, che attraverso l’organizzazione del conflitto sociale”.
Ha evidenziato i pericoli crescenti per le istituzioni democratiche e per le libertà pubbliche e ha denunciato l’intensa campagna anticomunista che cerca di squalificare il ruolo svolto dal PCE per difendere i diritti della classe lavoratrice e per la costruzione della democrazia.
Per i comunisti l’obbiettivo strategico è “costruire l’Unità Popolare” per raccogliere tutte le persone interessate a difendere la democrazia e le libertà pubbliche, le persone lavoratrici, le diverse forze politiche che vogliono trasformare la Spagna per renderlo un Paese più giusto. Ha anche ricordato, tema sul quale l’incidenza della sinistra sulle prese di posizione del governo spagnolo, a differenza di altre questioni sociali e dei diritti civili, risulta molto debole, che i “comunisti sanno che la pace è una condizione imprescindibile per la costruzione del socialismo”, mentre la guerra “è uno strumento del capitalismo per aumentare i suoi profitti”.
Anche Enrique Santiago, come Alberto Garzón, fa appello ai militanti per unirsi allo sforzo di “Sumar” e contemporaneamente rafforzare il PCE. “Nel 2023 – scrive – costruiamo un partito aperto alla classe lavoratrice, uno spazio di militanza rispettoso, piacevole, in cui l’essere compagni faccia sì che la militanza comunista sia riconosciuta come esempio di coerenza, uomini e donne degne che antepongono ciò che è fondamentale, gli interessi della nostra classe e del nostro popolo, a qualunque questione secondaria.”
Lo sviluppo di “Sumar”, le sue caratteristiche di movimento largo, il suo progetto politico e le sue forme comunicative, aprono una riflessione sulla evoluzione della sinistra radicale (o di “trasformazione” come in genere si preferisce dire in Spagna), di fronte al bilancio contrastato per l’esperienza di Podemos, considerata la forza che più ha praticato il paradigma del “populismo di sinistra”. Anche in questo caso, pensando alla disastrata sinistra italiana, vale il detto: “de te fabula narratur”.
Franco Ferrari