di Fulvia Teano –
Sabato 9 novembre si è tenuta a Roma la prima assemblea italiana verso il Forum Mondiale delle Economie Trasformative di Barcellona 2020. Negli spazi di Scup (Sport e Cultura Popolare) si sono riunite più di 100 persone da oltre 120 realtà, 14 reti e 15 regioni. L’incontro ha avuto l’intento di costruire uno spazio di convergenza tra i vari gruppi, associazioni, reti e imprese sociali che, anche se diversi sotto molti aspetti, si sono uniti nella preparazione della partecipazione italiana all’evento del prossimo giugno, che avrà lo scopo di rilanciare, mettere in connessione e far conoscere le migliaia di pratiche che intendono contrastare il paradigma estrattivo dell’economia e della finanza neoliberista mettendo le comunità, i territori, i diritti e i desideri al centro del fare e del condividere quotidiano.
L’intensa giornata di lavoro è cominciata con un intervento di Jason Nardi di Ripess, la rete globale dedicata alla promozione delle economie sociali e solidali nel mondo che ha promosso l’incontro di Barcellona nel 2020. Jason ha invitato alla valorizzazione delle realtà ed esperienze locali per convergere sui linguaggi e narrazioni, e ampliare gli orizzonti sulla base dei principi di giustizia sociale e sostenibilità ambientale, andando a influenzare un cambiamento sistemico che vada oltre l’economia fino alla società stessa. Nonostante i diversi approcci dei partecipanti (tra cui la prospettiva di genere, agroecologia e sovranità alimentare, cooperativismo e commercio equo e solidale, e finanza etica), è stata sottolineata la condivisione degli stessi valori, e la necessità di un’azione comune, basata su assi trasversali quali la formazione, istruzione e ricerca; partecipazione in politiche pubbliche locali e internazionali; la finanziazione del cambiamento sistemica e la creazione di un immaginario collettivo in grado di comunicare la trasformazione.
A seguire i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi di lavoro, e interrogati su diverse questioni proposte anticipatamente nella convocazione all’evento, tra cui una riflessione sulle pratiche economiche “trasformative” degli enti presenti, la loro efficacia, e i rapporti con le istituzioni. Dai numerosi interventi è risultata fondamentale una cura delle relazioni interpersonali e sociali basate sulla responsabilità, sulla reciprocità, sul mutuo aiuto, sul rifiuto di paradigmi discriminanti sessiste, razziste, classiste e la creazione di ulteriori spazi di confronto. Tra le difficoltà sono emerse invece le diverse fragilità delle esperienze esistenti, la refrattarietà del clima culturale dominante, e l’ostilità del sistema normativo,