Per ora le regine del ballo delle nomine europee sono loro due, Ursula e Giorgia.
La prima impegnata a trovare numeri e formule per la sua riconferma. La seconda a trovare il modo di fare pesare quel di più, numerico e politico, che le destre hanno conquistato in Europa e Paese per Paese.
Per entrambe il rischio è di trovarsi senza scarpetta e senza principe.
Le trame per arrivare ad una quadra degli assetti apicali della forma più moderna di ancien regime che ha preso le vesti della UE sono complesse ed oscure. Medievali, come l’assetto dell’Unione fatto di un sovrano, il capitale finanziario globalizzato, e vassalli, valvassori, valvassini. Il primo è, lo dice la stessa terminologia, globale. I secondi interpretano le pedine bianche (o nere, visti i tempi) sulla scacchiera del mondo orwelliano, dell’Occidente contro l’Oriente.
Negli scacchi, si sa, tutte le pedine sono sacrificabili. Meno il re. Che però in questo mondo distopico e multiverso ha la caratteristica di non stare sulla scacchiera, di essere uno solo, di poter fare morire tutti e di sopravvivere. È l’ultima trovata che il capitalismo ha messo in campo. Seguendo Le memorie della Terra, la trilogia fantascientifica cinese che in questo periodo mi ispira (e scusandomi per lo spoiler), è riuscito a schermarsi dietro tutti gli altri pianeti o a trincerarsi in un buco nero sfruttando la velocità superiore alla luce a cui ormai viaggia. Nella trilogia neanche questo basterà. Ma, in attesa di un nuovo big bang socialista, per ora basta.
Ma torniamo alla più prosaica e casareccia soap titolabile “Un posto al sole in Europa”. I maschietti, da Costa a Letta a Rutte che accompagnano il ballo delle regine danno bene il senso del medioevo ademocratico. Tutti sconfitti alle elezioni, o politicamente. Per ora va in buca, alla NATO, Rutte e basta vedere il suo operare e come sta l’Olanda per avere chiaro il mix di subalternità e parassitismo che la UE esercita da trent’anni. Prona agli USA ma con la voglia di mettersi in proprio, con un proprio sub impero che usa la guerra orwelliana per mangiare un po’ di pezzi e di scacchiera. Si deve fare in fretta perché a Novembre Trump potrebbe cambiare le regole degli scacchi muovendo verso la Cina, lasciando il caos tra Russia ed UE.
Anche per questo le nomine UE sono più faticose. Tra queste c’è anche l’estone Kallas all’Alta autorità per la politica estera che sancirebbe ulteriormente il cambio geopolitico della UE. Basta la vecchia triade popolari, socialisti, liberali e un Consiglio che comunque trova una quadra nella subalternità parassitaria? O si rischia di andare sotto, non solo numericamente ma anche politicamente? Si possono imbarcare i Verdi, che lo chiedono essendo ormai tra i partiti europei i più occidentalisti? Oppure serve anche Meloni, che poi significa un governo “stabile” in mezzo all’instabilità franco-tedesca e la parte di destra più consona alla subalternità parassitaria? Se Ursula ha il suo daffare non è meno complicata la vita di Giorgia tra Orban, Romeni, AFD e Le Pen. Che potrebbe addirittura diventare la capa della Francia. In coabitazione con un Macron che torna ad essere prudente con Putin. Le destre sono divise, politicamente e geopoliticamente, e i loro gruppi al PE potrebbero moltiplicarsi. Però l’idea della Europa di Nazioni, con feudatari riconosciuti e mandatari, oggi appare la più consona allo stato della UE. Che succederà tra loro a novembre dopo le elezioni USA è un’incognita. Ma le nomine UE vanno fatte prima. La UE può spingere ancora di più sulla guerra con la Russia, per determinare scelte obbligate a sé stessa ed agli USA? Pare difficile poter fare come Netanyahu che ha pronto il rilancio libanese e che sa che Trump lo seguirà e che già Biden lo copre. Netanyahu è una nave corsara. La UE una flotta imperiale. Si muove più pesantemente e gli ordini sono importanti per le manovre.
Per ora da sinistra non si muove niente. O, peggio, c’è divisione su tutto. Magari ci si unisce contro la destra come in Francia e bisognerà vedere se basterà e per fare cosa. L’Europa resta per sinistre e movimento operaio un film di fantascienza che si vede da TV ancora in bianco e nero.
In tutto ciò aver liberato Assange è un grande fatto. Si è dichiarato colpevole di aver infranto la legge che copre i crimini di guerra e più che un’ammissione è una rivendicazione. C’è voluto un grande movimento globale per la verità contro la guerra. Ecco, sarebbe bene che diventasse contro la guerra, permanente.
Roberto Musacchio