“Se vogliamo un Green New Deal in grado di affrontare i cambiamenti climatici, dobbiamo sfidare potenti interessi economici”.
Inizia così l’articolo di Keith Brower Brown, Jeremy Gong, Matt Huber, Jamie Munro, pubblicato su Jacobin (in inglese).
E continua: “[…] Poiché è probabile che non chiuderemo completamente con il capitalismo nel prossimo decennio, abbiamo bisogno di un piano per affrontare efficacemente i cambiamenti climatici. La conquista di un GND trasformativo richiederà un’enorme capacità di influenzare il sistema politico ed economico. Abbiamo bisogno della capacità di forzare questi cambiamenti in opposizione ad ampie parti della classe capitalista, che difende ferocemente i propri profitti. Le tattiche di confronto e le sfide elettorali del crescente movimento GND sono componenti essenziali di questa strategia, ma pensiamo che la storia dimostri che non sarà sufficiente. Avremo anche bisogno di uno strumento diretto contro la classe capitalista, proprio nei luoghi in cui fa i soldi.
Chi ha quel potere? In breve, i lavoratori, uniti e organizzati. La classe operaia non solo ha i numeri, perché è la maggioranza della società, ma è anche in antagonismo diretto con i capitalisti che causano la crisi climatica. Ancora più importante, la classe operaia può agire come una “leva” all’interno del sistema capitalista. Se i lavoratori smettono di lavorare o scioperano gli affari si fermano. Come abbiamo visto di recente, questa capacità di bloccare il sistema è la principale fonte di potere della classe lavoratrice nel suo insieme. Quando i lavoratori scioperano o organizzano altre azioni dirompenti di massa chi è al potere è costretto a prestare attenzione […]. Perché la classe operaia si dovrebbe unire per un GND? Innanzitutto perché i lavoratori sono i primi a subire i peggiori effetti della devastazione climatica […] La classe operaia ha quindi interesse a fermare i cambiamenti climatici”.
L’articolo prosegue con una dettagliata analisi della situazione negli Stati Uniti, sia dal punto di vista dei conflitti in atto, sia delle proposte elettorali in campo e conclude: “La capacità politica potenzialmente trasformativa della classe operaia è l’unica forza in grado di salvarci dalla catastrofe climatica”.