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Sviluppare un senso del limite per ricostruire un senso della realtà

di Roberto
Rosso

Le cronache e le immagini televisive ci comunicano ancora una volta l’incombere di una crisi idrica per la aree estese della Val Padana, da inizio 2021 si contano 430 giorni di siccità permanente soprattutto nel nord-ovest1, dopo un 2022 caratterizzato da mancanza di piogge e precipitazioni nevose in diverse parti d’Italia2; il 2022 inoltre era stato un anno caratterizzato da un elevato numero di eventi metereologici estremi3.

D’altra parte la siccità in Europa nell’estate 2022 è stata la peggiore degli ultimi 500 anni. Lo indicano i dati del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (ESA)4. Gli eventi estremi e le condizioni persistenti di siccità sono il prodotto del cambiamento delle dinamiche atmosferiche indotte dal cambiamento climatico, che hanno cambiato radicalmente gli equilibri dei decenni passati5.

Le conseguenze del cambiamento climatico nel nostro paese costituiscono una sorta di paradigma dello stato di precarietà, di instabilità della formazione sociale italiana nel suo complesso, dei vincoli che pesano su di essa in tutte le sue dimensioni di stato di precarietà a cui negli ultimi decenni le classi subordinate del nostro paese si sono venute assuefacendo, salvo rari sussulti di ribellione, come abbiamo cercato di descrivere ed analizzare nell’articolo della scorsa settimana ‘La rana bollita nella società liquida6.

Questa sorta di ‘sottomissione’ ad una condizione in costante peggioramento, si manifesta nel contesto di una trasformazione del sistema economica e sociale che vira verso bassi livelli -nel suo complesso- di innovazione tecnologica e di investimento di capitale; questa sottomissione non può che esprimersi a livello politico, dove in assenza di un conflitto sociale significativo, non vi è una rappresentanza significativa dei bisogni, degli interessi delle classi subordinate. L’uso dell’espressione ‘classi subordinate’ sostituisce una definizione più puntuale ed analiticamente fondata della scomposizione sociale che si è andata realizzando nel nostro paese. Il rapporto non è meccanico né unidirezionale. Le organizzazioni politiche e sociali della sinistra, dopo il fatidico biennio 1989-1990, hanno assecondato questa deriva del sistema economico e sociale. Il passaggio non è stato repentino, il processo non nasce in quegli anni, si sviluppa dopo un decennio di arretramento della capacità di lotta e di organizzazione dei lavoratori, delle classi subordinate in generale, prodotto di una offensiva capitalistica a livello globale – che conosce un salto di qualità provvedimenti di innalzamento dei tassi di interesse della FED- che ha i suoi riflessi nella politica monetaria nel nostro paese ed accompagna un gigantesco processo di ristrutturazione dei processi industriali, dei servizi  e della logistica, trainato dalla innovazione tecnologico-digitale e dalla diffusione globale delle filiere produttive.

Storia e preistoria del conflitto sociale, delle forme di organizzazione e rappresentanza politica nel nostro paese portano sino ad oggi, alla situazione attuale dove a nulla servono le analisi sempre più raffinate delle forme di organizzazione politica, dei gradi e delle forme di partecipazione politica, sociale e culturale nel nostro paese, se non si prende atto di una deriva a cui nell’immediato più che arduo opporsi, che sembra trascinare nelle sue dinamiche regressive, tutte le forme di organizzazione sociale e politica; un gorgo, un maelstrom7 che trascina nelle sue correnti la barchetta, le barchette delle organizzazioni sindacali, politiche e associative variamente definibili di sinistra.

Una dinamica che è propria, come abbiamo detto più volte, del sistema economico, sociale e politico complessivo, che vede il sistema capitalistico italiano incapace di ristrutturarsi in modo adeguato entro il processo di trasformazione globale. Dentro dinamiche di partecipazione politica sempre più deboli, che non si alimenta di altre forme di partecipazione e auto-organizzazione alla vita sociale e culturale del paese  -le quali pure permangono e si riproducono- che disgrega soprattutto le residue forme di organizzazione politica variamente definibili di sinistra, sembra emergere un polo di attrazione conservatore, che si deve disfare delle forme politiche precedenti per emergere in modo stabile e strutturato, condizione di stabilità ancora lontana.

La formazione sociale economica italiana a sua volta è un naviglio, in condizioni precarie, che naviga nelle acque pericolose della congiuntura globale, della trasformazione degli equilibri globali di medio periodo resi instabili dal procedere intrecciato di diverse crisi regionali e globali; il contesto europeo nel contesto più ampio a sua volta è del tutto destabilizzato, e come già sottolineato incombono vincoli pesanti per l’economia del nostro paese, pesantemente indebitato.

Chi guida questo paese non ha nel presente nel prossimo futuro un compito facile, anzi non si intravvedono indirizzi strategici minimamente fondati; lo testimoniano la risposta isterica del governo alla questione del cosiddetto superbonus 110 sulle ristrutturazioni e la reazione in campo industriale e politico alla data del 2035 per cessare la vendita di auto nuove non elettriche.  Questioni che si collocano tra la crisi indotta dalla pandemia e la riconversione dell’intero sistema sociale e produttivo necessaria e radicale per ridurre l’impatto del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, ecosistemico conseguente.

La liquidità del sistema sociale e politico italiano ha raggiunto livelli che più che drammatici sono grotteschi, senza perdere nulla della loro drammaticità, a questo non c’è rimedio nell’immediato, benché sia possibile una azione di denuncia, a sua volta sorretta da una capacità di analisi costantemente aggiornata.

Ci è difficile accettare, prendere atto della situazione che possiamo definire di degrado in cui versa il nostro paese, compresa la qualità -per così dire- delle sue classi dirigenti- e della violenza delle dinamiche che ne governano l’evoluzione. Ognuno nella sua barchetta, mentre cerca di mantenersi a galla, fatica a definire e seguire una rotta, tantomeno si è in grado di fermare il gorgo che ci trascina. Uscendo dalla metafora, necessaria per definire lo stato presente delle cose, è necessario prendere atto di questa condizione, non sognare scorciatoie o pensare che dispositivi usurati comincino come per incanto a funzionare, semmai trasformare le forme organizzative, i legami e le relazioni esistenti, come strumenti per tornare immergersi in questa realtà che per anni non abbiamo voluto riconoscere, abbandonandoli finalmente come fine ultimo della nostra azione. È necessaria un’azione assieme pedagogica e di autoapprendimento che necessariamente non ha un centro precostituito e mette a dura, durissima prova, le identità pregresse e le gerarchie consolidate, ma soprattutto i recinti cui ci siamo rinchiusi.

Esperienze anche straordinarie, di solidarietà e di lotta, di formazione culturale, sono più stabili delle connessioni che sono in grado di stabilire tra di loro, non sono in grado, non siamo in grado, di riconoscersi come una base di un movimento generale, di un processo politico oggi insistente ed assieme -mettendo in comune il patrimonio di esperienza concreta e conoscenza che le caratterizza- riconoscendo di essere allo stato delle cose di essere trascinate dalle dinamiche dominanti  e di doverne sperimentare sino in fondo la realtà per acquisirne una reale conoscenza, per trasformarsi assieme a quella maggioranza di soggetti  e settori sociali, emarginati e subordinati, capaci per lo più di esprimere ed elaborare spirito e tecniche di sopravvivenza nella reciproca indifferenza.

È un nuovo senso del limite e del futuro che forse dobbiamo produrre contro quel senso di onnipotenza che nasce dalla convinzione di essere nel giusto, giustificati e sorretti dalla storia.

Roberto Rosso

  1. https://www.repubblica.it/cronaca/2023/02/14/news/siccita_allarme_agricoltura-388029936/   []
  2. https://ilbolive.unipd.it/it/news/2022-anno-record-temperature-siccita-italia-veneto  []
  3. https://www.greenandblue.it/2022/12/30/news/clima_eventi_estremi_aumento_italia-381320306/  []
  4. https://www.greenandblue.it/dossier/siccita–gestione-acqua/2022/09/06/news/copernicus_satelliti_siccita_peggiore_ultimi_500_anni-364454343/  []
  5. https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/acbc37?fbclid=IwAR2Yn8AKn8SUXjIZ6Wi7uTPkfrqTp_yd97B7e9DgyH6GwJD702UBAMOaFHA  []
  6.   https://transform-italia.it/la-rana-bollita-nella-societa-liquida/ []
  7.   https://www.treccani.it/vocabolario/maelstrom/ []
Crisi Climatica, maelstrom, sistema paese
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