editoriali

Sveglia!

di Roberto
Musacchio

Il presidente del Senato deve dimettersi.

Le sue esternazioni su via Rasella e la Resistenza sono incompatibili con il ruolo che svolge.

Ripeto un concetto che è stato già ampiamente espresso in questi giorni ed ha anche trovato vasti consensi con decine di migliaia di firme in calce ad una petizione.

È però necessario farlo perché bisogna questa volta insistere e poi ancora insistere.

Bisogna porre un freno al piano inclinato di un revisionismo storico che avvelena i pozzi.

E che trova terreno fertile nell’attuale situazione di doppia guerra. La guerra di classe rovesciata. La guerra orwelliana tra Occidente ed Oriente.

Il voto in Finlandia che, dopo aver deciso di entrare nella NATO rompendo con una Storia lunghissima, vede l’affermazione delle destre anche radicali è un altro campanello d’allarme. La giovane premier socialista finlandese che ha compiuto il passo vedrà con tutte le probabilità le destre gestirlo. Quel po’ di voti che ha guadagnato non coprono la debacle dei Verdi e la sconfitta della Sinistra che l’hanno seguita.

Certamente sui voti influiscono tanti fattori e la stessa Meloni non è stata votata per il suo favore alla guerra.

Ma è quell’allineamento che rende possibile, per alcuni temo necessario, coinvolgere le destre nel governo di questa nuova fase.

E all’orizzonte ci sono, prima delle europee, i voti nazionali in Grecia e Spagna. Soprattutto quest’ultimo con lo spettro di Vox e del neo franchismo.

L’Europa potrebbe trovarsi a tornare a prima della Seconda grande guerra, con tratti addirittura della prima.

In Italia Fratelli d’Italia propone come festa nazionale il giorno della Unità dell’Italia dei Savoia del 1861.

Dietro le esternazioni del Presidente del Senato c’è un lunghissimo lavorio di revisionismo sistematico.

Con lo scioglimento del PCI a rompere gli argini.

Quel po’ di coscienza civile che resiste è preziosa. In tal senso il lavoro dell’Anpi, e del suo Presidente Gianfranco Pagliarulo, è più che meritorio. Fu fondamentale decidere che quella esperienza, pur col tempo che passava, andava tenuta in vita, sentinella della nostra democrazia.

C’è troppa banalizzazione di quello che accade, troppe “legittimazioni”, che non colgono i rischi.

Che non sono solo di un ritorno al passato ma del suo compiersi in un oggi che lo favorisce.

Ho detto delle due guerre.

La guerra di classe rovesciata, dei padroni, tutti, contro i dominati.

Di quella orwelliana che vede la profezia immaginata per lo stalinismo realizzarsi col capitalismo globalizzato.

Ecco, bisogna riconnettere i fronti. Pace, giustizia sociale, democrazia contro revisionismo.

Sveglia, sveglia, sveglia!

 

di Roberto Musacchio

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1 Commento. Nuovo commento

  • marino calcinari
    05/04/2023 17:37

    Son d’ accordo. Oltretutto dopo il voto regionale del 2-3 aprile in Friuli Venezia Giulia , con la schiacciante vittoria della destra a trazione leghista, e neofascista , piu’ che al centro dell’ Europa siamo alla periferia di Vysehrad, vista la collocazione di Slovenia e Croazia con Orban ( che ha acquisito il controllo di una parte dell’ area portuale di Trieste) e , con al guerra in Ucraina , l’ accresciuto ruolo della base USA di Aviano, con relative testate nucleari , 10 mila militari, etc .L’ urgenza di riprendere almeno qualche non banale parola d’ ordine per la pace dovrebbe ricominciare a farsi sentire proprio qui da queste parti , dove il fascismo è nato e dove si sta rilegittimando , forte di errori compiuti per (cattivo) calcolo dagli eredi dell’ ex PCI. comunque polemizzare non serve , se vogliamo guardare avanti e ricostruire memoria e cultura antifascista , il tempo è adesso. Qui a Trieste c’è ancora ci può dare una mano.

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