editoriali

Allons enfant… È ora che l’Italia si desti

di roberto
morea

Mentre la cronaca delle manifestazioni in Francia ci parla di una mobilitazione costante anche se meno appariscente, delle prime settimane, il governo francese e il presidente Macron tirano dritto mostrando l’impermeabilità e l’ostilità delle elite nazionali ed europee verso le opposizioni alle politiche anti sociali che da trent’anni si profondano a piene mani in tutto il continente.

L’atto di sottrarre la decisione al Parlamento dimostra quanto anche la sola messa in discussione di queste misure sia per i dominanti inaccettabile e da escludere a priori. Non si può che accettare ciò che le menti illuminate decidono per tutti, anche e soprattutto se sono contro gli interessi di tutti e tutte.

Così mentre si combatte in Ucraina per difendere i nostri valori, o come dice Borrell per difendere il giardino contro la jungla del resto del mondo, si spaccia per democrazia una autocrazia sempre più cieca e sorda.

La rottura democratica in Francia è evidente così come la scelta di armarsi sempre di più, con miliardi di euro destinati alle spese militari e sottratti alla spesa per sanità e scuola. Ma la mobilitazione che sta accendendo la rivolta francese ci dice anche che la storia non è finita, che c’è ancora una coscienza sociale che si ribella e che è solo con queste mobilitazioni che è possibile cambiare il senso di marcia. Certo sarebbe il caso di interrogare le tante voci scandalizzate delle vetrine rotte qui da noi, di fronte alla rabbia che sta montando, a cui la risposta militare della polizia sta creando scalpore.

E i segnali che ci arrivano dal grande sciopero dei trasporti in Germania, le mobilitazioni per la difesa della sanità pubblica in Spagna, testimoniano una insofferenza e una voglia di opposizione che apre all’ottimismo della volontà.

Persino le notizie che ci arrivano da Israele possono far capire che il dominio dell’oscurantismo può essere fermato. Li dove un governo con la destra estremista cerca di sottomettere la giustizia agli interessi di quella parte, le centinaia di migliaia di cittadini e cittadine hanno imposto uno stop, chiudendo aeroporti, scuole, ospedali e persino ambasciate.

Uno scambio quello che le frange più oltranziste avevano chiesto a Netanyahu in cambio del sostegno al governo, a cui fa da contraltare la decisione della giustizia francese di non accondiscendere alla richiesta di estradizione dei rifugiati politici italiani riparati in quel paese durante la stagione degli “anni di piombo”. Una richiesta dell’Italia che, a più di 40 anni dai fatti, ha davvero il senso di un accanimento.

Insomma intorno a noi si sono svegliati in tante e tanti, a quando in Italia?

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