“Noi ci sentiamo solidali con questo nuovo immenso pullulare di forze giovanili, e non ne rinneghiamo quelli che i filistei chiamano errori e gioiamo del senso gagliardo della vita che ne promana. E per tanto compatiamo la vecchia mentalità astratta che, tutta in ghingheri, sciorina le vecchie prediche e si pavoneggia sui trampoli delle sottili analogie e delle metafore viete. Il proletariato non vuole predicatori di esteriorità, freddi alchimisti di parolette: vuole comprensione, intelligenza e simpatia piena d’amore.”
Così scriveva Gramsci polemizzando con la dirigenza socialista, ancora per poco il suo partito, a proposito del biennio rosso degli operai torinesi del 1919/20.
“Il signor Proudhon ha la sventura di essere misconosciuto in Europa in un modo singolare. In Francia egli ha il diritto di essere un cattivo economista perché passa per un buon filosofo tedesco. In Germania ha il diritto di essere un cattivo filosofo, perché passa per uno dei migliori economisti francesi. Noi, nella nostra duplice qualità di tedeschi e di economisti, abbiamo voluto protestare contro questo duplice errore. Il lettore comprenderà come, in tale opera ingrata, siamo stati spesso costretti ad abbandonare la critica di Proudhon per fare quella della filosofia tedesca, e a permetterci alcune osservazioni sull’economia politica in generale.” Così Carlo Marx a proposito di miseria della filosofia.
Ho preso due testi duri (ma non durissimi) dei tanti che due grandissimi hanno scritto nel corso di quella che un tempo si chiamava la battaglia delle idee. Marx e Gramsci oltreché pensatori di altissimo livello sono stati dei polemisti anche spietati. Questi testi per altro sono riservati non a “nemici di classe” ma a Treves e Proudhon che oggi sarebbero all’estrema sinistra della realtà esistente.
Il gioco che vi propongo è pensare a cosa succederebbe ora se Gramsci e Marx scrivessero con questi contenuti dei post su fb.
Quando l’ho proposto nella discussione in “redazione” di Transform, mi è stato fatto osservare che però loro erano Gramsci e Marx. Ma, ho obiettato, Gramsci e Marx sono diventati quello che sono col tempo; anche con queste polemiche.
C’è sempre chi, anche giustamente, si lamenta delle polemiche a sinistra e dei settarismi.
La Storia del Movimento Operaio, quello vero e grande, è però fatta di grandi battaglie delle idee. La sua massima degenerazione, lo stalinismo, è esattamente la volontà di impedirla.
E d’altro canto le classi dominanti non hanno bisogno di questa pratica perché le idee dominanti sono le loro. Possono semmai variare i modi di imporle. Fascismo e democratura sono nelle loro corde permanentemente.
Ma per chi deve cambiare il Mondo, fare la Rivoluzione, scegliere la strada è cosa necessaria.
Certo, le polemiche su fb sembrano spesso solo astiose.
Però se sei uno/a che si trova a dover raccogliere firme a ferragosto per esercitare il diritto a presentarsi alle elezioni mentre quasi tutti gli altri si sono auto esentati ti viene qualche rabbia.
Se pensi che questa è anche la conseguenza del fatto che la volta precedente non sei voluto andare con D’Alema e il fatto che praticamente il 99% di quelli eletti con tale scelta sono andati con Draghi qualche ragione te l’ha data, magari ti arrabbi ancora di più.
Perché, e vengo a me, se pensi, come io penso, e pensa chi raccoglie firme a ferragosto e continua a lottare contro le destre non solo prima delle elezioni ma anche dopo, e a pensare che tagliare salari, pensioni, servizi non è che diventa bello se lo fa il PD, che non è possibile che l’Italia sia uno dei pochi luoghi senza sinistra, qualche domanda te la fai e la fai.
Fatte tutte le autocritiche del caso, poi un punto c’è eccome. Dal 2008 alla sconfitta del tentativo di condizionare il centrosinistra si è risposto da alcuni con una sorta di “guerriglia entrista” in cui conta solo la tattica per eleggere. E siccome le idee dominanti sono diventate sempre più autoritarie, questo modo di fare fiacca gravemente ogni capacità di tornare a contare sulle proprie forze.
Naturalmente contano i rapporti di forza sociali e di questo scrivono altri in questa stessa uscita di Transform.
Ma la direzione politica è, per il cambiamento, fondamentale. Se il settarismo, l’estremismo sono malattie, l’adattamento opportunista è la morte.
Se neanche più la guerra si fa discrimine ai giochi tattici veramente ogni possibilità di autonomia è morta. Per altro ci sono forze, come i verdi tedeschi che contano moltissimo, che la guerra l’hanno assunta come propria. E altrettanto stanno facendo sul ritorno alla austerità. Quindi se alla corrispondenza alla Sinistra alternativa europea preferisci l’accordo con i verdi che spinge per la condivisione “tecnica” col PD pur in presenza della guerra per me sei parte del problema e non della soluzione. E se pensi che eleggerne due buoni vale eleggerne 100 cattivi il problema non diminuisce certo. E poi se lo fai a perdere contro le destre reazionarie insieme a quelle liberiste io la battaglia delle idee te la devo fare.
Certo avendo la consapevolezza che poi devi provare a fare ciò che fecero Gramsci e Marx e cioè a fare dello spirito di scissione la base di una nuova capacità rivoluzionaria.
di Roberto Musacchio
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Solo due cose.
Forse, prima di tutto, si sarebbero interrogati sulla relazione tra lo strumento “social media” l’accumulazione del capitale e la democrazia partecipata… E poi ci avrebbero invitato e cercare nuove strade che non fossero le loro, perché sarebbero inadeguate