editoriali

Quale Sinistra per quale Europa

di Roberto
Morea

20 anni fa nasceva il Partito della Sinistra europea

Nelle parole che hanno dato il via a questo percorso ricordo la scelta di unire le diverse culture politiche e storiche e assumere il punto di vista ambientalista e femminista nella propria dimensione continentale e anche oltre i limiti geopolitici della unione europea, per la creazione di uno spazio politico comune.

Erano gli anni della mobilitazione internazionale contro la globalizzazione capitalista e la guerra preventiva in Iraq, ma anche il ritorno della guerra in europa con la dissoluzione della Jugoslavia . in sintonia con i movimenti  e il loro richiamo all’Altra Europa possibile, c’era soprattutto la volontà di provare a unire gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici europee.

Purtoppo l’Unione europea si costruiva intorno a Maastricht, un trattato ordoliberista invece che una costituzione . Un grande evento come la riunificazione della Germania vede la creazione del partito della Linke con il suo presidente Bisky, che vorrei ricordare qui, con il contributo fatto proprio per superare in avanti il mondo post sovietico alla sinistra in occidente

Quella ambizione di definire una via di uscita dal capitalismo ormai finanziario era una giusta intuizione e che, anche se in parte, ripercorreva quella strada all’Eurocomunismo che Enrico Berlinguer aveva lanciato molti anni prima, per immaginare un percorso nuovo delle forze comuniste del campo occidentale senza richiamarsi al socialismo reale. Piuttosto si rivolgeva all’estremo tentativo di Gorbaciov a cui la UE ha voltato le spalle

In questi 20 anni abbiamo percorso un cammino importante nei movimenti nelle istituzioni nella battaglia politica e culturale. Una aspirazione però purtroppo oggi ancora largamente incompiuta e attraversata da nuovi elementi di crisi.

Transform! europe ha contribuito in modo significativo alla nascita e allo sviluppo di questo progetto, proprio sul campo della ricerca politica, dei nessi della trasformazione capitalista e delle forze produttive, per dirla nei termini classici. Per questo anche se solo a livello italiano e in una forma come questa, ci è sembrato importante ricordare questo anniversario.

Un anniversario che celebriamo mentre la guerra ritorna protagonista delle vicende internazionali ed Europee, dalla Ucraina alla Palestina, in cui torna il dominio dei parametri di austerity e contemporaneamente sale l’incertezza economica e sociale dei cittadini che sempre più spaventati e frustrati dalle scelte politiche europee scelgono di assentarsi dalla partecipazione o peggio di votare per l’estrema destra. Mentre Valencia il disastro climatico in cui stiamo sprofondando.

Oggi si concluderanno le elezioni statunitensi e per molti versi potranno definire un cambiamento degli stessi rapporti tra USA e UE.

È sotto gli occhi di tutti la capacità delle forze della destra di creare sinergie a livello internazionale e questo travalica gli stessi equilibri geo politici.

Gli stessi Brics che delineano un modo multipolare, non rappresentano una alternativa di società da contrapporre all’occidente a trazione statunitense.

Torna qui da noi, ma lo vediamo anche con Trump negli USA il tema di cosa e come si possa definire fascismo e di contro cosa poter definire una opposizione alle forme di democrazia autoritaria. Emblematico in questo senso è la vicenda francese in cui al richiamo al voto contro il Rassemblement National ed il pericolo fascista è seguita la decisione di formare un governo tenuto in piedi proprio da quella forza politica che si diceva voler combattere.

Una unità di intenti che anche nella commissione europea, che proprio in questi giorni affronta il vaglio nelle commissioni, sembra definirsi strategicamente, a partire dalla questione dei migranti.

E mentre tutto ciò avanza le sinistre, purtroppo non avvertono la necessità di unire le forze e cercare i punti qualificanti per una azione comune ma si dividono.

Come vedete le questioni sono tante e molte di queste necessitano di un ragionamento collettivo e sul piano europeo. Questo forse è ancora il limite maggiore che non siamo riusciti a superare in questi anni. Il terreno nazionale resta ancora l’unica bussola nella definizione delle scelte politiche delle sinistre e su questo dovremo impegnarci di più e meglio.

Noi come transform ! italia e transform! europe lavoreremo proprio per cercare le convergenze a partire dalla questione della militarizzazione europea, che sia a livello nazionale che continentale sottrae ancora di più risorse alla spesa pubblica e cancella ogni conquista sociale che definiva il modello di welfare europeo.

per vedere il video completo dell’incontro

Quale Sinistra per quale Europa – video

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