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Nuove frontiere per la didattica a distanza

L’anno 2020 sarà ricordato per la pandemia, ma anche per tanti atti volti a ovviare agli inconvenienti della forzata clausura, che ha stravolto il vivere comune. Tra questi, in parallelo con lo smarworking, l’uso generalizzato della Didattica a Distanza a tutti i livelli del sistema di istruzione. Non ha fatto eccezione, in questo quadro, l’insegnamento della lingua italiana ai migranti, negli istituti scolastici pubblici come nelle scuole del volontariato. Ed è proprio sull’esperienza di DaD vissuta nella scuola dell’Associazione di volontariato laico Focus-Casa dei Diritti Sociali, che si incentra la ricerca di tre operatrici in Servizio Civile presso l’associazione, Lucia Fabrizio, Maruska Panepinto e Luisa Valeria Riccardi. Una ricerca che ha analizzato, raccogliendo testimonianze di insegnanti, la peculiarità di questa modalità nella pratica applicazione, che nonostante forti limiti d’azione ha avuto per certi versi esiti sorprendenti;  un’esperienza che si è aperta al  confronto con le parallele pratiche degli istituti pubblici (CPIA), così come alle valutazioni di fonti universitarie, di enti di formazione, di psicologi.

Venerdì 7 maggio, alle ore 16, la ricerca “NUOVE FRONTIERE PER LA DIDATTICA A DISTANZA” – patrocinata dall’Università Roma Tre Dipartimento di Scienze della Formazione e dalla Chiesa Valdese.

Tramite questo link potete scaricare il testo della ricerca in pdf.

verrà presentata online sulla piattaforma GoToMeeting https://global.gotomeeting.com/join/963749021

 

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