di Roberto Musacchio –
Mi sono venute alcune considerazioni su Italia e sinistra e le affido a Transform adottando un tono colloquiale e personale.
Si tratta di una “avvelenata” con citazione di Guccini che mi piaceva come cantante ma delle cui idee politiche non condivido più nulla. “La locomotiva” col Pd è una cosa che proprio mi stona. Tant’è, la canzone è la sua.
“Ma tu con lo 0,2% che cosa pontifichi?” mi sono trovato in un commento ad un post in cui dicevo che non mi piaceva la foto delle sardine con Benetton.
Avevo già ricevuto un rimbrotto perché farei una campagna astiosa e invidiosa contro le sardine. Ora, io di post su fb ne faccio molti. Sulle sardine tre. Uno per contestare che potessero dire che chi stava in piazza votava per la coalizione Bonaccini quando c’era anche chi non lo faceva. Il secondo in cui dicevo che in Emilia hanno vinto Bonaccini, le sardine e il Pd. Questo era il terzo. Giudizi generali li ho evitati perché tendo a rispettare i movimenti e a vedere cosa succede. Poi io di mio penso che con loro non c’entro niente.
Ma i “taci con lo 0,2%”, “sei astioso e invidioso” mi colpiscono. Mi offendo? Non voglio sapere la verità? Può essere e ci saranno giudici.
Ma se ho mantenuto un poco di lucidità sulla storia politica ormai molto lunga che ho vissuto, diciamo che invece mi preoccupo, anzi mi avveleno. Forse non mi adeguo al “cambio”. Ma è sciocca protervia o ha qualche virtù? In attesa che ci sia un giudizio certo, continuo.
Si può parlare con lo 0,2%? Io direi che sì, anche con meno, anche essendo uno. Mi pare un fondamento della democrazia, della politica, della vita.
Ci sono stati tempi e luoghi in cui non si poteva. Anche nella “storia nostra”. Certo devi darti una regolata, evitare il delirio. Ma anche chiederti se sei come quello della barzelletta che sente alla radio che c’è un matto contro mano sulla autostrada e si dice tra sé che invece sono tanti o se qualcosa di “matto” (non dimenticando mai Basaglia usando questo termine) c’è nell’autostrada stessa.
Quando sto così io reagisco andandomi a rivedere le cose. E allora ho rivisto da dove nasce la legge che si usa per le regionali. Ebbene la fece Tatarella, già deputato e dirigente missino. Era il 1995. Dichiaratamente voleva favorire un presidenzialismo, maggioritario con la rappresentanza dipendente dal presidente (cioè il governatore ha diritto ad avere la maggioranza del consiglio). Il tutto senza quorum di partecipazione e di voti per il presidente. Ora io con lo 0,2% posso dire che per quello che so (e ho anche studiato) di sistemi politici che rispettino le regole liberali di rappresentanza e di equilibrio dei poteri siamo di fronte ad un’aberrazione? Che fu votata bipartisan con tanto di cambio della Costituzione.
In confronto il sistema americano con elezioni ben separate di presidente e camere è un modello di equilibrio. O il doppio turno francese che ha anche il voto separato tra presidente e rappresentanze. O l’uninominale secco inglese che non elegge il governo. Questa legge regionale italiana diversa anche da quella a doppio turno delle comunali, è un unicum assurdo anche perché si elegge un’assemblea legislativa e non amministrativa.
Si dice “ma se prendi lo 0,2 non prendertela con le regole”. Veramente “le regole” sono state l’ossessione della seconda repubblica che ha prodotto una serie continua di leggi per arrivare al bipolarismo maggioritario. Sarebbe bene chiedersi perché questo accanimento. Io l’ho fatto per tutti gli anni seguiti allo scioglimento del Pci per dare vita ad una cosa che voleva bipolarismo e governo secondo le regole europee. Siccome l’altra cosa che mi dicono su fb è che prendo lo 0,2 perché non sto col centrosinistra mi ricordo che per 25 anni ho fatto di tutto per starci, inventando desistenze e non belligeranze, appoggiando dall’esterno o stando proprio nei governi. Ricordo anche che ad un certo punto la situazione era tale che eravamo tutti d’accordo che ciò ci avesse sfibrato. Ci dividemmo infatti sulla “identità comunista” e non sul governo. Salvo ritrovarsi a rincorrere il governo da molto più deboli mentre l’identità comunista da sola non risolveva. Io scelsi – da solo – di non rincorrere improbabili governi nell’era della austerità. Ma resistere alle regole con meno forze e divise era più difficile. Soprattutto se è successa la cosa più grave e cioè si è separata la condizione sociale dalle scelte politiche. C’è sempre una prima volta e la nostra fu far fare a Dini la controriforma delle pensioni che avevamo impedito di fare a Berlusconi. Perché? Perché ora il governo siamo noi e se no torna lui. Fu il primo “baciamo il rospo” proposto anche da intellettuali individuali e collettivi. Il primo di una lunga serie che continuò con Monti, che arriva ad oggi e di cui non si vede la fine. Poi ora ci sarebbe il rischio fascismo (Berlusconi era solo il caimano…). Magari ci sarebbe da capire cosa è o può essere il fascismo nel capitalismo finanziario globalizzato che qualche problema con la democrazia ce l’ha di suo e che con gli autoritari nazionalisti non disdegna di fare patti. Ma questa scissione ha cambiato del tutto il Paese in cui sono cresciuto. Dove pensavo che il Pci fosse diverso da quelli dell’Est e lo era salvo somigliargli dopo lo scioglimento nel rincorrere il potere. Un Paese che se gli dici “facciamo come in Francia” proprio non riesce a crederci che si possa lottare per andare in pensione a 62 anni senza che torni Salvini. Un Paese con tante brave persone che ancora lottano per buone cause, fanno volontariato, cantano Bella ciao.
Ma che pure pensano, in una parte, che se non ci fosse la prescrizione i “potenti ricchi e cattivi” sarebbero in galera. Con buona pace della presunzione di innocenza della Costituzione, della giustizia senza mezzi, delle carceri piene di poveracci, dei reati non depenalizzati, dell’ergastolo non abolito (votai per cancellarlo e fui in netta minoranza), come il 41 bis.
È questo che ci ha tolto forza. Per cui visto che è già normale votare con una legge regionale assurda (regione per regione ci hanno messo anche sbarramenti elevati) è normale votare per uno che vuole che queste regioni siano anche specialmente differenziate.
“Zitto tu, con lo 0,2”. Me lo dico da solo. Magari ricordatevi che ci ho anche provato ancora a contribuire a fare meglio. L’Altra Europa con Tsipras il quorum lo fece ma non è che tutti ci puntarono.
Si firmò un documento alternativo al centrosinistra “Noi ci siamo” ma qualcuno già non ci fu più subito dopo. Nonostante tutto si elesse, alternativi, in tutte le comunali delle grandi città.
C’era il Brancaccio ed era una buona chance. Penso di essere stato tra gli ultimi ad arrendermi al suo fallimento. Sapevo che sarebbe stato grave.
Con questa consapevolezza partecipai a Pap anche per difendere un punto di vista, e ho provato anche a non romperlo.
De Magistris mi pareva una buona cosa per le europee e che valesse qualche compromesso. Si è fatta la “corretta” Sinistra ma la forza è stata poca ed è finita subito per le solite ragioni.
Si poteva fare la lista con D’Alema (che pensava di prendere tanti voti)? Teoricamente in politica si può fare tutto.
Io tendo a darmi una regola. Cerco di fare cose efficaci e che abbiano il criterio di non contraddizione assoluta.
Per dire, non potevo votare Italia Bene Comune che aveva al primo punto l’accettazione dei Trattati europei che per altro per me erano il problema e ciò che non le avrebbe fatto vincere le elezioni.
A Dini è stata data la controriforma pensionistica. A Monti molto altro. Al governo coi Cinquestelle il taglio del Parlamento e ora la prescrizione. Danni irreparabili. A Prodi? Le privatizzazioni (ci ha spiegato ora che gliele chiedevano) e molto, troppo altro. Ma cercando controtendenze. Che non sono bastate.
Ecco lo 0,2. Per questo nella mia regola ci ho messo che se non posso essere efficace, evito di partecipare a fare danni colposi. Preferisco testimoniare, che comunque è un valore democratico, oltre che umano.
Poi un’idea da tempo ce l’ho ed è che la cosa da fare sia un partito europeo, della Sinistra Europea.
2 Commenti. Nuovo commento
la mia sintonia (concordanza anche di tono) con ‘L’Avvelenata’ di Roberto Musacchio è pressoché totale; e senza riserve, in particolare, nel sentire necessaria la (ri)fondazione di un vero Partito della Sinistra Europea, di cui i soggetti nazionali siano ‘sezioni’: p. es. Prc, sezione italiana del PSE… Si doveva fare prima? forse, ma facciamolo, anche preparando in questo senso i congressi prossimi venturi… [ Vedrò Musacchio sabato prossimo, e gli dirò che mi sento già allo 0,3%…]
Concordo anche io da avvelenato