di Roberto Musacchio –
Ma cos’è questo fronteggiarsi tra “liberisti” e “populisti” che sembra occupare per intero la scena pubblica ma anche l’intimo delle persone?
Mentre me lo chiedo mi appare un’immagine linguistica come risposta. In realtà si fronteggiano un algoritmo e degli ologrammi.
Il capitalismo globale finanziarizzato si pensa come una funzione di calcolo che occupa spazio, tempo e corpi secondo il proprio divenire. La ricerca di plusvalore si articola nella parcellizzazione di questi tempi, spazi e corpi. Vite e persone sono ridotte a flussi. La rete è il luogo dell’astrazione che dà corpo all’algoritmo. Fuori dalla rete e dai flussi ci sono solo no luoghi e no persone.
Di fronte all’algoritmo si ergono, come geni fuoriusciti dalla lampada, i “Capi populisti”, in realtà ologrammi dell’odio sintomo che trasuda dai no luoghi, dalle no persone.
In realtà (si può dire realtà oggi?) un tragico gioco di ombre che annichilisce il parlare e il parlarsi sul “litorale” cioè il confine tra sé e gli altri che ci fa incontrare.
È proprio ora che torniamo a parlare del Potere.