Il Presidente del Consiglio UE, Charles Michel, ha inviato la lettera di invito ai Capi di Stato e di Governo per il Consiglio che avrà luogo il 25 e 26 marzo in video conferenza.
L’ordine del giorno della riunione, che prende le mosse dalle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020 prevede che i leader facciano il punto sull’attuazione del piano dei vaccini e sulla situazione epidemiologica, nell’ottica di una risposta coordinata alla crisi pandemica.
Inoltre, si discuterà delle relazioni transatlantiche insieme al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che parteciperà alla videoconferenza giovedì sera alle 20,45, al fine di condividere le sue opinioni sulla futura cooperazione e sulla ricostruzione della alleanza transatlantica.
Ci sarà anche una discussione sulla situazione nel Mediterraneo orientale e L’Alto rappresentante Borrel e la Commissione presenteranno una relazione sulle relazioni UE-Turchia prima della riunione, e sarà fatto un punto informativo sulle relazioni con la Russia.
Si discuterà anche del Mercato Unico, di politica industriale, trasformazione digitale ed economia, con l’esame della “Bussola digitale”, degli obiettivi fissati per il 2030, e del lavoro sulla tassazione digitale.
Il 26 marzo i membri del Vertice euro, in videoconferenza e in formato inclusivo, discuteranno su come rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.
Questa mattina il Presidente del Consiglio Draghi ha tenuto le Comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo e nel pomeriggio, alle ore 15.30 interverrà alla Camera dei Deputati.
Esordendo ha ricordato il Vertice europeo del 26 marzo 2020, che finalmente riconosceva la pandemia di COVID-19 come una sfida senza precedenti per l’Europa.
Del Consiglio del 26 marzo dell’anno scorso avevamo scritto qui in “L’Europa esanime sul tavolo del Consiglio”, dove ricordavamo pure che l’ipotesi dei coronabond, già proposta dall’Italia e caldeggiata nella lettera inviata alla vigilia del vertice al Presidente del Consiglio Michel, sottoscritta da Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna, non era nemmeno all’ordine del giorno del Consiglio.
Sul piano vaccinale Draghi ha detto che “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti. Tutte le regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute.”
Ha anche detto che “Mentre la campagna di vaccinazione prosegue è bene cominciare e pensare e a pianificare le riaperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua.” Ma ha anche ribadito “Speriamo, speriamo…”.
Il piano vaccinale, però, che come tutto il resto ha sofferto dei quasi due mesi assorbiti dalla crisi di governo, non va granché bene e replica e approfondisce le disuguaglianze, come racconta molto bene Francesca Coin in un articolo su Internazionale dal titolo “Le disuguaglianze del piano vaccinale in Italia”.
L’Unione Europea solo nel Consiglio straordinario di luglio 2020 aveva finalmente dato avvio a una iniziativa senza precedenti nell’UE, poiché alla Commissione è conferito il potere di contrarre sui mercati dei capitali prestiti per conto dell’Unione per un importo massimo di 750 miliardi di euro, mettendo in atto un pezzo di politica monetaria comune, con l’emissione di titoli e la gestione di prestiti, e un embrione di politica fiscale, con la definizione di strategie e di orientamenti per gli investimenti.
La prova sui vaccini non è stata alla stessa altezza: su questo Draghi dice “In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni contrattuali … La pandemia rende evidente l’opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa. Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall’esterno. E abbiamo già iniziato, sostenuti dal Governo, a stabilire accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia.” Vedremo come andrà il negoziato con Big Pharma.