Le forze dell’ordine dell’ICE si sono scontrate con i manifestanti e Trump ha mobilitato in modo ingiustificato la Guardia Nazionale e i Marines in risposta alle schermaglie sulle operazioni federali contro l’immigrazione. Il governatore della California ha affermato che il loro impiego ha rappresentato una violazione della sovranità statale. L’invio della Guardia Nazionale e dei Marines a Los Angeles avvia gli Stati Uniti verso un percorso autoritario. Gli scontri a Los Angeles sono un segnale di ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro nel resto del paese. Stiamo assistendo alle prime fasi della costruzione dello stato di polizia di Trump.
L’avvio della protesta
Venerdì 6 giugno, il Dipartimento della Sicurezza Interna (Homeland Security) ha condotto raid in diverse località di Los Angeles, scontrandosi con la folla di persone riunita per protestare e suscitando ampie critiche da parte dei leader californiani. Agenti mascherati dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE – Polizia federale dell’immigrazione e dogana), chiamati comunemente “La migra”, sono stati ripresi mentre prelevavano diverse persone (venditori ambulanti e lavoratori a giornata) nel parcheggio davanti a un punto vendita della catena commerciale Home Depot a Paramount, circa 20 miglia (32 km) a sud del centro di Los Angeles, e dalla sede centrale del produttore di abbigliamento Ambient Apparel nel Fashion District. Gli attivisti difensori degli immigrati hanno affermato che i raid hanno interessato anche altre quattro località, tra cui un negozio di ciambelle. Durante i rastrellamenti sono state arrestate 118 persone immigrate (delle quali almeno 42 messicane). Gli arresti da parte dell’ICE a Los Angeles giungono mentre Trump e la sua amministrazione si impegnano per mantenere le promesse di effettuare deportazioni di massa in tutto il paese1.
I raid dell’ICE e le proteste hanno messo sotto il riflettore nazionale Los Angeles, area metropolitana governata dai democratici, una “città orgogliosa degli immigrati”, uno dei principali laboratori meticci di integrazione multietnica degli Stati Uniti, dove i dati del censimento suggeriscono che una parte molto significativa della popolazione è ispanica e nata all’estero. Los Angeles è una città “santuario” in uno Stato “santuario”: alle autorità locali non è consentito di collaborare con le autorità federali preposte alla deportazione degli immigrati. Ora, è diventata l’obiettivo della Casa Bianca repubblicana di Trump, che ha fatto della repressione dell’immigrazione un tratto distintivo del suo secondo mandato. La popolazione immigrata è profondamente radicata nel tessuto della vita di Los Angeles, rendendo inevitabili le rivolte contro i raid. Quando una città come Los Angeles diene il bersaglio di raid contro l’immigrazione da parte di un’amministrazione come quella di Trump, ci si trova inevitabilmente ad affrontare una massiccia e popolare manifestazione di resistenza.
Più in generale, la California, uno Stato a maggioranza democratica, regolarmente citato da Trump e dai suoi alleati come un alveare di “wokeness” e illegalità in materia di immigrazione, è il bersaglio ideale per Trump per alimentare il fervore e il risentimento della sua base. Inoltre, il governatore Gavin Newsom è un presunto favorito per la leadership democratica nazionale (un possibile candidato presidenziale nel 2028) e non c’è dubbio che stia cercando di usare questo momento per elevare la sua visibilità nazionale, presentandosi come il volto della resistenza democratica a Donald Trump. Allo stesso tempo, Newsom potrebbe danneggiare le sue ambizioni presidenziali se gli elettori pensassero che si stia schierando dalla parte dei criminali piuttosto che delle forze di sicurezza, nel suo tentativo di essere visto come un difensore dei diritti civili. Gli elettori vogliono in modo schiacciante la legge e l’ordine: è uno dei temi principali su cui Trump ha corso e con cui ha ottenuto la presidenza nel 2024. Un recente sondaggio della CBS News-YouGov ha rilevato che gli americani approvano le politiche di deportazione dei migranti volute da Trump con una percentuale del 54% contro il 46%.
In una conferenza stampa, Angelica Salas, direttrice esecutiva della Coalition of Humane Immigrant Rights, ha dichiarato: “La nostra comunità è sotto attacco e terrorizzata. Questi sono lavoratori, questi sono padri, queste sono madri, e questo deve finire. Le misure di controllo dell’immigrazione che stanno terrorizzando le nostre famiglie in tutto il Paese e che stanno arrestando le persone che amiamo devono cessare immediatamente”.
La protesta non ha fatto che intensificarsi nel corso del pomeriggio. Alle 18:00, ora locale, centinaia di persone si sono radunate attorno all’edificio federale nel centro di Los Angeles, dove erano trattenute le persone arrestate durante i raid. In precedenza, agenti armati con pesante equipaggiamento protettivo e tattico, alcuni dei quali indossavano maschere antigas, sono stati ripresi in video e riprese aeree mentre spingevano le persone e cercavano di disperdere grandi gruppi di persone che si erano radunate per opporsi ai raid. Granate fumogene sono state lanciate vicino alla folla e spray al peperoncino è stato utilizzato mentre gli agenti federali cercavano di sgomberare l’area. Mentre le manifestazioni proseguivano fino a sera, alcuni video mostravano gli agenti sparare con armi non letali (usando anche proiettili di gomma) contro i manifestanti. Alcune persone tra la folla hanno tentato di bloccare i grandi camion blindati che trasportavano agenti dell’FBI mentre si allontanavano. I vigili del fuoco di Los Angeles sono intervenuti sul posto per prestare soccorso ai manifestanti feriti dagli agenti, tra cui il presidente della sezione californiana della Service Employees International Union (SEIU), David Huerta. L’organizzazione, che rappresenta centinaia di migliaia di addetti alle pulizie, addetti alla sicurezza e altri lavoratori nello Stato (700 mila nella sola contea di Los Angeles), ha dichiarato in un comunicato che l’uomo è stato arrestato e ne ha chiesto l’immediato rilascio2. Huerta, ferito e arrestato, ha rilasciato una dichiarazione al Los Angeles Times dall’ospedale, affermando: “Quello che mi è successo non riguarda me. Si tratta di qualcosa di molto più grande. Si tratta di come noi, come comunità, restiamo uniti e resistiamo all’ingiustizia che sta accadendo. Persone che lavorano sodo, membri delle nostre famiglie e della nostra comunità, vengono trattati come criminali. Dobbiamo tutti opporci collettivamente a questa follia perché questa non è giustizia”, ha aggiunto. “Chiediamo la fine dei raid crudeli, distruttivi e indiscriminati dell’ICE che stanno lacerando le nostre comunità, sconvolgendo la nostra economia e danneggiando tutti i lavoratori”, ha dichiarato Tia Orr, direttore esecutivo del SEIU California. “I lavoratori immigrati sono essenziali per la nostra società: sfamano la nostra nazione, si prendono cura degli anziani, puliscono i nostri luoghi di lavoro e costruiscono le nostre case”.
Il dipartimento di polizia di Los Angeles (LAPD) ha anche assistito gli agenti federali nel disperdere i manifestanti, nonostante il dipartimento abbia insistito sul fatto di non essere coinvolto nel “controllo civile dell’immigrazione” e di essere presente solo per garantire la sicurezza pubblica.
I difensori dei diritti umani hanno usato megafoni dalle strade fuori dai luoghi in cui si svolgevano i raid per ricordare ai lavoratori i loro diritti, ha riportato il Los Angeles Times. Alcuni hanno gridato nomi di persone e chiesto che fosse loro concesso l’accesso agli avvocati. “La comunità è qui con voi”, ha gridato una persona. “La vostra famiglia è qui con voi”.
I leader di Los Angeles si sono affrettati a condannare i raid. In una dichiarazione rilasciata venerdì, il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato: “Le continue e caotiche retate federali in tutta la California per raggiungere una quota arbitraria di arresti sono tanto sconsiderate quanto crudeli. Il caos di Donald Trump sta erodendo la fiducia, distruggendo famiglie e minando i lavoratori e le industrie che alimentano l’economia americana”. Newsom ha inoltre condannato l’arresto di Huerta, affermando: “David Huerta è un leader rispettato, un patriota e un difensore dei lavoratori. Nessuno dovrebbe mai essere danneggiato per aver assistito a un’azione governativa”.
“Sto monitorando attentamente le retate dell’ICE che si stanno verificando in tutta Los Angeles, incluso un negozio di proprietà di un coreano-americano nel mio distretto”, ha dichiarato la deputata Sydney Kamlager-Dove in un post su X, fornendo istruzioni su come gli elettori interessati potessero contattare il suo ufficio per chiedere aiuto. “Los Angeles è da tempo un rifugio sicuro per gli immigrati”, ha aggiunto. “Trump afferma di prendere di mira i criminali, ma in realtà sta solo distruggendo famiglie e destabilizzando intere comunità”.
La sindaca Karen Bass ha dichiarato in una nota di essere “profondamente indignata per quanto accaduto” e che il suo ufficio si stava coordinando con le organizzazioni comunitarie per i diritti degli immigrati. “Queste tattiche seminano il terrore nelle nostre comunità e violano i principi fondamentali della sicurezza nella nostra città”, ha dichiarato. “Non lo tollereremo”.
La consigliera comunale di Los Angeles Eunisses Hernandez ha dichiarato in una nota: “Queste azioni si stanno intensificando: gli agenti arrivano senza preavviso e se ne vanno rapidamente, consapevoli che le nostre comunità si mobilitano rapidamente. Esorto gli abitanti di Los Angeles a rimanere vigili”.
Nel frattempo, il senatore californiano Alex Padilla ha dichiarato: “Le incursioni dell’ICE a Los Angeles oggi sono la continuazione di una preoccupante serie di operazioni estreme e crudeli per il controllo dell’immigrazione in tutto il Paese. Queste incursioni indiscriminate dimostrano ancora una volta che l’amministrazione Trump non si preoccupa di altro che instillare dolore e paura nelle nostre comunità per spingere gli immigrati nell’ombra. Non funzionerà”. Ha aggiunto: “Questo allarmismo non cambierà il fatto che gli immigrati sono membri preziosi delle nostre comunità che contribuiscono alla nostra società e alla nostra economia, e il mio ufficio esigerà che si rendano conto delle azioni di oggi”. Analogamente, il supervisore della contea di Los Angeles, Lindsey Horvath, ha definito le incursioni dell’ICE “atti di crudeltà e bigottismo, che prendono di mira i nostri vicini immigrati e distruggono le famiglie”. Horvath ha aggiunto: “Queste azioni sono progettate per incutere timore nelle comunità di colore, ma non ci lasceremo intimidire e non resteremo in silenzio. Sono in contatto diretto con i leader della contea, dello Stato e della comunità per garantire che tutte le protezioni disponibili della contea di Los Angeles vengano attivate immediatamente. Dobbiamo rimanere vigili. Dobbiamo proteggerci a vicenda. E soprattutto, resteremo uniti”.
In risposta a tutte queste obiezioni degli amministratori locali di Los Angeles, il vice capo dello staff di Trump, Stephen Miller, che è stato uno dei principali artefici delle draconiane misure repressive sull’immigrazione adottate dall’amministrazione, ha scritto in una serie di dichiarazioni incendiarie: “Non avete voce in capitolo. La legge federale è suprema e verrà applicata”. Ha definito le manifestazioni di protesta “un’insurrezione contro le leggi e la sovranità degli Stati Uniti” e sabato ha poi descritto le proteste di quel giorno come una “violenta insurrezione” e ha caratterizzato gli eventi di Los Angeles come “una lotta per salvare la civiltà”. L’amministrazione ha inserito l’uomo che aveva lanciato pietre contro i veicoli dell’ICE nella lista dei più ricercati dall’FBI, accanto agli assassini violenti e ai trafficanti di droga internazionali su larga scala.
L’escalation di Trump: l’invio di due mila soldati della National Guard
Sabato 7 giugno le tensioni e gli scontri con gli agenti dell’ICE sono continuate dal momento che questi ultimi hanno esteso le misure di controllo a Paramount, un’area a maggioranza latina a sud-est di Los Angeles, e hanno incontrato ulteriori proteste all’esterno di un parco industriale. In una situazione di stallo durata ore, il personale dell’ICE in tenuta antisommossa e maschere antigas ha fatto la guardia fuori dal parco, lanciando gas lacrimogeni mentre passanti e manifestanti si radunavano sui marciapiedi e dall’altra parte della strada, alcuni dei quali schernivano le autorità mentre registravano l’evento con gli smartphone. “Fuori l’ICE da Paramount. Vi vediamo per quello che siete”, ha annunciato una donna con un megafono. “Non siete i benvenuti qui”. Un cartello recitava: “Nessun essere umano è illegale”. Le forze dell’ordine e i manifestanti sono rimasti per lo più a distanza, calciando i candelotti lacrimogeni avanti e indietro tra le raffiche di gas bianco. Tra diverse centinaia di manifestanti, alcuni sono stati colpiti dai proiettili di gomma3. Più di una dozzina di persone sono state arrestate e accusate di intralcio agli agenti dell’ICE, secondo l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto centrale della California. Un portavoce del dipartimento dello sceriffo di Los Angeles ha dichiarato che il loro ufficio ha arrestato due persone per aver aggredito un agente, che un manifestante ha lanciato una molotov e che tre agenti sono stati colpiti, riportando ferite lievi. L’ufficio dello sceriffo ha affermato che il dipartimento “si è concentrato esclusivamente sulla gestione del traffico e sul controllo della folla” e non è stato coinvolto in alcuna operazione federale delle forze dell’ordine.
Sabato sera, le proteste a Paramount si erano attenuate rispetto al picco di sabato pomeriggio, ma alcuni manifestanti e autorità erano impegnati in una tesa situazione di stallo. I manifestanti si erano radunati anche nella vicina Compton, con le segnalazioni che alcuni stavano lanciando bottiglie di vetro contro la polizia e che la polizia stava utilizzando gas lacrimogeni.
Dato questo contesto di tensione, l’amministrazione Trump si è mossa in modo aggressivo. Sabato sera, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha accusato i leader democratici della California di aver “abdicato completamente alla loro responsabilità di proteggere i cittadini”. “L’amministrazione Trump ha una politica di tolleranza zero per i comportamenti criminali e la violenza, soprattutto quando tale violenza è rivolta contro gli agenti delle forze dell’ordine che cercano di fare il loro lavoro”, ha dichiarato in una nota, annunciando che Trump aveva firmato un promemoria nella tarda serata di sabato ordinando il dispiegamento di 2.000 soldati della Guardia Nazionale (la principale forza di riservisti dell’esercito americano). Il promemoria afferma che le manifestazioni hanno impedito “l’esecuzione delle leggi” e pertanto “costituiscono una forma di ribellione contro l’autorità del governo degli Stati Uniti”. Trump, secondo il promemoria, ha federalizzato le truppe della Guardia Nazionale dello Stato della California sotto la cosiddetta autorità del Titolo 10, Sezione 12406 del Codice degli Stati Uniti che prevede che la Guardia Nazionale possa essere messa sotto il controllo federale, oltre che sotto quello statale4.
Il governatore democratico Newsom ha dichiarato in una dichiarazione su X che il governo federale si stava “muovendo per prendere il controllo” della Guardia Nazionale della California. Newsom ha affermato che la mobilitazione era “volutamente provocatoria” e ha avvertito che avrebbe “solo aggravato le tensioni”. “Il governo federale sta prendendo il controllo della Guardia Nazionale della California e sta schierando 2.000 soldati a Los Angeles, non perché ci sia carenza di forze dell’ordine, ma perché vogliono uno spettacolo”, ha dichiarato in seguito. “Non dategliene uno”. Newsom ha affermato che non vi era alcuna necessità di un atto del genere. Sabato pomeriggio, aveva assicurato che il dipartimento di polizia di Los Angeles era a disposizione delle autorità e che la sua amministrazione era in stretto contatto con i funzionari della città e della contea. “Attualmente non vi è alcuna necessità insoddisfatta”, ha affermato. Newsom ha ordinato alla California Highway Patrol (CHP) di schierare ulteriori agenti per garantire la sicurezza pubblica sulle autostrade e strade statali e per contribuire al mantenimento della pace. “Il governo federale sta seminando il caos per avere una scusa per intensificare la tensione. Non è questo il comportamento di un Paese civile”, ha anche affermato Newsom. In un tweet, il governatore ha pure definito “folli” le minacce di Hegseth di schierare Marines in servizio attivo contro cittadini americani.
Scrivendo su Truth Social, Trump ha insultato Newsom e la gestione delle proteste da parte del sindaco di Los Angeles, Karen Bass, e ha affermato che il governo federale “interverrà e risolverà il problema, RIVOLTE E SACCHEGGIATORI, come dovrebbe essere risolto!!!”. Sabato mattina, Tom Homan, lo “zar del confine” della Casa Bianca, era stato il primo ad affermare che l’amministrazione avrebbe mobilitato la Guardia Nazionale. “Stasera faremo intervenire la Guardia Nazionale e continueremo a fare il nostro lavoro. Si tratta di far rispettare la legge”, ha dichiarato Homan in un’intervista a Fox News5.
Non è la prima volta che la Guardia Nazionale viene schierata a Los Angeles. Le truppe furono inviate anche durante le rivolte di Los Angeles del 1992, ma il loro dispiegamento all’epoca avvenne su richiesta del governatore della California e, a differenza di questa volta, in un contesto di disordini diffusi. La sindaca Bass ha definito le notizie di disordini civili nell’area di Los Angeles “profondamente preoccupanti” e ha affermato che la città era in “contatto diretto” con le forze dell’ordine e i funzionari di Washington. “Tutti hanno il diritto di protestare pacificamente, ma voglio essere chiara: violenza e distruzione sono inaccettabili e i responsabili saranno puniti”, ha scritto su X sabato sera.
La sindaca di Paramount, Peggy Lemons, ha dichiarato a diverse testate giornalistiche che nella sua città non si sono verificati blitz per l’immigrazione e che i manifestanti sembravano aver reagito a possibili preparativi da parte di agenti federali fuori dalle strutture del Dipartimento di Sicurezza Nazionale. “Sono solo spaventati”, ha detto Lemons. “E quando si gestiscono le cose nel modo in cui sembrano essere gestite, non sorprende che ne sia seguito il caos”.
Nonostante gli scontri siano stati tesi, con feriti sia tra le forze dell’ordine che tra i dimostranti, si sono concentrati in pochi quartieri specifici, mentre il resto della città è rimasto tranquillo. Le autorità hanno dichiarato che circa 30 persone sono state arrestate sabato, tra cui tre con l’accusa di aver aggredito un agente. L’ufficio dello sceriffo della contea di Los Angeles ha dichiarato che tre agenti hanno riportato ferite lievi.
Invece, la Casa Bianca ha descritto i disordini come diffusi, affermando in una nota che “tutti hanno visto il caos, la violenza e l’illegalità”. I funzionari dell’amministrazione hanno accusato i leader della California di non aver represso a sufficienza la protesta. Trump, in un post sui social media di domenica, ha definito i manifestanti “folle violente e insurrezionali” e ha affermato di aver ordinato ai suoi funzionari di gabinetto “di prendere tutte le misure necessarie” per fermare quelle che ha definito “rivolte” realizzate da “insurrezionalisti pagati”6. Trump ha promesso che “gli immigrati clandestini saranno espulsi” e Los Angeles sarà “liberata”. “Una volta grande città americana, Los Angeles, è stata invasa e occupata da immigrati clandestini e criminali”, ha scritto il presidente. Si è impegnato a “liberare Los Angeles dall’Invasione dei Migranti e a porre fine alle rivolte dei migranti”. Accuse ribadite qualche giorno dopo dalla Segretaria per la Sicurezza Interna, Kristi Noem, che ha affermato che le proteste di Los Angeles sono “assolutamente” organizzate da persone pagate per istigare alla violenza, senza fornire alcuna prova. Ha dichiarato a Sean Hannity su Fox News: “Questa è un’operazione, ed è fatta in modo professionale”.
Ma contrariamente a quanto descritto da Trump e dalla sua amministrazione, che hanno dipinto l’intera città in tumulto, le manifestazioni erano in realtà limitate a zone molto piccole e la vita in generale è continuata normalmente in gran parte della città.
Trump è disposto a usare l’esercito in patria contro le proteste civili
Nel 2020, Trump chiese ai governatori di diversi Stati di inviare le truppe della Guardia Nazionale a Washington DC per sedare le proteste scoppiate dopo l’uccisione di George Floyd da parte di un agente di polizia di Minneapolis. Molti governatori acconsentirono, inviando truppe nel distretto federale. All’epoca, Trump minacciò anche di invocare l’Insurrection Act per le proteste seguite alla morte di Floyd a Minneapolis – un intervento raramente visto nella storia americana moderna. Ma poi il Segretario alla Difesa Mark Esper reagì, affermando che la legge dovrebbe essere invocata “solo nelle situazioni più urgenti e gravi”.7
Trump non ha mai invocato l’Insurrection Act durante il suo primo mandato. Ma durante la campagna elettorale per il suo secondo mandato, suggerì che la situazione sarebbe cambiata. Trump dichiarò a un pubblico in Iowa nel 2023 che gli era stato impedito di usare l’esercito per reprimere la violenza in città e Stati durante il suo primo mandato, e affermò che se la questione si fosse ripresentata nel mandato successivo: “Non aspetterò”.
Trump ha anche promesso di schierare la Guardia Nazionale per contribuire al raggiungimento dei suoi obiettivi di controllo dell’immigrazione, e il suo principale consigliere, Stephen Miller, ha spiegato come ciò avverrà: i governatori repubblicani favorevoli invieranno truppe negli Stati vicini che si rifiutano di partecipare, ha dichiarato Miller al The Charlie Kirk Show nel 2023.
Dopo l’annuncio di Trump di federalizzare le truppe della Guardia Nazionale sabato, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha affermato che potrebbero essere adottate altre misure. Hegseth ha scritto sulla piattaforma social X che i Marines in servizio attivo a Camp Pendleton erano in stato di massima allerta e sarebbero stati mobilitati “se la violenza dovesse continuare”. Newsom ha affermato che era un “comportamento folle” da parte di Hegseth minacciare di schierare i Marines in servizio attivo sul suolo americano contro i propri cittadini.
Il senatore indipendente del Vermont Bernie Sanders ha definito la situazione una minaccia per la democrazia statunitense. “Abbiamo un presidente che sta rapidamente trascinando il Paese verso l’autoritarismo”, ha dichiarato alla CNN. “Non crede nello stato di diritto”.
Sanders e altri critici di Trump hanno interpretato la decisione di inviare la Guardia Nazionale a Los Angeles come una dimostrazione autoritaria da parte di un presidente autoritario che ha calpestato senza sosta le norme e infranto le consuetudini democratiche. Da quando è tornato in carica a gennaio, Trump ha cercato di reprimere il dissenso in istituzioni culturali, studi legali, aziende mediatiche e università. Molti credevano che fosse solo questione di tempo prima che scendesse a combattere nelle strade. Le proteste contro i raid dell’ICE gli offrono un antagonista che può essere usato come fulcro per rabbia, odio e paura, assicurando che il dissenso venga deviato dal governo verso “un nemico interno”. Trump è il maestro della distrazione e, con l’aiuto di raccapriccianti filmati di destra, vuole distogliere l’attenzione dai fallimenti politici – la sospensione dei dazi e il blocco al Senato del suo costoso e “bellissimo disegno di legge di bilancio” – e dalla sua brutta faida con Elon Musk. Lo scorso ottobre aveva dichiarato a Fox News: “Dico sempre che abbiamo due nemici. Abbiamo il nemico esterno, e poi abbiamo il nemico interno, e il nemico interno, a mio parere, è più pericoloso della Cina, della Russia e di tutti questi paesi”. Ha aggiunto: “Abbiamo delle persone davvero cattive. Abbiamo delle persone malate. Penso che i pazzi della sinistra radicale dovrebbero essere gestiti con estrema facilità, se necessario, dalla Guardia Nazionale, o se proprio necessario, dall’esercito, perché non possono permettere che ciò accada”.
Chris Murphy, senatore democratico, ha twittato: “È importante ricordare che Trump non sta cercando di ricucire o mantenere la pace sociale. Sta cercando di infiammare e dividere. Il suo movimento non crede nella democrazia o nella protesta, e se avranno la possibilità di porre fine allo stato di diritto, la coglieranno. Niente di tutto questo è onesto”.
Cory Booker, senatore democratico del New Jersey, ha dichiarato domenica al programma Meet the Press della NBC: “Siamo arrivati a un punto in cui abbiamo un presidente che è rimasto inerte mentre la gente assaltava il nostro Capitol Hill, picchiava brutalmente la polizia, e poi quando queste persone – che hanno picchiato brutalmente la polizia e causato la morte di alcuni di loro, quindi assassini di poliziotti – sono state condannate dalle giurie, lui le ha graziate tutte. Quindi, che lui parli ora a chiunque di un’applicazione della legge responsabile per proteggere le persone è, nella migliore delle ipotesi, ipocrita”.8
Ancora scontri tra la polizia e i manifestanti a Los Angeles mentre si intensifica l’opposizione a Trump
Domenica 9 maggio migliaia di persone sono scese in piazza a Los Angeles per protestare contro i raid dell’ICE e l’invio di truppe della Guardia Nazionale da parte del presidente. La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e “munizioni non letali” per disperdere il gran numero di persone che protestavano. Migliaia di abitanti di Los Angeles hanno invaso le strade intorno al municipio, al tribunale federale e a un centro di detenzione dove erano trattenuti i manifestanti arrestati nei giorni precedenti. Hanno anche paralizzato un’importante autostrada. Vivace e chiassosa, la folla per gran parte della giornata è stata per lo più pacifica. Ma la tensione è esplosa più volte. Domenica pomeriggio, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere gruppi di manifestanti radunati vicino al centro di detenzione. E in serata, gli agenti hanno sparato una serie di granate stordenti nel tentativo di respingere i manifestanti lungo le rampe di uscita dell’autostrada 101. I vertici della polizia di Los Angeles hanno dichiarato che gli agenti sono stati colpiti da fuochi d’artificio commerciali e che sono state lanciate pietre contro di loro.
La decisione di Trump di schierare truppe della Guardia Nazionale a Los Angeles, contro la volontà delle autorità statali e locali, ha sconvolto la politica americana. Il governatore della California, Gavin Newsom, e altri governatori democratici hanno duramente criticato la decisione, descrivendola come un “allarmante abuso di potere”. Newsom ha accusato “Donald Trump [di aver] creato una crisi e [di] sta[re] infiammando la situazione” e ha chiesto formalmente all’amministrazione di revocare lo schieramento “illegale” della Guardia Nazionale. “Si tratta di una grave violazione della sovranità statale: alimenta le tensioni e sottrae risorse da dove sono effettivamente necessarie. Revocate l’ordine. Restituite il controllo alla California”, ha dichiarato Newsom. In una lettera al Segretario alla Difesa, Pete Hegseth, Newsom ha definito il dispiegamento illegale e ha chiesto che le truppe siano riportate sotto il comando dello Stato.
Domenica mattina, circa 300 soldati della Guardia Nazionale sono stati schierati in città. All’inizio della giornata, due dozzine di loro sono apparsi pesantemente armati alle troupe televisive fuori da un complesso federale in downtown Los Angeles come se fossero intenti solo a posare per le fotografie.
“Non abbiamo paura di voi!” hanno urlato i manifestanti. Uno dei tanti striscioni esposti recitava: “Guardia Nazionale LOL”. Graffiti con le scritte “Fanculo l’ICE”, “LAPD può farcela”, “Uccidete tutti i poliziotti” e “I veri nemici sono i miliardari. NON gli immigrati” ricoprivano ogni edificio e muro nelle immediate vicinanze. La polizia di Los Angeles ha dichiarato la protesta un “raduno illegale”, ordinando a chiunque si trovasse nella zona di andarsene, pena l’arresto. Ciononostante, le proteste sono continuate per ore. La polizia ha riferito di aver arrestato diverse persone. Gli agenti hanno iniziato a pattugliare la zona a cavallo. La polizia stradale della California ha tentato di allontanare le persone dalla vicina autostrada 101. Si sono uditi dei piccoli scoppi nell’area mentre i manifestanti gridavano “Tornate a casa” e “Vergogna”. Secondo quanto riferito, giornalisti e manifestanti sono stati colpiti da proiettili di gomma. La polizia di Los Angeles ha dichiarato che due agenti sono rimasti feriti dopo essere stati investiti da motociclisti che cercavano di “superare una linea di blocco”.
Per tutto il pomeriggio si sono verificati episodi isolati di vandalismo: graffiti spruzzati su edifici e veicoli e un manifestante che ha danneggiato lo specchietto retrovisore di un’auto parcheggiata che stava sorpassando. Una fila di auto senza conducente Waymo dipinte con vernice spray, una delle quali con il parabrezza rotto, è stata successivamente incendiata9. Domenica sera, la tensione era aumentata. I manifestanti continuavano a ostruire l’autostrada anche dopo che le autorità avevano tentato di sgomberarla con la forza, lanciando rifiuti e pietre contro la polizia.
Newsom e il sindaco Bass avevano esortato i manifestanti per tutto il giorno a mantenere un atteggiamento pacifico, e domenica sera hanno ribadito il loro appello. “Protestare è giusto, ma non è giusto che ci sia violenza”, ha dichiarato Bass. Ha affermato che l’invio della Guardia Nazionale era “l’ultima cosa di cui Los Angeles aveva bisogno” e ha aggiunto di aver ricevuto poche informazioni su quanto tempo le truppe rimarranno in città. “Non abbiamo bisogno di vedere la nostra città fatta a pezzi”, ha dichiarato, aggiungendo che la gente era “terrorizzata”.
Il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles (LAPD), non esattamente un baluardo della democrazia (con una lunga storia di feriti tra i manifestanti, a volte portando a costosi risarcimenti), Jim McDonnell, ha sottolineato che le proteste sono state per lo più pacifiche, anche se domenica sera ha definito i pochi episodi di violenza “disgustosi” (10 persone sono state arrestate). McDonnell ha affermato che gli agenti sono stati bersagliati con pietre e colpiti con fuochi d’artificio commerciali. Ha affermato che coloro che hanno agito con violenza non erano tra le persone che manifestavano contro i raid sull’immigrazione, ma “persone che lo fanno continuamente”. McDonnell ha sostenuto che inizialmente non avrebbe chiesto l’intervento della Guardia Nazionale. Ma, ha aggiunto, “guardando a stasera, forse la situazione è un po’ sfuggita di mano”. McDonnell ha anche respinto le affermazioni dell’amministrazione Trump secondo cui il LAPD non avrebbe aiutato le autorità federali quando venerdì sono scoppiate le proteste.
Circa 60 persone, tra cui alcuni minorenni, sono state arrestate e tre agenti di polizia sono rimasti feriti in seguito ai disordini a San Francisco. Le forze di polizia cittadine hanno dichiarato che alcune persone di un gruppo sono diventate “violente” intorno alle sette di sera, commettendo reati che vanno dall’aggressione al vandalismo e al danneggiamento di proprietà. La polizia di San Francisco ha dichiarato l’assembramento illegale, mentre in diversi sarebbero rimasti e avrebbero continuato a svolgere attività illegali dopo che altre persone si erano disperse dalla zona.
Lunedì 9 giugno si sono tenute proteste in almeno nove città degli Stati Uniti, tra cui Austin, Dallas, San Francisco, Chicago, New York e Philadelphia. Nel centro di Los Angeles, le proteste sono state di dimensioni più ridotte rispetto ai giorni precedenti. L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha tenuto una manifestazione per chiedere la fine delle incursioni dell’ICE. Le proteste intermittenti sono continuate fino a sera, mentre la polizia ha usato proiettili di gomma per disperdere una folla di diverse centinaia di persone radunate vicino all’edificio federale. Sono stati effettuati 29 arresti.
Sempre lunedì la California ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump, accusando il presidente di aver federalizzato “illegalmente” la Guardia Nazionale dello Stato per sedare le proteste. Lo straordinario dispiegamento di truppe ha ecceduto i limiti dell’autorità federale e viola il Decimo Emendamento, in una “usurpazione senza precedenti” dei poteri statali, secondo quanto si legge nel documento depositato in tribunale.
Nel frattempo, l’amministrazione Trump ha fatto sapere di aver schierato circa 4.000 (2.000+2.000) membri della Guardia Nazionale a Los Angeles in risposta alle proteste per i raid sull’immigrazione. Le autorità federali hanno anche affermato che l’esercito avrebbe inviato circa 700 Marines. In quella che sembra essere una dichiarazione profondamente faziosa del Segretario alla difesa, Pete Hegseth, ha scritto lunedì di aver inviato un battaglione di fanteria dei Marines a Los Angeles, senza informare il LAPD, perché il governatore democratico della California non stava difendendo gli ufficiali dellICE dai manifestanti. Un’affermazione che contrasta nettamente con la realtà sul campo, secondo il dipartimento di polizia di Los Angeles10. “Oggi, le manifestazioni in tutta la città di Los Angeles si sono svolte in modo pacifico e ci congratuliamo con tutti coloro che hanno esercitato responsabilmente i loro diritti sanciti dal Primo Emendamento”, ha dichiarato lunedì la polizia cittadina in un comunicato. “Il dipartimento di polizia di Los Angeles apprezza la collaborazione di organizzatori, partecipanti e partner della comunità che hanno contribuito a garantire la sicurezza pubblica per tutta la giornata”. Newsom ha annunciato che intraprenderà un’azione legale anche contro l’impiego dei Marines, affermando: “È un palese abuso di potere. Faremo causa per fermarlo. I tribunali e il Congresso devono agire. I sistemi di controllo e di bilanciamento stanno crollando. Questa è una linea rossa, e la stanno oltrepassando. SVEGLIA!”11. Martedì 10 giugno un giudice distrettuale federale ha respinto la richiesta della California di emettere immediatamente un’ordinanza restrittiva temporanea che impedirebbe ai Marines e alle truppe della Guardia Nazionale dislocate a Los Angeles di svolgere qualsiasi attività diversa dalla sorveglianza degli edifici federali. Il giudice ha invece fissato un’udienza per giovedì sulla richiesta di ordinanza restrittiva presentata dallo Stato.
Martedì sera, Newsom ha rivolto un duro rimprovero all’amministrazione Trump, accusando il governo di “organizzare una retata militare” a Los Angeles e avvertendo che la democrazia è “sotto attacco davanti ai nostri occhi”. Trump “ha scelto di nuovo l’escalation. Ha scelto più forza. Ha preferito la teatralità alla sicurezza pubblica”. Newsom ha detto di non volere che le strade di Los Angeles siano militarizzate dalle forze armate: “Vediamo auto senza contrassegni… nei parcheggi delle scuole, ragazzi che hanno paura di partecipare alla loro cerimonia di diploma… Trump sta organizzando una retata militare in tutta Los Angeles, ben oltre il suo dichiarato intento di perseguire solo criminali violenti e pericolosi. I suoi agenti stanno arrestando lavapiatti, giardinieri, braccianti e sarte. Questa è solo debolezza, debolezza mascherata da forza”. Invece, la sindaca Bass ha imposto il coprifuoco per il centro città che è iniziato alle 20:00 ora locale di martedì e durerà fino alle 6:00 ora locale di mercoledì. Si applica a un’area di circa un miglio quadrato (2,5 kmq) nel centro città (la città di Los Angeles si estende su quasi 2.300 kmq). Il capo della polizia di Los Angeles, Jim McDonnell, ha dichiarato che martedì la polizia ha effettuato 197 arresti, tra cui 67 persone prese in custodia per aver occupato illegalmente una parte della superstrada 101 durante il coprifuoco. Intanto, l’ICE ha esteso le incursioni tese a catturare i migranti alle comunità rurali della contea di Los Angeles.
Sempre martedì le proteste contro i nuovi e intensificati controlli sull’immigrazione da parte dell’ICE, concentrati a Los Angeles, si sono estese in tutto il paese, con manifestazioni a New York, San Francisco, Chicago, Atlanta, Omaha (dove agenti dell’ICE hanno fatto irruzione in uno stabilimento di lavorazione della carne, arrestando decine di persone) e Seattle. Migliaia di persone hanno partecipato a una protesta contro l’ICE a Foley Square a New York. Sebbene molte delle proteste siano state pacifiche, altre hanno provocato scontri con le forze dell’ordine, con gli agenti che hanno effettuato arresti e utilizzato sostanze chimiche irritanti per disperdere la folla. Circa 150 manifestanti si sono radunati martedì pomeriggio fuori dal centro di detenzione federale di Filadelfia e hanno marciato verso la sede centrale dell’ICE per alcuni discorsi, per poi tornare al centro di detenzione, secondo quanto riportato dalla polizia. Quindici persone sono state arrestate, una con l’accusa di aggressione aggravata ai danni di agenti di polizia e le altre per disturbo della quiete pubblica, ha dichiarato la polizia. Circa 20 persone erano ancora riunite pacificamente fuori dal centro di detenzione fino a martedì sera, ha aggiunto la polizia.
Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha dichiarato che dispiegherà la Guardia Nazionale del Texas in diverse località dello Stato per “garantire la pace e l’ordine”, avvertendo che la Guardia Nazionale “utilizzerà ogni strumento e strategia per aiutare le forze dell’ordine a mantenere l’ordine”. “Le proteste pacifiche sono legali. Danneggiare una persona o una proprietà è illegale e porterà all’arresto”, ha detto. In precedenza, un portavoce della polizia di San Antonio aveva dichiarato che membri della Guardia Nazionale dello Stato sarebbero stati inviati in città in vista delle proteste previste per questa settimana, ma aveva aggiunto di non avere dettagli sul loro dispiegamento. I soldati erano “in attesa nelle aree in cui sono previste manifestazioni di massa, nel caso in cui fossero necessari”, ha dichiarato il portavoce di Abbott, Andrew Mahaleris.
Verso lo stato di polizia di Trump?
La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha accusato l’amministrazione Trump di usare la sua città come “caso di prova per cosa succede quando il governo federale prende il posto delle autorità locali e statali”, e ha affermato che l’intervento era del tutto ingiustificato (non c’era alcun rischio di ribellione, nessuna minaccia di invasione straniera, né l’incapacità del governo federale di far rispettare le leggi federali). Ha dichiarato che la città era pacifica prima dei raid dell’ICE iniziati la scorsa settimana, aggiungendo che “questo è il caos iniziato a Washington DC” e che “nulla giustificava i raid, non stava succedendo nulla”. “Non arrendetevi al caos di Trump. Cogliete l’attimo. Si tratta di proteggere le nostre comunità di immigrati, non di distruggere la nostra città”.
Il governatore Newsom ha sottolineato come “Ogni governatore, rosso [repubblicano] o blu [democratico] che sia, dovrebbe respingere questa smisurata ingerenza [di Trump]. Questo va oltre l’incompetenza: sta intenzionalmente causando caos, terrorizzando le comunità e mettendo a repentaglio i principi della nostra grande democrazia”.
Il leader democratico della Camera, Hakeem Jeffries, ha dichiarato in una conferenza stampa a Washington DC che Newsom e Bass hanno il merito di “aver gestito una situazione fragile che Donald Trump e gli estremisti repubblicani Maga stanno intenzionalmente cercando di infiammare”. Alla domanda di un giornalista se le immagini di disordini civili sarebbero state un problema politico per i Democratici che si candidano alle elezioni di medio termine del 2026, “se venisse loro chiesto di difendere alcune di queste cose”, Jeffries ha risposto: “Nessuno sta effettivamente difendendo comportamenti illeciti; io sto difendendo il diritto del popolo americano a riunirsi pacificamente”. “Non ci faremo fare la predica da Donald Trump e da chiunque altro nel Partito Repubblicano su questioni di legge e ordine pubblico”, ha aggiunto il deputato democratico di New York. “Sapete cosa ha fatto… il primo giorno? Ha graziato centinaia di criminali violenti, criminali che hanno aggredito brutalmente gli agenti di polizia e attaccato Capitol Hill il 6 gennaio”.
La mossa di inviare le truppe a Los Angeles riflette un modello sempre più evidente di questa presidenza: Trump dichiara un’emergenza o una crisi laddove molti altri non la vedono12, consentendogli di intraprendere azioni radicali, mobilitare sostenitori e combattere su un terreno politico che ritiene favorevole. La dichiarazione di emergenza economica da parte di Trump ad aprile ha consentito l’imposizione di tariffe doganali estese (il “Liberation Day”). La sua dichiarazione di invasione al confine meridionale ha aperto la strada a un’intensificazione delle deportazioni. La proclamazione di un’emergenza energetica gli ha reso più facile allentare le normative. La sua dichiarazione secondo cui il fentanyl proveniente da Cina, Messico e Canada costituiva un’emergenza ha giustificato i dazi, così come un’analoga sentenza sull’approccio della Corte Penale Internazionale nei confronti di Israele. La capacità di Trump di proclamare queste (ed altre) emergenze tramite degli ordini esecutivi gli ha consentito di dispiegare immediatamente l’autorità che ne è derivata. Gli conferisce poteri straordinari, evitando di passare attraverso i normali meccanismi e la burocrazia del governo. L’obiettivo è esercitare poteri straordinari per sbarazzarsi del controllo democratico dove vuole, sbarazzarsi della burocrazia dove può e mettere in un angolo i suoi oppositori. Il flusso di dichiarazioni di emergenza ha contribuito a far crescere la sensazione che il Paese stia affrontando una crisi perpetua, sotto la minaccia di Paesi stranieri e nemici interni. Trump sembra prosperare in questo clima, assumendo il ruolo di combattente e salvatore13.
Trump ha dichiarato stati di emergenza, invasioni e ribellioni praticamente da quando ha assunto l’incarico a gennaio, il che gli ha consentito non solo di inquadrare il panorama politico, ma anche di stabilire basi legali per le sue azioni poco ortodosse. Come ha notato Rober Reich, la storia dimostra che una volta che un governante autoritario crea emergenze inesistenti può facilmente costruire l’infrastruttura istituzionale di uno stato di polizia e quella stessa infrastruttura può essere rivolta contro chiunque. Trump e il suo regime stanno rapidamente creando tale infrastruttura, in cinque fasi:
(1) dichiarare lo stato di emergenza sulla base di una cosiddetta “ribellione”, “insurrezione” o “invasione”;
(2) usare tale “emergenza” per giustificare l’intervento di agenti federali con il monopolio dell’uso della forza (ICE, FBI, DEA, Guardia Nazionale e Marines) contro i civili all’interno del Paese;
(3) consentire a questi agenti militarizzati di effettuare rapimenti a tappeto e arresti senza mandato, e di detenere persone senza un giusto processo14;
(4) creare ulteriori spazi carcerari e campi di detenzione per le persone detenute (incluso il loro invio al centro di detenzione di Guantanamo Bay);
(5) con l’aggravarsi della situazione, dichiarare la legge marziale.
Per ora, non siamo ancora arrivati alla legge marziale. Ma una volta instaurata, l’infrastruttura di uno stato di polizia può autoalimentarsi. Coloro a cui viene conferita autorità su alcuni aspetti di questo sistema – la milizia interna, le retate, i campi di detenzione e la legge marziale – cercano altre opportunità per invocare la propria autorità. Mentre il controllo civile cede il passo al controllo militare, il paese si divide tra coloro che sono più vulnerabili e coloro che la sostengono. La dittatura si consolida fomentando paura e rabbia da entrambe le parti.
In questo momento, i principali baluardi contro il progetto di stato di polizia di Trump sono i tribunali federali (dove molti dei suoi ordini esecutivi sono stati bloccati) e le proteste pacifiche su larga scala, come quella a cui molti parteciperanno sabato prossimo 14 giugno, in occasione del No Kings National Day of Action15, mentre Trump presiederà ad una parata militare a Washington per celebrare il 250mo anniversario delle forze armate statunitensi insieme al suo 79mo compleanno. È imperativo che le manifestazioni di massa rimangano pacifiche, dimostrando la determinazione a combattere questa deriva tirannica, ma facendolo in modo non violento per far conoscere all’America l’infrastruttura emergente dello stato di polizia di Trump e l’importanza di resistergli e porre fine al suo tentativo di svolta autoritaria.
Militarizzando la situazione a Los Angeles, Trump ha adottato una “strategia della tensione” per militarizzare lo scontro politico e sociale e spingere gli americani, in generale, che vogliono resistergli ad affrontarlo nelle strade delle loro città, rendendo così possibili i suoi attacchi alle libertà costituzionali. Vuole creare un senso di paura esistenziale che l’anarchia sociale si stia diffondendo, che le bande criminali stiano prendendo il sopravvento per poi usare tutta la forza repressiva dello Stato, abituando gli americani a vedere le forze armate impegnate in combattimenti nelle strade delle città americane. Trump vuole che Los Angeles si dia fuoco da sola, per cui bisogna ribellarsi ma in modo più intelligente e non violento: il caos nelle strade aumenterà il sostegno pubblico al programma restrittivo e autoritario di Trump. Questo anche se la vecchia teoria del “manifestante buono, manifestante cattivo”, che ha sempre contribuito a dividere i movimenti, è una linea di demarcazione particolarmente assurda da tracciare di fronte a un governo che spinge per una torsione autoritaria e che ha chiarito che farà rispettare “la legge e l’ordine” esclusivamente su linee ideologiche e lealiste. Newsom ha esortato i manifestanti a mantenere la calma e a quanti ricorrono alla violenza ha detto: “Donald Trump vi sta usando come scusa per militarizzare una città e aggirare la nostra democrazia. È sconsiderato, è immorale. Ha compiuto l’atto illegale e incostituzionale di federalizzare la Guardia Nazionale e sta mettendo a rischio vite umane”. Una situazione di stallo prolungata a Los Angeles, e in particolare un’escalation di violenza o vandalismo, potrebbe erodere la simpatia del pubblico per Bass e Newscom, soprattutto se Trump cercasse anche di prendere di mira i finanziamenti federali di Los Angeles e della California16.
Trump e i suoi consiglieri promettono di intensificare i raid sui migranti nelle prossime settimane e appaiono quasi desiderosi che ci sia violenza pubblica che giustificherebbe l’uso della forza armata – politicizzando così le forze militari – contro cittadini migranti e statunitensi. Newsom ha affermato che il governo di Trump non sta proteggendo la comunità, ma la sta traumatizzando “e questo sembra essere il punto”. “Se alcuni di noi possono essere rapiti in strada senza un mandato, solo in base al sospetto o al colore della pelle, allora nessuno di noi sarebbe al sicuro. I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone meno in grado di difendersi. Ma non si fermano qui. Trump e i suoi fedeli sostenitori prosperano sulla divisione perché permette loro di prendere più potere ed esercitare un controllo ancora maggiore”. Gli eventi di Los Angeles potrebbero essere un’anticipazione di ciò che accadrà in altre città del paese, soprattutto se il disordine inizierà a diffondersi (la calda estate è tradizionalmente la stagione delle sommosse popolari nelle grandi città statunitensi, da Watts nel 1965 al 1992 dopo Rodney King). “Questo riguarda tutti noi. Riguarda voi. La California potrebbe essere la prima, ma è chiaro che non finirà qui. Altri Stati saranno i prossimi. La democrazia è la prossima. La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi, questo momento che temevamo è arrivato”, ha detto Newsom e ha esortato l’opinione pubblica a diventare l'”antidoto” alla paura e alla divisione seminate dall’amministrazione Trump.
Questo momento critico non può essere compreso isolatamente. Come ha osservato il poeta, studioso e politico Aime Césaire nella sua analisi del colonialismo e suprematismo bianco europeo, la violenza nelle periferie ritorna inevitabilmente nella metropoli17. In un post pubblicato sulla sua piattaforma social, Truth Social, il presidente Trump ha descritto le tensioni a Los Angeles come “illegalità del Terzo Mondo”: “Generazioni di eroi dell’esercito non hanno versato il loro sangue su lidi lontani solo per vedere il nostro Paese distrutto dall’invasione e dall’illegalità del Terzo Mondo qui in patria, come sta accadendo in California. Come Comandante in Capo, non permetterò che ciò accada”.
Come ha sostenuto Césaire, gli strumenti di oppressione sviluppati all’estero trovano sempre la strada per tornare a casa. Negli Stati Uniti, questo è stato un processo decennale. Nel 1996, una disposizione del National Defense Authorization Act consentiva al Pentagono di trasferire armi di livello militare in eccedenza ai dipartimenti di polizia locali. Nei tre decenni successivi, le stesse armi utilizzate per la violenza imperialista all’estero furono trasferite ai dipartimenti di polizia per essere impiegate nelle comunità povere ed emarginate.
Poi, con l’inizio della “guerra al terrore”, le tattiche per colpire e sottomettere le popolazioni straniere furono trasferite in patria per essere utilizzate contro le comunità vulnerabili. Il Congresso approvò leggi radicali come l’USA Patriot Act e gli emendamenti al Foreign Intelligence Surveillance Act, consentendo la sorveglianza di massa e la raccolta di informazioni sul suolo statunitense. L’autorizzazione del 2001 all’uso della forza militare contro i terroristi ha consentito la detenzione militare a tempo indeterminato di cittadini statunitensi, mentre una sentenza della Corte Suprema nel caso Holder contro Humanitarian Law Project ha ampliato la dottrina del “sostegno materiale” per criminalizzare anche il coinvolgimento pacifico con gruppi inseriti nella lista nera. Programmi come Countering Violent Extremism (CVE) hanno trasformato scuole e moschee in centri di sorveglianza, prendendo di mira le comunità musulmane, arabe e dell’Asia meridionale. Mentre all’estero il governo degli Stati Uniti portava avanti una campagna di catture, torture e detenzioni illegali a Guantanamo Bay, in patria stava impiegando la legge contro le comunità “sospette”.
Il processo alla Holy Land Foundation del 2008 ha introdotto per la prima volta “prove segrete” in un tribunale penale statunitense, con un agente segreto israeliano che ha affermato di aver “sentito l’odore di Hamas” negli imputati. L’azione penale intentata in Georgia contro i manifestanti di Cop City con l’accusa di “terrorismo” ha preso direttamente spunto da questo schema, così come il disegno di legge HB 2348 del Tennessee, che estende i poteri di polizia per reprimere le proteste pacifiche.
Dopo l’ottobre 2023, il governo degli Stati Uniti ha violato le proprie leggi per partecipare direttamente al genocidio di Gaza, fornendo armi e intelligence a Israele. La repressione di massa e la distruzione che i palestinesi avevano subito per mano dei coloni sostenuti dagli Stati Uniti sono state trasferite sul suolo americano. Il governo ha lanciato un attacco senza precedenti alla libertà di parola e alla libertà accademica, reprimendo gli studenti che protestavano contro il genocidio e incoraggiando ritorsioni contro le voci filo-palestinesi. Abbiamo assistito alla revoca di incarichi accademici, alla sorveglianza dei manifestanti e alla criminalizzazione del dissenso. I palestinesi e i loro alleati hanno subito un aumento quadruplo di molestie, dossieraggi e attacchi online e perdita del lavoro; hanno anche dovuto affrontare attacchi violenti e omicidi. Tutto questo non è iniziato sotto Trump, bensì sotto il suo predecessore “democratico”, l’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha anche aumentato il budget dei dipartimenti di polizia di 13 miliardi di dollari e ampliato i poteri dell’ICE. Il modello è chiaro: le misure repressive sviluppate per colpire le popolazioni straniere sono diventate strumenti per reprimere ogni dissenso in patria.
Ciò che sta accadendo a Los Angeles e in altre città non riguarda l’applicazione della legge; riguarda una dimostrazione di potere, una dimostrazione che la resistenza al regime di Trump verrà affrontata con una forza schiacciante e repressiva. Se questo precedente regge, le truppe federali diventeranno la risposta standard a qualsiasi resistenza. Le città che non voteranno per il presidente affronteranno l’occupazione militare. La protesta sarà ridefinita come ribellione. La prossima volta che le persone si riuniranno in piazza per chiedere giustizia, non affronteranno la polizia, ma i soldati. “Avremo truppe ovunque”, ha detto Trump ai giornalisti. “Se vedremo un pericolo per il nostro Paese e per i nostri cittadini, [la risposta] sarà molto, molto forte”. Ha continuato a blaterare di manifestanti che sputavano sulla polizia. “Loro sputano, noi colpiamo”, ha detto Trump, con aria compiaciuta.
Alessandro Scassellati
- Trump si è impegnato a espellere un numero record di persone presenti illegalmente nel Paese – almeno 12 milioni dei circa 30 milioni che la destra sostiene siano presenti illegalmente nel paese – e a bloccare gli ingressi al confine tra Stati Uniti e Messico, con la Casa Bianca che si è posta l’obiettivo per l’ICE di arrestare almeno 3.000 migranti al giorno. Gli ultimi dati mostrano un forte aumento delle detenzioni e delle deportazioni dopo che Trump ha espresso rabbia per i livelli di stallo raggiunti all’inizio di quest’anno. Il 4 giugno, gli agenti dell’ICE hanno arrestato 2.368 persone e il 3 giugno 2.267, un livello record (in aumento dai circa 660 al giorno nei primi tre mesi della seconda presidenza di Trump). Al 23 maggio, quasi 49.000 persone erano in stato di detenzione presso l’ICE, ha riportato NBC News. Ad aprile, più di 17.200 persone sono state deportate, con un aumento del 24% rispetto allo scorso anno. Queste cifre rappresentano la prima volta nel mandato di Trump che le deportazioni hanno superato quelle durante l’amministrazione Biden. Ma la drastica repressione dell’immigrazione ha colpito anche le persone che risiedono legalmente nel Paese, comprese alcune con residenza permanente, e ha portato a cause legali. Più di 200 persone sono state espulse dagli Stati Uniti e deportate nel famigerato Centro di Confinamento Terroristico (Cecot) di El Salvador, molte senza alcuna forma di giusto processo. Kilmar Ábrego García, 29 anni, è stato espulso dagli Stati Uniti il 15 marzo e è stato rimpatriato solo molti giorni dopo che la Corte Suprema aveva ordinato agli Stati Uniti di “agevolare” il suo rimpatrio e l’amministrazione Trump aveva ammesso che la sua espulsione era avvenuta a causa di un “errore amministrativo”. Trump ha anche minacciato di bloccare gli studenti internazionali che si iscrivono alle università statunitensi (ora circa 1,1 milioni) e ha imposto un nuovo divieto “totale” di viaggio negli Stati Uniti per i cittadini di una dozzina di Paesi, principalmente in Africa e Medio Oriente: Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. L’ingresso dei cittadini di Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela sarà parzialmente limitato.[↩]
- David Huerta, 58 anni, presidente della Service Employees International Union (SEIU) della California, è stato rilasciato lunedì dalla custodia federale con una cauzione di 50.000 dollari. È stato accusato nel tribunale federale di “cospirazione per ostacolare un agente” (secondo l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti, l’accusa di reato grave che lo riguarda prevede fino a sei anni di carcere federale). In una dichiarazione giurata a supporto della denuncia penale contro Huerta, un agente ha affermato che il leader sindacale è stato arrestato dopo che un altro agente ha cercato di spingerlo via dalla traiettoria di un veicolo delle forze dell’ordine bloccato dai manifestanti su un marciapiede. L’agente che ha assistito all’incidente ha affermato di aver visto Huerta “respingere indietro e, in risposta, l’agente ha spinto Huerta a terra. L’agente e io abbiamo quindi ammanettato Huerta e lo abbiamo arrestato”. Tuttavia, il video dell’arresto condiviso sui social media dal procuratore Bill Essayli sembra mostrare che l’agente abbia spinto Huerta a terra senza essere spinto dal leader sindacale. La testa di Huerta è stata sbattuta contro un cordolo di cemento dagli agenti ed è stato ricoverato in ospedale venerdì. Anche un video di un testimone pubblicato online da Isaac Bryan, membro dell’assemblea statale della California, mostra Huerta spinto a terra e ferito dagli agenti.[↩]
- Secondo quanto affermato dal LAPD, gli agenti hanno sparato più di 600 proiettili di gomma durante il fine settimana. Jim McDonnell, il capo del LAPD, ha affermato che quando gli agenti sparano ai manifestanti, usano “munizioni mirate”, ma ha aggiunto: “Questo non significa che colpiscano sempre il bersaglio”. Ha detto di essere “molto preoccupato” per il filmato di una giornalista australiana colpita da un proiettile.[↩]
- In generale, alle forze militari federali non è consentito svolgere compiti di polizia civile contro cittadini statunitensi, se non in caso di emergenza. Una legge del 1807, risalente al periodo di guerra tra gli USA e l’Impero britannico, e chiamata Insurrection Act, è il principale strumento giuridico che un presidente può utilizzare per attivare l’esercito o la Guardia Nazionale in caso di ribellione o disordini. L’Insurrection Act è stato modificato due volte per facilitare la dichiarazione di emergenza. Durante la guerra civile, al governo federale fu consentito di schierare la Guardia Nazionale e le forze armate in “previsione di disordini persistenti”. Negli anni ’70 dell’Ottocento, l’Insurrection Act fu ampliato per proteggere gli afroamericani dagli attacchi del Ku Klux Klan. Ma Trump non ha invocato l’Insurrection Act sabato. Invece, si è basato su una legge federale simile che consente al presidente di federalizzare le truppe della Guardia Nazionale in determinate circostanze. Trump ha utilizzato l’autorità del Titolo 10, che lo pone al vertice della catena di comando, anziché il governatore dello Stato, per richiamare parte della Guardia Nazionale della California al servizio federale. La Guardia Nazionale è un’entità ibrida che serve sia gli interessi statali che federali. Spesso opera sotto il comando e controllo statale, utilizzando finanziamenti statali. Talvolta, le truppe della Guardia Nazionale vengono assegnate dal loro Stato a svolgere missioni federali, rimanendo sotto il comando statale ma utilizzando finanziamenti federali. La legge citata nel proclama di Trump pone le truppe della Guardia Nazionale sotto il comando federale. La legge stabilisce che ciò può essere fatto in tre circostanze: quando gli Stati Uniti sono invasi o in pericolo di invasione; quando c’è una ribellione o un pericolo di ribellione contro l’autorità del governo statunitense; o quando il presidente non è in grado di “eseguire le leggi degli Stati Uniti” con le forze regolari. Ma la legge stabilisce anche che gli ordini per tali scopi “devono essere emanati tramite i governatori degli Stati”. Non è immediatamente chiaro se il presidente possa attivare le truppe della Guardia Nazionale senza l’ordine del governatore dello Stato in questione. L’Insurrection Act e le leggi correlate furono utilizzate durante l’era dei diritti civili per proteggere attivisti e studenti che desegregavano le scuole. Nel 1957, Dwight Eisenhower inviò la 101ª Divisione aviotrasportata a Little Rock, in Arkansas, per proteggere gli studenti neri che si iscrivevano alla Central High School, dopo che il governatore di quello Stato aveva attivato la Guardia Nazionale per impedire l’ingresso degli studenti. Nel 1965, Lyndon Johnson la utilizzò in Alabama per proteggere i manifestanti per i diritti civili guidati da Martin Luther King nella marcia da Selma a Montgomery. Johnson agì dopo che il governatore dello Stato dell’Alabama, George Wallace, un importante segregazionista, si rifiutò di chiamare la Guardia, avendo in precedenza descritto i manifestanti come “agitatori di ispirazione comunista”. George H. W. Bush utilizzò l’Insurrection Act per rispondere alle rivolte di Los Angeles nel 1992, dopo l’assoluzione di agenti di polizia bianchi ripresi mentre picchiavano l’automobilista nero Rodney King. Le truppe della Guardia Nazionale sono state schierate per una varietà di emergenze, tra cui la pandemia di Covid, uragani, grandi incendi e altri disastri naturali. Ma generalmente, tali schieramenti vengono effettuati con l’accordo dei governatori degli Stati coinvolti.[↩]
- Sabato, Tom Homan ha minacciato di arrestare chiunque ostacolasse gli sforzi di controllo dell’immigrazione nello Stato, tra cui Newsom e il sindaco Bass. Interpellato sulla minaccia, Trump ha risposto che avrebbe sostenuto l’arresto del governatore della California Gavin Newsom: “Lo farei se fossi Tom. Penso sia fantastico”. Homan ha poi ritrattato i suoi commenti dopo che Newsom ha rilasciato un’accesa intervista alla MSNBC, prendendo in giro la sua posizione da “duro” e svelando il suo bluff. Homan ha inoltre dichiarato alla NBC News che ci saranno altri raid e che lunedì gli arresti da parte dell’ICE sono continuati in tutta la California meridionale.[↩]
- Martedì 10 giugno, nel corso di un discorso alla base militare di Fort Bragg in Nord Carolina, Trump ha accusato il governatore della California, Newsom, e la sindaca di Los Angeles, Bass, di aver pagato degli agitatori per rendere violente le proteste in città. Successivamente, ha negato di averlo detto. Le riprese video del suo discorso a Fort Bragg, tenutosi poche ore prima, lo mostrano chiaramente mentre muove l’accusa. Trump ha pronunciato un discorso profondamente partigiano e politico all’esercito americano, dichiaratamente apartitico, a Fort Bragg, dove ha definito Los Angeles “un cumulo di spazzatura”, ha ripetuto teorie cospirazioniste infondate (ad esempio, che i manifestanti portano bandiere straniere – messicane, guatemalteche e salvadoregne –“con l’obiettivo di continuare un’invasione straniera”) e ha annunciato di non aver ancora finito di cambiare i nomi delle basi militari per onorare i confederati. Trump ha affermato che avrebbe “liberato Los Angeles e l’avrebbe resa di nuovo libera, pulita e sicura”.[↩]
- Esper ha dichiarato in molte interviste durante la promozione del suo libro nel 2022 che, durante un incontro alla Casa Bianca per discutere delle proteste, Trump si è rivolto al presidente dello Stato maggiore congiunto Mark Milley e gli ha chiesto: “Non potresti semplicemente sparargli, sparargli alle gambe o qualcosa del genere?”[↩]
- Trump, che è stato condannato per quasi tre dozzine di capi d’accusa per reati gravi, inquisito per decine di altri capi d’accusa per reati gravi, dichiarato responsabile di abusi sessuali in una causa civile e sottoposto a due impeachment, desiderava da tempo questa battaglia. Vuole dimostrare di essere un uomo forte al di sopra e al di fuori della legge. Sembra disperato e desideroso di una battaglia da combattere.[↩]
- Waymo, di proprietà di Alphabet, la società madre di Google, ha reso pubbliche le sue auto senza conducente a Los Angeles lo scorso anno e sta cercando di espandere i suoi servizi. Opera anche in diverse altre città, in particolare a San Francisco. Le immagini delle dimostrazioni a Los Angeles del fine settimana mostravano diversi taxi dell’azienda in fiamme e ricoperti di graffiti.[↩]
- Senza l’invocazione dell’Insurrection Act, se i Marines saranno coinvolti in azioni attive di contrasto, violeranno il Posse Comitatus Act, la legge del 1878 che generalmente impedisce alle forze armate statunitensi di partecipare alle attività di contrasto a livello nazionale.[↩]
- Riguardo all’invio dei Marines in città, il capo della LAPD, Jim McDonnell, ha affermato che il suo dipartimento non era stato formalmente informato e che il loro arrivo avrebbe rappresentato una “significativa sfida logistica e operativa”.[↩]
- Il National Emergencies Act del 1976, emanato dopo lo scandalo Watergate, cercò di limitare la capacità di un presidente di dichiarare situazioni di emergenza, in parte consentendo al Congresso di porvi fine. Tuttavia, non definisce un’emergenza né ne limita la durata, e nella pratica ha fatto ben poco per limitare tali dichiarazioni.[↩]
- Le dichiarazioni ufficiali di Trump sono in qualche modo in linea con la sua retorica pubblica, che spesso suggerisce che il Paese stia affrontando una crisi senza precedenti che solo lui può risolvere. Con un continuo susseguirsi di azioni unilaterali, post sui social media e ordini esecutivi, Trump ha creato la costante sensazione di un Paese sotto assedio, che richiede un’azione decisa da parte del suo leader.[↩]
- Lunedì 9 giugno, le famiglie colpite dai recenti raid hanno parlato. Trabajadores Unidos – Workers United, un’organizzazione per i diritti degli immigrati, ha tenuto una conferenza stampa all’esterno di Ambiance Apparel, uno stabilimento del distretto tessile rastrellato venerdì dagli agenti dell’ICE. Una donna ha dichiarato di aver assistito al raid in cui suo padre è stato “rapito dall’ICE”, aggiungendo: “Quello che è successo non è stato giusto. Non è stato legale. In questo Paese, abbiamo tutti diritto a un giusto processo… Ho visto con i miei occhi il dolore delle famiglie, che piangevano, urlavano, non sapevano cosa fare”. Yurien Contreras ha affermato che la sua famiglia non ha più avuto contatti con suo padre, Mario Romero, da quando è stato rapito: “Ho visto come hanno ammanettato mio padre, lo hanno incatenato alla vita e alle caviglie”. Gli avvocati dell’Immigrant Defenders Law Center (ImmDef) hanno scoperto che gli immigrati fermati a Los Angeles sono stati inizialmente trattenuti nel seminterrato di un edificio federale, sostenendo che sono stati negati loro cibo, acqua o un letto per più di 12 ore.[↩]
- Gli organizzatori delle proteste di massa del 14 giugno, chiamate “No Kings”, affermano che ci sono già più di 1.800 siti firmatari in tutto il paese. Una mappa delle proteste mostra una copertura pressoché totale degli Stati Uniti, dalle città ai piccoli centri.[↩]
- Le azioni e le minacce repubblicane contro la California si sono accumulate da quando il Partito Repubblicano ha preso il controllo del governo federale a gennaio, attaccando l’obbligo statale dei veicoli elettrici, la tutela delle persone transgender, la politica idrica e lo status di “santuario” per l’immigrazione. Anche i dazi di Trump incombono sulla California, che funge da colosso delle importazioni di merci provenienti dall’Asia. I leader politici locali sanno dei piani della Casa Bianca di tagliare i finanziamenti federali allo Stato, pari a circa 170 miliardi di dollari. “I californiani pagano i conti del governo federale. Paghiamo oltre 80 MILIARDI di dollari in più di tasse di quanto riceviamo. Forse è ora di tagliarle, @realDonaldTrump”, ha scritto il governatore Newsom sulla piattaforma social X venerdì pomeriggio.[↩]
- Césaire cercò di dare un senso a un Occidente che emergeva dalla spettacolare violenza della Germania nazista con alcune comode amnesie. Originario della colonia francese caraibica della Martinica, Césaire trovava ridicolo che un’Europa in frantumi non collegasse – o, più precisamente, non volesse – le atrocità naziste a quelle commesse dalle grandi potenze europee contro le popolazioni native dei loro possedimenti d’oltremare. Césaire lo definì un “terribile effetto boomerang”. Con qualche perfezionamento, il suo concetto è oggi noto come “Boomerang Imperiale”.[↩]
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[…] El Departamento de Seguridad Nacional realizó redadas en varios lugares de Los Ángeles el viernes 6 de junio, enfrentándose a manifestantes y generando críticas generalizadas de los líderes de California. Agentes enmascarados del Servicio de Inmigración y Control de Aduanas (ICE), conocidos comúnmente como «La migra», fueron grabados en video recogiendo a vendedores ambulantes y jornaleros del estacionamiento de una tienda Home Depot en Paramount, a unos 32 km (20 millas) al sur del centro de Los Ángeles, y de la sede de la empresa textil Ambient Apparel en el Distrito de la Moda. Defensores de los derechos de los inmigrantes afirmaron que las redadas también se centraron en otros cuatro lugares, incluyendo una tienda de rosquillas. Un total de 118 inmigrantes (al menos 42 de ellos mexicanos) fueron arrestados durante las redadas. Los arrestos del ICE en Los Ángeles se producen mientras Trump y su administración siguen adelante con sus promesas de llevar a cabo deportaciones masivas en todo el país . […]