“Questa crisi bancaria degli USA conferma che la UE è in condizioni migliori e dunque non dobbiamo preoccuparci…”
Ho messo le virgolette ma la citazione è a memoria. Comunque ho rispettato il senso di cosa ci disse in aula del Parlamento europeo l’allora presidente della commissione europea Miguel Barroso. Era il 2008.
Sappiamo tutti come andò. La crisi finanziaria dagli USA fu rapidamente esportata in Europa e divenne economica e sociale. L’Europa pagò pesantemente, più degli USA, le conseguenze. Più precisamente pagarono, e ancora pagano, i ceti più deboli. La UE infatti diede il via alla stagione della austerità combinata al liberismo su cui è imperniata. Con l’austerità il debito privato fu trasformato in debito pubblico e pagato con tagli massicci alla spesa sociale. La crisi economica ha impattato sugli assetti produttivi, sul lavoro e sui salari. Effetti che non sono ancora superati. Tutt’altro. Intanto COVID e poi guerra hanno squassato il Mondo. La UE ha sospeso il patto di stabilità per palese “idiozia” ma adesso si accinge a ripristinarlo. E ora tornano a fibrillare le banche USA. Nel 2008 erano le grandi banche che saltavano sui mutui subprime. Ora sono banche più piccole e dedicate. È la Silicon Valley delle startup “creative”, spesso senza effettiva consistenza, a lavoratori zero, “favorite” dalle deregolamentazioni di Trump. Colpite dalla politica anti inflattiva della FED, prontamente copiata dalla BCE. Come sempre sono tempeste perfette che determinano queste crisi sempre più ricorrenti. Su cui il capitalismo surfeggia lasciando affogare chi è costretto a nuotare per vivere. La tempesta perfetta ora sta nel combinato tra tutto il pregresso e la “novità” dell’innalzamento dei tassi come misura anti inflattiva. Palesemente questa politica non coglie le ragioni di ciò che determina oggi l’inflazione e che non sono evidentemente né le dinamiche salariali né l’eccesso di domanda. L’inflazione è figlia delle crisi, pandemia e guerra, e delle spirali, e degli ultra profitti massimamente quelli finanziari, che hanno prodotto nel mentre si determinavano rovine sociali. E ricollocazioni della globalizzazione sul crinale orwelliano della guerra, mischiando il permanere e il rafforzarsi dell’impero finanziario globalizzato con le lotte inter imperialiste.
Come allora, nel 2008, sento gli establishment europei precipitarsi a dire che la UE è al riparo. Basta l’esperienza a dire che purtroppo non è così. E le preoccupazioni sono rafforzate dal modo supino con cui la BCE ha seguito la FED nell’innalzamento dei tassi. E diventano terrore al pensare che stanno per tornare le regole dell’austerità.
Il punto è che, come già scritto da transform! italia, ormai il capitalismo vive di crisi sempre più ravvicinate ed intrecciate e usate per praticare la lotta di classe rovesciata. Quella che ormai da quasi quarant’anni rappresenta la grande restaurazione contro il socialismo ma l’idea stessa di progresso. Questo è il capitalismo e non ci piace.
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Ricordo che in occidente le classi meno abbienti, che sono più del 90% della popolazione, sono coinvolte in queste crisi del capialismo solo da quando hanno abolito le banche di risparmio trasformandole in banche d’affari. Quando il funzionamento della finanza era controllato dalla politica i soldi dei risparmiatori venivano depositate nelle banche di risparmio che per legge non potevano fare speculazione finanziaria.