articoli

L’Ucraina vista dall’interno

di Roberto
Morea

Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il leader di un partito della sinistra ucraina. Date le condizioni di repressione nel suo Paese, non possiamo fare nomi e ci ha raccontato qual è la situazione in Ucraina ora e come è presente la sinistra ucraina oggi, descrivendo innanzitutto la situazione dei partiti di sinistra in Ucraina che, fino al momento dell’inizio del conflitto, era molto presente su tutto il territorio nazionale e descritta da Franco Ferrari in un recente articolo https://transform-italia.it/la-sinistra-ucraina-emarginata-dallascesa-del-nazionalismo-etnico/-

“Oggi, come sapete – ci racconta –  molti di quei partiti sono diventati fuorilegge in alcuni casi i leader politici sono stati imprigionati in altri casi sono riusciti a fuggire dal Paese anche per la facilità di uscire dai confini della nazione”.

“Il partito di Zelensky era assolutamente poco importante prima della guerra, in questi due anni il sostegno dei cittadini è passato dal 70% all’inizio del conflitto al 12% di oggi, siamo convinti” – racconta – “che una volta raggiunta la pace le forze di sinistra torneranno ad essere massicciamente presenti nel panorama politico ucraino. La popolazione è infatti stanca di un’oligarchia che si è affermata negli ultimi anni. I 2/3 del potere d’acquisto dei cittadini ucraini sono andati persi e molti sono anche espatriati per motivi economici, una crisi economica che è iniziata già dopo il Maidan (il rovesciamento del presidente Viktor Janukovyč ndr) nonostante la narrazione che ne fanno”.

Sul ruolo e la figura del presidente, ormai diventato un personaggio famoso e venerato in tutto il mondo, ci dice: “Uno dei finanziatori di Zelensky è diventato enormemente ricco e in realtà Zelensky è solo un burattino. Il 22 dicembre 2021, il New York Time pubblicò un articolo contro il presidente ucraino definendolo un pagliaccio da non prendere sul serio, questo perché non si era espresso a favore di una guerra con la Russia, oggi da quel giornale e da tutte le opinioni dei media occidentali Zelensky è l’eroe della resistenza ucraina”.

Ci racconta della propaganda di guerra, di come la guerra sia presente in ogni trasmissione televisiva, in ogni giornale, in ogni radio e persino nei cartoni animati, “al momento – ci dice – non c’è una vera proposta di pace, ma la nostra posizione che vorremmo proporre ai cittadini ucraini è un cessate il fuoco e un confronto con la Russia senza precondizioni. Ogni condizione di pace è una scusa per non sedersi al tavolo, ogni richiesta di armi allontana la pace, noi cercheremo di proporre iniziative dal basso. Nel frattempo, il governo continua a riscrivere la nostra storia, demolendo persino le statue degli eroi della sinistra ucraina, sostituendole con personaggi legati a un passato non certo glorioso. Qualche settimana fa, a Odessa, un giudice ha condannato un cittadino per aver dato del fascista a Bandera, c’è una rigida censura e gli oppositori vengono imprigionati”.

“Molti canali televisivi come News One sono stati chiusi, impedendo la critica interna al governo ucraino e alle decisioni che prende”.

“Non so cosa abbia spinto la Russia a fare questa guerra non so perché abbia fatto quello che ha fatto, faccio mie le parole di Bismark che, rivolgendosi agli alleati, li ammoniva a non fare la guerra alla Russia perché la reazione dei russi non sarebbe stata chiara e sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa, ma sappiamo che la colpa della guerra è per noi legata anche alle scelte che il nostro governo ha fatto sotto la guida di Washington e Londra”.

“Lo scoppio del conflitto ha portato ad una radicalizzazione dell’opinione dei cittadini, a un nazionalismo in cui ci sono i buoni e i cattivi al punto da rifiutarsi di parlare la lingua russa usata per secoli. in questo sicuramente la propaganda ha funzionato”.

“Dallo scoppio della guerra ad oggi, sono 5 milioni le persone che se ne sono andate e molte di queste non torneranno. molti territori sono già di proprietà di aziende straniere e tutto il denaro proveniente dal sostegno internazionale è destinato alle armi. Così, mentre a Kiev c’è un’economia che ancora consente di sostenere la cittadinanza, nel resto del Paese non si sopravvive, non si coltiva, non si produce. L’unico lavoro ben retribuito è il servizio militare”.

“L’Ucraina non può continuare così”.

“Quattro anni fa – conclude – sono diventato leader del partito e nonostante tutto sono convinto che l’Ucraina sarà un Paese socialista e faremo di tutto per rendere l’Ucraina un vero Stato”.

A lui e a tutta la sinistra ucraina vanno naturalmente i nostri migliori auguri.

Roberto Morea

Articolo precedente
Il risveglio della rana bollita nella calda pentola della tecnosfera
Articolo successivo
La sorpresa di Salisburgo e la storia del Partito Comunista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.