Izquierda Unida, la coalizione di sinistra di cui fa parte il Partito Comunista e alleata all’interno di Unidas Podemos con Podemos di Pablo Iglesias e Catalunya En Comù di Ada Colau, ha proposto un suo Piano di ricostruzione per il dopo Covid19 che ha battezzato “Horizonte Pais”i.
Non siamo in presenza di una generica lista di obbiettivi ma di un lavoro assai articolato e approfondito tecnicamente, che fa sfigurare quello della task force di Colao, oltre ad avere un segno politico completamente diverso. Se per l’ex amministratore della Vodafone il cuore di tutto è la centralità dell’impresa, per l’organizzazione della sinistra spagnola sono al contrario i bisogni reali dei cittadini ed in particolare delle “classi lavoratrici” a dettare i caratteri di fondo del documento.
Il Piano è frutto dell’impegno di 55 persone, specialisti e militanti, coordinati dall’area di Politiche Economiche di IU, che hanno potuto contare su apporti e suggerimenti di tutta l’organizzazione e dei suoi simpatizzanti. Il risultato è un testo di 419 pagine, nella sua versione completa, e di 154 nel “riassunto esecutivo”. E’ un’analisi ricca di dati e valutazioni dalla quale scaturiscono 400 proposte puntali. Non manca, a differenza del Piano Colao, la specificazione delle risorse utilizzabili e di come reperirle.
La necessità di uno strumento così dettagliato nasce ovviamente anche dalla collocazione attuale di IU, che la vede parte del governo spagnolo guidato dal socialista Sanchez e nel quale IU conta due ministri, al commercio e al lavoro.
Sono cinque i pilastri centrali attorno ai quali ruotano le proposte:
- blindare i servizi pubblici e proibire per legge nuovi tagli della sanità pubblica;
- garantire uno scudo sociale per le famiglie lavoratrici e una crescita economica che non lasci indietro nessuno, attraverso gli investimenti pubblici;
- attuare una riforma fiscale giusta, equa e progressiva affinché i miliardari e le grandi fortune paghino le tasse così come richiede la Costituzione (spagnola);
- una reindustrializzazione nazionale per avvicinare le basi produttive del paese in una direzione che sia sociale ed ecologica;
- la cura come asse centrale delle politiche pubbliche anche come risposta collettiva alla ripartizione di una necessità sociale imprescindibile che è sempre ricaduta sulle donne.
Dalla crisi bisogna uscire mettendo fine alle politiche di austerità e lavorare per la costruzione di uno stato sociale avanzato. Per uscirne i governi e anche la UE metteranno in circolazione ingenti quantità di denaro ed occorre impedire che, come in altre occasioni, queste risorse finiscano per sanare le situazioni delle banche e delle grandi imprese senza contropartita per lo Stato. E’ necessario che gli aiuti al settore privato siano sottoposti a condizioni per evitare di socializzare le perdite e privatizzare i guadagni.
Sono molti gli strumenti utilizzabili così come ci sono molteplici forme di proprietà pubblica a cui dare impulso: servizi pubblici per titolarità e gestione, imprese pubbliche in settori strategici, imprese partecipate dallo Stato, cooperative e economia sociale, gestione partecipativa dei beni comuni.
Tra le molte proposte che vengono avanzate da Izquierda Unida e che vanno lette considerando che la situazione spagnola in alcuni ambiti è diversa da quella italiana, ma in generale è il frutto degli stessi processi (privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica, idolatria del libero mercato, ecc.), se ne possono richiamare alcune utili anche al dibattito italiano in vista dell’elaborazione di un piano alternativo a quello Colao o a quello preannunciato da Confindustria.
Piano di lavoro garantito
Le previsioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro contabilizzano gli effetti della pandemia nella distruzione di 195 milioni di posti di lavoro a livello globale. In Spagna, l’impatto del Covid19 sul mercato del lavoro colpirà, in vari modi, circa 4,3 milioni di persone. Gli strumenti di protezione del lavoro implementati dal Governo consentiranno di tutelare una parte ampia del mondo del lavoro ma ciò nonostante vi sarà un aumento della disoccupazione e non tutti riceveranno una forma di sussidio pubblico.
IU rilancia una proposta che era stata avanzata dall’economista statunitense Himan Minsky negli anni ’80 e sostenuta da economisti di vari paesi. E’ diventata anche parte del programma della parlamentare Usa Alexandria Ocasio-Cortez.
La proposta del “Trabajo Garantizado (TG)” è semplice: lo Stato ha l’obbligo di garantire un posto di lavoro remunerato a qualunque persona che non sia riuscita a trovare impiego nel settore privato o nel settore pubblico tradizionale e che è disposta a lavorare, a prescindere da sesso, età, capacità professionali. Ci sono molte persone disoccupate così come c’è molto lavoro necessario nelle nostre comunità che non viene svolto o viene svolto senza remunerazione.
Si tratta di rafforzare le attività economiche e sociali che oggi sono insufficienti, creare nuove attività, remunerare e rendere visibile lavoro di cura domestico e altri lavori che oggi sono nascosti o non remunerati. La normativa legale dovrà garantire il ruolo dello Stato come garante di occupazione di ultima istanza. Il salario lordo annuale previsto sarebbe di 20.000 euro, in grado di garantire un salario mensile netto di 1.175 euro. I posti di lavoro non saranno strutturali. L’applicazione sarà graduale ma l’obbiettivo è di garantire almeno 1 milione di posti di lavoro entro un anno.
Occorre una banca pubblica
E’ fondamentale, per IU, che esista un polo bancario pubblico in Spagna. E’ imprescindibile per poter ridurre il potere dell’oligarchia finanziaria e poter sviluppare una politica di appoggio a settori produttivi ritenuti prioritari. In Europa esistono 221 banche a partecipazione pubblica e 81 agenzie pubbliche di finanziamento. L’Associazione Europea della Banche Pubbliche (EAPB, sigla in inglese) attualmente raggruppa circa 100 entità finanziarie pubbliche che rappresentano il 15% della quota di mercato e 190.000 impiegati. E’ evidente che non esiste nessun impedimento, nella legislazione europea, alla creazione e funzionamento di una banca pubblica.
Per questo la formazione di sinistra spagnola propone di impedire la privatizzazione di Bankia, che è stata salvata con denaro pubblico e dovrebbe essere privatizzata nel 2022. Se il Governo proseguirà su questa strada si sarà sprecata un’enorme quantità di denaro pubblico a favore delle élite che termineranno come azioniste private della banca. Inoltre si sarà persa l’opportunità di mettere una parte del risparmio al servizio di un vero sviluppo sociale. Bankia dovrebbe diventare un’entità pubblica di carattere statale il cui obbiettivo principale dovrebbe essere favorire la creazione di occupazione.
Costruire un nuovo paese industriale
Occorre riprendere una politica industriale pubblica con questi obbiettivi: 1) diversificare la struttura settoriale incorporando filiere o segmenti di maggiore complessità tecnologica; 2) incrementare il contenuto locale del prodotto finale e controllare e dominare più fasi del processo di fabbricazione dentro la catena del valore globale; 3) rinnovare la base tecnica e organizzativa delle attività industriali.
Izquierda Unida rilancia l’idea di un’altra Europa. Così come è strutturata non serve a difendere gli interessi della maggioranza della popolazione. Sono necessari nuovi organismi, con un funzionamento realmente democratico. E’ necessario superare il Patto di Stabilità e di Crescita (al momento solo sospeso) e con esso anche i meccanismi di revisione semestrale dei bilanci degli stati. Al loro posto va introdotto un Patto di sviluppo sostenibile. La BCE va riformata consentendo la monetizzazione del debito (ipotesi che sulla base degli attuali Trattati risulta impossibile secondo Fabio Panetta, membro italiano del Board esecutivo della Banca Centrale Europea, intervistato da Le Mondeii). Bisogna mettere fine al dumping fiscale che attuato da alcuni paesi dell’UE definendo una fiscalità comune minima. Gli interventi pubblici a favore delle imprese devono avvenire in cambio di azioni, ovvero con la partecipazione statale al capitale. E questa soluzione non deve essere congiunturale, ma al contrario deve diventare uno strumento permanente per cambiare il modello produttivo europeo affinché produca posti di lavoro e rispetti la sostenibilità ecologica. Viene rilanciata la proposta di una Conferenza Europea sul Debito che trovi una soluzione negoziata e specifica per ogni paese, al fine di alleggerire il fardello debitorio, anche attraverso la sua parziale cancellazione.
Nel complesso il Piano necessita di almeno 155 miliardi di cui oltre la metà da destinare al potenziamento dei servizi pubblici. Questi possono essere recuperati in parte con un’ampia riforma fiscale, che viene esposta in modo dettagliato, con la quale accentuare il carattere progressivo della situazione esistente e che dovrebbe portare quasi 58 miliardi di entrate in più. Altri 22 miliardi dovrebbero derivare dalla eliminazione di tutte le forme di evasione e elusione. La proposta tiene conto che il carico fiscale spagnolo è attualmente di 6,3 punti più basso di quello medio europeo (mentre il carico in Italia è leggermente superiore).
Si avanzano inoltre varie proposte di finanziamento del Piano per un intervento europeo a partire dalla monetizzazione del debito da parte della BCE. La seconda soluzione proposta è che la Banca Centrale acquisti direttamente sul mercato primario la quota prevista per la Spagna del Pandemic Emergency Purchase Programme (un po’ meno del 10% del totale). Inoltre non si esclude il ricorso al MES ma modificando completamente il meccanismo delle condizionalità che dovrebbero imporre interventi sulla sanità, la piena occupazione e i servizi pubblici e lasciando aperta l’azione politica affinché il prestito sia alla fine condonato e quindi si trasformi in grant a fondo perduto. Ultima opzione l’emissione di eurobond perpetui per un totale di un miliardo e mezzo da parte dell’UE. Le proposte risalgono ad alcune settimane fa e quindi non tengono interamente conto di dell’evoluzione delle ultime settimane.
Un programma come quello avanzato da IU non può certo spostare significativamente le politiche governative (che pure qualche risultato hanno dato, grazie alla presenza delle forze di sinistra), senza che si attivino movimenti di opinione e di lotta che abbiano anche una dimensione europea.
i https://izquierdaunida.org/horizontepais/
ii https://www.ecb.europa.eu/press/inter/date/2020/html/ecb.in200616~2fdb438ac4.en.html