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Incendi e alluvioni, il capitalismo uccide

di Roberto
Musacchio

La Sicilia brucia e la Lombardia si allaga. Cosa fa il governo? L’autonomia differenziata così da togliere ogni residua possibilità di politiche ambientali e climatiche. E il presidenzialismo che serve a fare meglio la guerra e non certo ciò che lorsignori non vogliono fare: fermare il capitalismo che sta distruggendo il Pianeta.

L’Italia è esemplare. Una zolla intercontinentale preziosa ma fragile. Che cementificazione, abuso di combustibili fossili e altre scelleratezze stanno devastando da decenni.

Cosa fa il governo? Vuole mettere in galera i giovani che con gesti eclatanti lanciano allarmi disperati.

Certo c’è anche chi vuole “mettere in galera li panettera”, negazionisti climatici (cosa non appropriata) e inquinatori (molto più comprensibile).

Io mi permetto di dire che se non si arresta il capitalismo non ci salviamo.

Solo il capitalismo può pensare di fare dopo la pandemia una bella guerra in cui tutti i ricchi si arricchiscono di più e noi e il Pianeta muoriamo.

Kyoto aveva indicato la strada della giustizia climatica. Il capitalismo ha risposto con le guerre militari, economiche, sociali e ambientali permanenti. E con il greenwashing.

Il Pnrr italiano è una schifezza che dà soldi a imprese, cementificatori e speculatori vari.

Ecco, lo diciamo da tempo, il rossoverde non è un ornamento. Ogni giorno ne abbiamo conferma.

di Roberto Musacchio

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1 Commento. Nuovo commento

  • Sandro Morelli
    27/07/2023 16:07

    È così. Ma più precisamente: questo capitalismo distruttivo è anche ecologicamente autodistruttivo; nel medio-lungo termine anche i ricchi saranno coinvolti nella crisi della biosfera, mentre il Pianeta sopravviverà. Solo un pensiero nuovo, eco-socialista potrebbe salvarci, se ce ne fosse il tempo. Ma il tempo scarseggia e non possiamo illuderci che sia possibile, intanto, ‘fermare il capitalismo’. Abbiamo perso troppo tempo. Per non disperare, cercare e tentare ancora (in tempo utile) che fare, dunque? Questo è il punto. Io vedo solo una ardua possibilità: dar vita nei fatti, giorno per giorno, ad una straordinaria, emergenziale convergenza culturale e sociale di giovani attivisti climatici, scienziati consapevoli, donne e uomini di buona volontà laici e spiritualmente bergogliani (anche se non cattolici), ecc., capaci di far intendere quale futuro si sta preparando, allo scopo di inceppare il motore strutturale e ideologico di questo processo distruttivo. Una coalizione radicalmente ed efficacemente difensiva e non ideologicamente ma oggettivamente ‘anticapitalista’, insomma, una sorta di nuovo, grande ma realmente rivoluzionario ‘compromesso storico’, in grado di preparare il terreno per l’affermazione di un pensiero e di un’azione ‘construens’ politica e sociale di segno eco-socialista. Questo il sogno senile di uno che, come Evaristo Galois (mi si perdoni la infantile citazione…) non ha tempo ma non vuole ancora morire prima del termine stabilito…

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