Da due settimane (dal 14 luglio) lo sciopero della Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA), il sindacato degli attori, sta sconvolgendo l’industria cinematografica e televisiva statunitense. Tutti i grandi attori di Hollywood – Meryl Streep, Susan Sarandon, Jennifer Lawrence, Charlize Theron, Joaquin Phoenix, Jamie Lee Curtis, Olivia Wilde, Ewan McGregor, George Clooney, John Cusack, Mark Ruffalo e molti altri – si sono schierati a favore dello sciopero che coinvolge 160 mila attori e che è stato descritto dall’attrice e presidente di SAG-AFTRA, Fran Drescher, come una risposta a un sistema ingiusto che sta diminuendo e umiliando gli artisti. “Noi siamo le vittime qui“, ha detto. “Siamo vittime di un’entità molto avida. Sono scioccata dal modo in cui le persone con cui siamo in affari ci trattano”. Attori, insieme a sceneggiatori, hanno iniziato a picchettare davanti a varie sedi di studi e servizi di streaming a Los Angeles e New York (a Times Square si è tenuta una grande manifestazione di SAG-AFTRA il 25 luglio con la partecipazione di diverse star del cinema e della TV).
Lo sciopero interrompe la produzione di centinaia di film e programmi TV, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa e Canada, il che significa che migliaia di lavoratori delle troupe rimarranno senza lavoro. La mancanza di star disposte a promuovere il proprio lavoro significa che il circuito dei festival (Toronto, Venezia, Roma, ecc.) è per ora funzionalmente morto. Inoltre, significa che i nuovi contenuti originali basati su una sceneggiatura si esauriranno e presto cinema, TV e piattaforme dello streaming non avranno prodotti nuovi da mostrare.
Gli obiettivi principali dello sciopero sono le condizioni di lavoro, la copertura sanitaria, la paga base per i “residui” (i pagamenti effettuati in occasione della ripetizione di uno spettacolo o di un film) e l’uso dell’intelligenza artificiale all’interno di film e televisione, argomenti simili per gli sceneggiatori che sono anch’essi in sciopero dal 2 maggio1. La prima volta che il sindacato degli attori è entrato in sciopero contemporaneamente a quello degli sceneggiatori di Hollywood è stato nel 1959/60 e allora il presidente del SAG era un attore di nome Ronald Reagan, il quale ottenne un piano sanitario e “residui” televisivi di cui gli attori e sceneggiatori hanno beneficiato negli ultimi 60 anni.
I “residui” sono i compensi finanziari pagati agli attori, ai registi cinematografici o televisivi e ad altri lavoratori coinvolti nella realizzazione di programmi TV e film in caso di repliche, syndication, rilascio di DVD o streaming multimediale. I “residui” sono calcolati e amministrati dai sindacati del settore come SAG-AFTRA, Directors Guild of America (che ha firmato un accordo con l’associazione degli studi mesi fa) e Writers Guild of America, costituiscono la fonte principale di compensi e contributi pensionistici e sanitari dei lavoratori del settore. I negoziatori SAG-AFTRA chiedono “residui” in parte basati sui livelli di spettatori sui servizi di streaming, ma gli studi – che includono le piattaforme di streaming Netflix e Amazon insieme a Disney – non sono disposti a condividere le informazioni. Invece di pagare agli attori un importo fisso in base a quante volte un programma viene eseguito – come fanno le reti TV – i servizi in streaming basano la loro formula sul numero dei loro abbonati e sarebbero disposti a cedere solo una percentuale molto modesta (intorno all’1%) del totale degli introiti da abbonamento.
Il sindacato degli attori, come quello degli sceneggiatori, sostiene che senza un “cambiamento trasformativo” le loro professioni sono minacciate. Chiedono aumenti della retribuzione base e dei “residui” poiché film e programmi TV si sono sempre più spostati su piattaforme di streaming online (come Netflix, Apple e Amazon) e vogliono rassicurazioni che il loro lavoro non sarà sostituito dall’intelligenza artificiale (AI) e che la loro immagine digitale non verrà utilizzata senza il loro permesso. “Senza un cambiamento trasformativo nell’attuale contratto di SAG-AFTRA con l'[Alliance of Motion Picture and Television Producers], la professione di attore non sarà più un’opzione per le future generazioni di artisti, e gli attori che già lavorano nel settore dovranno perseguire altre carriere per sopravvivere“, secondo SAG-AFTRA.
Alcuni anni fa, da quattro a cinque ruoli da guest star in programmi televisivi erano sufficienti a un attore per assicurarsi il reddito per vivere dignitosamente un anno. Ora, ci vuole il doppio di quel numero di ruoli per fare la stessa somma di denaro. Gli sceneggiatori di Hollywood hanno avanzato argomenti simili, indicando contratti di scrittura televisiva che sono diventati più brevi e precari, uno sviluppo che sostengono stia trasformando sempre più gli sceneggiatori in gig workers, lavoratori precari.
L’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), l’associazione di categoria che rappresenta gli studi cinematografici, si è detta “profondamente delusa dal fatto che SAG-AFTRA abbia deciso di abbandonare le trattative“, e ha dichiarato di aver offerto gli aumenti percentuali più alti dei livelli salariali minimi in 35 anni, “aumenti sostanziali” dei massimali dei contributi pensionistici e sanitari, un aumento del 76% dei “residui” esteri pagati da spettacoli in streaming ad alto budget e “una proposta rivoluzionaria sull’IA che protegge le sembianze digitali degli artisti, incluso un requisito per il consenso degli artisti per la creazione e l’uso di repliche digitali o per le alterazioni digitali di una performance“.
Alcuni analisti del settore sostengono che il passaggio allo streaming digitale ha lasciato Hollywood nel suo insieme in una situazione finanziaria traballante. “Gli studi sono in crisi“, ha detto a NPR Kim Masters, caporedattore di The Hollywood Reporter, prima dello sciopero. “Lo streaming li ha davvero feriti. Non hanno capito come fare soldi su di esso tranne Netflix, finalmente, dopo molti investimenti”. Gli studi hanno cercato di imitare Netflix, ma il vantaggio di dieci anni di quella società ha significato che Netflix ha mangiato il loro pranzo, costruendo un modello di abbonamento sulle spalle dei loro vecchi spettacoli, che ha acquistato a buon mercato. Era l’era dei soldi facili e Wall Street riempiva gli studi di denaro, aiutandoli a costruire piattaforme che non sono mai veramente decollate dal punto di vista di un ritorno economico. Gli spettacoli sono proliferati, il loro numero è quasi raddoppiato in un decennio. Ma il modello di business è rimasto insostenibile (per $ 15 al mese si può annullare l’abbonamento TV e avere ogni programma mai realizzato, per sempre, senza pubblicità), mentre ora gli azionisti chiedono profitti piuttosto che crescita degli abbonati e gli studi stanno rispondendo alla pressione comprimendo la manodopera, i tempi e le condizioni di lavoro. Ma i lavoratori, in particolare quelli ben organizzati dell’industria cinematografica e televisiva, possono solo essere spinti così lontano prima di reagire.
Durante la settimana alcune fonti anonime degli studi hanno detto a Deadline che il loro piano per lo sciopero degli sceneggiatori era di ritardare ulteriori negoziati fino all’autunno, quando pensano che gli sceneggiatori saranno ormai rimasti senza soldi e rischieranno di perdere le loro case e appartamenti (ma molti di loro hanno da tempo altri lavori perché già non potevano vivere solo dei loro guadagni nel settore). Per questo molti lavoratori di Hollywood non hanno molta simpatia per le apparenti difficoltà finanziarie degli studi.
Drescher, presidente di SAG-AFTRA, non ha negato che un doppio sciopero prolungato degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood porterebbe a difficoltà economiche per i lavoratori in sciopero e per molti altri abitanti di Los Angeles colpiti dalle ricadute delle produzioni interrotte, dei tagli agli studi e della stretta della cinghia da parte di decine di migliaia di lavoratori in sciopero. “I nostri cuori sanguinano perché abbiamo dovuto prendere questa decisione, ma non possiamo non ottenere ciò che questi membri meritano, perché non farà che peggiorare“, ha detto Drescher. “Siamo stati costretti a farlo” perché “le aziende si sono rifiutate di impegnarsi in modo significativo su alcuni argomenti e su altri ci hanno completamente ostacolato“.
Il vecchio contratto non copre il nuovo tipo di modello di business dell’industria basato sullo streaming e l’intelligenza artificiale che è stato imposto dalle case cinematografiche e dalle piattaforme digitali negli ultimi anni e semplicemente non funziona per la maggior parte dei lavoratori. Lo streaming non ha solo ucciso il film a medio budget o le serie TV lineari, ma ha anche cambiato il modo in cui i film e gli spettacoli vengono presentati al loro pubblico e in cambio ne estraggono denaro. I servizi di streaming guadagnano dagli abbonati e gli spettacoli e i film sono essenzialmente promozioni per gli abbonamenti. Inoltre, sono disponibili in modo permanente, senza “ripetizioni” come sono state tradizionalmente intese – una classica “disruption“, che rende difficile valutare con i mezzi tradizionali il loro valore in termini di pagamento delle persone per la loro visione. Da qui la discussione sui “residui”, resa ancora più difficile dalla riluttanza dei servizi di streaming a rivelare quante persone li guardano. Man mano che gli spettacoli e i film sulle piattaforme di streaming diventano sempre più numerosi e più guardati, i potenziali “residui” diventano una quantità sempre più significativa.
La Drescher ha sostenuto che “non puoi cambiare il modello di business tanto quanto è cambiato e non cambiare anche il contratto. Se non ci alziamo in piedi in questo momento, siamo tutti nei guai”. Ha accusato i capi degli studi cinematografici e delle produzioni vendute in streaming di contare i loro enormi profitti mentre i lavoratori dello spettacolo vengono schiacciati. Duncan Crabtree-Ireland, capo negoziatore e direttore esecutivo nazionale di SAG-AFTRA, ha denunciato la proposta dell’AMPTP di pagare solo le comparse e gli attori non protagonisti per un giorno di lavoro in cambio dei diritti sulla loro somiglianza digitale “per il resto dell’eternità senza alcun compenso“.
Le case di Hollywood non sono gestite da aspiranti creativi ma da manager di conglomerati multinazionali che mirano semplicemente ai profitti e ai propri compensi milionari. Mentre la retorica di uomini come Bob Iger, l’amministratore delegato della Disney, ruota sulla lamentazione riguardo a richieste “irrealistiche” di attori “fastidiosi“, come ha ricordato Matt Damon (uno che guadagna $ 30-40 milioni a film) alla stampa sul tappeto rosso di Oppenheimer – l’ultima grande premiere ad essere onorata dalle star sul tappeto rosso prima dell’inizio dello sciopero – le regole sindacali stabiliscono che gli attori devono guadagnare almeno $ 26.470 dalla recitazione o dai “residui” all’anno per qualificarsi per l’assistenza sanitaria. Mentre Iger guadagna circa $ 27 milioni all’anno, è stato affermato che dal 75% al 90% dei membri del SAG-AFTRA non è in grado di raggiungere la soglia minima. Anche nomi familiari possono fallire in questo; due anni fa, Sharon Stone ha perso la sua copertura sanitaria sindacale dopo aver guadagnato $ 13 in meno rispetto alla cifra minima.
D’altra parte, una delle contraddizioni del settore è che le 10 persone che gestiscono le società cinematografiche guadagnano decine o centinaia di milioni, ma allo stesso tempo i primi 10 attori vengono pagati più dei primi 10 dirigenti (tra l’altro molti di loro ricoprono diversi ruoli nell’industria: sono anche registi, sceneggiatori e produttori). In sostanza, tutti sono strapagati nella fascia più alta, mentre decine di migliaia di attori (dalle comparse a quelli che recitano una o poche altre battute) e maestranze riescono a malapena a condurre una vita da classe media o lavoratrice ordinaria. La maggior parte degli attori trascorre gran parte della giornata svolgendo un lavoro che non ha nulla a che fare con le proprie competenze o passioni (dal cameriere al dog-sitter), in modo da poter pagare l’affitto e le bollette. E questo sta avvenendo mentre i blockbuster stanno vacillando al botteghino e con loro lo star system che è stato inserito nella loro struttura.
Mentre i servizi di streaming incassano centinaia di milioni di dollari, molti sceneggiatori e star televisivi non possono nemmeno permettersi il riscaldamento o sono in qualche modo pagate in cifre molto contenute. Una delle questioni controverse è la mancanza di tariffe residue (simili alle royalties TV) offerte dai servizi di streaming. I servizi di streaming come Netflix hanno un vasto pubblico a causa delle loro grandi librerie di film e spettacoli e tuttavia pagano molto meno in “residui” rispetto alle trasmissioni televisive. In precedenza, una guest star di una serie poteva aspettarsi di incassare dei soldi ogni volta che un episodio veniva mandato in onda da qualche parte, e questo poteva aiutarli a sostenerli durante i tempi più magri che la maggior parte degli attori sperimenta. Ma le piattaforme dello streaming come Netflix non ritrasmettono episodi perché tutti i loro contenuti sono costantemente disponibili per essere guardati da chiunque in tutto il mondo ogni volta che lo desiderano. Quindi, un attore può ancora guadagnare centinaia di dollari all’anno per alcune riprogrammazioni di una trasmissione tradizionale in TV, ma solo $ 20 all’anno per una serie prodotta per lo streaming.
All’estremità inferiore della scala, una comparsa guadagna $ 150 al giorno, per un lavoro irregolare e precario. Ma anche questo viene sgretolato. SAG-AFTRA afferma che le case produttrici ora stanno scansionando le sembianze e le voci delle comparse quando partecipano ad un progetto, con gli studi che apparentemente con il supporto dell’intelligenza artificiale li riutilizzano in altri lavori senza consenso o compenso. Ovviamente, questo indica un presente miserabile e un futuro ancora peggiore per questi lavoratori. Ma in prospettiva l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata anche per scrivere una sceneggiatura di un film o di uno spettacolo TV.
In questo sciopero, entrambe le parti stanno giocando sul logoramento della controparte: gli attori e gli sceneggiatori scommettono che la pipeline del prodotto – già logora dopo il CoVid-19 – costringerà gli studi a tornare al tavolo delle trattative, mentre i capi dell’industria stanno prendendo la solita vecchia strada del cercare di distruggere i sindacati (apparentemente quelli di attori e sceneggiatori possono contare sulla solidarietà del sindacato dei trasporti, i Teamsters, e del sindacato dei tecnici – persone che lavorano in modo artigianale ai costumi, scenografie, trucco e montaggio cinematografico -, l’International Alliance of Theatrical Stage Employees – Iatse che si rifiutano di oltrepassare i picchetti2). Non a caso Fran Drescher ha criticato gli studi di Hollywood in un discorso infuocato, definendoli “disgustosi” per aver affermato che “stanno perdendo soldi a destra e a manca quando danno centinaia di milioni di dollari ai loro amministratori delegati“. “Quello che succede qui è importante perché quello che ci sta accadendo sta accadendo in tutti i campi del lavoro, quando i datori di lavoro fanno di Wall Street e dell’avidità la loro priorità e dimenticano i contributori essenziali che fanno funzionare la macchina“, ha detto Drescher. E ha minacciato i capi delle imprese del settore avvertendoli che: “Siete seduti dalla parte sbagliata della storia. Vergognatevi! Sapete cosa? Alla fine, le persone abbattono i cancelli di Versailles. E poi è finita. Siamo in quel momento proprio ora“. La retorica tagliente rivela una rottura della fiducia in mezzo a una profonda destabilizzazione del settore.
Si può essere tentati di demonizzare Hollywood come fonte di tutti i mali della società. La destra li odia perché sono i liberal decadenti delle limousine che minano i valori tradizionali3, e la sinistra li odia perché sono liberal decadenti delle limousine che diffondono i perniciosi miti capitalisti americani in tutto il mondo4. Ma quello che sta accadendo in questo momento dovrebbe essere inteso come la redenzione di Hollywood. Le migliaia di lavoratori impegnati in questo enorme sciopero multisindacale di Hollywood rappresentano la prima linea di due battaglie che contano per ogni singolo americano e che presto potrebbero essere combattute anche dagli scioperi dei 340 mila lavoratori di UPS e in altri settori (scuola, Amazon, alberghi, auto, porti, ferrovie) in quella che gli analisti chiamano la “calda estate del lavoro“.
La prima è tra l’umanità e l’intelligenza artificiale che sta progredendo in modo accelerato e che ormai ha il potenziale per essere per i colletti bianchi e il lavoro creativo ciò che l’automazione industriale era per il lavoro in fabbrica. È il tipo di tecnologia che o metti in una scatola o ti mette in una scatola. E chi costruirà i guardrail che impediscono i peggiori abusi dell’IA? Lo dovrebbe fare il governo, ma è latitante e forse connivente con l’oligopolio GAFAM. Al momento, i contratti sindacali sono l’unica arena disponibile per non lasciare l’intelligenza artificiale interamente nelle mani delle società tecnologiche e dei loro investitori che, possiamo starne certi, cercheranno di utilizzarla in modo da prelevare la massima quantità di denaro dalle tasche dei lavoratori e massimizzare i profitti.
La seconda battaglia riguarda la lotta di classe. Quando si raschia via lo strato superficiale relativamente piccolo di sfarzo, glamour e star benestanti, l’intrattenimento è solo un’altra industria, piena di persone normali che svolgono un lavoro regolare. La stragrande maggioranza di coloro che scrivono sceneggiature o recitano in spettacoli (o fanno falegnameria, o catering, o l’autista, o l’attrezzista, o l’infinità di altri lavori che Hollywood produce) non sono ricchi e famosi. La maggior parte dei membri di SAG-AFTRA non guadagna i $ 26.000 all’anno necessari per qualificarsi per il piano di assicurazione sanitaria del sindacato. In questo senso, l’industria dell’intrattenimento è proprio come ogni altra industria che opera sotto la versione piuttosto brutale del capitalismo statunitense.
Se lasciate a sé stesse, le aziende cercheranno sempre di spingere il costo del lavoro verso zero e la retribuzione dei dirigenti verso l’infinito. Lo stato preferito di ogni grande azienda in America è quello in cui tutti i suoi dipendenti guadagnano abbastanza soldi per sopravvivere e l’amministratore delegato e gli investitori guadagnano abbastanza soldi per costruire razzi privati per fuggire in una colonia privata per miliardari su Marte. L’unica cosa che può contenere questo processo è la forza lavoro e può venire dai sindacati. I muri che i sindacati costruiscono proteggono non solo i propri membri, ma per estensione l’intera classe lavoratrice.
Questo è ciò che è in gioco a Hollywood in un’industria che è fortemente sindacalizzata, a differenza della maggior parte degli altri settori economico-lavorativi degli Stati Uniti. La “calda estate del lavoro” può rappresentare una ripresa significativa dell’attività sindacale nel paese, un punto di svolta per il lavoro per riconquistare il potere che ha perso, a partire dall’era anti-sindacale dell’ex presidente Ronald Reagan5. Con l’attivismo alle stelle, i sindacati vedono il potenziale per aumentare la loro adesione, che ha visto un forte calo da circa il 20% del settore privato nei primi anni ’80 al solo 6% attuale.
Alessandro Scassellati
- A maggio, la Writer’s Guild of America (WGA), che rappresenta 11.500 sceneggiatori/scrittori televisivi e cinematografici, ha autorizzato il suo primo sciopero in 15 anni. La WGA ha affermato che il comportamento delle aziende aveva “creato una gig economy” che mirava a trasformare la scrittura in una professione “completamente freelance“. “Per il bene del nostro presente e del nostro futuro, non ci è stata data altra scelta“, ha affermato. L’ultima azione sindacale, nel 2007, è durata 100 giorni ed è costata all’economia californiana circa 2,1 miliardi di dollari e la perdita di 37.700 posti di lavoro direttamente e indirettamente legati all’industria dell’intrattenimento, poiché le produzioni sono state interrotte e sceneggiatori, attori e produttori in sciopero hanno ridotto le spese.[↩]
- IATSE e la Broadway League hanno evitato per un soffio di chiudere i teatri iconici di Broadway raggiungendo un accordo provvisorio su un “contratto rosa” lo scorso giovedì e scongiurando un potenziale sciopero che avrebbe potuto chiudere teatri e tournée a livello nazionale. Il loro accordo, ancora in attesa di ratifica da parte dei circa 1.500 membri IATSE, cerca di mantenere l’assistenza sanitaria fornita dal datore di lavoro, garantire alloggi forniti dal datore di lavoro per le crew in tournée e soddisfare il desiderio di aumenti salariali e periodi di riposo.[↩]
- Un movimento di estrema destra nemico di Hollywood è quello di QAnon, diventato virale durante la pandemia da CoVid-19. QAnon diffonde una visione del mondo apocalittica e paranoica (in linea con il “paranoid style” presente nella storia della politica americana che venne denunciato dallo storico Richard Hofstadter nel 1964), un delirio collettivo, un movimento basato sulla fede religiosa (cristianesimo evangelico born again) e una comunità complottista di milioni di persone che comunica attraverso Facebook e Youtube, ispirata alla misteriosa figura di Q, un utente anonimo dei siti 4chan e 8chan (un agente dei servizi segreti o un ufficiale dell’esercito in possesso dell’autorizzazione Q di accesso ai segreti militari e di Stato?). Q possiederebbe le prove che i leader corrotti del mondo (una cricca di intoccabili pedofili satanisti chiamata cabal), legati allo “Stato profondo”, segretamente violentano, torturano e uccidono i bambini, bevendone il sangue. Questa cricca malvagia, formata da politici, ultraricchi (molti dei quali ebrei) e celebrità di Hollywood, e legata alla sinistra (soprattutto al Partito Democratico americano, e in particolare al clan Clinton), negli USA sarebbe al potere da dopo l’uccisione di John F. Kennedy ed è combattuta da Donald Trump e da coraggiosi “patrioti” che si sono assunti la missione di salvare il mondo dalla distruzione e rifiutano tutte le istituzioni tradizionali, ignorano i funzionari governativi, combattono gli apostati e disprezzano i mezzi d’informazione.[↩]
- Da sinistra, la critica più dirompente contro Hollywood è venuta da Nancy Fraser nella sua analisi dello schieramento progressista neoliberista e globalizzatore guidato da Hillary Clinton in occasione delle elezioni presidenziali del 2016 vinte da Donald J. Trump. Una coalizione considerata elitaria da Fraser perché composta da varie correnti mainstream e metropolitane dei nuovi movimenti sociali identitari – ambientalismo, femminismo, anti-razzismo, multiculturalismo e diritti LGBTQ+ -, da un lato, e settori del mondo del business di fascia alta “simbolica” e creativa basato sui servizi, la knowledge class “globalista” di Wall Street, Madison Avenue, Silicon Valley e Hollywood, dall’altro.[↩]
- il primo atto della presidenza Reagan è stato il licenziamento in blocco degli 11.345 controllori del traffico aereo aderenti al sindacato PATCO (Professional Air Traffic Controllers Organization) impegnati in una trattativa sindacale con il governo federale per cercare di ottenere migliori condizioni di lavoro e salari più alti nel 1981. Gli scioperanti sono stati sostituiti con i militari e il leader del sindacato è stato portato via in manette, un’immagine che ha brutalmente segnalato a datori di lavoro e lavoratori che i giorni della sicurezza del lavoro e delle indennità erano finiti.[↩]
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