Joseph Borrel, attualmente alta autorità per la politica estera della UE, l’ho conosciuto quando era presidente del Parlamento europeo di cui facevo parte. Un socialista spagnolo.
Quindi quando leggo che definisce l’Europa un giardino circondato da giungle che lo vogliono infestare rimango basito. E misuro tutto il precipizio in cui i rappresentanti delle istituzioni europee sono caduti.
Dopo lo speach guerresco di Ursula Von Der Leyen sullo stato della UE e le risoluzioni belliciste già approvate dal PE se ne prepara un’altra proposta dal gruppo dei conservatori riformatori, quello nato per iniziativa dei tories inglesi che avevano convogliato tra gli altri il partito di governo e di destra polacco e fratelli d’Italia. Dopo la Brexit sono questi a reggerlo e Meloni è anche presidente del partito europeo corrispondente. Ormai dal tempo della Risoluzione sull’equiparazione tra nazismo, fascismo e comunismo il ruolo di preparazione delle agende vede una preponderanza delle destre e dei Paesi già dell’Est che spingono verso un revisionismo storico che ora incide pesantemente sul presente. E sulla maggioranza di Ursula Von Der Leyen.
La nuova risoluzione ha come piatto forte la definizione della Russia come Paese sponsor del terrorismo. Questa prassi di bollare di terrorismo qualcuno è in auge da tempo. È lo stigma per cercare di isolare e colpire più duramente. Le liste vengono sancite da chi ritiene di avere la forza per farlo. Senza dimenticare le sanzioni decennali a Cuba, rea non di terrorismo ma di “comunismo”, ci sono gli elenchi degli “Stati canaglia” che gli USA, e i vari Presidenti, sono soliti fare anche a geometrie variabili. Le liste si accompagnano a sanzioni che chi si autodefinisce buono applica e pretende siano applicate da tutti, pena l’essere considerato complice. I doppi standard e gli standard variabili sono all’ordine del giorno. Chi dà armi ai buoni è buono. Chi ai cattivi è cattivo. Per altro non contano neanche criteri di rispetto di standard internazionali, tipo sottoscrizioni di convenzioni per il rispetto di regole. E infatti molte di queste convenzioni i buoni non le sottoscrivono. E tra i buoni ci sono Paesi, dalla Turchia agli Emirati, con standard diciamo così discutibili. Che possono ad esempio bombardare i Curdi e fare inserire alcune loro organizzazioni nelle black list. Ci sono poi “pressioni” per stare con i buoni, come accadrebbe ora con la Serbia a lungo discriminata dalla UE e ora spinta a sanzionare la Russia in cambio di un cambio di standard nei suoi confronti. La nuova Risoluzione del PE che si discuterà prossimamente sta in scia con la mozione votata dai parlamentari del Consiglio d’Europa che chiede di dichiarare la Russia Stato terrorista. Sul punto specifico ha avuto il 76% dei voti e la mozione il 99%. Non mi pare che posizioni analoghe siano state assunte verso Stati impegnati in altri conflitti nelle tante guerre fatte o ancora aperte, da quelle della NATO, alla Palestina, al Kurdistan. Ma aldilà di ciò c’è altro. Ora qui non siamo più alla condanna di una guerra. Siamo alla volontà di un conflitto totale con la Russia. Forse si ha in mente il modello Jugoslavia dove ci si è mossi per fare a pezzi uno Stato. Con pezzi poi inseriti nelle varie aree di influenza. Forse si pensa di continuare a inseguire la NATO con lo stesso fine di proprio allargamento come con i vari Paesi dell’Est. A me pare che l’Europa uscita fin qui da questi comportamenti sub imperialistici sia peggiore di quella precedente. Mi pare chi i cittadini paghino duramente liberismo e subimperialismo. Ma le classi dirigenti UE mi sembrano consapevolmente corresponsabili. Temo che la Russia non sia la Jugoslavia e che tutto finirà molto male. Il 5 vado in piazza.
di Roberto Musacchio