Riccardo Petrella li chiama “i dominanti” per intendere che la democrazia è un ricordo, non si governa ma chi lo fa domina. Sempre Petrella chiama “i predatori” quei poteri economici, la finanza e le multinazionali, che affidano ai dominanti il compito di rappresentarli. L’economia, la conoscenza, la comunicazione sono rese alla loro mercé.
Bruno Amoroso scrisse un libro sui “figli di troika”, parlando degli “incappucciati della finanza”. Luciano Gallino descrisse le “sliding doors” tra i mondi dei dominati e dei predatori.
Io oggi li chiamerò “gli ‘mpuniti”, in romanesco, per indicare una loro peculiarità: non pagare mai per le conseguenze delle loro azioni.
Gli ‘mpuniti a Roma erano quelli che si erano guadagnati un lasciapassare spesso con la delazione a favore del potere. E potevano esibirsi con prepotenza a fronte del popolo. Così è oggi per i dominanti garantiti dai predatori cui garantiscono i terreni di caccia.
Il trentennio nero del capitalismo reale che si è proclamato vincitore della guerra al comunismo e portatore del pensiero unico senza alternative è pieno di dimostrazioni di impunità.
Prendiamo ciò che di saliente stiamo vivendo.
Della possibilità di pandemie causate da coronavirus si parla da decenni. L’OMS chiese piani antipandemici già all’inizio del 2000. Risultato? Questo trentennio è stato caratterizzato da processi feroci di tagli e privatizzazioni dei servizi sanitari laddove esistono, di mercificazione integrale della produzione farmaceutica, di abbandono ulteriore di ogni attenzione verso i Paesi poveri.
Complimenti! Gli ‘mpuniti sapevano ed hanno fatto il contrario di ciò che andava fatto. Hanno favorito i predatori e se ne sono “fregati” (altro termine romanesco) dei dominati. Ora si presentano davanti a noi come se nulla fosse. E non cambiano niente. Ancora oggi non c’è un vero dibattito democratico sulle prospettive. Si pensa di passare alle terze dosi di vaccini mentre buona parte del mondo non ha ancora le prime e incuba varianti. I predatori aumentano i prezzi addirittura del 30%. I dominanti si guardano bene dal togliere i brevetti che stanno tenendo la produzione al 40% del potenziale, come certifica il Parlamento europeo. Torneranno ad esibirsi a Roma il 5/6 settembre per il G20 dei ministri della salute. Sarà bene farsi trovare anche noi a dire che “the people lives matter”.
Ma la pandemia vive dentro un cambio climatico che gli scienziati che lavorano per l’Onu dicono già senza ritorno. Anche in questo caso ciò che doveva essere fatto lo si sa da decenni. Il trattato di Kyoto è del 1997 e fu preceduto da varie conferenze globali. Aveva il pregio di indicare obblighi. Che andavano estesi, recuperando in termini di giustizia climatica secoli di predazioni. Invece si è passati al mercato del clima in cui gli effetti di contenimento sarebbero variabili dipendenti di transizione ecologiche di capitalismo verde. La realtà? Non funziona. Noi, la Terra friggiamo e gli ‘mpuniti passano da una Cop, Conferenze globali, all’altra. La prossima a Glaslow e bisogna prepararsi con quella che Petrella chiama “l’altra agenda”, una agenda dei popoli e degli abitanti della Terra contro dominanti e predatori.
Poi c’è l’Afganistan. Qui voglio partire dal piccolo ma significativo del “nostro” vulnus. Il mio partito votò ad un certo punto per il rifinanziamento della missione (tra le altre). Rimase contro la guerra, ottenne l’impegno ad una conferenza di pace ma votò sostanzialmente per ragioni di coalizione e con una ferita interna e con il “suo popolo”.
Ormai di queste ferite ce ne sono talmente tante e il “popolo” non reagisce. Ma allora ancora contava. E questa è anche una responsabilità in più. A differenza del centrosinistra, e di gran parte del centrodestra, che erano a favore della guerra con convinzione, noi no. Non facemmo mai proprie le ragioni degli altri. La Storia oggi ci dà ragione. Ma non avevamo la forza, e ancora meno ne abbiamo oggi. Noi fummo puniti. Gli ‘mpuniti, no. Hanno perso la guerra che avevano ammantato di tante “buone cause”, dalla caccia a Bin Laden a difendere le donne dai talebani. Ora se ne vanno lasciando le cose proprio in mano ai talebani. Tutte le politiche di pace, a favore del popolo che andavano fatte per noi al posto della guerra e per loro con la guerra, non sono state fatte. Se ne sono fregati e ora che non serve più fare la guerra riconsegnano il tutto ai talebani. Dopo tantissimi morti e distruzioni.
Gli impuniti hanno fatto 30 anni di guerre militari, sociali ed economiche che sfociano nella pandemia mentre l’effetto serra brucia. Loro si pagano i viaggi privati nello spazio mentre i paesi poveri non hanno soldi per i vaccini.
Forse è il caso che questa impunità finisca.