Giovedì scorso, il 27 agosto, il Parlamento e la Presidenza tedesca del Consiglio hanno dato il via ai colloqui per il negoziato, dopo che i Capi di Stato e di governo dell’UE hanno trovato una posizione comune sul bilancio a lungo termine dell’UE e sul Recovery Fund (NGEU), nella seduta fiume terminata il 21 luglio.
Le delegazioni del Consiglio e del Parlamento[1] si sono riunite per la prima volta per colloqui trilaterali a livello politico, compresa la Commissione, al fine di raggiungere un accordo sul finanziamento dell’UE per il periodo 2021-2027.
Il gruppo negoziale del PE ha accolto favorevolmente la decisione di istituire Next Generation EU, ma ritiene che siano necessari numerosi miglioramenti, in particolare con il rafforzamento dei programmi specifici, l’introduzione di nuove risorse proprie per il bilancio (entrate dell’UE), il completamento del lavoro dei legislatori sullo Stato di diritto e garantendo la partecipazione parlamentare al Recovery Fund.
Il 1° settembre i membri della Commissione parlamentare per i bilanci, in occasione della discussione sullo stato di avanzamento dei negoziati sul QFP, la riforma del sistema delle risorse proprie (RU) e il piano di ripresa, la squadra negoziale del Parlamento sul QFP / RF ha riferito sui colloqui trilaterali di giovedì.
Entra nel vivo in questi giorni anche la definizione della prima bozza di Piano per il recupero e la resilienza (PNRR) che l’Italia deve presentare a Bruxelles il 15 ottobre, insieme ai documenti per la “finanziaria” 2021, nella quale dovrebbero essere inseriti i 20 miliardi corrispondenti al pre-finanziamento del 10% del Recovery Fund.
Abbiamo ritenuto utile riepilogare quello che è successo negli ultimi mesi e quindi abbiamo preparato un libretto, che è una raccolta di articoli pubblicati su Transform!Italia nel 2020, ed in particolare fra il marzo e l’agosto del 2020, cioè nel primo periodo della pandemia da SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome – Coronavirus – 2).

La Sezione I – La cronistoria raccoglie una serie di scritti di Paola Boffo che a cadenza quasi settimanale hanno raccontato l’evolversi della reazione degli Stati e delle Istituzioni europee di fronte alla situazione di emergenza. Una Commissione europea appena insediata, un Eurogruppo concentrato sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità e sull’approfondimento del Mercato Unico Europeo, un Parlamento appena eletto, un Consiglio operante sempre più come un organismo intergovernativo piuttosto che comunitario.
Si dà conto quindi della prima fase di impreparazione e insufficienza nella risposta comune, seguita dal tentativo della Commissione di riprendere il timone, anche contro le prime misure di chiusura intraprese dagli Stati soprattutto nei confronti dell’Italia, primo paese fortemente colpito dall’epidemia, con misure significative, e possibili a parità di bilancio, come la sospensione del Patto di stabilità, le modifiche nel regime degli Aiuti di Stato, il rafforzamento della politica di Coesione, il pacchetto Sure, Bei, ECCL.
Di fronte alla gravità della situazione e delle conseguenze sul piano economico e sociale, la Banca Centrale Europea ha varato il Piano di acquisto di titoli pubblici per l’emergenza pandemica, e in sede di Consiglio i Capi di Stato e di governo hanno intrapreso la discussione su uno strumento di debito comune che ha preso la forma del Recovery Fund, con lo Strumento per il Recupero e la Resilienza che finanzierà i Piani che gli Stati stanno preparando e che assegna all’Italia la fetta più sostanziosa.
La Sezione II – Commenti, riflessioni e proposte riporta alcuni articoli di componenti della redazione di Transform!Italia o di altri collaboratori, su quanto è successo e sulle prospettive auspicabili per la UE.
La reazione europea è stata importante e si è sviluppata nella direzione di una Unione, che mette in comune le risorse e si indebita per sostenere le economie e i cittadini europei, che supporta la politica monetaria che gli Stati non possono operare, che mette la coesione economica e sociale prima delle regole della competizione.
È necessario però verificare, e sarebbe il caso di lavorare in questo senso, che non si tratti di interventi transitori, ma che si dia luogo finalmente a una sostanziale virata negli obiettivi e nelle modalità di intervento della UE. Servono scelte di cambiamento profondo. Scelte politiche e non meramente tecniche. Scelte per fare un’altra Europa fondata sulla condivisione di una idea di società socialmente ed ambientalmente giusta.
Bisogna cambiare lo statuto della BCE per farne una vera banca centrale prestatrice di ultima istanza, bloccare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, anzi cancellarlo, garantire una politica sanitaria comune, stabilire un reddito di base europeo.
[1] La squadra negoziale del PE per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e la riforma delle risorse proprie è composta da: Johan Van Overtveldt (ECR, BE), presidente della commissione per i bilanci, Jan Olbrycht (PPE, PL), correlatore del QFP, Margarida Marques (S&D, PT), correlatrice del QFP, José Manuel Fernandes (PPE, PT), correlatore Risorse proprie, Valérie Hayer (RENEW, FR), correlatrice risorse proprie, Rasmus Andresen (Verdi / ALE, DE).