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Ucraina: Attesa per il colloquio Trump-Putin. Usa: ‘Siamo a 10 iarde dalla pace’
Al Consiglio Affari Esteri dell’Ue si discute del piano di appoggio a Kiev lanciato da Kallas. ‘C’è ampio sostegno’, dice l’Alto rappresentante
17 marzo 2025, 20:13
Redazione ANSA
Questo è ciò che mi appare ad un certo punto mentre cerco notizie aggiornate sulla guerra. Non fosse tragico forse ci sarebbe da ridere. Abbiamo poi visto che Putin è Trump si sono parlati a lungo. Mentre Von Der Leyen ci ha continuato a dire che la UE si deve armare e prepararsi alla guerra.
Non so come andranno le cose perché quando tutto è in mano ai dominanti non puoi sapere cosa vorranno far succedere.
Sta di fatto che quella nota di agenzia e ciò che poi è accaduto rende evidente che siamo in piena distopia. O meglio, siamo appunto nel mondo dei dominanti dove ognuno di loro persegue la propria lucida follia. Per questo se finisce la mattanza è comunque un bene. Ma purtroppo la mattanza continua a Gaza.
Per chi si trova a vivere nella bolla distopica della UE, l’Europa reale, la domanda è perché continuano ad armarsi se la guerra finisce. Tanto più se finisse per ragioni militari evidenti, la questione nucleare, e per ragioni politiche altrettanto lampanti, l’accordo tra superpotenze. Che nasce nel quadro di una nuova fase della globalizzazione dove resta il dominus capitalismo finanziario globalizzato ma ci si riarticola per aree geo feudali. Il tecno feudalesimo è stato detto.
Credo che la risposta stia in ciò che è stato occultato da trentasei anni, dalla caduta del Muro. Nella UE c’è in atto da allora il rovesciamento del modello sociale in direzione delle borghesie e del capitale finanziario. Da Maastricht, passando per l’austerity e arrivando ora al riarmo. Cannoni al posto del burro, è stato detto. Rastrellamento del risparmio privato, che nella UE c’è, non per investimenti produttivi perché tanto la sicurezza è coperta dal welfare come teorizzavano i sistemi socialdemocratici nordici, ma per alimentare il riarmo e pagare la finanziarizzazione e la privatizzazione del fu welfare. Scelta, come nel 1989, trainata dalla Germania allora finanziando la riunificazione ed ora il riarmo. In cambio di una garanzia per tutte le borghesie di continuare a rovesciare la lotta di classe. La finestra del posto al sole, grazie alla crisi dell’Urss o alla teorizzata crisi tra USA e Russia, si va chiudendo, con buona pace degli europeisti cavouriani. Resta il riarmo come strumento della lotta di classe rovesciata. Coperto dall’euro nazionalismo di bassa e pessima lega che abbiamo visto esibirsi in piazza del Popolo. Dove c’era anche tanta brava gente, pacifista, ad ascoltare troppe cose inascoltabili.
Noi di Transform abbiamo animato un’altra piazza, Barberini. Siamo andati oltre le aspettative, diventando un bel corteo. Con le sue differenze, ma mai quante a piazza del popolo. Noi siamo aperti alla indispensabile confluenza tra tutti quanti coloro che si battono contro ReArm come attuale scelta delle borghesie per fare cannoni al posto del burro. Pensiamo vada costruita in tutte le piazze d’Italia. Con l’appello per una nuova Helsinki che abbiamo sottoscritto. Con quello europeo che si sta cercando di realizzare. Pensiamo sia bene esserci all’assemblea che la Cgil potrebbe convocare a breve. E nella piazza lanciata dai Cinquestelle.
Roberto Musacchio