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Berlino, Atlantico

di Roberto
Musacchio

In piena crisi di consensi e, soprattutto, economica e sociale del suo Paese, il Cancelliere tedesco, Scholz, tiene un “discorso sull’Unione” a Praga, in occasione del semestre della Repubblica Ceca di presidenza UE.

Del ‘900 Scholz mantiene le responsabilità tedesche del nazismo, e ci mancherebbe altro.

Cancella che chi sconfisse il nazifascismo fu l’alleanza col comunismo e l’Urss.

Infatti poi per lui è tutto totalitarismo coincidente col punto cardinale Est. C’è infatti una sorta di continuum prima e dopo il Muro che sostanzialmente sussume lo stesso “Comunismo” in una sorta di autoritarismo asiatico pressoché”genetico”. Ed oggi infatti è l’imperialismo autocratico russo contro cui si forgia la nuova Europa. Con una continuità che dimentica la rottura dell’89 da cui nasce Putin.

Naturalmente in totale connessione con la NATO; ed è benedetta la leadership di Biden che evita che gli USA siano “distratti” dalla competizione con la Cina.

In questo quadro la UE deve prepararsi ad allargarsi. E per farlo deve pensare di funzionare non più all’unanimità ma a maggioranza. Almeno sui temi cardine che poi sono la sicurezza basata sulle armi (e la partecipazione alle stessa NATO, e l’energia naturalmente come mercato e concorrenza sulle materie tecnologicamente preziose.

Con il Sud del Mondo servono meramente accordi sull’immigrazione che poi sono sostanzialmente di gestione della mano d’opera.

Il mercato globale serve ancora anche se riadattato alla nuova fase Orwelliana di Ovest contro Est. E infatti di prezzi e extraprofitti dell’energia da finanza speculativa non parla.

Di Cina parla solo nell’inciso sugli USA di Biden e magari conta che la Germania sia uno dei pochissimi Paesi ad avere un saldo positivo nella bilancia degli scambi commerciali. Però fingere che dietro la guerra tra USA e Russia non ci sia nel mirino a stelle strisce la Cina non sembra molto strategico.

C’è spazio anche per un preannuncio di ritorno alle regole di bilancio.

A parte la caricatura del ‘900 che cancella l’intera Storia del movimento operaio che coincide peraltro con quella del modello sociale europeo e quella dei movimenti di liberazione che sono fondamentali in quella lotta all’imperialismo a cui il Cancelliere cancella la propria appartenenza. A parte la rimozione di guerre e conflitti extra-Ucraina e di quelli che hanno ridisegnato la stessa Europa, dalla dissoluzione della ex Jugoslavia alla riunificazione tedesca. A parte cioè appunto la Storia, Scholz elude la cronaca, che poi è drammatica. Per la Germania, l’Europa, il Mondo.

Una Germania che ha unificato se stessa a colpi di surplus esportativi e di marchizzazione dell’euro e che però oggi vive una crisi economica e sociale profondissima, dall’inflazione, ai salari alla coesione sociale.

Una Europa che appare come il Titanic di fronte all’iceberg inverno con l’orchestrina di Ursula Von Der Leyen a suonare mentre i popoli sono sbattuti tra crisi finanziarie, pandemia e guerra.

Di quale superiorità democratica parli poi il Cancelliere quando si poggia su una NATO con dentro Erdogan, e su una struttura della UE intergovernativa che ormai surroga ogni sopravvivenza parlamentare, in una sorta di democratura per altro delle porte girevoli tra poteri politici, economici e militari, è difficile dirlo.

Se lo scontro orwelliano è tra autocrazie e democrature la prospettiva diventa tragica.

Per questo il discorso del Cancelliere che sposta Berlino sull’Atlantico non aiuta. Come non aiuta l’oltranzismo sulla guerra ma ora anche sull’austerità dei Grunen. Non è certo con l’austerity che si fa la transizione ecologica. Già negli anni ’70 ci furono sovrapposizioni non virtuose sebbene ben più dense. Ma oggi l’austerity è pienamente uno strumento dei e per i poteri forti. Né sono uno strumento ecologico le sanzioni.

Dire, come ribadisce Scholz, che l’Unione europea si fa per evitare guerre tra europei è una mezza verità che diventa una intera bugia. Per la Storia, perché le “guerre europee” sono state sempre mondiali direttamente o per aree. Oggi, perché l’Europa partecipa alla guerra mondiale a pezzi. In prospettiva, perché o ci sono una pace e una democrazia globale o il “magnifico Ovest” è quello del grande fratello, come il “perfido Est”.

di Roberto Musacchio

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