intersezioni femministe

Violenza sulle donne e diritti riproduttivi in Germania

di Paola
Giaculli

Dati allarmanti sulla violenza contro le donne si registrano anche in Germania. Nel rapporto del Ministero degli Interni si legge nel 2023 sono state 360 le donne vittime di femminicidio (termine però non di uso giuridico in Germania), quasi una al giorno, un terzo di tutti gli omicidi (32,3 percento). In questa rilevazione statistica sono contenute due classificazioni di reato: delitti politicamente motivati dall’odio nei confronti delle donne; reati sessuali e violenza domestica (247 omicidi, pari al 68,6% del totale). 140 donne al giorno hanno subito violenza, ogni tre minuti una donna è vittima di violenza domestica. Fa impressione il balzo rispetto al 2022 (133) per omicidi per mano del partner/ex partner (assimilabile a violenza domestica). Fino all’adozione della Convenzione di Istanbul che obbliga i Paesi aderenti alla rilevazione statistica (entrata in vigore in Germania nel 2018) non vi erano particolari distinguo sugli omicidi di donne, in quanto donne, cioè sui femminicidi, termine di uso nelle comunicazioni del Ministero degli Interni, che però non è stato adottato dalla rilevazione statistica né dal Codice penale. Le attiviste e le associazioni in difesa dei diritti delle donne lamentano anche la carenza di una strategia politica complessiva per la lotta contro la violenza sulle donne. Anche i diritti riproduttivi fanno fatica a farsi strada: continua la lotta pluridecennale per l’abrogazione dell’articolo 218 del Codice penale per cui l’interruzione di gravidanza è ancora reato. Le donne possono, sì, abortire, entro le prime dodici settimane di gravidanza, devono però sottoporsi ad una consulenza obbligatoria che dà il nullaosta all’interruzione di gravidanza, altrimenti sia le donne che i medici si rendono responsabili di reato. Varie associazioni hanno sostenuto una bozza per l’abrogazione dell’art. 218, presentata in Bundestag da SPD e Verdi (che sono attualmente governo di minoranza) a metà novembre e controfirmata per il momento da un terzo di membri del parlamento, suscitando l’indignazione del capogruppo e leader CDU Merz, perché il tema “polarizza e avrebbe bisogno di più tempo”. Le attiviste spingono invece per andare al voto prima che il Bundestag venga sciolto in vista delle elezioni anticipate.

Paola Giaculli

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