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Una poesia per il Cile

di Nicoletta
Pirotta

Gabriel Boric  ha vinto le elezioni in Cile. Candidato nella coalizione “Apruebo Dignidad” (una coalizione politica cilena creata l’11 gennaio 2021 dal Frente Amplio e Chile Digno voluta principalmente dai due maggiori partiti di tali coalizioni, il Partito Comunista e Convergencia Social, ai quali poi si sono uniti una serie di altre organizzazioni e movimenti) l’ex leader dei movimenti studenteschi ha saputo avere la meglio sul candidato della destra più becera che non ha mai nascosto le sue simpatie per il famigerato dittatore Pinochet.

La vittoria elettorale di  Boric, da quel che si legge, è netta nei quartieri che furono roccaforti nella resistenza contro la lunga dittatura militare. Ma questo non basta a spiegarne la vittoria. Boric infatti ha ottenuto l’appoggio dei i movimenti femministi e Lgbtq+ che stanno portando avanti da anni una campagna per la legalizzazione dell’aborto e il riconoscimento delle unioni civili e che hanno visto in lui un’alternativa credibile all’estrema destra misogina ed omofoba. Così come raccoglie moltissimi voti anche fra la popolazione indigena in particolare nella regione dove più forti sono state le lotte delle e dei nativi contro la feroce bulimia di profitti delle multinazionali. Ed anche sull’ambiente Boric ha confermato il suo “sguardo lungo” impegnandosi a contrastare progetti minerario che prevedono l’estrazione di minerali a  danno delle popolazioni e della fauna dei territori coinvolti.

Boric dunque vince in particolare grazie a quella “coalizione sociale” che ha visto in lui una speranza di cambiamento vero.

Non a caso il neo Presidente ha dichiarato che «Oggi è il giorno in cui la speranza ha vinto contro la paura»

Ecco allora l’augurio per il prossimo anno è che l’esempio del Cile sia contagioso anche per l’ Europa e, sopratutto per il nostro Paese dove ancora non si vede un’alternativa politica credibile al governo dell’ex presidente della BCE.

Per intanto vogliamo dedicare alle donne ed agli uomini cileni che hanno reso possibile questa vittoria una poesia del grande poeta Pablo Neruda.

Quando il Cile

Oh Cile, lungo petalo
di mare e vino e neve
Oh quando ti rincontrerò
Arrotolerai il tuo nastro
Di schiuma bianca e nera
Nella mia vita,
scatenerò la mia poesia
sul tuo territorio.
Ci sono uomini
Metà pesce, metà vento.
Ci sono altri uomini fatti d’ acqua.
Io sono fatto di terra.
Vado per il mondo
ogni giorno più allegro:
ogni città mi da una nuova vita.
Il mondo sta nascendo
Però se piove in Lota
Sopra di me cade la pioggia
Se in Lonquimay la neve scivola
dalle foglie
la neve arriva dove sono.
Cresce in me lo scuro frumento di Caniù
ho aranceti a Villarca
ho sabbia nel Grande Nord
ho una rosa bionda nella provincia,
e il vento bussa,
l’ ultima ondata di Valparaiso
mi ha colpito al petto
con un grido spezzato
come se ci fosse
nel mio cuore una finestra rotta.

Il mese di ottobre è arrivato
E’ così diverso dallo scorso ottobre
Che quando arrivò fu come se
Stessi guardando il tempo immobile.
Qui è autunno
Attraverso la steppa siberiana
Giorno dopo giorno tutto è giallo
Gli alberi, le piante,
la terra, e quello che l’ uomo nuovo crea.
C’è oro e fiume rosso
Mattina immensa, neve, purezza.

Nel mio paese la primavera
Viene da nord a sud
E’ come una ragazza
Che per le pietre nere di Conquiubo,
per il bordo solenne della schiuma
vola con i piedi nudi
fino agli arcipelaghi.
Non solo il territorio, primavera
Riempie domi, mi offri.
Non  sono un uomo solo.
Nacqui nel sud. Dalla frontiera portai
Le solitudini ed il galoppo dell’ ultimo capo
ma il partirò mi ha smontato
E mi feci uomo e camminai
le sabbie e le cordigliere
Amando e scoprendo.
Popolo mio, verità che in primavera
Suona il mio nome nelle orecchie
E tu mi riconosci
Come se fossi un fiume
Che passa per la porta?
Sono un fiume. Se ascolti
Lentamente sotto le saline
Di Antofagasta, o meglio
Al sud di Osorno
O la cordigliera in Mepilla, o in Teuco,
nella notte di astri bagnati e alloro sonoro,
metti sulla terra i tuoi uditi,
ascolterai che corro sommerso,
cantando.

Ottobre, Oh Primavera
Datemi al mio popolo
Che farò senza condurre sulle mie spalle
Una parte della speranza?
Che farò senza camminare con la bandiera
che di mano in mano nella fila
della nostra lunga lotta
venne alle mie mani?
Oh patria, Patria,
Oh quando e quando
Quando
Mi rivedrò con te.
Lontana da te
Metà della mia terra del tuo uomo
Ho continuato ad essere
E un’ altra volta oggi la primavera va via
Però io vado con la tua vittoria sopra il fronte
E in te continuano a vivere le mie radici.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Silvana Telaro
    25/12/2021 13:06

    Il popolo cileno, ha ricordato perchè non ha dimenticato, attraverso la Storia, le ultime parole di Allende, dal Palazzo de La Moneda, quel tragico 11 settembre 1973 “Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino…..
    Viva il Cile ! Viva il popolo ! Viva i lavoratori ! Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano…..

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