Intervista di Roberto Morea a Walter Baier, eletto presidente del Partito della Sinistra Europea –
R.M.: Ciao Walter, prima di tutto le congratulazioni per la tua elezione a presidente del Partito della Sinistra Europea, un compito non facile in un momento difficile per le sinistre in Europa e l’avanzata delle destre in tutto il continente. Cosa pensi sia necessario fare come Sinistra Europea, qual è la proposta che pensi sia l’impegno dei prossimi anni?
W.B.: Grazie per gli auguri. Viviamo veramente in tempi difficili sono ancora impressionato dalle parole che Marc Botenga del Partito dei Lavoratori del Belgio ha espresso nel suo intervento durante il congresso: “il prossimo anno dovrà essere un anno di campagne contro il carovita, contro la povertà energetica” e certamente in connessione con la crisi climatica e la necessità di una transizione ecologica, voglio dire principalmente che il compito per un partito che ambisce ad una radicale trasformazione, significa essere parte delle lotte sociali e politiche e vorrei contribuire a fare del Partito una forza utile alle lotte sociali. Come vediamo, per esempio in Francia, una volta che si solleva una protesta sociale e la sinistra ha la capacità di creare l’unità, allora c’è una concreta ed efficace opposizione alla crescita delle destre e questo penso sia il cuore della strategia del Partito della Sinistra Europea.
R.M.: Certamente abbiamo di fronte anche la crisi della guerra, non è la prima in Europa dalla caduta del muro e ce ne sono molte nel mondo. Qual è la posizione del partito sulla guerra?
W.B.: Dopo una discussione abbiamo concordato una posizione che definirei molto chiara. Per prima cosa noi condanniamo l’aggressione della Federazione Russa perché siamo dalla parte delle vittime e vediamo il pericolo di un’escalation che potrebbe portare ad una guerra nucleare e perché è contro le leggi internazionali. Noi tutti vogliamo cambiare il sistema di potere internazionale, ma se questo deve avvenire in un modo civile può essere realizzato solo nel rispetto della legge internazionale, per questo le leggi internazionali devono essere rispettate. Da questa posizione il Partito ha definito tre elementi: cessate il fuoco, negoziati di pace e ritiro delle truppe. È sembrato in un primo momento un compromesso difficile tra diverse posizioni divergenti ma nei fatti è un messaggio politico molto forte, ed è quello che deve essere fatto, cessate il fuoco, negoziato e ritiro delle truppe. Il mio personale contributo al dibattito è quello di convincere tutti a discutere di meno di ciò che la Nato ha fatto nel passato e di più di quello che la Nato ha intenzione di fare nel futuro, cioè che ci opponiamo al riarmo a cui assistiamo con miliardi di euro destinati a distruggere l’ambiente. Ad esempio uno dei velivoli strategici di nuova generazione capaci di portare bombe nucleare a lungo raggio fin molto dentro al territorio nemico, consuma 5.600 litri di kerosene all’ora, che significa quasi 100 litri al minuto, quindi chi vuole proteggere l’ambiente naturalmente dovrebbe essere contro le spese destinate a questi tipi di aeroplani, previsti e posizionati in Germania, in Belgio, in Olanda, in Finlandia, in Svezia e immagino anche in Italia, una montagna di soldi, due miliardi per aeroplano e allo stesso momento altamente inquinanti, questo è quello che la Nato sta facendo in questo momento, direi che dobbiamo opporci a questo e non dividerci in una discussione su cosa era stato promesso a Gorbaciov. Sulla storia possiamo avere punti di vista differenti, ma rispetto al futuro dobbiamo avere una posizione comune concreta e questo è quello che può contribuire a fare il Partito della Sinistra Europea, secondo me, deve contribuire a fare.
R.M.: L’ultima domanda riguarda le sinistre in Europa, abbiamo visto nel passato e ancora oggi che ci sono forze politiche che non fanno parte della casa comune del Partito della Sinistra Europea qual è la tua proposta per unire le sinistre?
W.B.: Io distinguerei le forze della sinistra tra quelle organizzate in partiti – e in questo caso la cosa principale è creare un dialogo e trovare, per esempio, il modo di evitare un terreno di competizione su piattaforme per le elezioni europee – e quella dei movimenti sociali, dei sindacati e dei movimenti ambientalisti – e direi che in quest’area la cosa più importante è quella di risultare utili, certamente nella forma organizzativa, ma utili anche e soprattutto nel produrre buone argomentazioni. Torno ancora sulla questione ambientale, non trovi bizzarro che nel protocollo di Kyoto del 1997 non si faccia alcun riferimento agli armamenti? Non vengono menzionati in nessuna discussione sull’ecologia ma, se la potenza militare globale fosse uno Stato, sarebbe il quarto Stato più inquinante del pianeta. È semplicemente assurdo che poiché gli armamenti non sono citati nel protocollo di Kyoto la questione sia scomparso dal dibattito pubblico. Su questo il Partito della Sinistra Europea può giocare un ruolo, dicendo: se voi non parlate di armamenti non potete parlare di salvaguardia dell’ambiente; così come se non si dice niente di rilevante sul sistema capitalistico non si può parlare di ambientalismo. La mia opinione è che questo sia un messaggio chiaro e comprensibile per le persone.
R.M.: Grazie Walter e auguri di buon lavoro.
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Siamo di fronte a dei folli! Già le prime righe di convenienza. Poi il “dramma” dei 5.600 litri/h di kerosene. Sembra un problema e una questione di risparmio energetico, mica di trasporto di bombe nucleari! Ah, già; quelle servono per esportare Libertà, Democrazia e Sicurezza! Mi raccomando: cautela, moderazione, i Mercati ci ascoltano!